«La salute mentale richiede che la nostra percezione di noi stessi corrisponda effettivamente, in linea generale, alla percezione che gli altri hanno di noi; nelle malattie mentali si rileva sempre una distorsione della valutazione di sé.»
«Era mi voz antigua ignorante de los densos jugos amargos. La adivino lamiendo mis pies bajo los frágiles helechos mojados.
¡Ay voz antigua de mi amor, ay voz de mi verdad, ay voz de mi abierto costado, cuando todas las rosas manaban de mi lengua y el césped no conocía la impasible dentadura del caballo!»
(italiano) «Era la mia voce antica ignara dei densi succhi amari. La sento lambire i miei piedi sotto le fragili felci bagnate.
Ahi, voce antica del mio amore, ahi, voce della mia verità, ahi, voce del mio aperto costato, quando tutte le rose nascevano dalla mia lingua e il prato non conosceva l'impassibile dentatura del cavallo!.»
(F. G. Lorca, Poemas del lago Edem Mills, Poema doble del algo lago Edema, a Eduardo Ugarte)
Sartre
«La vertigine è angoscia in quanto temo non di cadere nel precipizio, ma di gettarmici io stesso.»
«Proust ammette senz'altro la pluralità successiva dei Me, ma questa concessione, se presa alla lettera, ci fa cadere nelle difficoltà insormontabili che hanno incontrato al loro tempo gli associazionisti.»
«La conoscenza ci pone di fronte all'assoluto e c'è una verità della conoscenza. Ma questa verità, benché non ci dia niente di più e niente di meno dell'asssoluto, rimane strettamente umana.»
«Devo essere colui la cui funzione è di far esistere gli alberi e l'acqua, le città e i campi, e gli altri uomini, per poi donarli all'altro che li dispone in mondo, proprio come la madre, nelle società matronimiche, riceve i titoli e il nome, non per custodirli, ma per trasmetterli direttamente ai suoi figli.»
«Così è la stessa cosa ubriacarsi in solitudine o guidare i popoli. Se una di queste attività prevale sull'altra non sarà a causa del suo scopo reale, ma a causa del grado di coscienza che essa possiede del suo scopo ideale; e, in questo caso, succederà che il quietismo dell'ubriaco prevarrà sull'inutile agitazione del condottiero di popoli.»
«Poi, siccome nulla vacillava, nulla vibrava, nulla tremava, e rimanevano fissi il giroscopio, l'altimetro e il regime del motore, si stirò un po', appoggiò la nuca al cuoio dello schienale, e s'immerse in quella profonda meditazione del volo, nella quale si assapora una inesplicabile speranza.»
«"Noi non chiediamo di essere eterni, ma di non vedere gli atti e le cose perdere improvvisamente il loro senso. Allora il vuoto che ci sta intorno si mostra..."»
«In un apparato amministrativo esteso come quello del conte può succedere che una sezione disponga questo, un'altra quello, senza che una sappia dell'altra; il controllo superiore è estremamente preciso, ma per sua stessa natura arriva troppo tardi, e così può sempre nascere una piccola confusione.»
«Vede la borsa da viaggio, una vita agitata, non è fatta per chiunque. È vero, d'altra parte, che non potrei più fare a meno di un lavoro del genere, ogni altro lavoro mi sembrerebbe insulso.»
«Ma se sono diventati una necessità, dico io, anche questo, almeno indirettamente, è un risultato dei regolamenti, e contestare la natura degl'interrogatori notturni equivarrebbe quasi — esagero un po', naturalmente, e perciò, come esagerazione, ho il diritto di dirlo —, equivarrebbe a contestare addirittura i regolamenti.»
«Nella versione moderna della storia di Edipo è la madre che uccide il padre e si prende il figlio. E non è che puoi divorziare da tua madre. Oppure ucciderla.»
«Che è italiana non lo diresti, a prima vista. Non puzza d'aglio, e non ha quintali di pelo sotto le ascelle. È venuta qui per iscriversi alla facoltà di medicina. La stramaledetta facoltà di medicina. Nell'Iowa. La verità è che gli immigrati tendono ad essere più americani di quelli che qui ci nascono.»
«Lo facciamo tutti i giorni. Uccidiamo chi deve ancora nascere per salvare chi invecchia. […] Ogni volta che bruciamo un litro di benzina o un ettaro di foresta tropicale non stiamo forse uccidendo il futuro per salvare il presente?»
«È patetico come non siamo capaci di convivere con ciò che non comprendiamo. Come abbiamo bisogno di etichettare e spiegare e dissezionare tutto quanto. Persino le cose inspiegabili per definizione. Persino Dio.»
«Possiamo passare la vita a farci dire dal mondo cosa siamo. Sani di mente o pazzi. Stinchi di santo o sessodipendenti. Eroi o vittime. A lasciare che la storia ci spieghi se siamo buoni o cattivi. A lasciare che sia il passato a decidere il nostro futuro. Oppure possiamo scegliere da noi. E forse inventare qualcosa di meglio è proprio il nostro compito.»
«In un mondo dove si lavora sulla carta, dove si usano le macchine, dove il tempo e la fatica e i soldi ci passano accanto lasciando così poco di concreto, Denny che incolla le pietre sembra l'unico sano di mente.»
«Si capiva che aveva pensato più degli altri, e nel mondo intellettuale possedeva quell'oggettività quasi fredda, quella sicurezza di sapere e di pensiero che hanno soltanto gli uomini veramente dotati di spirito, i quali sono senza ambizione e non desiderano mai di brillare o persuadere gli altri o di avere ragione ad ogni costo.»
«Io non credo in nessuna cosa così profondamente, nessuna idea mi è sacra come quella dell'unità, come l'idea che la totalità del mondo è un'unità divina e che tutto il dolore, tutto il male consiste in ciò: che noi singoli non ci sentiamo parte inscindibile del tutto.»
«Si capiva che aveva pensato più degli altri, e nel mondo intellettuale possedeva quell'oggettività quasi fredda, quella sicurezza di sapere e di pensiero che hanno soltanto gli uomini veramente dotati di spirito, i quali sono senza ambizione e non desiderano mai di brillare o persuadere gli altri o di avere ragione ad ogni costo.»
«In principio non vi è innocenza né semplicità: tutto ciò che è creato, anche le cose apprentemente più semplici, sono già colpevoli, sono già molteplici, buttate nel sudicio fiume del divenire e non possono mai più, mai più risalire la corrente. [...] Ogni nascita è separazione dal tutto, è limitazione, distacco da Dio, nuovo doloroso divenire. Il ritorno al tutto, l'annullamento della dolorosa individuazione, il divenir Dio significa aver allargato talmente la propria anima da poter riabbracciare l'universo.»
«Nessuno meglio di me saprebbe mettere da parte i motivi di astio, e quando faccio valere il mio punto di vista, posso dire di essere tra le più placide creature del mondo.»
«Sukey Capermore era talmente appassionata del ballo che non avrebbe esitato a danzare a un funerale, se fosse stata invitata da qualcuno, e io ero troppo un uomo di spirito per avermene a male di fronte a quella evidente offesa, e pertanto danzammo lo stesso, insieme ad alcune coppie del peggior volgo… farmacisti, mercanti di vino, avvocati e tutta la feccia del genere cui è consentito di partecipare alle nostre serate pubbliche.»
«A Quatre Bras, ricordava Llewellyn del 28° Reggimento, "l'orzo nel campo era così alto che… il nemico, persino mentre attaccava i nostri quadrati, era obbligato a mandare avanti un uomo particolarmente audace, il quale, cavalcando alla disperata, riuscisse a piantare una bandiera, con funzione di segnale, proprio davanti alle nostre baionette.»
«Tutti — dal trentenne con l'aria da studente e i capelli a spazzola che prendeva appunti in cinese alla biondina con la camicetta attillata e la gonna troppo corta, dallo sportivo con i pantaloni larghi da corsa e la maglietta sudata all'ottuagenario con gli occhi arrossati e la giacca a spina di pesce macchiata da decenni di polvere di gesso — erano consapevoli di essere i potenziali testimoni della risoluzione di un problema fondamentale nel solco di una tradizione trimillenaria.»
«Mi sono formulato una mia idea del mondo, e ho scoperto che non è rotondo come lo descrivono, ma che ha la forma come di una pera molto rotonda, eccetto dove si trova il gambo, che è il punto più elevato. Altrimenti si può dire che abbia la forma di un a palla molto rotonda su un punto della quale è come se ci fosse un capezzolo di donna, e che questo sia il punto più alto e più vicino al cielo.»
«Si può sempre passare dall'altra parte dello specchio, tra le entità negative, irrazionali. immaginarie, a patto di tornare con le mani piene di meraviglie.»
«Come a dire un paio di alari che avrebbero disonorato qualsiasi caminetto, una pendola in smalto blu scrostato, cuscini forse una volta ricamati a colori vivaci, alzate portafiori con putti in ceramica scheggiati, instabili tavolini di stile imprecisato, un cestino portabiglietti in ferro rugginoso, indefinibili scatole pirografate, orridi ventagli di madreperla decorati con disegni cinesi, una collana che pareva d'ambra, due scarpini di lana bianca con fibbie incrostate di diamantini d'Irlanda, un busto sbreccato di Napoleone, farfalle sotto vetro incrinato, frutti in marmo policromo sotto una campana una volta trasparente, noci di cocco, vecchi album con modesti acquarelli di fiori, qualche dagherrotipo incorniciato (che in quegli anni non aveva neppure l'aria di cosa antica) — così che chi si fosse depravatamente invaghito di uno di quei vergognosi avanzi di pignoramenti di famiglie disagiate e, trovandosi di fronte il sospettosissimo proprietario, ne avesse domandato il prezzo, si sarebbe sentito richiedere una cifra tale da disamorare il più perverso dei collezionisti di teratologie antiquariali.»
«Dovrebbe sapere che l'unico modo di controllare una setta eversiva è prenderne il comando, o almeno averne sul nostro libro paga i capi principali. Non è che si scoprono i piani dei nemici dello stato per illuminazione divina.»
«Mi rendevo conto ora che l'aspetto più irritante di un omicidio è l'occultazione del cadavere, e dev'essere per questo che i preti sconsigliano di uccidere, tranne naturalmente in battaglia, dove i corpi si lasciano agli avvoltoi.»
«Santiddio, lo spionaggio (e il controspionaggio) sono cose troppo serie per lasciarle fare ai militari; professionisti come Lagrange e Hébuterne non avevano mai combinato pasticci del genere, ma cosa puoi attenderti da gente che un giorno è buona per il Servizio Informazioni e domani per il Quarto Fucilieri in Tunisia, o che è passata dagli zuavi pontifici alla Legione straniera?»
«Di questo Proust mi dicono che è un pederasta venticinquenne autore di libri fortunatamente inediti, e Monet un imbrattatele di cui ho visto un quadro o due, dove costui sembra guardare il mondo con occhi cisposi.»
«Forse le loro divinità bugiarde che necessariamente non esistono (o non esistono necessariamente, comunque si voglia intendere la negazione di questa modalità)?»
«"Non fa differenza. Suo padre per lei è morto nel preciso momento in cui ha saputo che stava per morire. Il resto è, come dire, formalità corporale. Niente di più."»
«Non manifesta antipatia o timore. L'avversione per i negri dovrà apprenderla. Secondo i citati Autori, il bambino è spesso picchiato quando viene sorpreso a giocare con un bambino negro, e gli si fa comprendere che si continuerà a picchiare fintanto che si ostinerà a giocare con un bambino negro. In tal modo, per timore della punizione, egli apprende il pregiudizio razziale.»
(David Krech, Richard S. Crutchfield, Egerton L. Ballachey (ed. ital. a cura di Giulia Villone Betocchi, traduzione di Anna Maria Asprea)[27])
«Lui, ha-Shem, Hu, che magari può anche non esistere, come sussurrano o affermano o proclamano tutti quelli che hanno la forza o il disperato coraggio di chiamarsi tout court atei, e come talora temono (o sperano?) tutti gli altri: ma che certamente è, e sarà per sempre, nei secoli dei secoli.»
«Nella luce delle nostre vivide tradizioni, nel nome dei nostri maestri scomparsi ma vivi nella nostra riverente memoria, nel ricordo di tante battaglie combattute in nome dei più puri ideali e vinte col generoso consenso del popolo, approntiamo gli animi e le intelligenze per la prossima e non meno impegnativa battaglia.»
«Dato che la loro situazione li costringe a fare molte scelte, i poveri hanno meno energie per studiare, lavorare e fare altre cose che potrebbero consentirgli di entrare nella classe media.»
«Nell'Europa occidentale la formazione delle nazioni è sempre stata caratterizzata da una prima fase relativamente apolitica e spesso violenta in cui il sovrano acquisisce il potere militare e territoriale, fonda una burocrazia e allarga la sua base economica, a cui segue la fase di vera e propria fondazione della nazione attraverso l'educazione, l'allargamento della partecipazione al potere e il radicamento di un senso di lealtà civica. La situazione di partenza in Cina era completamente differente. Là infatti tutti questi processi dovettero avvenire contemporaneamente.»
