Nikolaj Fëdorovič Fëdorov
Nikolaj Fëdorovič Fëdorov (in russo Фёдоров, Николай Фёдорович; 9 giugno 1829 – Mosca, 28 dicembre 1903) è stato un filosofo russo. È considerato il fondatore del pensiero cosmista.

"Pensatore enigmatico", come lo definì Bulgakov [1] fu filosofo, scrittore e bibliotecario che destò l'interesse e l'ammirazione dei grandi protagonisti della letteratura russa come Vladimir Sergeevič Solov'ëv [2], Fëdor Dostoevskij, Lev Tolstoj [3] e che fu anche noto negli ambienti scientifici per la sua dottrina basata su un'incrollabile fiducia nel progresso delle scienze che, a suo parere, non solo avrebbero rigenerato il mondo impedendo per sempre l'avvento dei disastri naturali ma sarebbero riuscite a sconfiggere la morte attuando la resurrezione dei corpi. La sua tesi, basata su un profondo senso religioso, radicato nella spiritualità del cristianesimo ortodosso, venne delineata nel libro Философия общего дела (Filosofija obščego dela) (La filosofia dell'opera comune, 2 voll., postumi, 1906-13) dove Fëdorov sosteneva che la filosofia dovesse abbandonare il campo puramente speculativo e diventare una pratica «proiettiva» che si servisse della conoscenza per elaborare un «progetto d'un mondo migliore» dove, attraverso un «opera comune e universale», si ponesse fine alle ingiustizie, alle paure, e agli egoismi [4].
Durante la vita del filosofo i suoi pochi scritti ebbero scarso successo e furono incompresi dal grande pubblico [5] e la riscoperta del suo pensiero avvenne esclusivamente dopo l'avvento del regime sovietico che vedeva in Fëdorov il padre del cosmismo teoria che sosteneva la possibilità di uno sviluppo sociale affidato al progresso tecnico-scientifico, anche se nelle successive ristampe della sua opera si fece molta attenzione a distinguere fra le sue tendenze considerate come reazionarie (come la fiducia nel cristianesimo ortodosso) da quelle progressiste.[6]
Vita
Figlio illegittimo del principe P.I. Gagarin e di una circassa, lavorò per 25 anni come bibliotecario in uno dei musei più importanti di Mosca, il museo Rumyanzev che conteneva la biblioteca più importante della città, e condusse un'esistenza molto ritirata. Sebbene fosse di idee radicali era profondamente legato ai culti religiosi che frequentava quotidianamente. Sobrio nel mangiare, beveva solo tè e viveva in una stanza in affitto grande come una cella, dormendo su una panca usando un libro come cuscino e coprendosi con vecchi giornali. Disprezzava il denaro e donava gran parte del suo magro salario ai poveri.
Fëdorov mettendo la sua straordinaria erudizione al servizio di un unico e grande fine: creare, attraverso la scienza le condizioni necessarie per la risurrezione dei morti: un progetto al quale l'umanità avrebbe dovuto collaborare in toto poiché nessun problema sociale, politico, filosofico si sarebbe potuto risolvere se prima non si fosse risolto quello della morte. [7]
La fiducia nella scienza
Ne La filosofia dell'opera comune del 1903, Fëdorov descrive come una delle tappe fondamentali per il raggiungimento dell'immortalità è la trasformazione della Terra, un magnete naturale, in un elettromagnete. Una serie di cavi elettrici circonderanno il mondo con una schema a spirale, dando la possibilità di controllare le tempeste e, assieme a una rete di parafulmini, l'intero clima del nostro pianeta. Anche Lenin, successivamente, attribuirà all'elettricità un potere quasi magico, ma questo è nulla rispetto al progetto di Fëdorov, al confronto del quale, secondo l'opinione del critico russo Alexandr Dugin, Prometeo è un dilettante.
Nell'ascesi umana predicata da Fëdorov la castità aveva un ruolo centrale, tenendo soprattutto in conto la sua accentuata sessuofobia. Tuttavia, egli non s'illuse che il momento della castità universale fosse già giunto: per realizzare il Compito Comune l'umanità necessitava di nuovi individui. Il sesso, in buona sostanza, era un male necessario. Quest'idea venne ripresa più tardi da un fervente cosmista, affezionato alla filosofia fedoroviana, Aleksander Gorsky (1886-1943), che oltre ad avere una propensione per l'occultismo svolgeva in quegli anni i primi, pionieristici studi sul paranormale [8]. Nel tentativo di dare figli alla teoria della castità attiva di Fëdorov, Gorsky sostenne la possibilità di sublimare, accumulare e reindirizzare a fini più nobili gli sterili istinti sessuali, e in questo si può sentire la comunanza d'opinione con quelle teorie freudiane che agli inizi del XX secolo avevano avuto, se non grande successo, l'attenzione degli scienziati di tutto il mondo.
Nella La filosofia dell'opera comune, grazie alla scienza tutti gli antenati sarebbero risorti, in una comunanza lavorativa di archeologia, museologia e biologia. La fase di ricostruzione di un corpo defunto è assimilabile al restauro di un capolavoro del passato. Gli archeologi e gli astronomi (attraverso la ricerca di atomi dei defunti sparsi per il cosmo) si sarebbero occupati della ricostruzione fisica degli avi, mentre gli artisti-scienziati avrebbero convogliato le loro conoscenze nel recupero dell'intima individualità di ogni singolo individuo, dall'assassino all'agricoltore.
La risurrezione immanente da lui promulgata si distingueva da quella trascendente, in quanto frutto dell'azione umana, realizzata entro i limiti del cosmo che non può mai venire trasceso. Questa visione fondamentalmente anticristiana è costata severe critiche nei suoi confronti da parte di schiere di teologi, fra i quali Florovskij; anche se ci sono stati altri teologi che l'hanno accolta entusiasticamente, come Vladimir Solov'ev.
