Fruttarismo
Il fruttarismo è un insieme di pratiche alimentari vegetaliane aventi in comune il prevedere il consumo esclusivo o prevalente di frutti. Sono basate sull'idea che i frutti siano il cibo elettivo per l'uomo[1] o, in alternativa, su una visione antispecista della vita per cui anche le piante non devono essere in alcun modo sfruttate e danneggiate in quanto esseri viventi al pari degli animali[2].

Caratteristiche
Definizione di frutta per i fruttariani
Se in botanica il frutto è quell'organo della pianta che ha lo scopo di proteggere il seme e favorirne la sua dispersione, per il senso comune invece ci si riferisce alla frutta solo per il suo significato culinario e quindi per frutta si intendono solo i frutti dolci. Per i fruttariani il significato della frutta è quello botanico ma è loro uso classificare la frutta anche secondo un personale significato culinario che dà luogo alle seguenti tipologie: frutti dolci (mela, pera, pesca, banana, kiwi, ecc.), frutti amari (karela, pompelmo, melangolo, chinotto), frutti piccanti (peperoncino), frutti ortaggi (melanzana, zucca, zucchina, pomodoro, peperone, cetriolo, carosello, ocra, cocuncio), frutti grassi (oliva, avocado, durian[3]), frutti aspri (limone, cedro, lime), frutti amidacei (platano, artocarpus), frutti baccelli (carruba, fagiolo, pisello, fava, ecc.), frutti noci (noce, mandorlo, ecc.). La ricerca dei fruttariani di nuovi possibili alimenti dà vita ad ulteriori tipologie, soltanto teoriche o potenziali: frutti esotici (kiwano, carambola, feijoa, ecc.), frutti antichi (giuggiola, corbezzolo, sorbo, ecc.), frutti acquatici (trigolo, posidonia, ecc.).
Nel fruttarismo vengono inoltre rivalutati alcuni cibi, è il caso ad esempio delle scorze dei baccelli. Per questi infatti non solo l'uso alimentare ma lo stesso valore nutrizionale è andato dimenticato, sebbene siano assolutamente eduli e di effettivo impiego in antiche ricette della tradizione contadina[4][5][6]. Così pure il mallo delle mandorle immature, la buccia verde che ricopre il guscio ligneo contenente il seme, può essere anch'esso utilizzato a scopo alimentare[7][8]. Il mallo delle noci immature invece non viene utilizzato a scopi alimentari diretti e non si trova in commercio, ma entra nella composizione del liquore di noci[9] (non dovrebbe quindi contenere fitotossine). Possono essere inclusi gli oli di polpa di frutti (oliva, avocado), le farine di polpa di frutti (zucca, platano, carruba, jackfruit, pomodoro), le salse i concentrati e i pelati di pomodoro, spezie come la paprica dolce e il fruttosio in commercio purché derivato dalla frutta. Nel fruttarismo, considerato il relativo elevato contenuto d'acqua nella frutta, l'assunzione della comune acqua potabile o dell'acqua minerale è ritenuta non necessaria[10].
La frutta secca
Sebbene per il senso comune la frutta secca indica semi come, per esempio, le nocciole, le mandorle, eccetera, quasi tutta la frutta fresca si può trasformare in frutta secca per disidratazione. Esempi di frutta secca sono i fichi secchi, i datteri secchi, le prugne secche, i pomodori secchi, l'uva passa, eccetera. A seconda del metodo di lavorazione la frutta secca si può dividere in due categorie: la frutta candita e la frutta essiccata. La deprivazione dell'acqua avviene a freddo, attraverso osmosi con lo zucchero, nel caso della frutta candita, e a caldo, tramite essiccazione naturale al sole o con speciali essiccatori con ventilazione a 70°C, nel caso della frutta essiccata[11].
Nella frutta candita si ha una deprivazione dei nutrienti ed un accumulo di glucosio, fino al 70% del peso. Inoltre la frutta candita in commercio di norma viene ottenuta con l'uso di zucchero di barbabietola che la rende inadatta al fruttarismo. Almeno in teoria però sarebbe possibile sostituire lo zucchero comune con il fruttosio. Nella frutta essiccata invece la disidratazione dei frutti permette di concentrarne le sostanze nutritive, ottenendo, a parità di peso, un prodotto particolarmente ricco in nutrienti. Ad esempio, mentre il pomodoro fresco ha soltanto 0,88 gr di proteine per 100 gr di prodotto[12], il pomodoro secco ha 14,11 gr di proteine per 100 gr di prodotto[13].