(Helwig Schmidt-Glintzer[33][34]Storia della Cina, pag. 231)
«"Dimmi la parola, mamma, se ora la sai. La parola nota a tutti gli uomini." ed essa non dà risposta. [35] Molte sono state le interpretazioni date a questo brano. La maggior parte dei lettori ha immaginato che la parola nota a tutti gli uomini fosse "amore", sebbene un critico sostiene che sia "morte" ed un altro "sinteresi"; quest'ultima suona come l'unica parola ignota a tutti gli uomini. […] Se Joyce l'avesse omesso deliberatamente o no è ancora tema di congetture e dibattiti. […] Nel manoscritto, queste righe recitano così:
Do you know what you are talking about? Love, yes. Word known to all men. Amor vero aliquid alicui bonum vult et ea quae concupiscimus.
[…] La frase latina congiunge due periodi nella Summa contra gentiles di Tommaso d'Aquino […]. Nell'accettare questa prospettiva Stephen Dedalus [36] segue il proprio maestro Dante il quale, come dice Virgilio nel XVII canto del Purgatorio […] "Né creator né creatura mai", cominciò el, "figliol fu sanza amore, […] e tu 'l sai".»
«Il vero cultural bias è tradurre da enW senza valutare il giusto rilievo, come se enW e le fonti che propone fossero la Bibbia o, il che è peggio, che il taglio che essa dà ai suoi temi sia sempre giusto. Personalmente detesto la sociologia, ma non mi metterei a discettare nei termini fonti serie = enciclopedicità, poiché l'errore sta nel "lemmificare" un mero esempio. Allo stesso modo Kant e Hegel (et al.) hanno discusso di estetica e sublime in relazione al canto degli uccelli, ma si tratta di strumenti esemplificativi.»
«Si drizzò per scrutare oltre le canne, ma non vide niente: né robot, né ponti scintillanti, né astronavi. Solo altre canne. Si mise in ascolto, ma il vento non gli portò il suono ormai familiare di etimologi semifolli che si davano la voce da un capo all'altro del territorio melmoso.»
«La capacità dell'uomo di razionalizzare l'irrazionalizzabile per giustificare le proprie passioni o le attività del gruppo a cui appartiene, mostra quanta strada gli resti ancora da compiere prima di diventare Homo sapiens. […] Per quel tanto che c'è in noi della pecora, non c'è minaccia maggiore e più mortale che quella di perdere contatto col resto del branco e trovarsi isolati. Così l'idea stessa di giusto e d'ingiusto, di vero e di falso, è condizionata dal branco.»
«Cinquantacinque punti in testa, di cui ventuno solo a un orecchio. Sei dita rotte. Quattro costole. Un gomito. Spalle lussate a volontà e una clavicola fratturata. Distorsioni varie alle gambe. Un collaterale rotto e una sublussazione del ginocchio. Uscite dal campo per infortunio: nessuna.»
«E siccome queste, lo so, non erano che parole, le solite parole ingannevoli e disperate che soltanto un vero bacio avrebbe potuto impedirle di proferire, di esse, appunto, e non di altre, sia suggellato qui quel poco che il cuore ha saputo ricordare.»
«Ero al bujo. Sai che mi piace veder morire il giorno ai vetri d'una finestra e lasciarmi prendere e avviluppare a poco a poco dalla tenebra, e pensare: - «Non ci sono più!» - pensare: - «Se ci fosse uno in questa stanza, si alzerebbe e accenderebbe un lume. Io non accendo il lume, perché non ci sono più. Sono come le seggiole di questa stanza, come il tavolino, le tende, l'armadio, il divano, che non hanno bisogno di lume e non sanno e non vedono che io sono qua. Io voglio essere come loro, e non vedermi e dimenticare di esser qua».»
«Che si guardi alla diminuzione delle bare oppure all'aumento delle culle, le differenze di sviluppo economico, e quindi di condizioni di vita e di opportunità, incidono fortemente sulla demografia.»
«Premesso che il creazionismo è una teoria che di scientifico ha poco, segnalo che esistono primati (non uomini) che si accoppiano anche frontalmente. Ma il solo fatto di pensare ad una divisione animalesco non-animalesco tradisce una concezione antropocentrica e sessuofobica che ha più dell'onanismo mentale che dello scientifico.»
«Academics write hieratic prose that is not meant for demotic readers. A social class of priests and professors are needed to interpret the cryptic words for the common reader. This Wiki article of Actual Idealism could be considered to be a classic example of the academic manner. en:Analytic Philosophy, with its purpose of clarification, came into being in response to such uncommunicative writing.»
«Ma che cosa, al fondo, l'uomo moderno cerca sempre? Qual è il suo progetto fondamentale, la sua prima scelta? La risposta ci è fornita da quella che Sartre chiama (in polemica con quella, naturalistica, di Freud) la psicoanalisi esistenzialista. Questa non deve mai dimenticare, nelle sue descrizioni e nella sua interpretazione del comportamento umano, la natura essenzialmente libera e progettuale del per-sé, senza cercare le proprie spiegazioni nell'inconscio (che per Sartre non esiste). Ciò che il per-sé vuole nel suo fondo è di essere. Essendo nulla, esso desidera tuttavia l'essere. Non l'essere in-sé; opaco, vischioso, agglutinante in cui l'uomo si sente gettato e che suscita in lui un sentimento (che assume, come l'angoscia, rilevanza metafisica) di nausea.»
(DIALOGOS AUTORI E TESTI PENSIERO MODERNO, Autore Coautore: CIOFFI GALLO LUPPI, Editore: B.MONDADORI, ISBN 8842452653 pag. 347)
Nietzsche
«È mio sincero convincimento che un tedesco, il quale per il solo fatto di essere tedesco ritenga di essere qualcosa di più di un ebreo, sia un personaggio da commedia, per non dire da manicomio.»
«La matematica certo non sarebbe nata se si fosse saputo fin dall'inizio che in natura non esiste una linea esattamente dritta, né un vero cerchio, né un'assoluta misura di grandezza.»
«La perfetta chiarezza di tutte le rappresentazioni oniriche, la quale ha come presupposto la fede incondizionata nella loro realtà, ci riporta ad antichi stati dell'umanità, quando l'allucinazione era oltremodo frequente e prendeva intere comunità, interi popoli. Dunque, nel sonno e nel sogno, noi eseguiamo ancora una volta il compito dell'umanità primitiva.»
«Apparentemente egli lotta per una maggiore dignità e un più alto significato dell'uomo; in effetti, non vuol rinunciare ai presupposti più efficaci della sua arte, ossia al mitico, al fantastico, all'estremo, al senso del genio: ritiene dunque il permanere del suo modo di creare più importante della dedizione scientifica al vero in ogni sua forma, per quanto semplice questa possa apparire.»
«Su questo morboso eccesso di sentimento, sulla profonda corruzione della mente e del cuore a esso necessaria, agiscono tutte le invenzioni psicologiche del Cristianesimo: esso vuole annientare, spezzare, stordire, inebriare, solo una cosa esso non vuole: la misura, e perciò è, nel senso più profondo, barbarico, asiatico, non nobile, non greco.»
«Il libro diventato quasi un uomo. È cosa che non finisce mai di sorprendere uno scrittore il fatto che il libro, non appena si sia staccato da lui, continui a vivere una vita per conto proprio; per lui è come se la parte distaccata di un insetto proseguisse il suo cammino. Forse egli lo dimentica quasi del tutto, forse si eleva al di sopra delle idee espresse nel libro, forse anche non lo capisce più e ha perduto le ali con le quali volava allora, quando concepì quel libro: intanto quello si cerca i suoi lettori, infiamma esistenze, allieta, spaventa, genera nuove opere, diviene l'anima di proponimenti e di azioni — insomma: vive come un essere dotato di spirito e anima e tuttavia non è un uomo. La sorte più felice sarà toccata all'autore che, da vecchio, potrà dire che tutto ciò che è stato in lui di pensieri e di sentimenti vivificanti, fortificanti, nobilitanti, rischiaranti, continua a vivere nei suoi scritti, e che egli stesso non rappresenta altro che la grigia cenere, mentre dappertutto il fuoco viene salvato e propagato. Se poi si considera che ogni azione di un uomo, non soltanto un libro, diventa in qualche modo motivo di altre azioni, decisioni, pensieri, che tutto ciò che accade si annoda in modo indissolubile con tutto ciò che accadrà, si conosce la sola vera immortalità che ci sia, quella del movimento: ciò che una volta ha mosso, è incluso ed eternato nella catena dell'essere, come un insetto nell'ambra.»
«L'ombra: Ho arrossito, nel colore in cui posso farlo. Mi è venuto in mente che ho spesso giaciuto ai tuoi piedi come un cane, e che tu allora —
Il viandante: E non potrei in tutta fretta fare ancora qualcosa che ti piacesse? non hai nessun desiderio? L'ombra: Nessuno, fuorché il desiderio che il "cane" filosofo[59] ebbe davanti al grande Alessandro: togliti un poco dal mio sole, ho troppo freddo. Il viandante: Che devo fare? L'ombra: Cammina verso questi pini e guarda intorno verso i monti; il sole tramonta. Il viandante: Dove sei? Dove sei?»
«Questo libro è per voi se non sapete granché sui computer e volete sapere cosa possono fare per voi — o a voi. Racconta la storia di come noi siamo diventati schiavi dei nostri inservienti silicei, e di come un giorno potrebbero essere loro a diventare i nostri schiavi. Leggetelo in spiaggia.»
«Cosa simboleggia, dottore? La normalità che perdura nella mia vita sottosopra? Il calore domestico che sopravvive nel gelo del cambiamento? Il caos calmo che ho dentro?»
«Sapevamo, Pietro, che una fusione di quelle proporzioni genera un dio molto debole, cioè Boesson, e un esercito di frustrati, umiliati, rimossi, trasferiti, licenziati; sapevamo che genera valore in borsa, quando viene annunciata, ma poi svilisce e azzera la qualità del lavoro prodotto dalle società che ne fanno parte, e che alla lunga diventa un fallimento per tutti. Lo sapevamo perché l'avevamo visto succedere, e spesso ne avevamo anche approfittato.»
«Terminale, ossidrico, definitivo, è il bacio assoluto, l'ur-bacio, che ci scioglie e ci fa colare uno dentro l'altra, e ci disperde nella caotica bellezza dell'universo…»
«E poi i libri, naturalmente. Mancava qualcosa, certo. Ma io ero uno che da piccolo restava molto impressionato quando gli dicevano di pensare ai bambini dell'Africa che muoiono di fame.»
«Come se mi prosciugasse dalla mia personale inquietudine, attirandola nel suo cupo vortice, come se l'indistinta paura di un pericolo esterno mi liberasse dalla paura, peggiore e meno controllabile di un pericolo interno. Quando faccio di queste passeggiate, in posti deserti e spettrali, poi mi addormento come un bambino e normalmente mi sveglio anche di buon umore.»
«Voglio dire: ci vedevamo, andavamo a cena, c'era il sesso e poi lui mi faceva un regalo. Non ho esperienza di matrimoni ma credo che in molti casi funzionino esattamente nello stesso modo.»
«Dopo non c'è problema ti rimangono tre passaggi: un attimino, quant'altro e piuttosto che nell'immonda accezione disgiuntiva. A quel punto sei maturo per andare all'inferno, nel girone degli assassini della lingua italiana.»
«Niente, come assistere allo sgretolamento di un'abilità che davi per scontata, riesce ad evocare con più forza l'idea inquietante del tempo che passa.»
«Come una piccola luce nel buio, mi venne in mente una frase di Hannah Arendt. Il rimedio all'imprevedibilità della sorte, alla caotica incertezza del futuro è la facoltà di fare e mantenere promesse.»
«Per qualche minuto, anzi, mi parve di averlo proprio deciso, di lasciar perdere tutto, e per quei minuti provai un senso di totale padronanza, di equilibrio instabile e perfetto. Il senso di perfezione che hanno solo le cose provvisorie e destinate a finire presto.»
«Mamma insegnava analisi matematica e calcolo differenziale e mi aveva sempre parlato di chiromanzia, astrologia e lettura delle carte come di pratiche barbare, da ciarlatani e per sottosviluppati.»
«Una notte facemmo l'amore sui giornali sparsi in terra, l'inchiostro della stampa stinse sui nostri corpi accaldati, un pezzo di un soldato sovietico in Afghanistan restò tatuato sulla schiena di Diego.»
«Un giorno ancora a venire Goijko avrebbe detto: "Ora so cos'è l'arte..." e, attraversandomi con quello sguardo unto, ebete di intelligenza, "è Dio che ha nostalgia degli uomini."»
«Sì, una coda l'abbiamo riportata, sporca ci scivola dietro, ci si mette tra i passi. Una coda ferita. Bisogna darle il tempo, qualche giorno e poi cadrà… un lembo di carne che puzza e morirà. E torneremo a essere noi, quelli di prima. Culi lisci e aperitivi al sole.»
«Non sono mai stata veramente amica di questa ragazza accidentata, ha fatto tutto da sola. Ma stasera penso che qualcosa ha fatto davvero, che certe persone ti entrano dentro come il cancro, non sai bene quando.»
«Uomo, donna, bambino", gli sembrano parole che sporcano la sua missione. […] È come sparare sui conigli", sorride. Poi la crosta della faccia s'indurisce e e resta quel misero stupore, quello del diavolo che guarda se stesso.»
