LABEN, acronimo di LABoratori Elettronici e Nucleari, è stata una azienda italiana produttrice di equipaggiamenti elettronici in campo nucleare e spaziale con sedi storiche prima a Milano e poi a Vimodrone.

LABEN
StatoItalia (bandiera) Italia
Fondazione
Chiusura1º giugno 2004
Sede principaleMilano, Vimodrone, Gorgonzola
GruppoThales
Prodottinucleare, spaziale
Dipendenti430[1] (picco, fine anni '90)
Slogan«LABEN. A Finmeccanica Company»
Sito webwww.laben.it

Storia

Gli albori

Fu fondata nel 1958, con sede e laboratori originariamente in un edificio di via Bassini[2][3] a Milano, sito proprio dietro alla facoltà nucleare del Politecnico, nello stesso stabile del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) - settore di Astrofisica, dove lavoravano il Nobel Occhialini e l’allora giovane Bignami, divenuto più tardi presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Attiva da subito nel campo della progettazione, ingegneria, test e produzione di apparecchiature elettroniche in ambito nucleare, la LABEN fu inquadrata come "divisione nucleare" della Montedel S.p.A. (acronimo di Montecatini-Edison Elettronica, divenuta poi Montedison)[4][5][6]. Ma già nei primi anni '60 estese le sue attività anche all'emergente settore spaziale, focalizzandosi sulla produzione di equipaggiamenti e circuiti stampati [7] [8][9][10][11][12] per le missioni. Altri campi di impiego furono inizialmente anche i minicomputer per applicazioni scientifiche e l'automazione industriale.

Del biennio '67-'68 si ricordano le pionieristiche missioni in Australia dei tecnici LABEN, dove per anni si tentò invano di lanciare il primo razzo europeo ELDO[13], sul quale era installata l'elettronica telemetrica prodotta nello stabilimento milanese (che si comportò egregiamente in quel contesto).

Gli anni d'oro

Nel 1968 l'azienda intraprende la progettazione del LABEN 70, un minicomputer per applicazioni scientifiche ed industriali, che fu presentato nel 1970. Tale minicomputer ebbe disparate applicazioni presso diversi clienti: il CNR di Fiascherino (La Spezia) per uso in elaborazioni marittime e oceanografiche, il Politecnico di Milano per esperimenti di elaborazione delle immagini televisive, l'Università di Pavia per funzioni di elaborazione delle immagini. Nei primi anni '70 il LABEN 70 fu adottato in una ricerca per la costruzione in Europa di una rete di telecomunicazioni simile ad ARPAnet, l'originaria rete statunitense da cui derivò poi Internet. L'uso del minicomputer milanese fu consigliato da Luigi Dadda, che partecipava a tale progetto europeo[14].

La LABEN cessa la propria attività nel campo dei calcolatori nel 1974, come conseguenza di una ristrutturazione che determinò il taglio anche del settore dell'automazione industriale, oltre che di 160 dei 360 dipendenti. L'attività si concentrò quindi sulle due linee di prodotto storiche:

  • la strumentazione nucleare e scientifica ad essa correlata
  • l'elettronica per l'aereospaziale, focalizzandosi via via sullo spaziale.

Il settore spaziale divenne preponderante per la LABEN nel decennio tra gli anni '70 e '80, con abbandono progressivo dell'impegno nel nucleare, anche a causa del mutamento dello scenario italiano rispetto all'uso dell'energia nucleare.

Riorganizzatasi l’Agenzia Spaziale Europea con differenti ambizioni (e anche con un nome diverso, passato da ESRO a ESA), l’industria italiana si concentrò sull’elettronica spaziale per i satelliti e le missioni europee di quegli anni. Cominciarono così i successi della LABEN, di volta in volta associata a consorzi internazionali che comprendevano importanti società inglesi, tedesche e francesi: gli apparati elettronici sviluppati a Milano riguardarono sia i sistemi telemetrici principali dei satelliti e delle sonde, sia i controlli automatici degli strumenti e degli esperimenti ivi installati. All’elettronica di bordo corrispondeva il duale sviluppo del sistema di controllo a terra, da usare sia durante lo sviluppo e test dell'apparato in fabbrica sia per il controllo e supporto da terra dopo il lancio. Praticamente tutte le missioni dell’ESRO e poi dell’ESA utilizzarono a bordo o a terra sistemi elettronici di controllo prodotti dalla LABEN, autonomamente o in collaborazione con gli altri membri del consorzio. 