Definizione di fruttariano
Non tutti i fruttariani si alimentano allo stesso modo. Alcuni mangiano tutto ciò che, derivando dalla pianta, possa essere raccolto senza ucciderla e quindi si alimentano di frutta in senso culinario, noci e semi, anche cucinando il cibo[14][15][16][17][18]. Altri, invece, scelgono solo la frutta succosa rifiutando le noci e i semi poiché contengono future piante[19][20][21][22]. Altri fruttariani ancora credono che si dovrebbero mangiare solo i frutti delle piante che diffondono i loro semi attraverso l'alimentazione[23]. Secondo Adam Gollner i fruttariani dovrebbero mangiare solo la frutta che è caduta dalla pianta al suolo spontaneamente[24]. Infine, alcuni fruttariani, usando le definizione botanica di frutta, consumano baccelli immaturi come quelli dei fagioli, ovvero i fagiolini, e come quelli dei piselli, ovvero le taccole[25]. Ulteriori definizioni includono solo il consumo della frutta cruda così come raccolta e qualcuno arriva anche ad includere il miele ed il lievito di birra[26][27]. Tuttavia, a rigore, una persona non potrebbe definirsi veramente fruttariana se non rispettasse le piante anche al di fuori dell'alimentazione. È da questa via che arrivano le critiche più severe al fruttarismo perché, per esempio, uno stile di vita veramente fruttariano dovrebbe escludere totalmente l'uso della carta e del legno. Queste osservazioni però non necessariamente avrebbero come conseguenza che una società fruttariana è teoricamente impossibile. Da esse si potrebbe dedurre invece che una società fruttariana teoricamente possibile dovrebbe essere necessariamente anche una società tecnologicamente evoluta.
Le diete fruttariane
Le diete fruttariane sono tutte quelle diete che escludono prodotti animali e in cui, eccetto ogni frutto o un sottoinsieme di frutti, vengono anche escluse, totalmente o prevalentemente, tutte le altre parti vitali delle piante come radici (es. patata), fusti (es. sedano), foglie (es. lattuga), fiori (es. carciofo), e semi, quindi i cereali (es. grano) i legumi (es. fagiolo) e le noci (es. mandorlo). Tra le numerose diete fruttariane le principali sono: il falso fruttarismo (si ritiene accettabile nutrirsi dei semi e dei tuberi di quelle piante che siano state aiutate prima a riprodursi), il fruttarismo di transizione (si segue una dieta mista di frutti e vegetali in genere), il fruttarismo vitariano (è possibile nutrirsi di quelle parti vegetali che le piante possono rigenerare), il fruttarismo alcalino (si escludono i frutti acidi perché ritenuti nocivi alla fisiologia dell'organismo umano), il fruttarismo crudista (ci si nutre solo di frutti crudi non lavorati e non trattati), il fruttarismo simbiotico (ci si nutre solo di frutti staccatisi spontaneamente dalla pianta e raccolti al suolo) e, infine, il fruttarismo melariano (si ritiene la mela rossa stark delicious l'unico alimento specie-specifico dell'uomo). Le persone che seguono una dieta vegetaliana composta da frutti per almeno i 2/3 si definiscono fruttaliane anziché fruttariane[28]. Ogni regime dietetico che prevede esclusivamente o prevalentemente frutta comporta il serio rischio di provocare gravi carenze nutrizionali e il conseguente sviluppo di patologie ad esse associate, con la possibilità di procurare danni all'organismo anche irreversibili[29][30].
