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Castelli

  1. Castello di Musellaro 42.194167°N 13.954167°E
  2. Castello Della Monica - Teramo 42.660814°N 13.694681°E
  3. Castello Di Bugnara 42.021419°N 13.862201°E
  4. Castello Di Pagliara -Isola Del Gran Sasso (Te)
  5. Castello Medioevale - Barrea 41.75826°N 13.992493°E
  6. Castello Neogotico Di Bonifaci- Valle Castellana 42.734445°N 13.534614°E
  7. Il Castello Mura Ciclopiche - Torre Sannita- Castel Di Sangro 41.784744°N 14.108526°E
  8. La Neviera - Castel Di Sangro
  9. Palazzo Castellano Dei Conti Di Celano- Castelvecchio Subequo 42.127748°N 13.732595°E

Eremi della Majella

  1. Santa Croce al Morrone (San Pietro) 42.098992°N 13.945649°E

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Peltuinum
 
Resti del tempio
CiviltàRomana
UtilizzoCittà
EpocaI secolo a.C.
Localizzazione
Stato  Italia
ComuneMontorio al Vomano
Scavi
ArcheologoFelice Barnabei

Il tempio di Ercole è un sito archeologico che si trova nel comune di Montorio al Vomano, in provincia di Teramo,[1]

Storia

 
Resti dei mosaici

A pochi chilometri da Montorio al Vomano, in località Venaquila, percorrendo un breve sentiero verso il fiume Vomano, si giunge al tempio di Ercole. Notevole importanza storico-archeologica riveste questo tempio romano, scoperto nel 1865. Della struttura si conservavano resti cospicui della cella con pavimento a mosaico, realizzato in opus tessellatum con tessere di calcare bianche e riquadratura a tessere nere. Il pavimento riporta l'iscrizione dedicatoria che, grazie alla menzione delle coppia consolare, può essere precisamente datata al 55 a.C.

L'epigrafe, oltre a restituire il nome della divinità a cui il tempio era dedicato, Ercole, fornisce indicazioni circa la realizzazione dell'edificio ad opera di tre magistri di un vicus, da localizzarsi evidentemente nell'area di Montorio.

Resti archeologici

Sulla sponda del Vomano, a poco lontano da Montorio sulla strada per L’Aquila, sono stati ritrovati i resti di un antico tempio dedicato ad Ercole, databile intorno al 50 a.C., abbandonato in età imperiale a causa di una frana. Nella zona si suppone che sorgesse l’antica città di Beretra. Tra i resti, una pavimentazione a mosaico policromo, pezzi di anfore, teste zoomorfiche, una statua muliebre, forse di Venere. è in progetto la realizzazione di un percorso archeologico che interesserà anche il tempio.

Nel Tempio di Ercole si sono rilevate tracce di intonaco esclusivamente nella fascia inferiore della muratura; il loro stato di conservazione, nelle pareti laterali nord-sud, era caratterizzato dalla presenza di una copertina di terriccio e da salificazioni che hanno generato un progressivo degrado.

La base intonacata relativa alla parete sud era, al momento dell’intervento, ancora parzialmente interrata. La parte superiore della muratura, di fattura caotica, presentava un quadro fessurativo con lesioni diffuse, generate dalla disgregazione della malta; infiltrazioni meteoriche e fenomeni gelivi hanno notevolmente ridotto la resistenza meccanica e il potere di coesione del legante. In entrambe le pareti del tempio non si sono riscontrati distacchi profondi e/o difetti di adesione dell’intonaco al supporto murario ad eccezione di aree circoscritte in cui l’intonaco risultava arriccio e parzialmente frantumato. Residui di intonaco, in discreto stato di conservazione, sono stati rilevati nella parete nord del tempio mentre la parte residua ancora visibile non è che parte dell’arriccio.

In virtù della consistenza e dello stato di conservazione dei resti rinvenuti nella fase di scavo, i primi interventi predisposti sono consistiti nella rimozione manuale del terriccio, depositato ai piedi delle murature, che celava le tracce di intonaci. Le cortine murarie a sacco sono composte da elementi lapidei e laterizi, con forte eterogeneità geometrica; la parte esterna, oggi priva dell’intonaco, evidenzia l’assenza di ricorsi regolari e l’utilizzo di materiale di spoglio.

In questa fase, particolare cura è stata dedicata alla parte di terriccio incrostato sulla superficie dell’intonaco ed in determinati casi si è proceduto all’asportazione meccanica di tale sedimentazione con l’ausilio del bisturi.

La fase successiva di intervento, ha predisposto una pulitura a base di carbonato in soluzione al 24% più EDTA, applicata con impacchi di polpa di carta. Tali applicazioni hanno avuto la durata di 4 ore circa.

Le parti di intonaco distaccate o con difetti di adesione, sono state risarcite, mediante iniezioni di malta idraulica (del tipo Ledan TBI) e malta sintetica (del tipo Vinnapas). A tutela della fascia inferiore delle pareti con tracce di intonaco, sono state realizzate in opera dei “salvabordo” a base di sabbia, calce idraulica e cocciopesto. A completamento dell’intervento di restauro, è stata applicata sulla superficie intonacata una soluzione biocida composta da sali quaternari di ammonio con funzione protettiva. Le cortine murarie, sono state oggetto di interventi di consolidamento, che prevedevano: scarnitura, pulitura interna ed esterna delle lesioni, successiva sigillatura esterna e iniezioni di malta cementizia con additivo antiritiro, al fine di ripristinare la monoliticità originaria.

È stata inoltre realizzata la copertura nella zona a più alto rischio di degrado.

[2]

Note

  1. ^ Il Tempio di Ercole, la Via Cecilia e le mura megalitiche di Colle del Vento, su gransassolagapark.it. URL consultato il 17 agosto 2016.
  2. ^ Lavori di consolidamento e restauro del tempietto e del mosaico dedicati a Ercole, Montorio al Vomano (TE), su gaviolirestauri.com. URL consultato il 17 agosto 2016.

Bibliografia

  • Andrea R. Staffa, Contributo per una ricostruzione del quadro insediativo dall'età romana al medioevo, in Luisa Franchi dell'Orto (a cura di), Documenti dell'Abruzzo teramano: La valle dell'alto Vomano ed i Monti della Laga, vol. 3, n. 1, Pescara, Carsa Edizioni, 1991, pp. 197-212.

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