Laura Antonelli
Laura Antonelli, nome d'arte di Laura Antonaz (Pola, 28 novembre 1941 – Ladispoli, 22 giugno 2015), è stata un'attrice italiana. Raggiunse l'apice del successo negli anni settanta e ottanta, recitando dapprima in pellicole erotiche e poi in film d'autore.

Biografia
Dall'Istria a Roma
Laura Antonelli nacque a Pola, città istriana all'epoca italiana. Insieme alle attrici Femi Benussi, Alida Valli e Sylva Koscina fu una delle componenti del gruppo definito "delle bellissime quattro" dalmato-istriane[1]. Profuga durante l'esodo istriano in seguito alla sconfitta italiana nella Seconda guerra mondiale e alla conseguente perdita dell'Istria, la Antonelli si trasferì con la famiglia a Napoli dove, dopo aver frequentato le scuole superiori, si diplomò presso l'Istituto Superiore Pareggiato di Educazione Fisica.
Trasferitasi a Roma fu insegnante di Educazione fisica prima di approdare all'attività di attrice.
Gli esordi artistici
Dopo aver girato alcuni Caroselli per la Coca Cola e posato per numerosi fotoromanzi diffusi anche all'estero, la Antonelli esordì nel cinema con piccoli ruoli in vari film, a cominciare da Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli del 1964 e Le sedicenni di Luigi Petrini del 1965.
La prima parte recitativa importante le venne offerta nel 1969 dal regista Massimo Dallamano che la selezionò come protagonista di Venere in pelliccia, film ispirato al romanzo di Leopold von Sacher-Masoch, ma l'occasione sfumò per via dell'applicazione di una severa censura che bloccò l'uscita del film, che verrò poi riproposto sei anni più tardi con il titolo Le malizie di Venere.[2]
La vera popolarità venne nel 1971 quando la Antonelli raggiunse una certa notorietà recitando nel film Il merlo maschio, il primo di molti film erotici in cui l'attrice lavorò, interpretato al fianco di Lando Buzzanca e diretto da Pasquale Festa Campanile.
Il successo di Malizia
Nel 1973 interpretò il ruolo di una sensuale cameriera in Malizia di Salvatore Samperi, accanto a Turi Ferro ed al giovane Alessandro Momo. Il film, che incassò la cifra di 6 miliardi di lire, divenne un vero cult movie, entrando nell'immaginario erotico degli spettatori e innalzando l'attrice a "icona sexy" italiana: con la sua partecipazione al film la Antonelli ottenne il Nastro d'Argento alla migliore attrice protagonista, conferitole dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani e il Globo d'oro alla miglior attrice rivelazione, premio della stampa estera.
Per Laura Antonelli si spalancarono quindi le porte della notorietà e della ricchezza con un cachet che passò da 4 a 100 milioni di lire per film[3].
In seguito la Antonelli alternò interpretazioni in film d'autore come Trappola per un lupo di Claude Chabrol, sul cui set conobbe Jean-Paul Belmondo con il quale ebbe una travagliata relazione, Sessomatto di Dino Risi e Mio Dio, come sono caduta in basso! di Luigi Comencini (per il quale vinse un secondo Globo d'oro), a film interamente scritti per la sua figura di attrice come Peccato veniale, sempre di Salvatore Samperi, o Divina creatura di Giuseppe Patroni Griffi nel quale la Antonelli interpretò una scena di nudo integrale della durata di ben sette minuti, un vero record per l'epoca.
Dal 1976 lavorò con registi che disvelarono il lato personale dell'attrice fino ad allora nascosto dalla sua prorompente fisicità: si ricordino L'innocente di Luchino Visconti, nel 1977, Gran bollito di Mauro Bolognini e Passione d'amore di Ettore Scola del 1981, per il quale ricevette una candidatura al David di Donatello per la migliore attrice non protagonista.
In seguito la Antonelli lavorò principalmente in commedie come Malato immaginario e l'Avaro, entrambi di Tonino Cervi con Alberto Sordi protagonista alternando altre interpretazioni nel filone erotico, sempre diretta da Samperi, in Casta e pura (1981), al fianco di Massimo Ranieri.
Anni ottanta: Grandi Magazzini
Per tutti gli anni ottanta lavorò in pellicole comiche o erotiche: fu insieme ad altri attori famosi nel cast di Grandi magazzini di Castellano e Pipolo e al fianco di Diego Abatantuono in Viuuulentemente mia di Carlo Vanzina. Nel 1985 interpretò La Venexiana, pellicola ispirata all'omonima commedia del '500, accanto a Monica Guerritore e al figlio dell'attore scozzese Sean Connery, Jason. Sul finire del decennio approdò sul piccolo schermo con due mini serie televisive che riscossero un discreto gradimento del pubblico: Gli indifferenti (1988) e Disperatamente Giulia (1989), dirette rispettivamente da Mauro Bolognini ed Enrico Maria Salerno.