«Non so ancora se è il mio bambino, se sarà il mio. Dovrò aspettare il giorno in cui sarà lui, in terza elementare, che mi battezzerà. Ma intanto lo tengo. E sono già il lupo. Sono il cecchino che torna sul campo di neve a guardare il buco nella nuca.»
«Vede un aratro che solca un campo, le lame che scuoiano le zolle. Sa che quel campo è il suo corpo, e il rumore è quello della testa che sbatte contro il muro dove l'hanno spinta.»
«E d'un colpo proviamo l'impressione che quella Roma, in cui persino le latrine del palazzo imperiale, ornate e misteriose come un santuario sotto la sua cupola, comprendevano tre posti fianco a fianco, che quella Roma, dico, insieme mistica e terra-terra, artistica e carnale, se ne va a raggiungere — lontana da noi — senza imbarazzo e senza vergogna, l'epoca dei merinidi, fino al fondo del Maghreb.»
«Ritenevo di essere pronta a tutto; mi credevo pressoché decisa a sacrificare te, la bambina il mio avvenire e allo stesso tempo — puoi capirlo? — mi eri più caro che mai.»
«La posizione buddhista in generale poggia sul convincimento che si debbano accettare anzitutto i fatti. I buddhisti credono nella rinascita delle anime sotto un nuovo sembiante ma suppongono che, dopo molteplici ricerche, la scienza possa anche giungere alla conclusione definitiva che la reincarnazione non esiste. Se questa ipotesi verrà provata anche noi dovremo accettarla e l'accetteremo. In linea di principio l'atteggiamento buddhista a qualunque proposito è il seguente: la convinzione deve concordare con i fatti.»
«È certo che il Cusano è un riformatore del pensiero medioevale e uno degli iniziatori del pensiero moderno; lo prova il fatto stesso che la Chiesa lo dimenticò e il suo pensiero fu studiato dai filosofi laici che vi avevano ritrovato uno dei precursori della filosofia classica moderna.»
«Ma appena si presenta come merce, il tavolo si trasforma in una cosa sensibilmente sovrasensibile. Non solo sta coi piedi per terra, ma, di fronte a tutte le altre merci, si mette a testa in giù, e sgomitola dalla sua testa di legno dei grilli molto più mirabili che se cominciasse spontaneamente a ballare.»
«Dovete immaginare un posatoio che si protende dalle acque dell'Abisso. Sopra di esso sta un airone grigio, l'araldo di tutte le cose a venire. L'uccello apre il suo becco e rompe il silenzio della notte primeva con il richiamo della vita e del destino che "determina ciò che è e ciò che non è". La fenice, quindi, incarna il Logos originario, il Verbo o la dichiarazione del destino che media tra la mente divina e le cose create.»
«Forse anche il cappero è peloso a foglie tomentoso farionose compare oltre che su wiki anche su altri libri o siti di botanica. Così come che ci sono 250 specie di Capperacace. E' la vita!
Il testo è in elaborazione. Se hai la grazia di lasciarlo riempire di altre informazioni vedrai che si arricchirà di molti contributi copiati da tanti altri testi. Si chiama la storia del pensiero umano.»
«La vita del grande cardinale Giulio Mazzarino è davvero un misterioso enigma. Un italiano francese, un soldato dottore di leggi, un laico senza ordini sacri e un eminentissimo cardinale, un forestiero e uno di casa, un esiliato e un plenipotenziario, un suddito e un amico del Re. Un illustre perseguitato che perpetrò oltraggi gloriosi. Una fenice che rinasce dalle proprie ceneri.»
«La Biblioteca [contiene]… Tutto: la storia minuziosa dell'avvenire, le autobiografie degli arcangeli, il catalogo fedele della Biblioteca, migliaia e migliaia di cataloghi falsi, la dimostrazione della falsità di questi cataloghi, la dimostrazione della falsità del catalogo autentico, l'evangelo gnostico di Basilide, il commento di questo evangelo, il commento del commento di questo evangelo, il resoconto veridico della tua morte, la traduzione di ogni libro in tutte le lingue, le interpolazioni di ogni libro in tutti i libri.»
«Essi devono convincersi anzitutto che non è impossibile annullare i contrari, trasformare il male in bene, la notte in giorno, il nero in bianco. L'atman, dicono gli indiani, il tao, dicono i cinesi; la grazia dicono i cristiani.»
«L'illusione di tagliare i fondi [per la ricerca] equivalga a tagliare gli sprechi può prosperare solo tra gli ignoranti. Basta leggere un qualunque libro di storia per sapere che la fame non stimola alcuna virtù, anzi.»
«Se la nostra classe intellettuale non avesse ricevuto un'educazione così raffinata, e avesse imparato la boxe, si sarebbe impedito ai lenoni, ai disertori e a una tale gentaglia di fare una rivoluzione in Germania. Poiché la rivoluzione fu vittoriosa non per gli atti arditi, forti, coraggiosi di quelli che la facevano ma per la vile, commiserevole indecisione di quelli che dirigevano lo Stato, e ne avevano la responsabilità.»
«— Chi sei? — Sono l'uomo che doveva sposare la ragazza che tu non avresti scelto, che doveva prendere l'altra strada del bivio, dissetarsi all'altro pozzo. Tu non scegliendo hai impedito la mia scelta. — Dove stai andando? — A un'altra locanda da quella che tu incontrerai. — Dove ti rivedrò? — Impiccato a un'altra forca da quella cui ti sarai impiccato. Addio.»
«Venere danza incoronata nel cielo della vegetazione, circondata dalle incarnazioni di Zeus multiforme; ogni specie ed individuo e tutta la storia del genere umano non sono che un casuale anello di una catena di mutazioni e evoluzioni.»
«In war, truth is the first casualty. Correspondents are more effective than grunts. Grunts merely kill the enemy. All that matters is what we write, what we photograph. History may be written with blood and iron but it's printed with ink. Grunts are good show business but we make them what they are. The lesser services like to joke about how every Marine platoon goes into battle accompanied by a platoon of Marine Corps photographers. That's affirmative. Marines fight harder because Marines have bigger legends to live up to.»
«Tutto ciò è quasi un simbolo: l'uomo enciclpedico scava la natura intera con segni umani; non si è mai soli, nel paesaggio enciclopedico; in mezzo all'accumulo degli elementi, c'è sempre un prodotto fratello dell'uomo: l'oggetto è la sigla umana del mondo.»
«Lo stesso spirito analitico, arma della ragione trionfante, non può che duplicare il mondo da spiegare, secondo un processo di circolarità infinita che è lo stesso del dizionario […] In una parola, la frattura del mondo è impossibile: basta uno sguardo — il nostro — perché il mondo sia eternamente pieno.»
«La scienza è un rifugio per tipi timidi o bizzarri o eccentrici. […] Chi negli anni Venti era studente a Gottinga […] poteva credere davvero di essere finito in un manicomio. Ogni singolo partecipante sembrava un caso grave. La cosa minore che si potesse fare era inventare per gioco un tipo di balbuzie. Robert Oppenheimer, che era uno studente del semestre avanzato, pensava che ci si potesse dare un tono adottando una forma particolarmente elegante di balbuzie [la tecnica njum njum]. se uno era un tipo strano [oddball], si sentiva lì come a casa sua.»
«Ogni volta che mi chiesero, anche in sede giudiziaria, se io fossi massone, sempre risposi che non era vero, ma mai dissi "è falso". Direi "è falso" se mi attribuissero la qualità di mafioso o di camorrista o di appartenente alla triade cinese.»
«Elizabeth gli cinse il collo e lo baciò. ll calore delle sue labbra si comunicò a tutto il suo corpo, gli corse per la spina dorsale, gli invase il petto, gli confuse la mente. Per un attimo soltanto avvertì come una fitta dolorosa nel cavo del torace… come se d'un tratto vi fosse caduto, per mettervi radici, il seme di un'oscura disperazione.»
«Cosa ci faceva, stupido, in un convento di frati in via di estinzione quando poteva affondare la lancia in una terra ubertosa, mangiare del frutto proibito, volare alto in un cielo senza nubi, veleggiare in un mare verde come lo smeraldo, toccare l'ombelico del mondo, spirare fiamme come un dragone, finché era in tempo (tempus irreparabile fugit?) prima di tornare mortale, foglia di autunno su un albero… prima di imboccare la discesa che porta alla morte (stipendium peccati, mors).»
«Troppo comodo rimproverare ai fenomenologi il loro autismo senza gatto; io ho dedicato la vita alla ricerca dell'atemporale. Ma chi persegue l'eternità raccoglie solitudine.»
«Siccome, pur essendo sempre educata, raramente sono gentile, non mi amano; tuttavia mi tollerano perché corrispondo fedelmente al paradigma della portinaia forgiato dal comune sentire.»
«Ignorante di architettura, diceva, "Cari miei, prendetemi pure in giro se volete, forse non sarà bello secondo le regole, ma la sua vecchia sagoma bizzarra mi piace. Sono sicura che se suonasse il piano non suonerebbe picchiando solo sui tasti.»
«Ma, quando di un antico passato non sussiste niente, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più fragili ma più intensi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore restano ancora a lungo, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sulla rovina di tutto il resto, a reggere, senza piegarsi, sulla loro gocciolina quasi impalpabile, l'immenso edificio del mondo.»
«La ragazza di cucina era un'entità fisica e morale, un'istituzione permanente alla quale prerogative immutabili assicuravano una sorta di continuità e di identità, attraverso un seguito di forme passeggere nelle quali si incarnava, infatti non riuscimmo mai ad avere la stessa persona per due anni di seguito.»
«Quando più tardi, nel corso della vita, ebbi occasione di incontrare, nei conventi per esempio, delle incarnazioni veramente sante della carità, esse avevano generalmente un'aria allegra, positiva, indifferente e brusca da chirurgo che ha premura, quel viso sul quale non si legge nessuna commiserazione, nessun intenerimento dinanzi all'umana sofferenza, nessun timore di ferirla, che è appunto il viso senza dolcezza, il viso antipatico e sublime della vera bontà .»
«Ma quando sparisce una fede le sopravvive, e via via sempre più viva, per mascherare la mancanza del potere che abbiamo perduto di dar realtà a cose nuove, un attaccamento feticistico alle cose vecchie che essa aveva animato, come se in esse, e non in noi, risiedesse il divino e la nostra incredulità attuale avesse una causa contingente, la morte degli dei.»
«(un grave quesito sociale: sapere se la parete di vetro proteggerà sempre il festino degli animali meravigliosi e se la gente oscura che scruta avidamente nella notte non verrà a catturarli nell'acquario e mangiarseli).»
«Per quanto riguarda le belle ragazze che vedevo passare, dal giorno in cui avevo saputo che le loro guance potevano essere baciate, ero diventato più curioso della loro anima. E l'universo mi era sembrato più interessante.»
«Quella fugacità degli esseri che ci sono sconosciuti, che ci obbligano a disancorarci dalla vita abituale dove le donne che frequentiamo finiscono per svelare i loro difetti, ci pone in quello stato di ricerca ove niente più ferma la nostra immaginazione. Ora, spogliare di essa i nostri piaceri significa ridurli a se stessi, a niente.»
«D'altronde, siccome dinanzi a quelle ragazze non ero ancora disincantato dall'abitudine, avevo la facoltà di vederle, vale a dire di provare un profondo stupore ogni volta che mi ritrovavo in loro presenza.»
«E mentre Françoise toglieva i ganci delle imposte, staccava le stoffe, tirava le tende, il giorno estivo che lei scopriva davanti ai miei occhi sembrava altrettanto morto, altrettanto immemore di una suntuosa e millenaria mummia che la nostra vecchia domestica avesse liberato con cautela di tutte le sue bende, prima di farla apparire, imbalsamata nella sua veste d'oro.»
«La duchessa mi aveva visto, sì, una volta con suo marito, ma non doveva certo ricordarsene, né soffrivo del fatto che guardasse, dato il posto che occupava nel palco, le madrepore anonime e collettive del pubblico della platea, perché ero felice di sapere la mia persona confusa in mezzo ad esse, quando, al momento in cui in virtù delle leggi della rifrazione, la forma confusa del protozoo privo di esistenza individuale che ero, venne probabilmente ad iscriversi nel flusso impassibile dei suoi occhi azzurri, vidi allora un bagliore illuminarli: la duchessa da dea divenuta donna, e apparendomi d'un tratto mille volte più bella, levò verso di me la mano guantata di bianco che teneva appoggiata sul parapetto del palco e l'agitò in segno di amicizia, il mio sguardo si sentì incrociato dall'incandescenza involontaria e dalla fiamma degli occhi della principessa la quale, senza volerlo aveva suscitato quella conflagrazione semplicemente muovendoli per cercare di vedere chi sua cugina avesse salutato, e costei, che mi aveva riconosciuto, riversò su di me la pioggia scintillante e azzurra del suo sorriso.»
«L'egoismo dei nervosi cresce con la loro pretesa sensibilità; non possono sopportare da parte degli altri l'esibizione di malesseri ai quali prestano, quando si tratta di loro stessi, la massima attenzione. […] Il duca non era affatto imbarazzato di parlare dei malesseri suoi e della moglie a un morente, infatti lo interessavano di più: gli sembravano più importanti.»
