Stadio Partenopeo

fu un impianto sportivo di Napoli distrutto nel 1942

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Stadio Partenopeo
Stadio "Vesuvio"
Stadio "Giorgio Ascarelli"
Informazioni generali
StatoItalia (bandiera) Italia
UbicazioneRione Luzzatti, Napoli
Inizio lavori1929
Inaugurazione1930
Demolizione1942 (raso al suolo dai bombardamenti alleati)
Ristrutturazione1934
ProprietarioNapoli (1929-1934)
Comune di Napoli (1934-1942)
ProgettoAmedeo D'Albora
Informazioni tecniche
Posti a sedere40.000
Mat. del terrenoErba
Uso e beneficiari
CalcioNapoli
Mappa di localizzazione
Map

Lo Stadio Partenopeo fu un impianto sportivo di Napoli, costruito fra l'agosto del 1929 ed il febbraio del 1930[1] per ospitare le partite di calcio della squadra del Napoli[2].

Storia

 
Giorgio Ascarelli

Lo stadio fu progettato da Amedeo D'Albora[3] su commissione del primo presidente del Napoli Giorgio Ascarelli[2] e fu edificato nei pressi della zona nota come "Rione Luzzatti", nei pressi della stazione Centrale[4]. Le tribune furono costruite in legno[4] e l'impianto, inizialmente denominato "Stadio Vesuvio"[2], poteva contenere 20.000 spettatori[2]. I lavori vennero interamente finanziati dallo stesso Ascarelli, facoltoso industriale tessile di origine ebraica[1], che lo fece divenire il primo e finora unico stadio di proprietà del Napoli in più di ottanta anni di storia[1].

La prima partita ivi disputata fu il 16 febbraio 1930[5], poco più di due settimane dopo, il presidente Ascarelli morì ed in sua memoria l'impianto fu intitolato al suo nome, divenendo lo "Stadio Giorgio Ascarelli"[2]. In vista dei mondiali italiani del '34 l'impianto, ribattezzato col nuovo e definitivo nome di "Stadio Partenopeo"[2] fu interamente ricostruito in cemento armato[1], in modo da portare la sua capienza a 40.000 persone[1].

Dopo i mondiali ritornò ad esser sede abituale delle partite casalinghe del Napoli e nel 1937 la società vi attuò il singolare esperimento dell'ingresso libero alle donne[6]. Nel 1942 lo stadio fu raso al suolo dai bombardamenti alleati[1] e l'unico indizio della sua esistenza ormai permane solo nel nome che popolarmente ha preso e mantiene un vicino rione di case, chiamato appunto "Rione Ascarelli"[3].

Le partite

Galleria fotografica

Note

  1. ^ a b c d e f Emanuela Mastrocinque, Stadio Partenopeo, storia e costruzione di un Mito, vesuviolive.it, 18 giugno 2014. URL consultato il 4 gennaio 2015.
  2. ^ a b c d e f g h Massimiliano Amato, Napoli onora Ascarelli, il presidente ebreo che il Duce tentò di cancellare. (PDF), l'Unità, 15 novembre 2011. URL consultato il 4 gennaio 2015.
  3. ^ a b Ciro La Rosa, La Città Martire - Il terrore che viene dal cielo 1940/1944, ilportaledelsud.org, febbraio 2010. URL consultato il 4 gennaio 2015.
  4. ^ a b Antonio Di Costanzo, Costi e contenziosi allo stadio Ascarelli, spalti negati a oltre quattrocento spettatori., repubblica.it, 7 luglio 2013. URL consultato il 4 gennaio 2015.
  5. ^ Varriale, pag. 28
  6. ^ Napoli a spasso nel tempo - I campi a disposizione dei calciatori napoletani, su riccardocassero.it. URL consultato il 4 gennaio 2015.
  7. ^ Emanuela Mastrocinque, La Napoli che ospitò i Mondiali del 1934, vesuviolive.it, 13 giugno 2014. URL consultato il 4 gennaio 2015.

Bibliografia

  • Enrico Varriale, Napoli 8½ il film degli 85 anni d'amore tra la città e la sua squadra, Argelato (BO), Minerva Edizioni, luglio 2011. ISBN 978-88-7381-381-1

Collegamenti esterni

  CinecittaLuce, Napoli. Opere del regime Il nuovo Stadio, su YouTube, 15 giugno 2012, a 0 min 00 s. URL consultato il 4 gennaio 2015.