Vicende giudiziarie
La parabola ascendente di Laura Antonelli si interrompe a causa dell'uso di droghe e ad un'operazione chirurgica non riuscita che le deteriora i lineamenti.
Nella notte del 27 aprile 1991, quando nella sua villa di Cerveteri vengono trovati 36 grammi di cocaina, l'attrice è arrestata dai carabinieri della locale stazione e associata alla casa circondariale di Rebibbia (Roma), dove però resta solo qualche giorno, a seguito della concessione degli arresti domiciliari. È condannata in primo grado a tre anni e sei mesi di carcere per spaccio di stupefacenti.
Nove anni dopo, nel 2000, è invece assolta dalla Corte d'appello di Roma, che la riconosce consumatrice abituale di stupefacenti, ma non spacciatrice. La legge italiana sulla droga è nel frattempo cambiata e l'assunzione di sostanze stupefacenti per uso personale, entro i limiti stabiliti dalla legge, non è più considerata reato. Ciò determina il proscioglimento di Laura Antonelli dalle accuse formulate nei suoi confronti e la non punibilità per i reati a lei ascritti.
Il desiderio di rivedere Laura Antonelli sul grande schermo, dopo le disavventure personali e giudiziarie per i fatti di droga, si concretizza nella realizzazione nel 1991 di Malizia 2000, séguito della pellicola che l'aveva resa famosa quasi venti anni prima. Il film è ancora una volta diretto da Salvatore Samperi e prodotto da Silvio Clementelli. Il commento musicale è di nuovo affidato a Fred Bongusto. L'operazione commerciale, però, non sortisce l'effetto sperato ed il film si rivela un insuccesso a seguito del quale, anche per via di alcune operazioni chirurgiche che le deturparono i lineamenti, la Antonelli abbandonò definitivamente il mondo dello spettacolo.
Le ripercussioni del processo per droga e l'eccessiva lentezza di quest'ultimo fanno scivolare Laura Antonelli in una condizione di profonda sofferenza psichica, che ne determina il ricovero presso il centro d'igiene mentale di Civitavecchia in più di un'occasione. Ciò spinge i legali dell'attrice a citare in giudizio il Ministero di Grazia e Giustizia, chiedendo un adeguato risarcimento. Nel 2003, a Laura Antonelli viene riconosciuto in primo grado un risarcimento di diecimila euro, ritenuto inadeguato a risarcire i danni di salute e di immagine patiti dall'attrice. Dopo il ricorso in appello, nel 2006 la cifra è elevata a 108.000 euro più gli interessi. La sentenza è confermata in via definitiva dalla Corte di Cassazione nel 2007.
Gli ultimi anni
Il 3 giugno 2010 l'attore Lino Banfi lanciò un appello dalle pagine del Corriere della Sera all'allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi e al ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi, in cui chiedeva sostegno economico per la Antonelli che si trovava in una situazione di sofferenza economica.[4] Sebbene il Ministro avesse accolto la richiesta auspicando l'applicazione della legge Bacchelli a sostegno degli artisti, l'attrice fece sapere di preferire di non essere aiutata e di essere invece dimenticata.[5][6][7][8][9][10][11][12][13][14][15]
Muore a Ladispoli il 22 giugno 2015, all'età di 73 anni,[16] vittima di un infarto.[17]
Filmografia
- Il magnifico cornuto, regia di Antonio Pietrangeli (1964)
- Le sedicenni, regia di Luigi Petrini (1965)
- Le spie vengono dal semifreddo, regia di Mario Bava (1966)
- Scusi, lei è favorevole o contrario?, regia di Alberto Sordi (1966)
- La rivoluzione sessuale, regia di Riccardo Ghione (1968)
- L'arcangelo, regia di Giorgio Capitani (1969)
- Un detective, non accreditata, regia di Romolo Guerrieri (1969)
- Venere in pelliccia (alias Le malizie di Venere), regia di Massimo Dallamano (1969-1975)
- Sledge (A Man Called Sledge), regia di Vic Morrow (1970)
- Gradiva, regia di Giorgio Albertazzi (1970)
- Incontro d'amore, regia di Paolo Heusch e Ugo Liberatore (1970)
- Gli sposi dell'anno secondo (Les mariés de l'an II), regia di Jean-Paul Rappeneau (1971)
- Il merlo maschio, regia di Pasquale Festa Campanile (1971)
- Senza movente (Sans mobile apparent), regia di Philippe Labro (1971)