«La nebbia, fin dal mio risveglio, aveva fatto di me, invece dell'essere centrifugo che siamo nelle belle giornate, un uomo ripiegato su se stesso, desideroso di un angolo del fuoco e di un letto da dividere con qualcuno, Adamo freddoloso alla ricerca di un'Eva sedentaria, in quel mondo diverso.»
«"Ma cosa mi dite?" esclamò lei fermandosi un istante e alzando i suoi begli occhi azzurri e malinconici, ma pieni di perplessità. Posta, per la prima volta in vita sua, tra due doveri così diversi, come salire in carrozza per andare a un pranzo, e testimoniare pietà a un uomo che sarebbe morto, non trovava nel codice delle convenienze nulla che le indicasse la procedura da seguire; e non sapendo a quale delle due dare la precedenza, pensò di dover fingere di non credere che la seconda alternativa potesse attuarsi, in modo da poter obbedire alla prima che, in quel momento, richiedeva meno sforzo, ritenendo così che la maniera migliore di risolvere il conflitto fosse di negarlo. "Volete scherzare?" disse a Swann.»
«È vero che questi suoni erano talmente violenti, che, se non fossero stati continuamente ripresi un'ottava più alta da un gemito parallelo, avrei potuto credere che una persona ne stesse sgozzando un'altra accanto a me, e che poi l'assassino e la sua vittima risuscitata facessero un bagno per cancellare le tracce del delitto.»
«Ma a volte il futuro abita in noi senza che lo si sappia, e le nostre parole che credono di mentire abbozzano una realtà che non tarderà ad attuarsi.»
«Credo che mentirei se dicessi che già cominciava la dolorosa e perenne diffidenza che doveva ispirarmi Albertine, a maggior ragione il particolare carattere gomorrita che doveva rivestire questa diffidenza.»
«E, dinanzi all'impermeabile di Albertine, nel quale l'instancabile vagabonda delle giornate piovose sembrava diventata un'altra persona e che, incollato a lei, plasmabile e grigio, pareva non tanto dover proteggere il suo abito dall'acqua, quanto esserne impregnato e aderire al corpo della mia amica come per prendere l'impronta per uno scultore, strappai quella tunica che sposava gelosamente un seno desiderato e attirando Albertine a me:
"Ma tu non vuoi, viaggiatrice indolente
sognare sulla mia spalla posandovi la fronte?"[116]
le dissi prendendole il capo tra le mani e mostrandole le grandi praterie inondate e mute che si stendevano nel crepuscolo fino all'orizzonte chiuso sulle catene parallele di vallate lontane e azzurrastre.»
«D'altronde, e forse proprio perché la morte degli altri gli pareva un evento così definitivo e volgare, il pensiero della sua gli faceva orrore e rifuggiva qualsiasi riflessione potesse riferirvisi.»
«Siccome il marchese era strabico — il che dà un'intenzione spiritosa anche agli imbecilli — l'effetto di quel riso era di riportate uno spicchio di pupilla sul bianco che altrimenti invadeva completamente l'occhio.»
«Il cameriere entrava. Non gli dicevo che avevo suonato parecchie volte perché mi rendevo conto che, fino allora, mi ero limitato a sognare di suonare. Ero però spaventato al pensiero che quel sogno aveva avuto la nitidezza della conoscenza. La conoscenza avrebbe dunque avuto, a sua volta, l'irrealtà del sogno?»
«Quanto alla mia gelosia, essa mi spingeva a lasciare il meno possibile Albertine, benché sapessi che non ne sarei guarito completamente se non separandomi da lei per sempre.»
«Era d'altronde più che scusabile perché la realtà, anche se necessaria, non è mai completamente prevedibile; coloro che vengono a sapere sulla vita di un altro qualche particolare esatto, ne traggono subito conseguenze che esatte non sono, e vedono nel fatto recentemente scoperto la spiegazione di cose che non hanno invece alcun rapporto con loro.»
«Certo, se avesse detto come un'Odette: "Questa grossa bugia è proprio vera?", non mi sarei inquietato perché la ridicolaggine stessa dell'espressione si sarebbe potuta spiegare con l'insulsaggine femminile.»
«Magnifico errore di una moltiplicazione per sedici che dà tanta bellezza al risveglio e introduce nella vita un'autentica innovazione, simile a quei grandi cambiamenti di ritmo che in musica fa sì che, in un andante, una croma abbia la stessa durata di una minima in un prestissimo, e che sono ignorati allo stato di veglia. La vita vi è quasi sempre la stessa, da qui le delusioni del viaggio.»
«Eravamo arrivati in un quartiere più popolare, e la presenza di una Venere ancillare dietro ogni banco lo rendeva simile a un altare suburbano ai piedi del quale avrei voluto passare la vita.»
«Viveva così semplicemente che nessuno sospettava fosse ricco, e se anche lo si fosse saputo ci si sarebbe comunque ingannati perché allora lo si sarebbe creduto avaro mentre nessuno fu mai così generoso.»
«Infine, alcuni istanti prima dell'ultimo respiro la morte, come una suora che invece di distruggerci ci avesse curato, viene ad assistere ai nostri ultimi istanti, cinge di un'aureola suprema l'essere per sempre penetrato dal gelo, il cui cuore ha cessato di battere.»
«Soltanto l'omosessualità che sopravvive malgrado gli ostacoli, vergognosa, marchiata di infamia, condannata è la sola alla quale possa corrispondere nel medesimo essere un affinamento di qualità morali.»
«Così, gli esseri che "eran di quelli" non erano soltanto coloro che lui aveva creduto tali, ma tutta un'immensa parte del pianeta composta sia di donne che di uomini che amavano non soltanto gli uomini ma anche le donne; e il barone messo di fronte al nuovo significato di un'espressione che gli era così familiare, si sentiva torturato da un 'inquietudine dell'intelligenza non meno che del cuore, di fronte a quel duplice mistero in cui veniva ad accrescersi la sua gelosia e insieme si rivelava l'improvvisa inadeguatezza di una definizione.»
«Il fatto è che la gelosia generalmente è parziale a localizzazioni intermittenti, sia perché è il prolungamento doloroso di un'ansia provocata, vuoi da una persona vuoi da un'altra che la nostra amica potrebbe amare, sia dalla pochezza del nostro pensiero, capace di realizzare soltanto ciò che riesce a rappresentarsi e lascia il resto in un'indeterminatezza di cui è relativamente impossibile soffrire.»
«Succede per la società come per il sesso, che non si sa fino a che punto di perversione possa giungere quando si è lasciato per una volta che ragioni estetiche ne dettino le scelte.»
«Così l'atmosfera era decorata di tanto in tanto da un sorriso di ragazza, ornamento semplice e sparso delle serate come dei giorni. Ci si ricorda di un'atmosfera perché delle ragazze in essa ci hanno sorriso.»
«Come ogni potere ecclesiastico, considerava le debolezze umane meno gravi di ciò che può indebolire il principio di autorità, nuocere all'ortodossia, modificare l'antico Credo nella sua piccola Chiesa.»
«Madame Verdurin si sedette in disparte, gli emisferi della sua fronte bianca, leggermente rosata, magnificamente convessi, i capelli scostati, in parte a imitazione di un ritratto del XVIII secolo, in parte per un bisogno di freschezza da febbricitante cui il pudore impedisca di rivelare il proprio stato, isolata divinità, deputata a presiedere alle solennità musicali, dea del wagnerismo e dell'emicrania, specie di Norna quasi tragica evocata dal genio in mezzo a quei noiosi, davanti ai quali, più del solito, avrebbe disdegnato di esprimere, ascoltando una musica che conosceva meglio di loro, le proprie impressioni.»
«Quella patria perduta, i musicisti, non la ricordano più, ma ognuno di loro rimane sempre inconsciamente accordato in un coro unisono con lei; delira di gioia quando canta in favore della sua patria, la tradisce a volte per amore delle a gloria, ma, allora, ricercando la gloria la fugge, e solo disprezzandola la ritrova; quando intona quel canto singolare la cui monotonia — poiché qualunque sia il soggetto trattato rimane identico a se stesso — prova nel musicista l'immutabilità degli elementi che compongono la sua anima.»
«Io stesso, che, senza alcuna vanteria, ho commentato ai miei alunni, in tutta innocenza, la filosofia del nominato Emanuele Kant, non vedo, per il caso di casistica mondana che mi sta davanti, nessuna indicazione in quella Critica della ragion pratica, dove il grande spretato del protestantesimo platoneggiò secondo la moda tedesca per una Germania preistoricamente sentimentale e aulica, a tutti i fini utili a un misticismo pomeraniano.»
«Ski, all'inizio assumeva un'aria arguta, poi si lasciava sfuggire, come suo malgrado, un unico suono di risa, come un primo richiamo di campane, seguito da un brusco silenzio in cui lo sguardo sottile sembrava esaminare da buon conoscitore il lato comico di ciò che stava dicendo, poi partiva un secondo scampanio di risa che ben presto diventava un ilare Angelus.»
«Non mi stupii del resto che trovasse questa replica tanto spiritosa perché già in molte altre occasioni avevo notato nelle persone la stessa tendenza centrifuga, oggettiva, che le spinge ad abdicare, quando si divertono allo spirito degli altri, alla severità che avrebbero verso il proprio, e a notare, a mettere in evidenza ciò che loro sdegnerebbero di creare.»
«Era noioso come uno scienziato, per il quale non esiste nient'altro all'infuori della sua specialità, irritante come una persona informata che tragga vanto dei segreti di cui è in possesso, e muoia dalla voglia di divulgarli, antipatico come coloro che, non appena si tratti dei loro difetti, si inorgogliscono senza accorgersi di essere sgradevoli, sottomesso come un maniaco e irresistibilmente imprudente come un colpevole.»
«In quel momento, sotto la fronte bombata della Dea musicista, si agitava la sola cosa che certe persone non possono tenere per sé, la parola che non solo è abietto ma è anche imprudente pronunciare.»
«Vi assicuro, se posso esprimermi come monsignor d'Hulst, che non mi annoio di certo quando ricevo la visita di quel feudale che, volendo difendere Adone contro la nostra epoca di miscredenti, ha seguito l'istinto della sua razza e, con piena innocenza sodomitica, si è fatto crociato.»
«Quella sera capii che tra le cause che avevano potuto indurmi, all'improvviso, senza rendermene conto se non a poco a poco, a recitare quella commedia della rottura, c'era soprattutto il fatto che, quando in un impulso come ne aveva mio padre, io minacciavo la sicurezza di qualcuno, siccome, come lui, non avevo poi il coraggio di mettere in atto le mie minacce, per non lasciar credere che si trattasse soltanto di parole al vento, mi spingevo assai lontano nelle apparenze della sua realizzazione e non vi desistevo se non quando l'avversario, essendosi convinto della mia sincerità, si era spaventato davvero.»
«Ma, anche se lei avesse rinunciato per sempre a tutti per me, io sarei stato ancora più deciso a non lasciarla mai, perché la gelosia rende crudele la separazione ma la gratitudine la rende impossibile.»
«Mi sentivo, ma non mi credevo, padrone dell'avvenire, perché capivo che quella sensazione derivava dal fatto che esso non esisteva ancora, quindi ancora non ero gravato dalla sua necessità.»
«Non pensavo che lei uscisse senza avvertirmi ma era il mio inconscio a pensarlo, così come l'inconscio della nonna sussultava alle mie scampanellate mentre lei era senza conoscenza.»
«Françoise aveva pochi difetti, ma questi avevano creato in lei, per servirli, delle autentiche doti che in altre occasioni quasi sempre le mancavano.»
«Ma l'argenteria antica — essendo stata fusa due volte, al momento dei trattati di Utrecht, quando lo stesso re, imitato dai grandi signori, aveva donato il suo vasellame, e poi nel 1789 — è rarissima.»
«Questa reazione alla delusione che suscitano all'inizio i capolavori può essere, in effetti, attribuita a un indebolimento dell'impressione iniziale o allo sforzo indispensabile per estrarne la verità. Due ipotesi che si ripresentano per ogni problema importante: i problemi della realtà dell'Arte, della Realtà, dell'Eternità dell'anima.»
«Nella musica di Vinteuil c'era quel genere di visioni che è impossibile esprimere e quasi proibito contemplare, poiché quando al momento di addormentarci riceviamo la carezza del loro incanto, nell'istante stesso in cui la ragione ci ha già abbandonato, gli occhi si chiudono e, prima di avere avuto il tempo di conoscere non solo l'ineffabile ma l'invisibile, ci si addormenta.»
«Si ama solo ciò in cui si persegue qualcosa di inaccessibile, si ama solo ciò che non si possiede, e presto tornavo a rendermi conto che non possedevo Albertine.»
«(Non so se fosse il caso di Albertine, ma tuttavia è ben strano, come fosse la testimonianza di una fede nel bene nei più increduli, questa perseveranza nel mentire che hanno tutti coloro che ci ingannano. Per quanto si dica loro che le bugie ci fanno più male di una confessione, potrebbero alla lunga restarne convinti, ma un istante dopo mentirebbero per essere coerenti con quello che prima ci hanno detto di essere o con quanto ci hanno detto che noi eravamo per loro. È così che un ateo, che tiene alla propria vita, si fa ammazzare per non smentire l'idea che la gente ha del suo coraggio.)»
