Gog e Magog

figure bibliche

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Miniatura persiano del XVI secolo che illustra la costruzione di un muro allo scopo di tenere lontane Gog e Magog dalle popolazioni civilizzate

Gog e Magog sono leggendarie popolazioni dell'Asia centrale, citate nella tradizione biblica e poi in quella coranica, quali genti selvagge e sanguinarie, fonte di incombente e terribile minaccia.

In varie epoche furono identificati con sciti, goti, mongoli, tartari, magiari, khazari, russi, tedeschi, cinesi o indiani. Anche la collocazione territoriale delle popolazioni Gog e Magog venne fantasiosamente definita in varie opere cartografiche del Medioevo, come il mappamondo di Ebstorf e quello di Hereford.[senza fonte]

La tradizione di Gog e Magog (ebraico גוג ומגוג; arabo يأجوج و مأجوج) ha inizio nella Bibbia ebraica con riferimento a Magog, figlio di Jafet, nella Genesi (Genesi 10:2) e continua in una serie di profezie criptiche nel Libro di Ezechiele (Ezechiele 38-39), che trovano eco nell'Apocalisse di Giovanni ( Apocalisse 20:8) e nel Corano (Corano XVIII; La caverna, 94).

La tradizione è molto ambigua così come la vera identità dei personaggi è differente da una fonte all'altra. Essi vengono presentati come uomini, esseri soprannaturali come giganti o demoni, gruppi etnici o territori. Gog e Magog appaiono sia nella mitologia che nel folklore. Anche la tradizione rabbinica non individua con certezza questi nomi ma viene precisato che, con riferimento alla guerra citata, sono collegati all'avvento messianico.

La prima citazione di "Magog", nella Bibbia ebraica, è nella tavola delle Nazioni in Genesi 10, dove Magog è il capostipite di un popolo o di una nazione (Noè-Jafet-Magog che aveva per fratelli Tubal e Mescec), ma può anche essere il nome della nazione, ovvero la terra di Gog; infatti Dio ripete varie volte ai personaggi "sarai una nazione". Altri riferimenti biblici sono:

  • primo libro delle Cronache, 5, 3-4 : Gioele-Gog-Semaià-Simei-..-Beera che è capo dei Rubeniti, ma non discendente diretto della tribù di Ruben. Sono riportati nel passo successivo a quello dei discendenti di Ruben (primo figlio di Giacobbe). Tuttavia, il testo non fa risalire Gioele a Ruben, ma a Simeone (1Cronache, 4, 24-35: Simeone-Saul-Simei che ebbe Gioele fra i suoi 16 figli e 6 figlie).
    Qui viene fornita una informazione per localizzare Gog (Cronache, 4: 39-43), perché i sedici figli di Simeone si sipinsero fino a Ghedor e alle montagne di Seir, sottraendo le terre ai discendenti di Cam (figlio di Noè).
    In 1Cronache (da 1 a 4) non vi sono altre citazioni per i nomi "Ruben", "Simeone", "Saul", "Gog" e "Gioele" che possano lasciare dubbi interpretativi, mentre per i nomi "Simei" e "Semaià" abbiamo anche degli omonimi:
    • 1 Cronache, 3, 10-16: Salomone-Ezechia-Amon-Giosia-Ioakim-Ieconia-Sedacìa, e subito dopo,
    • 1 Cronache, 3, 17-22: Ieconia, il Prigioniero-"Simei" e Zorobabele-Anania-Isaia-Abdìa-Secania-"Semaià". Posto che si tratti della stessa persona (Ieconia, e Ieconia il prigioniero), non essendo altri di nome "Ieconia" menzionati in 1Cronache 1-2-3-4, Semaià tramite Ieconia/Ieconia il Prigioniero, discende da Salomone;
  • la profezia di Ezechiele (38 e 39), in cui Gog è riferito come persona «Gog del paese di Magog, principe sovrano di Rosh, Meshech e Tubal» (Ez, 38:2-3), dove Magog-Mescec-Tubal sono anche i nomi dei figli di Noè-Jafet (Genesi 10:2) ;
  • Rivelazione 20:7-8;
  • Apocalisse, XX, 7: «Satana sarà liberato dal suo carcere e uscirà per sedurre le nazioni, Gog e Magog» (come in Rivelazione 20).

Quello delle terre occupate dai figli di Simeone è l'unico riferimento geografico in Cronache da 1 a 4. I figli di Noè furono: Sem, Cam, Jafet. I figli di Jafet furono Magog, Tubal, Mescec e altri (Genesi, 10:2).
Secondo le Cronache, Simeone e i suoi discendenti «fino a oggi» (Gioele, Gog e Semaià) sottrassero le terre a Cam, e in Ezechiele Gog appartiene al paese di Magog, principe di Mescec e Tubal.

Gog e Magog appaiono nel Corano, Sura Al-Kahf, 18:83-98, e come Yajuj Majuj.[senza fonte]

Il nome "Gog" è stato anche identificato come crittogramma di Babele o di Babilonia.[senza fonte]

Il nome MAGOG è anche criptico interno, cioè con radice MA e con la ripetizione enfatica GOG, e indica il perdurare, la costanza, ed ha come simbolo la fenice[senza fonte]. Alcuni studiosi ritengono tale popolazione antenata dei Magi[senza fonte].

Gog e Magog nella cultura popolare

  • Nel Milione di Marco Polo Gog e Magog sono regioni del Tenduk. La prima è abitata da una tribù chiamata "Gog", la seconda dai Tartari.
  • Gog e Magog è anche il titolo di un libro di racconti chassidici scritto dal filosofo austriaco Martin Buber. Il poeta Giovanni Pascoli nei Poemi conviviali scrisse un componimento intitolato Gog e Magog.[1]
  • "Gog" è il personaggio che dà titolo al romanzo di Giovanni Papini che, infatti, usa come introduzione la citazione dall'Apocalisse per presentare l'ambiguo figuro che darà voce alla narrazione.
  • Dall'espressione "Gog e Magog" deriva il popolare modo di dire "andare in goga e magoga", che significa "andare in un paese molto lontano"[2]. A esso si rifà il titolo dell'album Goga e Magoga, di Davide Van De Sfroos.
  • "Gog e Magog" sono i nomi dei cani di Stelio Èffrena ne Il fuoco di G. D'Annunzio.
  • Nell'album Jehovahkill, del musicista e scrittore inglese Julian Cope, è presente un brano intitolato "Gogmagog".
  • Nel videogioco nipponico Final Fantasy XIII-2 compare un boss chiamato Gogmagog

Note

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