- Nonostante le apparenze... e purché la nazione non lo sappia... All'onorevole piacciono le donne, regia di Lucio Fulci (1972)
- Trappola per un lupo (Docteur Popaul), regia di Claude Chabrol (1972)
- Malizia, regia di Salvatore Samperi (1973)
- Sessomatto, regia di Dino Risi (1973)
- Peccato veniale, regia di Salvatore Samperi (1974)
- Simona, regia di Patrick Longchamps (1974)
- Mio Dio come sono caduta in basso!, regia di Luigi Comencini (1974)
- Divina creatura, regia di Giuseppe Patroni Griffi (1975)
- L'innocente, regia di Luchino Visconti (1976)
- Gran bollito, regia di Mauro Bolognini (1977)
- Mogliamante, regia di Marco Vicario (1977)
- Letti selvaggi, regia di Luigi Zampa (1979)
- Il malato immaginario, regia di Tonino Cervi (1979)
- Mi faccio la barca, regia di Sergio Corbucci (1980)
- Passione d'amore, regia di Ettore Scola (1981)
- Il turno, regia di Tonino Cervi (1981)
- Casta e pura, regia di Salvatore Samperi (1981)
- Viuuulentemente mia, regia di Carlo Vanzina (1982)
- Porca vacca, regia di Pasquale Festa Campanile (1982)
- Sesso e volentieri, regia di Dino Risi (1982)
- Tranches de vie, regia di François Leterrier (1985)
- La gabbia, regia di Giuseppe Patroni Griffi (1985)
- La venexiana, regia di Mauro Bolognini (1986)
- Grandi magazzini, regia di Castellano e Pipolo (1986)
- Rimini Rimini, regia di Sergio Corbucci (1987)
- Roba da ricchi, regia di Sergio Corbucci (1987)
- Gli indifferenti, regia di Mauro Bolognini (1988) Miniserie TV
- Disperatamente Giulia, regia di Enrico Maria Salerno (1989) Miniserie TV
- L'avaro, regia di Tonino Cervi (1990)
- Malizia 2000, regia di Salvatore Samperi (1991)
Note
- ^ http://www.internationalpost.org/contents/Che_fine_ha_fatto%E2%80%A6Laura_Antonelli_640.html#.VA8oz_l_t8E
- ^ a b Enrico Giacovelli, La commedia all'italiana, Gremese Editore, Roma, 1995, pag.228
- ^ Pino Corrias, Laura Antonelli, solitudine di una stella caduta, in Corriere della Sera, 28 aprile 2003. URL consultato il 1º giugno 2009.
- ^ L'appello di Lino Banfi: aiutiamo Laura Antonelli, dimenticata da tutti
- ^ Laura Antonelli, cocaina con malizia, su ricerca.repubblica.it, Repubblica.it, 28 aprile 1991.
- ^ La Antonelli " schiava per droga ", su archiviostorico.corriere.it, Corriere.it, 19 febbraio 1993.
- ^ Laura Antonelli apre la villa di Cerveteri agli emarginati, su archiviostorico.corriere.it, Corriere.it, 22 aprile 1993.
- ^ Antonelli, in aula muore una stella, su archiviostorico.corriere.it, Corriere.it, 7 maggio 1993.
- ^ Dal set alla follia - Il viale del tramonto di Laura Antonelli, su ricerca.repubblica.it, Repubblica.it, 31 ottobre 1996.
- ^ Crisi di nervi: Laura Antonelli in ospedale, sempre più sola, su archiviostorico.corriere.it, Corriere.it, 31 ottobre 1996.
- ^ «Processo lungo» Risarcimento per Laura Antonelli, su archiviostorico.corriere.it, Corriere.it, 26 ottobre 2007.
- ^ I titoli dei film di Laura Antonelli sembrano i capitoli della sua vita, su iltempo.it, Il Tempo.it, 15 agosto 2008.
- ^ Laura Antonelli: dimenticatevi di me, su corriere.it, 3 giugno 2010.
- ^ Laura Antonelli: dimenticatemi "Voglio solo vivere serena", su repubblica.it, 3 giugno 2010.
- ^ Laura Antonelli, la sua vita diventa un film, su ilmessaggero.it, Il Messaggero.it, 30 gennaio 2011.
- ^ Morta Laura Antonelli, diva tormentata, Corriere della Sera, 22 giugno 2015. URL consultato il =22 giugno 2015.
- ^ È morta Laura Antonelli, su ilpost.it, Il Post, 22 giugno 2015. URL consultato il =22 giugno 2015.
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Laura Antonelli
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Laura Antonelli
- Wikinotizie contiene l'articolo Addio a Laura Antonelli, 22 giugno 2015
Collegamenti esterni
- DivinaCreatura.com - Tributo a Laura Antonelli
- (EN) Laura Antonelli, su IMDb, IMDb.com.
- Scheda su Laura Antonelli di mymovies.it
- Scheda su Laura Antonelli di filmscoop
| Controllo di autorità | VIAF (EN) 90301702 · ISNI (EN) 0000 0001 2143 1836 · SBN RAVV091242 · LCCN (EN) no95042206 · GND (DE) 137559879 · BNE (ES) XX1276208 (data) · BNF (FR) cb138908241 (data) · CONOR.SI (SL) 200360803 |
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