«Non avevo mai pensato finora a questo appartamento, che adesso assumeva per me un'orribile bellezza. L'ignoto della vita degli esseri è come quella della natura che ogni scoperta scientifica fa retrocedere ma non annulla.»
«Era interamente ricoperta da motivi arabescati come Venezia, come i palazzi di Venezia nascosti, alla maniera delle sultane, dietro un velo traforato di pietra, come le rilegature della Biblioteca Ambrosiana, come le colonne orientali che simboleggiano alternativamente la morte e la vita, si ripetevano nello scintillio della stoffa di un blu intenso che via via che il mio sguardo vi penetrava si mutava in oro malleabile, attraverso quelle stesse trasmutazioni che, all'avanzare delle gondole, cambiano in metallo fiammeggiante l'azzurro del Canal Grande.»
«Si sarebbe detto che, offesa con me, non volesse donarmi un segno di tenerezza che più tardi potesse apparirmi come una falsità che smentiva i nostri dissapori; che accordasse i suoi atti a tali dissapori ma con misura, sia per non farmelo notare, sia perché interrompendo con me i rapporti carnali, volesse però, comunque sia, rimanermi amica. La baciai allora una seconda volta, stringendo contro il mio cuore l'azzurro scintillante e dorato del Canal Grande e gli uccelli accoppiati simbolo di morte e resurrezione.»
«Così, quel malinconico pezzo eseguito dai colombi era una specie di canto del gallo in tono minore, che non si innalzava verso il cielo, non saliva verticalmente, ma regolare come il raglio di un asino, avvolto di dolcezza, passava da un colombo all'altro seguendo una stessa linea orizzontale, senza mai raddrizzarsi, né cambiare il suo lamento laterale in quel gioioso richiamo che l'allegro dell'Introduzione e il Finale avevano lanciato tante volte.»
«Siamo riusciti ad attraversare il cerchio di tela che avevamo creduto, per un momento, non avremmo mai potuto oltrepassare; abbiamo schiarito la tempesta, ritrovato la serenità del sorriso.»
«Sentivo di averlo in mio possesso perché, essendo l'avvenire ciò che ancora non esiste se non nel nostro pensiero, ci sembra possibile modificarlo con l'intervento in extremis della nostra volontà.»
«Per quanto riguardava la stessa Albertine, lei esisteva unicamente sotto la forma del suo nome che, salve alcune rare pause al momento del risveglio, si inscriveva nel mio cervello e vi si fissava indelebilmente.»
«Prima, quando era ancora riferito a lei, credevamo che la nostra felicità dipendesse dalla sua presenza, invece dipendeva soltanto dalla fine della nostra angoscia.»
«Per gli individui, il plagio umano a cui è difficile sfuggire (ma anche per i popoli che perseverano nei loro errori e li aggravano) è il plagio di se stessi.»
«Ci sono momenti della vita in cui nasce una sorta di bellezza dalla molteplicità dei guai che ci piovono addosso, incrociati come motivi wagneriani, e dalla consapevolezza, che di conseguenza ne emerge, che gli avvenimenti non sono situati nell'insieme di riflessi visibili nel misero specchietto che l'intelligenza reca davanti a sé e che chiama l'avvenire, ma sono fuori di noi e sorgono all'improvviso come qualcuno che sia testimone di un delitto.»
«Credetemi, da parte mia non dimenticherò mai quella passeggiata due volte crepuscolare (scendeva la sera e noi stavamo per lasciarci) che solo la notte eterna cancellerà dalla mia mente.»
«A volte immersi in una nebbia che ci dava l'illusione di essere circondati da un immenso lago, a volte in serate limpide in cui il chiaro di luna, smaterializzando la terra, facendola apparire celeste, a due passi da noi, come durante il giorno è solo in lontananza, chiudeva i campi e i boschi, con il firmamento al quale li aveva assimilati, nell'agata arborizzata di un unico azzurro.»
«Il nostro più giusto e crudele castigo per l'oblio totale, pacificato come quello dei cimiteri, con cui ci siamo distaccati da coloro che non amiamo più, consiste nel prevedere come inevitabile questo stesso oblio nei confronti di chi amiamo ancora.»
«E anche, in una stagione più avanzata, quelle sere trionfali in cui gli uffici, i collegi, dischiusi come cappelle, lambiti da una polvere dorata lasciano che la strada si adorni di quelle semidee che, chiacchierando non lontano da noi con le loro simili, ci mettono addosso la febbre di penetrare nella loro esistenza mitologica, mi ricordavano solo la tenerezza di Albertine che, accanto a me, mi era di impedimento ad accostarmi a loro.»
«Ma non era più possibile, era morta; così anche, per paura di depravarla, avevo sempre finto di non capire, le sere in cui sembrava offrirmi dei piaceri che altrimenti non avrebbe forse richiesto ad altri, e che ora suscitavano in me un desiderio furioso.»
«Non ero un solo uomo, ma una sfilata di un esercito composito in cui coesistevano degli appassionati, dei gelosi — dei gelosi di cui nessun uomo era geloso della stessa donna.»
«Siccome, semplicemente pensando a lei la risuscitavo, i suoi tradimenti non potevano non essere quelli di una morta, dato che l'istante in cui li aveva compiuti diveniva l'istante attuale non soltanto per Albertine ma per quello dei miei io, subitamente evocato, che la contemplava. Di modo che nessun anacronismo poteva mai dividere la coppia indissolubile, dove a ogni colpevole si sarebbe immediatamente appaiato un geloso querulo e sempre contemporaneo.»
«Mi sembrava, in effetti, nelle ore in cui soffrivo meno, che in qualche modo beneficiassi della sua morte, perché una donna è di maggior utilità nella nostra vita se invece che elemento di felicità è strumento di dolore, e non ce n'è nessuna il cui possesso sia tanto prezioso quanto quello delle verità che essa ci rivela facendoci soffrire.»
«Quando parliamo dell'"amabilità" di una donna, forse non facciamo che proiettare all'esterno il piacere che proviamo a vederla, come i bambini quando dicono: "Mio caro lettino, mio caro cuscinetto, miei cari piccoli biancospini!".»
«Ma noi non possiamo giudicare con lo stesso metro il fascino di una persona che è come tutte le altre, esterna a noi, dipinta all'orizzonte del nostro pensiero, e quello di una persona che, in seguito a un errore di localizzazione, dovuto a certi avvenimenti, ma tenace, si è insediata nel nostro corpo, al punto che, domandarci, retrospettivamente, se un certo giorno abbia o meno guardato una donna nel corridoio di un trenino marittimo, ci fa provare le stesse sofferenze di un chirurgo che cercasse una pallottola nel nostro cuore.»
«Rivedevo Albertine mentre sedeva alla pianola, rosea sotto i capelli neri; sentivo sulle mie labbra che lei cercava di dischiudere, la sua lingua, la sua lingua materna, incommestibile, nutritizia e santa, di cui la fiamma e la rugiada secrete erano tali che anche quando lei la faceva semplicemente scivolare sulla superficie del mio collo, del mio ventre, quelle carezze superficiali ma in qualche modo fatte dall'interno della mia carne, esteriorizzata come una stoffa che mostrasse il suo rovescio, assumevano, anche negli sfioramenti più esteriori, quasi la misteriosa dolcezza di una penetrazione.»
«E per quanto straziante sia il sacrificio, non rinunceremmo qualche volta a serbare come amici, dopo la loro morte, coloro che abbiamo amato, per paura di averli anche come giudici?»
«Se Albertine avesse potuto sapere quel che poi sarebbe successo sarebbe rimasta con me. Ma questo voleva dire soltanto che se si fosse vista morta, avrebbe preferito restare con me in vita.»
«Pertanto, con l'ingenuità degli antichi teologi, io immaginavo quella creatura viva nell'atto di concedermi, non già le spiegazioni che avrebbe potuto darmi, ma, estrema contraddizione, quelle che, in vita, mi aveva sempre rifiutato.»
«L'indomani giunse una lettera la cui busta bastò a farmi fremere; avevo riconosciuto la calligrafia di Aimé, perché ogni persona, anche la più umile, ha alle proprie dipendenze quei piccoli esseri familiari, vivi e tuttavia distesi in una specie di torpore sulla carta: vale a dire i caratteri della propria scrittura e che lei sola possiede.»
«Ricordandomela com'era sul mio letto, mi pareva di vedere la sua coscia ricurva, la vedevo, era un collo di cigno che cercava la bocca dell'altra ragazza.»
«Era l'immagine di una morta, ma poiché quella morta viveva, mi fu facile fare immediatamente ciò che non avrei esitato a compiere se fosse stata accanto a me da viva (quello che farei se dovessi mai ritrovarla in un'altra vita), le perdonai.»
«Costruito dalla contiguità dei ricordi che si susseguivano l'un l'altro, il nero tunnel sotto il quale il mio pensiero fantasticava da troppo tempo perché potesse badare a sé stesso, veniva interrotto bruscamente da uno sprazzo di sole che cullava in lontananza un universo sorridente e azzurro dove Albertine non era più che un ricordo sorridente e pieno di fascino.»
«Certo, noi ignoriamo la particolare sensibilità di ogni essere, ma, di solito, non sappiamo nemmeno di ignorarla perché la sensibilità degli altri ci è indifferente.»
«Come un fiore tenebroso e sconosciuto che mi fosse recato dall'oltretomba da un essere nel quale non avessi saputo scoprirlo, mi sembrava di vedere dinnanzi a me il Desiderio incarnato d'Albertine che Andrée era per me, come Venere era per Giove.»
«Nell'universo vago e inesistente in cui si svolgevano le passeggiate di Albertine e di Andrée, mi sembrava che questa, con una creazione successiva e diabolica, aggiungesse all'opera di Dio una vallata maledetta.»
«E quel piacere doveva essere assai intenso per sconvolgere a tal punto la creatura che lo provava e strapparle quel linguaggio sconosciuto che sembrava designare e commentare tutte le fasi del delizioso dramma vissuto dalla ragazzina che il velo, sempre abbassato per gli altri salvo che per se stessa su ciò che avviene nella misteriosa intimità di ogni donna, nascondeva ai miei occhi.»
«Così che avrei potuto credere — se non avessi fatto l'esperienza della presenza insopportabile di un'altra — di rimpiangere più un bacio che certe labbra, un piacere più che un amore, un'abitudine più che una persona.»
«Tutte le curiosità che avevo avuto un tempo per la sua vita, quando la conoscevo solo di vista, e, d'altra parte, tutti i desideri della mia vita, si fondevano in questa sola curiosità: sapere come Albertine provasse piacere, vederla con altre donne, forse perché, scomparse loro, io sarei rimasto solo con lei, ultimo e padrone.»
«L'idea della sua unicità non era più un "a priori" metafisico attinto nell'individualità di Albertine, come un tempo accadeva per le passanti, ma un "a posteriori" costituito dall'embricatura contingente ma indissolubile dei miei ricordi.»
«Come c'è una geometria nello spazio, c'è una psicologia nel tempo, in cui i calcoli di una psicologia piana non sarebbero più esatti perché non vi si terrebbe più conto del tempo e di una delle forme che esso riveste: l'oblio; l'oblio di cui cominciavo a sentire la forza, potente strumento di adattamento alla realtà in quanto a poco a poco distrugge in noi il passato che ancora sopravvive ed è, con la realtà, in perenne contraddizione.»
«La sventura degli esseri umani è quella di non essere per noi che immagini stampate da collezione sottoposte nel nostro pensiero a un continuo deterioramento.»
«Subito, allo sguardo che posavo sull'una o sull'altra di loro, si accompagnava immediatamente lo sguardo curioso, furtivo, intraprendente, riflesso di inafferrabili pensieri che di nascosto Albertine avrebbe lanciato su di loro e che, germinando, il mio con un'ala misteriosa, rapida e azzurrastra, pervadeva quei viali, fino a quel momento così naturali, di quel brivido di un ignoto che il mio desiderio da solo non sarebbe riuscito a risvegliare, perché per me non aveva niente di strano.»
«E l'atto di quella ragazza nel risalire in auto non lo constatavo soltanto con i miei occhi, come una visione superficiale che si attua così spesso durante una passeggiata: divenuto una sorta di atto durevole mi sembrava si estendesse anche nel passato con quella parte che gli era stata aggiunta che si appoggiava così voluttuosamente, così tristemente contro il mio cuore.»
«Ed ecco che l'avevo vista, per nulla diversa dalle sue amiche, salvo che per quello sguardo dissimulato che stabiliva tra lei e me una segreta intromissione in parti della sua vita evidentemente nascoste alle sue amiche, e che me la facevano apparire più accessibile — quasi mia a metà — più dolce di quanto non sono di solito le ragazze dell'aristocrazia.»
«Sarebbe stato un caso veramente straordinario che di quelle tre ragazze una si chiamasse Mademoiselle d'Eporcheville e fosse proprio quella che mi aveva guardato quasi sorridendo (prima verifica topica della mia supposizione) ma non quella che andava in una casa di appuntamenti.»
«Un tempo, invece, quando venivo riaccompagnato a casa dagli Champs-Elysées da Françoise, covando impotenti desideri e impossibilitato a servirmi dei mezzi pratici della civiltà, amavo come un selvaggio, anzi, poiché non avevo la possibilità di muovermi, come un fiore.»