Contemporaneamente le stesse competenze venivano usate per i satelliti realizzati dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), a partire dal famoso satellite geostazionario sperimentale SIRIO nel 1977, che ebbe una vita talmente più lunga di quella prevista da potere essere spostato alla fine ad orbitare sopra la Cina ed essere venduto a quel governo. Nel frattempo, e grazie allo sviluppo di un computer miniaturizzato per quei tempi modernissimo, la LABEN collaborava ad altri progetti non propriamente spaziali, come il collaudo dei motori dell’aereo da combattimento Tornado, costruito a Torino. Non mancarono forniture di stazioni di controllo terrestre alla base di lancio italiana di Malindi (Kenia), voluta dal prof. Broglio, e alla base europea di Kourou (Guyana Francese).

Era il “periodo d’oro” della LABEN, che si era ingrandita fino a quasi 400 dipendenti all'inizio degli anni '80[15], organizzati in numerose divisioni, fra le quali spiccava ancora quella originaria della strumentazione nucleare. Uno degli ultimi prodotti LABEN del comparto nucleare fu usato nel 2011 per mappare e misurare le radiazioni dell’area circostante alla centrale di Cernobyl, quasi 30 anni dopo l’incidente del 1986.

Si dovette pertanto cercare una nuova e più capiente sede aziendale e nel 1985 avvenne il trasloco nella seconda sede storica, quella di Vimodrone.

 
LABEN, sede di Vimodrone

Strumentazione della LABEN era presente anche a bordo della missione Giotto lanciata nel 1985 alla volta della cometa di Halley, che sfiorò il 13 marzo 1986. Fu grazie a tale elettronica di bordo italiana che fu recuperato il controllo di puntamento verso la Terra perso dopo l'attraversamento della coda cometaria e fu quindi possibile "congelare" la sonda interplanetaria per sei anni e lanciarla poi verso l'incontro con l'altra cometa 26P/Grigg-Skjellerup[16].

Proprio un modellino in scala 1:1 della sonda Giotto dava il benvenuto all'ingresso della sede LABEN in Vimodrone.

Dalla fine degli anni '80 al duemila

I successi tecnici e tecnologici della LABEN, come accadde per quasi tutte le ditte spaziali private in Italia, non furono pari a quelli economici e commerciali, tanto che la proprietà dell’azienda cambiò spesso negli anni '80, incappando anche in uno scandalo di corruzione quando proprietaria era la Marconi inglese.

Passata per Ferranti e Bastogi, alla fine degli anni '80 la LABEN entrò a far parte delle società spaziali italiane controllate da Finmeccanica.

Al contempo, con l'inizio del nuovo decennio, si venne a definire una sempre più stretta collaborazione con la Alenia Spazio[17], come ad esempio sul satellite europeo ERS-1, lanciato nel 1991.

Nell'ambito della attività espansiva di quegli anni, nel 1995 la LABEN acquisisce la PROEL di Firenze facendone una sua divisione dedicata agli studi e alla prototipizzazione di motori per la propulsione elettrica spaziale[18].

Da ricordare il contributo di strumentazione della LABEN:

  • alla sonda statunitense-europea Cassini-Huygens, lanciata nel 1997 alla volta della esplorazione del sistema di Saturno e del suo satellite Titano[19], per cui fu sviluppato il computer di gestione dati CMDS su contratto diretto della NASA;
  • agli osservatori spaziali di raggi X (XMM-Newton, lanciato nel 1999) e raggi gamma (INTEGRAL, lanciato nel 2002) per cui fu fornito l'intero sottosistema di OnBoard Data Handling (OBDH)[20].

Ancor prima di essere inglobata in un'unica entità con Alenia Spazio e divenendone una "direzione" nel 2004, la LABEN raggiunse un buon livello di penetrazione nel mercato spaziale istituzionale, rappresentando da sola circa il 15% del volume di affari dell'industria spaziale nazionale[21].

Nel 2004 la sede di Vimodrone contava circa 304 addetti a cui si dovevano aggiungere i 16 lavoratori della PROEL[22] di Firenze.

Nel 2004 la LABEN fu prima fusa dalla sua holding Finmeccanica con Alenia Spazio (acquistandola) e poi integrata come sede milanese nella joint venture franco-italiana del settore spaziale Alcatel Alenia Space [23](67% Alcatel, 33% Finmeccanica).

Divenne poi Thales Alenia Space dal 2006 con la acquisizione della quota Alcatel da parte del gruppo francese della difesa e dell'elettronica Thales.

Nel 2006 la strumentazione dell'esperimento ALTEA di LABEN/TAS-I volò a bordo di una missione dello Space Shuttle [24].

Nel 2012 la sede di Vimodrone contava circa 280 lavoratori[25].