La vittoria sulla morte avrebbe comportato un sovrappopolamento della Terra, evitabile solo attraverso la colonizzazione di altri pianeti. Una necessità utopica, questa, che affascinò numerosi fisici, fra i quali Konstantin Ziolkovsky, il padre della cosmonautica russa, che conobbe Fëdorov da giovane quando frequentò la biblioteca di Mosca, e che diede un'impronta fisica a questo progetto visionario. Una volta raggiunto il sogno dell'immortalità il Compito Comune non è ancora finito, ma sfocerà nella colonizzazione di altri corpi celesti, attraverso astronavi rese onnipotenti dalla superiore tecnologia umana. Simbolo e strumento di tutto questo sarà la cosiddetta “cattedrale celeste”, resa possibile dalla fusione di architettura e astronomia. Questa cattedrale è uno sciame di astronavi: ogni sua singola protuberanza risponderà ai comandi del suo equipaggio, mentre il movimento collettivo sarà reso grazie a un'intelligenza decentralizzata che nasce dall'unione delle diverse parti (nell'era moderna alcuni critici hanno voluto vedere in quest'idea lo stato embrionale di internet).
Per quanto visionarie possano sembrare le sue idee, il sociologo italiano N. Bosco ha opportunamente osservato che l'ingenua fiducia di Fëdorov nella scienza si spiega solo tenendo in conto l'ambiente in cui egli si trovava a lavorare, prerivoluzionario e sempre in attesa di una palingenesi. Mosso all'azione dal profondo contrasto determinato dalle diseguaglianze sociali, questo pensatore sognava un'azione collettiva che portasse al bene comune e all'abbattimento degli ostacoli sociali ed economici.
Il supramoralismo
Fëdorov, dunque, fonda un'etica particolare, o supramoralismo, come lui stesso lo chiama che deve fondarsi su tre elementi essenziali: L'uomo, Dio e la Natura fusi sinteticamente tra loro. L'uomo essere razionale è guidato dalla volontà di Dio e nello stesso tempo egli guida le forze naturali. L'individuo non deve agire né per sé, né per gli altri, ma con tutti e per tutti, con l'unico scopo di volgere le forze alla risurrezione degli antenati, che avrebbero atteso di rivedere la luce del sole in un ipotetico cimitero mondiale (mirovoi nekropol), situato nelle regioni gelide del Nord.
Le spaccature sociali a lui contemporanee, che andavano essenzialmente contro quella comunione fraterna in Adamo, erano a suo parere state alimentate dalla colpevole filosofia occidentale, che esaltava il soggetto a spese della collettività: dall'oracolo di Delfi con il "conosci te stesso", questo processo di disintegrazione ha avuto sostenimento in Cartesio e Kant fino a giungere all'autodistruzione con Nietzsche, la cui volontà di potenza Fëdorov ribattezzò "volontà di morte e distruzione". Lo scagliarsi contro quel pensiero filosofico che in larga misura aveva contribuito al progresso scientifico può apparire un controsenso, se non fosse che la concezione etica del pensatore russo, il sopramoralismo, postulava l'abbattimento fra il soggetto e l'oggetto (fra io e tu) attraverso il noi. Un pensiero così innovativo si presta inevitabilmente a diverse chiavi di lettura: alcuni hanno visto in lui l'ideologo di un cristianesimo patriarcale, altri un profeta della rivoluzione scientifica, altri ancora uno studioso dedito all'occultismo, un bolscevico mistico. Tuttavia il suo pensiero non è scindibile da molte altre teorie cosmiche e di palingenesi venture, sebbene tutti i rappresentanti dell'intellighenzia russa successivamente dovranno sempre fare i conti con lui.
Opere
- Filosofia dell'opera comune, 1903
Note
- ^ AA.VV., Filosofie nel mondo, Bompiani, 2014 (Bibliografia su "Filosofia dell'impresa comune di Fëdorov)
- ^ «Io abbraccio senza riserva il vostro progetto...il vostro progetto è il primo movimento dell'umanità sulla via di Cristo.» (Lev Šestov, Speculazione e rivelazione, Bompiani 2014)
- ^ «Sono orgoglioso di vivere nella stessa epoca di un uomo simile» (L. Šestov, Op. cit. ibidem)
- ^ Enciclopedia Treccani alla voce corrispondente
- ^ Tolstoj racconta che volendo far conoscere l'opera di Fedorov espose i principi fondamentali della sua dottrina in una riunione della società psicologica di Mosca ma si accorse che gli astanti ridevano nell'ascoltare le teorie del filosofo. Tolstoj si sdegnò per questo comportamento, lascio la riunione e ritirò la sua adesione alla società.(L. Šestov, Op. cit. ibidem)
- ^ Roberto Manzocco, Esseri Umani 2.0: Transumanismo, il pensiero dopo l'uomo, Springer Science & Business Media, 2014 p.26
- ^ R. Manzocco, Op.cit., pp.18 e sgg.
- ^ R. Manzocco, Op.cit., p.28
- ^ N. F. Fëdorov, La filosofia del compito comune in Stato e potenza
Bibliografia
- F. Dimitri, Comunismo magico, Castelvecchi Editore, 2004, ISBN 88-7615-007-2.
- Gino Piovesana, Storia del pensiero filosofico russo, Alba, Edizioni Paoline, 1992, ISBN 88-215-2540-6.
- Michele Franceschelli, Suggestioni per il nuovo millennio: il cosmismo russo, questo sconosciuto, su Stato e Potenza, 18 maggio 2013. URL consultato il 10 ottobre 2015.
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