«Ma già sul suo viso lo stupore e la collera erano spariti sotto il mero e vischioso sorriso di una pietà trascendente e di un'ironia filosofica, liquido colloso che il suo amor proprio offeso secerneva per guarire la ferita.»
«Poi considerai quale pane spirituale sia un giornale ancora caldo e umido della stampa recente e della nebbia del mattino in cui viene distribuito, fin dall'alba, alle governanti che lo portano al loro padrone con il caffè e latte, pane miracoloso, moltiplicabile, che è contemporaneamente uno e diecimila, che resta identico per tutti pur entrando contemporaneamente innumerevole in ogni casa.»
«E mi riprometto d'ora in avanti di leggerli sempre e leggere anche il nome dell'autore; ma, come un amante geloso che non inganna la propria donna per poter credere alla sua fedeltà, penso con tristezza che la mia attenzione futura non influenzerà, non ha retrospettivamente influenzato quella degli altri.»
«È una Venere collettiva, di cui non si possiede che un arto mutilato se ci si attiene al pensiero dell'autore, perché esso non si realizza completamente se non nella mente dei suoi lettori.»
«In quel medesimo istante, io vedevo il mio pensiero per tanta gente — o per coloro che non erano in grado di comprenderlo, la ripetizione del mio nome e come un'evocazione imbellita di me stesso — brillare su di loro, colorire il loro pensiero in un'aurora che mi riempiva di maggior forza e di una gioia ben più trionfante di quella multiforme che in quel medesimo istante compariva rosa a tutte le finestre.»
«Quel perpetuo errore che è la "vita" non dà le sue mille forme solo all'universo visibile e udibile, ma anche all'universo sociale, all'universo sentimentale e storico ecc.»
«Benissimo l'Affare Dreyfus, ma allora tanto vale che il mio droghiere qua all'angolo si dichiari nazionalista per pretendere di essere ricevuto da noi.»
«Probabilmente — poiché a tutti i livelli della società una vita mondana e frivola paralizza la sensibilità e toglie il potere di risuscitare i morti — la duchessa apparteneva a quella categoria di persone che per amare veramente hanno bisogno della presenza (di quella presenza che, da vera Guermantes, lei eccelleva a prolungare) ma, cosa, più rara, ne hanno bisogno anche per detestare un po'.»
«Questo, a volte, malgrado la sua frivolezza, dava alla condotta di Madame de Guermantes un che di abbastanza nobile unito a molta bassezza. Infatti, mentre i tre quarti degli esseri umani adulano i vivi e non tengono più in alcun conto i morti, lei spesso, invece, dopo la loro morte, faceva ciò che avrebbero desiderato quelli che aveva maltrattato in vita.»
«"Ma certo!" replicò Madame de Guermantes con un tono malinconico che attestava la sua comprensione per il dolore della figlia, e con un eccesso di voluta intensità che le permetteva di fingere di non essere sicura di ricordarsi proprio esattamente di suo padre.»
«Allo stesso modo un antisemita nel momento in cui dimostra la propria affabilità a un ebreo, parla male degli israeliti genericamente, modalità che gli permette di essere offensivo senza apparire villano.»
«Gilberte apparteneva, o almeno appartenne in quegli anni, alla varietà più diffusa di struzzi umani, quelli che nascondono la testa nella speranza, non di essere visti, cosa che essi ritenevano poco probabile, ma di non vedere che li si vede, il che, a loro, sembra già molto, e permette di affidarsi per il resto alla fortuna.»
«Avevo quasi le lacrime agli occhi nel dirlo, ma, per la prima volta, mi faceva un certo piacere parlarne. E a partire da quel momento cominciai a scrivere a tutti che avevo avuto un gran dolore, e a smettere di provarlo.»
«E poiché succede per il dolore come per il desiderio delle donne, che aumenta se ci si pensa, aver molto da fare renderebbe molto più facile sia la castità che l'oblio.»
«Mi consolava forse più facilmente il constatare che colei che avevo amato, dopo un certo tempo non era più che un pallido ricordo, che il non ritrovare in me quella vana attività che ci fa perdere il tempo a tappezzare la nostra vita di una flora umana vivace e parassita, vita di cui non resterà nulla dopo la morte, già estranea a tutto quanto avevamo conosciuto e alla quale, per altro, la nostra senilità, chiacchierona, malinconica e futile cerca di piacere.»
«Ora questo essere nuovo mi recava, al contrario, con l'oblio una soppressione quasi totale della sofferenza, e quest'essere, così temuto, così benefico, altro non era che uno dei miei io di ricambio che il destino tiene in serbo per noi, e che, senza più ascoltare le nostre preghiere, più di quanto non faccia un medico chiaroveggente e autoritario, sostituisce, nostro malgrado, con un opportuno intervento, all'io veramente troppo ferito.»
«Mi ricordo che eravamo in camera mia, perché in quel momento mi faceva piacere avere una mezza relazione carnale con lei, a causa di quell'aspetto collettivo che il mio amore, all'inizio, aveva avuto, e che ora riprendeva per le ragazze della piccola banda, amore a lungo indiviso tra loro e, soltanto negli ultimi mesi che avevano preceduto e seguito la sua morte, associato per breve tempo unicamente alla persona di Albertine.»
«L'abitudine a pensare impedisce a volte di sperimentare la realtà, immunizza contro di essa, la fa apparire ancora pensiero. Non c'è idea che non abbia con sé la propria smentita, una parola la parola contraria.»
«In questo caso l'aiutava il fatto che non temeva più Albertine, perché la realtà degli esseri sopravvive in noi per poco tempo dopo la morte, e in capo a qualche anno essi sono come quelle divinità delle religioni estinte che si offendono senza timore perché si è smesso di credere alla loro esistenza.»
«Per questo spesso, parlando a persone la cui buona salute, e soprattutto la consapevolezza della loro buona salute, l'esasperava, l'avevo spesso sentita dir loro che avevano un'aria molto malata, e dichiarare, nella speranza di irritarle, che lei stava benissimo di salute, cosa che continuò a sostenere anche nei momenti in cui stava davvero male, fino al giorno del distacco della morte, quando non le importò più che le persone felici stessero bene e sapessero che lei stava morendo.»
«Perché fondamentalmente non era cattiva, e se la sua natura non superficiale, quella un po' più profonda, non era, come si credeva al primo momento a causa delle sue delicate attenzioni, la gentilezza, ma piuttosto l'invidia e l'orgoglio, la sua terza natura, più profonda ancora, la vera, ma non completamente realizzata, tendeva alla bontà, all'amore verso il prossimo.»
«Mentiamo per difendere il nostro piacere, o il nostro onore, se la divulgazione del piacere è contraria all'onore. Si mente tutta la vita, anche, e soprattutto, forse soltanto a coloro che ci amano.»
«Anche nel più completo accecamento la perspicacia persiste sotto la forma stessa della predilezione e della tenerezza, così abbiamo torto a parlare, in amore, di scelta sbagliata, poiché, posto che vi sia una scelta, questa non può essere che sbagliata.»
«Perché l'uomo è quell'essere che ha la facoltà di ridiventare in pochi secondi più giovane di parecchi anni, e, circondato dalle mura del tempo che vi naviga, ma come in una vasca in cui il livello mutasse continuamente mettendolo alla portata, ora di un'epoca, ora di un'altra.»
«Ma bisogna soprattutto dirsi questo: la bugia, da un lato, è un tratto del carattere, da un altro, in donne che altrimenti non sarebbero bugiarde, è una difesa naturale, improvvisata all'inizio, e poi sempre più organizzata contro quel pericolo immediato che potrebbe distruggere tutta una vita: l'amore.»
«D'altra parte, non è un caso se persone intellettuali e sensibili si concedono sempre a donne insensibili e inferiori, e tengono tanto a loro che la prova di non esserne amate non le guarisce dal sacrificare tutto pur di serbare accanto a sé una tale donna.»
«Ma allora, queste indiscrezioni che si compiono dopo che la vita terrena di una persona si è conclusa, non provano, in fondo, che nessuno crede in una vita futura?»
«Ma quella ragione ultima, che elevava quasi a una sorta di parossismo appassionato le due prime, lui stesso forse l'ignorava, e le altre due esistevano realmente in Albertine, quando il pomeriggio della replica aveva voluto andare da Madame Verdurin, il piacere, del tutto onesto, di rivedere delle amiche d'infanzia che per lei non erano affatto viziose come lei non lo era per loro, chiacchierare con loro, far loro vedere, con la sua sola presenza dai Verdurin, che la povera ragazza che così avevano conosciuto, era ora invitata in un salotto famoso, e anche il piacere di ascoltare la musica di Vinteuil.»
«La verità e la vita sono assai ardue, e, alla fin fine, mi restava di esse, senza riuscire a conoscerle, un'impressione in cui la tristezza era forse superata dalla stranezza.»
«Da molto lontano, appena oltrepassato San Giorgio, scorgevo quell'ogiva che già mi aveva visto, e lo slancio dei suoi archi spezzati aggiungeva al suo sorriso di benvenuto la distinzione di uno sguardo più elevato e quasi incompreso.»
«E poiché a Venezia le cose magnifiche, incaricate di darci le sensazioni familiari della vita, sono opere d'arte, significa falsare il carattere di questa città, sotto il pretesto che la Venezia di certi pittori è freddamente estetica nella sua parte più celebre (eccetto nei superbi studi di Maxime Dethomas) rappresentandone solo gli aspetti miserabili, là dove sparisce ciò che ne costituisce lo splendore, e per rendere Venezia più intima e più vera, farla rassomigliare ad Aubervilliers.»
«Ma dopo essere stato in passato, in un primo senso e per viltà, infedele a ognuno dei miei desideri concepito come unico, poiché avevo ricercato un oggetto analogo e non lo stesso che non speravo più di ritrovare, ora, sistematicamente, ricercavo donne che, in quanto tali, Albertine non aveva conosciute e io d'altronde non ricercavo più quelle che, un tempo, avevo desiderate.»
«Albertine non era stata per me che un coacervo di pensieri ed era sopravvissuta alla sua morte fisica fintanto che quei pensieri esistevano in me; inversamente, ora che quei pensieri erano morti, Albertine non risuscitava affatto con il suo corpo.»
«Lei era ora ciò che un tempo era stata Albertine; il mio amore per Albertine non era stato che una forma passeggera della mia devozione alla giovinezza. Crediamo di amare una ragazza e non amiamo in lei, ahimè! che quell'aurora di cui il suo viso riflette momentaneamente il rossore.»
«Il nostro amore della vita non è che un vecchio legame di cui non sappiamo più liberarci. La sua forza è nel suo perdurare. Ma la morte che lo interrompe ci guarirà dal desiderio di immortalità.»
«Per me è giunta l'ora in cui, quando mi ricordo del Battistero, davanti alle acque del Giordano, dove San Giovanni immerge il Cristo, mentre la gondola ci attendeva davanti alla Piazzetta, non mi è indifferente che in quella fresca penombra, accanto a me ci sia stata una donna, avvolta nel suo lutto, con il fervore rispettoso ed entusiasta della donna anziana che si vede a Venezia nel quadro di Sant'Orsola del Carpaccio, e che quella donna, dalle guance rosse e dagli occhi tristi, nei suoi veli neri, e che nulla per me potrà far uscire da quel santuario dolcemente illuminato di San Marco, in cui sono sicuro di ritrovarla perché essa vi ha lì il suo posto, riservato e immutabile come un mosaico, sia mia madre.»
«Avevo riconosciuto tutto, e quel mantello dimenticato, avendomi reso, per guardarlo, gli occhi e il cuore di colui che sarebbe andato a Versailles con Albertine, mi pervase per un istante di una vaga sensazione, ben presto dissipata, di desiderio e di malinconia.»
«Forse questa era la prova che aveva proprio qualcosa da nascondere, forse a causa di questo era stata schernita e disprezzata, e l'atteggiamento che assumeva per evitare che lo si credesse di lei, era come quell'avversione che gli animali provano per le persone che li hanno picchiati.»
«E siccome non ci sono grandi differenze tra il ricordo di un sogno e il ricordo di una realtà, finivo per chiedermi se non si fosse originata durante il mio sonno, in un cupo frammento di cristallizzazione veneziana, quella strana fluttuazione che offriva, alla prolungata meditazione del chiaro di luna, una vasta piazza circondata da romantici palazzi.»
«Subito l'idea di tutte le ore di piacere carnale di cui la nostra partenza mi avrebbe privato, elevò quel desiderio, che esisteva in me allo stato cronico, all'altezza di un sentimento e lo immerse nella malinconia e nel vago.»
«I palazzi mi parevano ridotti ai loro semplici elementi e masse di marmo, simili a tutti gli altri, e l'acqua a una combinazione di idrogeno e ossigeno, eterna, cieca, anteriore ed esteriore a Venezia, ignara dei Dogi e di Turner.»
«Non soltanto non conteneva più mia madre, ma siccome non avevo la calma sufficiente per permettere al mio pensiero di posarsi sulle cose che mi stavan davanti, esse cessarono di contenere qualcosa anche di me, anzi, cessarono di essere Venezia, come se fossi stato io a introdurre un'anima nelle pietre dei palazzi e nell'acqua del Canale.»
