Utente:Continua Evoluzione/sandbox

Palamede

Posidippo:

  • Commedie tradotte dai commediografi latini (come anche per Menandro, Apollodoro [di Gela o di Caristo?], Alessi), ma ottenendo risultati meno brillanti degli originali greci (Aulo Gellio, II, 23); v. anche rif. in Lindsay, p. 106, Christ, p. 283, Walton (Plautus’ Menaechmi in English Translation [De Gr.])

La Grande Rhetra (in greco antico: Μεγάλη Ῥήτρα?) è un documento che stabilisce le istituzioni politiche e regola le decisioni in ambito legislativo nella Sparta arcaica. Esso è stato tramandato da Plutarco, secondo il quale si tratterebbe di un responso che Licurgo avrebbe ricevuto dall'oracolo di Delfi.[1]

Il documento

Secondo Plutarco il responso dell'oracolo ordinava:

(greco antico)
«Διὸς Συλλανίου καὶ Ἀθανᾶς Συλλανίας ἱερὸν ἱδρυσάμενον, φυλὰς φυλάξαντα καὶ ὠβὰς ὠβάξαντα, τριάκοντα γερουσίαν σὺν ἀρχαγέταις καταστήσαντας, ὥρας ἐξ ὥρας ἀπελλάζειν μεταξὺ Βαβύκας τε καὶ Κνακιῶνος, οὕτως εἰσφέρειν τε καὶ ἀφίστασθαι· δάμῳ δὲ τὰν κυρίαν ἦμεν καὶ κράτος»
(italiano)
«Eretto un tempio a Zeus Sillanio e ad Atena Sillania, formate le filài[2] e ordinate le obài, istituito un Consiglio di trenta membri anziani, compresi gli archaghètai, apellàze[3] di tempo in tempo tra Babica e Cnacione, ove presentare e respingere proposte di legge; al popolo spetti il potere di approvarle.»

A questo testo, che quindi avrebbe costituito il nucleo originale della rhetra, Plutarco sostiene che sia stata aggiunta una frase dai re Polidoro e Teopompo:

(greco antico)
«Αἰ δὲ σκολιὰν ὁ δᾶμος ἕλοιτο, τοὺς πρεσβυγενέας καὶ ἀρχαγέτας ἀποστατῆρας ἦμεν»
(italiano)
«Qualora il popolo alteri la proposta prima di adottarla, gli Anziani e i re possono togliere la seduta»

In questo modo i re e gli anziani potevano evitare che il popolo ratificasse leggi contrarie agli interessi dello stato;[4] sempre secondo Plutarco, tale aggiunta sarebbe stata avallata dall'oracolo di Delfi, come indica anche un frammento del poeta Tirteo che lo storico cita.[5]

Note

  1. ^ Plutarco, 6, 1.
  2. ^ Il verbo φυλάξαντα (phylàxanta) è parafrasato da Plutarco con "suddividere le tribù", con derivazione da φυλή (phyle, tribù), ma potrebbe invece derivare da φυλάσσω (phylàsso, "custodire", "tenere al sicuro"), secondo quanto propone Ogden, p. 86 n. 7.
  3. ^ Il significato del verbo ἀπελλάζω (apellàzo, da cui apella) non è certo: è stato supposto che sia la versione laconica del verbo ἐκκλησιάζω (ekklesiàzo, "tenere un'assemblea"; v. (EN) Henry Liddell e Robert Scott, ἀπελλάζω, in A Greek-English Lexicon, 1940.) o che significhi "radunarsi per una celebrazione in onore di Apollo" (Ogden, p. 86 n. 10).
  4. ^ Plutarco, 6, 4-5.
  5. ^ Tirteo fr. 4 West = 1b Gentili-Prato apud Plutarco, 6, 5.

Bibliografia