Il crudismo fruttariano
Poiché la grande maggioranza dei frutti crudi sono, non soltanto commestibili e digeribili, ma anche appetibili, basare la propria dieta solo su frutti dà vita ad una alimentazione che si avvicina molto al crudismo. Pur essendo due principi distinti, il fruttarismo tende quindi a convergere con il crudismo e nella realtà è vero che molti fruttariani scelgono di essere anche crudisti, prevedendo esclusivamente o prevalentemente il consumo di frutti crudi, non lavorati e spesso provenienti da agricoltura biologica, di stagione ed a kilometro zero[31]. Poiché nel crudismo ogni trattamento del cibo che alteri i valori nutrizionali è rifiutato, vengono ammessi i prodotti artigianali derivati dalla polpa di frutti sottoposta a solo trattamento meccanico e a solo trattamento termico con una temperatura massima non superiore a 42°C[32] (107,6°F) ed una temperatura minima non inferiore ad 1°C (33,8°F). Quando la temperatura sale sopra i 43°C infatti ha inizio la denaturazione delle proteine irreversibile e quindi comincia la degradazione dei nutrienti. Per quanto si tratti di una temperatura relativamente modesta basti pensare che una piressia[33] (febbre e ipertermia) che causi nell'individuo il superamento dei 43°C porta alla morte del soggetto[34], mentre una ipertermia controllata a pari temperatura viene utilizzata in oncologia per uccidere le cellule tumorali[35]. Quando invece la temperatura scende sotto i 0°C i liquidi contenuti negli alimenti possono cominciare a formare cristalli di ghiaccio che rompono le membrane cellulari alterando i cibi e le loro proprietà[36].
Al posto dei trattamenti di cottura e di congelamento però i frutti possono essere tagliati, affettati, frullati, centrifugati, spremuti, marinati, essiccati, riscaldati, raffreddati, eccetera[37]. Oltre le normali posate da tavola per uso personale, è quindi permesso l'uso di centrifughe, frullatori, estrattori, essiccatori, spiralizzatori, scaldavivande, frigoriferi, eccetera[38]. Nel crudismo fruttariano vengono esclusi tutti i prodotti industriali in commercio derivati dai frutti come marmellate e succhi, bevande alcoliche come il sidro ed il vino e, infine, condimenti come l'olio e l'aceto. Non sono permessi anche il sale da cucina ed il bicarbonato di sodio. Vengono rifiutati altresì i frutti provenienti da vegetali OGM. Vengono valorizzate invece le proprietà nutrizionali della buccia dei frutti[39] (limone[40], arancia[41], pomelo, ecc.).
La cucina fruttariana
La cucina fruttariana è il complesso degli alimenti e dei loro preparati, secondo modalità contemporanee o delle tradizioni locali ed etniche, che rispettano gli standard del fruttarismo. Il pregiudizio che vede nel fruttarismo il consumo della sola frutta dolce genera l'idea che un ricettario fruttariano possa prevedere al più solo alcuni tipi di macedonie[42]. Se è vero che la minore disponibilità di alimenti rende più sfidante la possibilità di disporre di un ricettario vario, nella realtà, non solo le cucine tradizionali prevedono ricette a base di frutti o che utilizzano in prevalenza frutti, come le vellutate[43], le caponate[44], le insalate[45], le grigliate[46], eccetera, ma la diffusione del fruttarismo stesso ha dato vita a creativi ed originali piatti basati solo su frutti[47]. Però, sebbene sia possibile avere pasti fruttariani comprensivi di tutte le portate[48], i ristoranti che propongono cucina fruttariana sono molto rari. Questa limitazione può creare delle difficoltà nella vita sociale di relazione ancora maggiori rispetto ad essere semplicemente vegetariani o vegani e può essere da sola causa di abbandono di questa scelta alimentare[49].