«Lungo il percorso, dal treno, vedemmo prima Padova e poi Verona venirci incontro, dirci addio fino quasi alla stazione, e mentre noi ci allontanavamo, ritornare, esse che non partivano, l'una alle sue pianure, l'altra alla sua collina.»
«Infatti l'ottimismo è la filosofia del passato. Gli eventi che sono accaduti, essendo tra tutti i possibili i soli che conosciamo, il male che ci hanno causato ci sembra inevitabile e per quel poco di bene che necessariamente hanno portato con sé, attribuiamo loro il merito, immaginandoci che senza di loro non si sarebbe prodotto.»
«Non solo perché adesso che si sapeva ricevuto non aveva più alcun piacere ad essere invitato, ma perché dei due vizi che se lo erano a lungo disputato, il meno naturale, lo snobismo, cedeva il posto ad un altro meno artificioso, poiché indicava una sorta di ritorno, anche se distorto, verso la natura.»
«Dapprima si era detto che la nonna sarebbe stata sorpresa a quelle notizie, poi che si sarebbe rattristata, il che era semplicemente un modo di dire che la nonna non avrebbe provato piacere per un avvenimento così straordinario, ma la mamma, non potendo ammettere che sua madre potesse essere stata privata di un piacere, preferiva pensare che era meglio così, poiché quella notizia non avrebbe potuto farle che dispiacere.»
«"Sarà", concluse la vice-maitresse in tono scettico, ma non aveva alcuna prova, ed era convinta che, nel nostro secolo, la perversità dei costumi gareggiasse con l'assurdità calunniatrice delle chiacchiere.»
«E la tristezza, cupa come un trasloco, amara come la gelosia, che quei matrimoni mi suscitarono con l'improvvisa imprevedibilità dello choc che subivo, fu così profonda che più tardi mi venne ricordata attribuendomene assurdamente il merito, come fosse stata tutto il contrario di ciò che al momento fu, cioè un doppio, triplo e anche quadruplo presentimento.»
«Jupien era sincero nella sua indignazione; nelle persone cosiddette immorali l'indignazione è altrettanto forte quanto in quelle morali; è appena un po' diverso l'oggetto.»
«Soltanto chi abbia avuto per lungo tempo un'amante si premura di togliere il mantello alla propria moglie prima di entrare in un ristorante, e avere verso di lei i dovuti riguardi.»
«L'anima di quel Guermantes si era dileguata; ma l'incantevole testa dagli occhi penetranti dell'uccello volato via era venuta a posarsi sulle spalle di Mademoiselle de Saint-Loup, facendo a lungo sognare quelli che avevano conosciuto suo padre. La trovavo molto bella: piena ancora di speranze, ridente, composta di quegli stessi anni che io avevo perduto, assomigliava alla mia giovinezza.»
«Per darne un'idea bisognerebbe rifarsi a paragoni con le arti più nobili e più disparate, infatti un tale scrittore, il quale per altro farebbe apparire le facce opposte di ogni carattere, per metterne in evidenza il volume, dovrebbe preparare minuziosamente il proprio libro con costanti raggruppamenti di forze come per un'offensiva, sopportarlo come una fatica, accettarlo come una regola, costruirlo come una chiesa, seguirlo come un regime, superarlo come un ostacolo, conquistarlo come un'amicizia, supernutrirlo come un neonato, crearlo come un mondo senza trascurare quei misteri che hanno la loro spiegazione solo in altri mondi, e il cui presentimento è quello che più ci commuove nella vita e nell'arte.»
Io dico che la legge crudele dell'arte è che gli esseri muoiano esaurendo tutte le sofferenze, affinché l'erba spunti non dall'oblio ma dalla vita eterna, l'erba folta delle opere feconde sulle quali le future generazioni verranno gioiosamente a fare le loro "colazioni sull'erba", incuranti di chi dorme là sotto.»
«Ma quando sparisce una fede le sopravvive, e via via sempre più vivo,[282] per mascherare la mancanza del potere che abbiamo perduto di dar realtà a cose nuove, un attaccamento feticistico alle cose vecchie che essa aveva animato, come se in esse, e non in noi, risiedesse il divino e la nostra incredulità attuale avesse una causa contingente, la morte degli dei.»
«L'omosessualità e lo snobismo sono per Proust due desideri accomunati dalla perversità e dalla lancinante illusorietà del loro oggetto. L'omosessuale come lo snob cerca nella realtà l'equivalente di un fantasma che si è forgiato da solo nella propria mente, e che lo tormenta senza speranza; entrambi simboleggiano in forma estrema una condizione comune a tutti gli uomini.»
«L'atteggiamento di Proust nei confronti della realtà (di tutta la realtà) è quello di un decifratore; per lui, che si è lasciato dietro le spalle le immagini convenzionali e le sintesi bell'e fatte, tutto è segno, e tutto è problema: tutto attende un nome e un'interpretazione.»
«In amore il tentativo che ognuno compie di uscire da se stesso lo porta a sbattere contro le pareti del proprio io, sulle quali il desiderio proietta (come la lanterna magica sui muri della stanza di Combray) immagini fantasiose quanto illusorie e deludenti.»
«Da una certa data in poi vivere e scrivere cessano di essere per Proust due attività separate, dotate di reciproca indipendenza; ogni forma di osmosi diventa possibile tra loro, ed egli sperimenta come una realtà quotidiana l'affermazione del Tempo ritrovato, secondo cui "la vera vita, la sola finalmente scoperta e resa comprensibile, la sola vita di conseguenza vissuta, è la letteratura".
[…]
L'opera era diventata così consustanziale alla vita dello scrittore, che esse non potevano che finire insieme.»
«L'autore di questa distruzione, il vero protagonista del volume, è il Tempo, qui visto come un'entità che uccide e che cancella, in antitesi con il Tempo che restituisce e che resuscita, oggetto della scoperta finale del Tempo ritrovato.»
«E soprattutto Proust scrisse le pagine interamente nuove sulla Parigi notturna sotto i bombardamenti. Questo episodio, uno dei più allucinati di tutta l'opera (molti critici hanno osservato come la città che vi è descritta assomigli molto alla Bagdad delle Mille e una notte, soltanto più sinistra) costituisce l'ultima grande aggiunta che egli fece alla Ricerca; tematicamente, tale episodio si riconnette al mondo di Sodoma, e rappresenta un'ultima, estrema esplorazione nei giorni delle esperienze condannate, prima della redentrice scoperta finale.»
«E, se la prigione assomiglia agli ospedali, alle fabbriche, alle scuole, alle caserme, come può meravigliare che tutte queste assomiglino alle prigioni?»
«Noi siamo nella società del professore-giudice, dell'educatore-giudice, del "lavoratore sociale"-giudice; tutti fanno regnare l'universalità del normativo, e ciascuno nel punto in cui si trova vi sottomette il corpo, i gesti, i comportamenti, le condotte, le attitudini, le prestazioni. La rete carceraria, sotto le sue forme compatte o disseminate, coi suoi sistemi di inserzione, distribuzione, sorveglianza, osservazione, è stata il grande supporto, nella società moderna, del potere normalizzatore.»
«Tutta l'istituzione parapenale, che è fatta per non essere prigione, culmina nella cella, sui muri della quale è scritto, a lettere nere, "Dio ti vede".»
«Il luogo in cui si forma il sapere non è il giardino patologico in cui Dio aveva distribuito le specie, bensì una coscienza medica generalizzata, diffusa nello spazio e nel tempo, aperta e mobile, legata ad ogni esistenza individuale, ma anche alla vita collettiva della nazione, sempre vigile sul dominio infinito ove il male, con aspetti diversi, tradisce la sua grande forma massiccia.»
«L'anatomia ha potuto diventare patologica solo nella misura in cui il patologico anatomizza. La malattia, autopsia della notte del corpo, dissezione del vivo.»
«La percussione non si giustifica se la malattia è fatta solo di una trama di sintomi: essa diviene necessaria se il malato non è altro che un cadavere iniettato, botte mezza piena.»
«In realtà, la medicina offre all'uomo moderno il volto ostinato e rassicurante della sua finitudine; in essa la morte è detta e ridetta, ma al contempo scongiurata; e se essa annuncia senza posa all'uomo il limite che questi porta con sé, gli parla anche del mondo tecnico che è la forza armata, positiva e piena della sua finitudine. […] L'Empedocle di Hölderling che giunge, per volontario cammino, sull'orlo dell'Etna, è la morte dell'ultimo mediatore tra i mortali e l'Olimpo, è la fine dell'infinito sulla terra, la fiamma che ritorna al suo fuoco originario e lascia come sola traccia rimanente ciò che appunto doveva essere abolito dalla sua morte: la forma bella e chiusa dell'individualità; dopo Empedocle, il mondo sarà posto sotto il segno della finitudine, in questo spazio senza conciliazione ove regna la Legge, la dura legge del limite; l'individualità avrà per destino di assumere sempre figura nell'oggettività che la manifesta e la cela, che la nega e la fonda: «anche qui, il soggettivo e l'oggettivo scambiano le loro figure». In modo che può parere strano a prima vista, il movimento che sorregge il lirismo nel XIX secolo fa tutt'uno con quello grazie al quale l'uomo ha assunto una conoscenza positiva di se stesso; ma deve forse stupire che le figure del sapere e quelle del linguaggio obbediscano alla stessa legge profonda, e che l'irruzione della finitudine sovrasti, allo stesso modo, questo rapporto dell'uomo con la morte, che da una parte autorizza un discorso razionale, e dall'altra dischiude la fonte d'un linguaggio che si dispiega indefinitamente nel vuoto lasciato dall'assenza degli dei?»
«Non gli veniva nessuna risposta, tranne quella generica che la vita dà a tutte le questioni più complicate e insolubili: vivere giorno per giorno, cioè dimenticare. Cercare l'oblio nel sonno gli era impossibile almeno fino alla notte: non poteva far ritorno alla musica cantata dalle caraffine-donne; dunque, bisognava stordirsi in quell'altro sogno che è la vita.»
«Vassienka Veslovski aveva ignorato sino a quel momento come l'eleganza di un cacciatore consistesse appunto nella trascuratezza del vestito in contrasto con la perfezione dell'arma e degli accessori da caccia.»
«Il lume che rischiarava per lei il libro della vita, pieno di affanni, di dolore e di male, s'accese d'una vampa più viva che mai, illuminando ai suoi occhi tutto quello che prima era avvolto nelle tenebre; poi crepitò, tremolò e si spense per sempre.»
«Ogni uomo, esaminando nei minimi particolari il complicato gioco delle condizioni della propria esistenza, è involontariamente indotto a credere di essere il solo al quale si imponga la necessità di far fronte a tante complicazioni e di sbrigare affari tanto imbrogliati, e non immagina che gli altri, come lui, devono districare casi altrettanto imbarazzanti.»
«In tutto il corpo dell'animale e particolarmente nella testa, c'era qualcosa di deciso e di energico, e la sua espressione era piena di dolcezza. Frou-Frou era una di quelle bestie che sembrano non parlare soltanto perché la conformazione della bocca non lo consente loro.»
«Non esistono condizioni alle quali l'uomo non possa assuefarsi, soprattutto quando vede che tutti quelli che gli sono vicini vivono nello stesso modo.»
Lunedí, 23 novembre, giorno di san Clemente papa e martire e di altri nel martirologio,
Vigilia di san Crisogono martire e di altri,
Dalle dieci e mezzo circa di sera sino a circa mezzanotte e mezzo,
Fuoco.
Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, non dei filosofi e dei sapienti.
Certezza, Certezza. Sentimento. Gioia. Pace.
Dio di Gesú Cristo. Deum meum et Deum vestrum.
“Il tuo Dio sarà il mio Dio”.
Oblio del mondo e di tutto, fuorché di Dio.
Lo si trova soltanto per le vie insegnate dal Vangelo.
Grandezza dell'anima umana.
“Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto”.
Ch'io non debba essere separato da lui in eterno.
Gioia, gioia, gioia, pianti di gioia.
Mi sono separato da lui. Dereliquerunt me fontes aquae vivae.
“Mio Dio, mi abbandonerai?”.
“Questa è la vita eterna, che essi ti riconoscano solo vero Dio e colui che hai inviato: Gesú Cristo”.
Gesú Cristo.
Gesú Cristo.
Mi sono separato da lui; l'ho fuggito, rinnegato, crocifisso.
Che non debba mai esserne separato.
Lo si conserva soltanto per le vie insegnate dal Vangelo.
Rinuncia totale e dolce.
Sottomissione intera a Gesú Cristo e al mio direttore.
In gioia per l'eternità per un giorno di esercizio sulla terra. Non obliviscar sermones tuos. Amen.»
(Blaise Pascal, Pensieri, a cura di P. Serini, Einaudi, Torino, 1967, pagg. 421-422.)
Carlos Ruiz Zafón
«Noi li vendiamo e li compriamo, ma in realtà i libri non ci appartengono mai. Ognuno di questi libri è stato il miglior di qualcuno.»
«Anni dopo, ogni volta che avrebbe infilato la rivoltella nella bocca di un prigioniero e premuto il grilletto l'ispettore capo Francisco Javier Fumero si sarebbe ricordato di quando vide il cranio della madre esplodere come un'anguria matura vicino ad un chiosco di Las Planas e non provò niente, se non quel senso di fastidio che suscitano le cose morte.»
