Isola Filicudi

isola dell'arcipelago delle Eolie
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L'Isola di Filicudi è un'isola di 9,7 km² facente parte delle Isole Eolie.

Vista di Alicudi e Filicudi

Amministrativamente fa parte del comune di Lipari (ME), (coordinate 38° 35′ 00′′ N 14° 34′ 00′′ E). Anticamente era nota come Phoenicusa, ricca di felci, ovvero di una caratteristica palma nana ancora presente sui promontori dell'isola.

Geografia

L'isola di Filicudi è la seconda isola più occidentale dell'arcipelago (dopo Alicudi) ed è situata a circa 24 miglia marine a ovest di Lipari. È dominata dal monte Fossa delle Felci, un vulcano spento alto 774 m. La popolazione, circa 250 abitanti (che raggiungono i 3000 grazie al turismo estivo), è distribuita tra i centri di Filicudi Porto, Valdichiesa e Pecorini a Mare, collegati tra loro dall'unica strada asfaltata dell'isola e da una fitta trama di mulattiere.

 
Le isole Eolie o Lipari.

Economia

Ad oggi i principali prodotti agricoli dell'isola sono i capperi ed i fichi. La principale voce dell'economia locale è il turismo. La pesca non è praticata intensamente, mentre lo è quella amatoriale o comunque non professionale.

Cultura

Lo scultore Jacques Basler organizza a Filicudi in località Fossetta una effervescente Biennale d'arte. É presente sull'isola una sezione del Museo Archeologico Eoliano, con reperti provenienti dagli scavi di Capo Graziano e da altre zone delle Isole Eolie Molto interessanti sono le rovine del villaggio Neolitico sul promontorio di Capo Graziano.

Ecologia

Filicudi è sotto la protezione dell'Unesco in quanto patrimonio dell'Umanità. È stato creato un parco regionale in parte dell'isola.


Trasporti

Il collegamento dell'isola di Filicudi alla terraferma è assicurato da un servizo di traporto marittimo via aliscafo, nave o catamarano. Per andare a Milazzo si effettuano gli scali di Rinella e Santa Marina Salina, Lipari, Isola di Vulcano. Il Comune di Lipari ha imposto una tassa di circa un euro per l'entrata nel suo territorio, a fronte del rilascio di una ricevuta valida un giorno.

Sviluppo

La luce elettrica è stata portata a Filicudi nel 1986, con un impianto di generazione a gasolio, innescando un drammatico balzo nel futuro nella quotidianità degli isolani. Il turismo ha iniziato a svilupparsi in quel periodo, crescendo vertiginosamente fino ai livelli odierni. Con l'elettricità sono giunti sull'isola ausilii per ogni attività, le pompe elettriche per l'acqua dei pozzi, le televisioni sono divenute di massa, gli elettrodomestici hanno cominciato a diffondersi. Ancora oggi (nel 2005) la [rete idrica] dell'isola non è paragonabile a quella di un qualsiasi paesino sulla terraferma. Per strane ed opinabili decisioni politiche si è deciso di spendere parecchi soldi trasportando l'acqua tramite navi cisterna per poi distribuirla sulla rete idrica per alcune ore alla settimana nelle varie zone dell'isola, piuttosto che impiantare un impianto dissalatore.

Approdi

Due sono gli approdi principali di Filicudi, nessuno dei quali può definirsi sicuro per ogni condizione meteorologica. Il Porto, quello dove approdano quasi tutte le navi, i traghetti e gli aliscafi, è naturalmente la zona più frequentata e "commerciale" dell'Isola di Filicudi. Pecorini Mare, rappresenta l'alternativa di attracco nelle giornate in cui per le condizioni meteo o per altri motivi i mezzi di collegamento non possono attracare al Porto. Ultimamente viene spesso utilizzato per far attraccare la nave di collegamento con Napoli.

Umorismo

A causa della proverbiale cocciutaggine tipica delle culture isolane, è ormai d'uso corrente l'espressione essere una testa di Filicudi, ormai citata sempre più in quotidiani e riviste!

Etimologia

L'etimologia del nome Filicudi si fa risalire al nome di una palma nana che cresceva abbondante e rigogliosa nell'isola. Essa è la Chamaerops humilis,ancora presente sulle alture dell'isola, a Montagnola ed a Fossa Felci.

Poste

Nell'isola è presente un ufficio postale in contrada Pecorini monte, vicino la Chiesa di Pecorini, adornato da una macina di pietra di un antico mulino.

Luoghi di interesse

  • Il tramonto, da Stimpagnato, con vista sullo scoglio la canna e con lo sfondo di Alicudi.
  • Il villaggio neolitico sul promontorio di Capo Graziano.
  • Le Macine, accessibili dalla mulattiera che conduce al villaggio neolitico.
  • Lo scoglio del Giafante. Uno scoglio basaltico a nord dell'isola che si erge dal mare ed ha una forma che ricorda vagamente un elefante, da cui il nome in siciliano "Giafante". È il risultato di una eruzione vulcanica, della quale è rimasta soltanto la colonna lavica centrale.
  • La Grotta del Bue Marino.
  • Fossa Felci.
  • L'ara sacrificale in cima al promontorio di Capo Graziano.
  • La sede del Museo Eoliano in località porto.
  • Il saloon di Zio Nino (Triolo) a Pecorini Mare, ma d'inverno, lontani dalla bolgia dei turisti modaioli.

Collegamenti esterni

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