A gennaio 2013 il sito industriale venne trasferito da Vimodrone a Gorgonzola nell'ambito della ripartizione della progettazione e produzione degli equipaggiamenti elettronici per lo spazio avvenuta rispettivamente tra le sedi Thales Alenia Space - Italia di Milano e L'Aquila[26]. A quella data, il nuovo sito di Gorgonzola contava circa 200 addetti.

Attività produttiva

Nel corso della sua storia, l'azienda ha fornito equipaggiamenti elettronici quali

  • singole schede di circuiti stampati
  • schede microprocessore, con o senza relativo software di bordo
  • schede di conversione/distribuzione di potenza DC/DC
  • FPGA per elaborazione dati
  • computer avionici completi, per il controllo di assetto orbitale, singoli come SENTINEL-1 o per costellazioni come IRIDIUM e O3B
  • memorie di massa, con o senza controllo intelligente del sottosistema di trasmissione a terra, tipicamente per satelliti SAR come COSMO-SkyMed, RADARSAT, SENTINEL-1
  • equipaggiamenti di acquisizione ed elaborazione dati e segnali (come la unità CDHU, che controlla lo strumento GOME-2 per il monitoraggio dell'ozono atmosferico a bordo dei satelliti MetOp)
  • unità di generazione del segnale di navigazione della costellazione Galileo (NSGU)
  • apparecchiature di comando e controllo per esperimenti scientifici in condizioni di microgravità e fisica dello spazio (come lo strumento IBIS a bordo del satellite INTEGRAL; GOCE; Herschel & Planck)
  • ricevitori terrestri e satellitari dei segnali GPS, EGNOS, Galileo
  • elettronica e software di controllo per lanciatori e infrastrutture abitative spaziali

usati su molteplici veicoli (satelliti terrestri o planetari, sonde interplanetarie ,...) nei maggiori programmi spaziali di ESA[27], della NASA e di altre nazioni spaziali, contribuendo alla realizzazione di sistemi per le telecomunicazioni, la ricerca astronomica, la fisica dello spazio, la navigazione satellitare e l'osservazione ambientale ottica e radar[28], divenendo un centro di competenza industriale elettronico spaziale riconosciuto a livello internazionale[senza fonte][29].L'azienda vantava anche una lunga esperienza nella costruzione degli apparati di test, supporto a terra post lancio e centri di controllo[30].

Questa missione di progettazione, produzione e test di apparati elettronici spaziali, il sito milanese continua a svolgerla integrata oggi in Thales Alenia Space.

Note

  1. ^ http://parlamento16.openpolis.it/atto/documento/id/72974
  2. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000001/
  3. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000003/
  4. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000009/
  5. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000004/
  6. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000006/
  7. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000047/
  8. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000015/
  9. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000037/
  10. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000051/
  11. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000048/
  12. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000008/
  13. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000047/
  14. ^ http://www.computerhistory.it/index.php?option=com_content&view=article&id=317&Itemid=173
  15. ^ http://www.computerhistory.it/index.php?option=com_content&view=article&id=317&Itemid=173
  16. ^ http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/07/11/acchiappacomete-fa-centro-di-nuovo.html
  17. ^ http://archivio.agi.it/articolo/d6618dd4304c2fed8836a1e30fff94db_19910424_ambiente-alenia-e-laben-nel-satellite-esa-di-osservazione/?query=andrea_pucci
  18. ^ http://erps.spacegrant.org/uploads/images/images/iepc_articledownload_1988-2007/2001index/2002iepc/papers/t08/261_1.pdf&ved=0ahUKEwj43KWOr7zMAhVoMJoKHQViBLQ4ChAWCCcwBQ&usg=AFQjCNEIdRQaX7ERA3e2MWK_cb-HHmMVgQ
  19. ^ http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/notizie-nascoste/33742/La-partecipazione-italiana-alla-missione-Cassini.html
  20. ^ http://adsabs.harvard.edu/full/1997ESASP.409..265A
  21. ^ http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=16&id=665680
  22. ^ http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=16&id=665680
  23. ^ http://www.robertobiscardini.it/interpellanze/211.html
  24. ^ http://www.astronautinews.it/2015/12/27/una-nuova-missione-per-altea/
  25. ^ http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=16&id=665680
  26. ^ http://parlamento16.openpolis.it/atto/documento/id/72974
  27. ^ http://integral.esac.esa.int/IBIS_DU_people.gif
  28. ^ http://documenti.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed446/pdfbt31.pdf
  29. ^ Seduta del 6 aprile 2004 n. 141 - Consiglio Regionale della Lombardia, http://www.consiglio.regione.lombardia.it/c/document_library/get_file
  30. ^ http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000052/