«Nei miei sogni di adolescente, lei e io saremmo sempre stati due amanti che fuggivano in sella a un libro, pronti a dileguarsi in un mondo immaginario fatto di illusioni di seconda mano.»
«Quando si renderà conto che i libri fanno compagnia ma portano solo miseria e deciderà di svaligiare una banca o di fondarne una, che è lo stesso, venga a trovarmi e le spiegherò un paio di cose su chiavistelli e serrature.»
«Nessuno lo è, neanche Freud; le donne per prime non lo sono, ma è come la corrente elettrica: non c'è bisogno di prendere la scossa per capire come funziona.»
«Se si vuole davvero possedere una donna, bisogna imparare a pensare come lei. Tutto il resto, il morbido involucro che ti fa perdere la ragione e l'onore, viene di conseguenza. […]
Non a caso il maestro diceva: mostratemi un dongiovanni e smaschererò il finocchio che è in lui.»
«No, mi dispiace. Però posso offrirle una caramella Sugus, che, come è stato scientificamente dimostrato, contiene la stessa quantità di nicotina di un Montecristo e in più un mucchio di vitamine.»
«In every user interface study we’ve ever done […], [we found] it’s pretty easy to learn how to use these things ‘til you hit the file system and then the learning curve goes vertical. So you ask yourself, why is the file system the face of the OS? Wouldn’t it be better if there was a better way to find stuff?
Now, e-mail, there’s always been a better way to find stuff. You don’t keep your e-mail on your file system, right? The app manages it. And that was the breakthrough, as an example, in iTunes. You don’t keep your music in the file system, that would be crazy. You keep it in this app that knows about music and knows how to find things in lots of different ways. Same with photos: we’ve got an app that knows all about photos. And these apps manage their own file storage. […]
And eventually, the file system management is just gonna be an app for pros and consumers aren’t gonna need to use it.»
«Qualora qualcuno abbia portato un'accusa contro un uomo, e l'accusato salti nel fiume, qualora egli affondi nel fiume l'accusatore prenda possesso della sua casa. Ma qualora il fiume provi che l'accusato non è colpevole, e qualora ne esca indenne, allora chi aveva portato l'accusa sia messo a morte, mentre chi era saltato nel fiume prenderà possesso della casa appartenuta all'accusatore.»
«Qualora qualcuno porti un'accusa di qualche crimine davanti agli anziani, e non provi ciò che ha denunciato, qualora si tratti di un crimine per cui è prevista la pena capitale, sia messo a morte.»
«Qualora un giudice esamini un caso, raggiunga una decisione, e presenti il suo giudizio per iscritto; qualora poi appaia un errore nella sua decisione, e ciò dipenda da sua colpa, paghi allora dodici volte la multa da lui stabilita nel caso, e sia pubblicamente rimosso dal posto di giudice, né mai più vi sieda per rendere giustizia.»
«Qualora qualcuno compri dal figlio o dallo schiavo di un altro uomo, senza testimoni o un contratto, argento o oro, un bue o una pecora, un asino o qualunque cosa, o qualora egli ne prenda dominio, è considerato un ladro, e sia messo a morte.»
«Qualora qualcuno rubi bestiame o pecore, o un asino, o un maiale o una capra, qualora esso appartenga a un dio o alla corte, il ladro paghi trenta volte tanto; qualora appartengano a un uomo liberato del re paghi egli il decuplo; qualora il ladro non abbia nulla con cui pagare, sia messo a morte.»
«Qualora una persona perda un bene, e lo ritrovi in possesso di un altro: qualora il possessore dica "Un mercante me l'ha venduto, ho pagato un prezzo di fronte a testimoni", ed il proprietario della cosa dica, "Porterò testimoni che conoscono la mia proprietà", allora l'acquirente porti il mercante che gliel'ha venduto, ed i testimoni dell'acquisto, ed il proprietario porti i testimoni che possono identificare la sua proprietà. Il giudice esamini le loro testimonianze - tanto dei testimoni davanti ai quali fu pagato, quanto di coloro che identificano sulla parola il bene perduto. Il mercante allora si dimostra un ladro e sia messo a morte. Il proprietario del bene smarrito riceve la sua proprietà, e chi l'aveva comprato riceve il denaro pagato dal patrimonio del mercante.»
«Qualora l'acquirente non porti il mercante e i testimoni davanti ai quali ha comprato il bene, ma il proprietario porta testimoni che lo identificano, allora il compratore è un ladro e sia messo a morte ed il proprietario riceve il bene perduto.»
«Qualora i testimoni non siano subito reperibili, allora il giudice fissi un limite, allo spirare di sei mesi. Qualora i suoi testi non siano comparsi nei sei mesi, è un malfattore, e sopporti la multa del caso pendente.»
«Qualora qualcuno prenda uno schiavo della corte maschio o femmina, o uno schiavo maschio o femmina di un uomo liberato, fuori dalle porte della città, sia messo a morte.»
«Qualora qualcuno riceva in casa sua uno schiavo fuggitivo (maschio o femmina) della corte, o di un uomo liberato, e non lo porti fuori alla pubblica proclamazione del capo della casa, il padrone della casa sia messo a morte.»
«Qualora qualcuno trovi schiavi (maschi o femmine) fuggitivi in aperta campagna e li riporti al padrone, il padrone degli schiavi lo ricompensi con due shekels d'argento.»
«Qualora lo schiavo non fornisca il nome del padrone, il ritrovatore lo porti al palazzo; segua un ulteriore ricerca, e lo schiavo sia restituito al suo padrone.»
«Qualora il ladro non sia trovato, allora il derubato denunci sotto giuramento l'ammontare della sua perdita; allora la comunità, e ... sul cui terreno e territorio e nel cui dominio era [, ] lo indennizzino per la merce rubata.»
«Qualora il fuoco distrugga una casa e qualcuno che viene per porre l'occhio sulla proprietà del padrone della casa prenda la proprietà del padrone della casa, egli sia gettato esattamente in quel medesimo fuoco.»
«Se un capo o un uomo (soldato comune), cui è stato ordinato di andare sulla via maestra del re per la guerra non va, ma assolda un mercenario, se trattiene il compenso, allora questo capo o uomo sia messo a morte, e chi lo rappresentava prenda possesso della sua casa.»
«Qualora un capo o uomo (soldato comune) sia preso nella sfortuna del re (catturato in battaglia) e qualora i suoi campi e il giardino siano dati ad un altro e questi ne prenda possesso, qualora egli ritorni e raggiunga il suo posto, il suo campo ed il giardino gli siano restituiti, egli ne ritornerà in possesso.»
«Qualora un capo o uomo sia preso nella sfortuna di un re, se suo figlio è in grado di entrare in possesso, allora il campo ed il giardino siano dati a lui, egli succederà nell'asse ereditario di suo padre.»
«Se un capo o un uomo lascia la sua casa, giardino e campo e lo da in affitto, e qualcun altro prende possesso della sua casa, giardino e campo e lo usa per tre anni: se il primo proprietario ritorna e rivendica la sua casa, giardino e campo, non sia dato a lui, ma continui ad usarlo chi ne prese possesso e lo usò.»
«Qualora un capo o un uomo sia catturato nella "Strada del Re" (in guerra), e un mercante lo riscatti, e lo riporti al suo posto; qualora egli abbia i mezzi nella sua casa per pagare il riscatto, si riscatti lui stesso: qualora non abbia alcunché nella sua casa per riscattarsi, sia riscattato dal tempio della sia comunità; qualora non vi sia alcunché nel tempio con cui pagare, paghi la corte. Il suo campo, giardino, e casa non siano dati per l'acquisto della sua libertà.»
«Qualora un ... o un ... si registri come un ritirato dalla "Strada del Re", e mandi un mercenario o un sostituto, ma lo ritiri, allora il ... o ... sia messo a morte.»
«Qualora un ... o un ... leda la proprietà di un capitano, ferisca il capitano, o porti via dal capitano un dono offerto dal re, allora il ... o ... sia messo a morte.»
«Qualora qualcuno compri il campo, il giardino, e la casa di un capo, uomo, o di uno soggetto a pagare una rendita, la sua tavola di vendita sia rotta (dichiarata invalida) e perda il suo denaro.»
«Un capo, uomo, o uno soggetto a pagare una rendita non può assegnare la sua tenuta del campo, casa, e giardino a sua moglie o figlia, e nemmeno possa assegnarli per un debito.»
«Egli può vendere il campo, giardino, e casa ad un mercante (agente reale) o ad altro pubblico ufficiale, mantenendo il compratore l'usufrutto sul campo, casa e giardino.»
«Qualora qualcuno recinti il campo, giardino, e casa di un capo, uomo, o di uno soggetto a pagare una rendita, allestendo una palizzata; se il capo, uomo o il soggetto a pagare una rendita ritorna al campo, giardino, e casa, la palizzata che gli era stata data divenga sua.»
«Qualora qualcuno prenda in uso un campo per coltivarlo, e non ne ricavi alcun raccolto, si deve provare che egli non abbia lavorato sul campo, e dovrà consegnare cereali, quanti ne ha ottenuti il suo vicino, al proprietario del campo.»
«Qualora non coltivi il campo, ma lo lasci giacere incolto, darà cereali come il suo vicino al proprietario del campo, ed il campo che ha lasciato giacere incolto dovrà ararlo, seminarlo e renderlo al suo proprietario.»
«Qualora qualcuno prenda il dominio di un campo lasciato incolto per renderlo arabile, ma è pigro, e non lo rende arabile, seminerà il campo incolto nel quarto anno, lo erpicherà e coltiverà, e lo renderà al proprietario, e per ogni decina di gan (una misura d'area) dieci gur di cereali gli saranno pagati.»
«Qualora un uomo dia in affitto il suo campo per coltivazione contro una rendita stabilita, e riceva la rendita, ma il maltempo sopravvenga a distruggere il raccolto, il danno cade sul coltivatore del suolo.»
«Qualora non riceva una rendita fissa per il suo campo, ma lasci per tale titolo metà o la terza parte del raccolto, il cereale sul campo sia diviso proporzionalmente tra il coltivatore ed il proprietario.»
«Se il coltivatore, poiché non ha avuto successo nel primo anno, ha fatto coltivare il terreno da altri, il proprietario non può sollevare alcuna eccezione; il campo è stato coltivato ed egli riceve il raccolto secondo l'accordo.»
«Se qualcuno ha un debito per un prestito, e una tempesta danneggia i cereali, o il raccolto perisce, o i cereali non crescono per carenza di acqua; in quell'anno non ha bisogno di dare al creditore alcuna quantità di cereali, egli lava nell'acqua la tavola in cui è segnato il debito e non paga alcuna rendita per tale anno.»
«Qualora qualcuno prenda denaro da un mercante, e dia al mercante un campo coltivabile a frumento o a sesamo e gli ordini di piantare frumento o sesamo nel campo, e di eseguire il raccolto; qualora il coltivatore pianti frumento o sesamo nel campo, al raccolto il frumento o il sesamo apparterrà al proprietario del campo ed egli pagherà il frumento come rendita, per il denaro ricevuto dal mercante, ed egli dia ciò che serve alla sussistenza del coltivatore al mercante.»
«Qualora egli dia un campo da frumento coltivato a frumento, o un campo da sesamo coltivato a sesamo, il frumento nel campo appartenga al proprietario del campo, e restituisca il denaro al mercante come prestato.»
«Qualora non abbia denaro per rifondere, allora paghi in frumento o sesamo al posto del denaro come prestato per ciò che ha ricevuto dal mercante, secondo la tariffa reale.»
«Qualora uno sia troppo pigro per tenere il suo argine in condizioni appropriate, e non lo tiene così; qualora dunque l'argine rompa e tutti i campi siano allagati, allora colui nel cui argine avvenne la rotta sia venduto per denaro, ed il denaro rimpiazzi il frumento di cui ha causato la perdita.»
«STEPHEN: (EAGERLY) Tell me the word, mother, if you know now. The word known to all men. THE MOTHER: Who saved you the night you jumped into the train at Dalkey with Paddy Lee? Who had pity for you when you were sad among the strangers? Prayer is allpowerful. Prayer for the suffering souls in the Ursuline manual and forty days' indulgence. Repent, Stephen.» (James Joyce, Ulysses)
^(Quanto più l'essere che opera è perfetto, tanto più perfetta è la delectatio che proverà nell'operazione.) Fonte: Dante Alighieri, La Divina Commedia, Nota integrativa a Inf. VI, 107, pagina 202, commento di Anna Maria Chiavacci Leonardi, ISBN 9788804546542
^Fonte: Nota introduttiva a Genealogia della morale, pag. XV, ISBN 8845905888
^Alla ricerca del tempo perduto, Vol. IV, Sodoma e Gomorra, pagg. 32-33; commento dell'autore medesimo, ibidem: «Ne conclusi più tardi che una sola cosa è rumorosa quanto la sofferenza, ed è il piacere, soprattutto quando vi si aggiungono — in mancanza della paura di avere bambini, caso che qui non poteva darsi, malgrado l'esempio poco probante della Leggenda aurea — preoccupazioni immediate di pulizia.»