Motivazioni
Alcuni fruttariani credono che il fruttarismo sia la dieta originale per il genere umano, inteso in senso religioso nella forma di Adamo ed Eva, e basato sulla Genesi 1:29[18]. Essi credono che un ritorno a una forma simile all'Eden, del paradiso, richiederà una semplicità volontaria e un approccio olistico per la salute e per la dieta[50]. Altri aderiscono al fruttarismo desiderando riconoscersi nel precetto dell'ahimsa[51], comune al giainismo all'induismo e al buddhismo, ovvero nell'assenza del desiderio di uccidere ferire o danneggiare, in alcun modo, qualunque essere vivente, incluse le piante[18]. Altri ancora sostengono che mangiare alcuni tipi di frutta faccia bene alla pianta e che la frutta polposa si sia evoluta per essere mangiata dagli animali ed ottenere la dispersione biologica dei semi[23]. In generale, e al di là delle possibili contraddizioni presenti in ogni tipo di dieta, l'alimentazione fruttariana viene ritenuta la scelta alimentare in assoluto più etica più ecologica e più salutistica possibile[52]. Questo, nell'ordine, perché il fruttarismo rispetta anche la vita e l'integrità delle piante oltreché degli animali, perché la coltivazione delle piante da frutti non prevede cicli in cui i campi coltivati restano spogli, che non è spiacevole per un fatto puramente estetico ma che ha invece conseguenze negative per il riscaldamento globale e, infine, perché le evidenze anatomiche, a dire dei fruttariani, lasciano supporre che la specie umana possa essere una specie essenzialmente frugivora. Le più immediate contraddizioni etiche ecologiche e salutistiche del fruttarismo sono, sempre nell'ordine, che con lo stile di vita odierno viene meno la dispersione utile dei semi attraverso l'alimentazione umana, che solo nell'intorno dell'equatore la produzione naturale dei frutti avviene continuativamente durante tutto l'anno e lo spostamento di frutta verso latitudini più alte può avvenire solo a spese di produzione di CO2 con impatto negativo per il riscaldamento globale e, infine, che la mancata contaminazione dei frutti in commercio con batteri ed invertebrati, com'è in natura, sottrae o riduce a livelli insufficienti nutrienti essenziali come le proteine l'omega 3 la vitamina B12, eccetera.
Studi paleontologici
Una motivazione addotta dai fruttariani per sostenere la correttezza della propria dieta è quella data dal richiamare un vecchio studio del 1979, dove il professore Alan Walker, un paleontologo della Johns Hopkins University, riportò alcuni studi preliminari dello smalto dei denti, non marcati nei primi ominidi, i quali suggerivano che gli antenati pre-umani avessero una dieta basata principalmente sulla frutta[53]. Lo stesso studio tuttavia mostra come già l'Homo erectus fosse onnivoro. Inoltre la ricerca paleontologica più recente rileva un crescente consumo di proteine animali, documentatamente ascritto circa al periodo della separazione Homo-Australopithecus[54], incrementatasi nel corso del paleolitico[55]. Questo sarebbe avvenuto in conseguenza del fatto che lo sviluppo del cervello e l'aumento dell'intelligenza, permettendo all'uomo la realizzazione di strumenti e tecniche di caccia e allevamento, di utensili e tecniche di trattamento e cottura degli alimenti, avrebbe aperto l'accessibilità a risorse alimentari altrimenti non reperibili non appetibili non masticabili e non digeribili.
Aspetti nutrizionistici e rischi di deficit
Studi clinici
Nel 1971, uno studio a breve-termine di B. J. Meyer venne pubblicato sul South Africa Medical Journal[56] descrivendo come miglioravano i profili lipidici e le tolleranze al glucosio con una particolare dieta fruttariana[57]. Su un primissimo studio del 1971 di Meyer, testato su un insegnante di 45 anni che affermava di aver mangiato solo frutta nei 12 anni precedenti, il soggetto venne trovato in un "eccellente stato di salute"[58]. Uno studio del 2010 presenta il fruttarismo come un disturbo dell'alimentazione che ha causato nel paziente anche una chetoacidosi[59].
Carenze nutrizionali
Il fruttarismo è più restrittivo del veganismo, aumentando ulteriormente la possibilità di inadeguatezza nutrizionale[60]. L'Health Promotion Program (Programma sulla Promozione della Salute) della Columbia University riporta che una dieta fruttariana può causare carenze di calcio, proteine, ferro, zinco, vitamina D, la maggior parte delle vitamine B (in particolare della B12), e acidi grassi essenziali[61]. È dunque fondamentale nell'intraprendere una dieta fruttariana farlo sotto stretto controllo medico, facendo analisi periodiche ed affidandosi alle verifiche di un medico esperto in nutrizione[62]. Alle prime manifestazioni di eventuali malesseri o disturbi insoliti ogni dieta fruttariana và immediatamente sospesa.
Vitamina B12
La vitamina B12, un prodotto batterico, non si trova in nessun frutto. Come rileva il National Institutes of Health degli USA "la fonte alimentare naturale della vitamina B12 è limitata ai cibi che provengono dagli animali"[63]. Come i crudo-vegani, che non consumano i cibi ricchi di B12, (per esempio, il latte vegetale e i cereali per la colazione), i fruttariani possono avere il bisogno di includere la B12 in maniera supplementare nella loro dieta o rischiano la carenza della vitamina B12.
Problemi relativi alla crescita e allo sviluppo
Nei bambini, la crescita e lo sviluppo sono a rischio. La posizione dei nutrizionisti è che i bambini non devono seguire la dieta fruttariana. I problemi nutrizionali includono la malnutrizione proteico-energetica, anemia e carenze di proteine, ferro, calcio, acidi grassi essenziali, fibre grezze e una vasta gamma di vitamine e minerali[64].
Fruttariani tra realtà e fantasia
Personaggi famosi
Alcuni sostenitori del fruttarismo, di diete che possono essere considerate fruttariane o di uno stile di vita che, in parte, include una dieta di frutta, sono stati: August Engelhardt[65], Arnold Ehret, Raymond W. Bernard[66], e Anne Osborne[67]. Essie Honiball ha aderito alla dieta fruttariana solo per un certo periodo[68]. Alcuni, come Johnny Lovewisdom, hanno sperimentato diverse diete, come il fruttarismo succoso[69], il liquidarismo (solo il succo)[70], il vitarianismo (frutta, verdura, e derivati del latte)[71] e il bretharianismo[72]. Ashton Kutcher, che l'ha provata prima delle riprese del film biografico su Steve Jobs[73], è stato ricoverato d'urgenza per problemi al pancreas, presentando valori delle analisi alterati[74].
Figure storiche
- Mohandas Karamchand Gandhi ha sostenuto una dieta fruttariana per 5 anni[75]. La dieta è stata interrotta a causa della pleurite, una condizione preesistente, dopo le pressioni del Dr. Jivraj Mehta[76].
- Ben Klassen, fondatore del Movimento Creatività[77], e autore di The White Man's Bible sostenitore di una dieta fruttariana che include frutta, verdure e noci[78].
- Idi Amin, il dittatore dell'Uganda, divenne un fruttariano in Arabia Saudita durante l'esilio[79].
Nella finzione
- Ayesha del romanzo She di H. Rider Haggard e i suoi sequel.
- Gli Eloi del romanzo La macchina del tempo di Herbert George Wells.
- Il diavolo Medusa Johnson in Leonard salverà il mondo.
- Keziah in Notting Hill. Keziah mangia solo frutta che è caduta dagli alberi o dai cespugli[80].
- Personaggi come Mr. Mick nel romanzo di Gilbert K. Chesterton Il Napoleone di Notting Hill.
- Ryūko Mifune nella light novel Denpa onna to seishun otoko, di Hitoma Iruma.
- Prot (l'alieno interpretato da Kevin Spacey) in K-PAX - Da un altro mondo, un film del 2001, diretto da Iain Softley e tratto dall'omonimo romanzo K-PAX scritto da Gene Brewer.
Note
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Bibliografia
- René Andreani, Fruttariani, Genova, Erga Edizioni, 1996, ISBN 978-88-816-3008-0.
- Luca Speranza, Fruttalia, Vicenza, Il punto d'incontro Edizioni, 2010, ISBN 978-88-682-0157-9.
- Anne Osborne, Fruttarismo, la via verso il Paradiso, Rho, Impronte di luce Edizioni, 2011, ISBN 978-88-959-4611-5.
- Tord Lyseving, Fruttarismo, un cammino di libertà, Rho, Impronte di luce Edizioni, 2013, ISBN 978-88-959-4615-3.
- Elisa Averna, Manuale di cucina bioevolutiva, Bellaria, My Life Edizioni, 2015, ISBN 978-88-638-6300-0.
- Mango Wodzak, Destinazione Eden, Rho, Impronte di luce Edizioni, 2016, ISBN 978-88-959-4624-5.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Associazione Vegetariana Italiana, su vegetariani.it.
- International Vegetarian Union, su ivu.org., ricette
- Vegan Italia, su veganitalia.com., associazione
- Vegan Italy, su veganitaly.it., rivista mensile
- Società Vegetariana, su societavegetariana.org., associazione di cultura vegana