Angiolo Nespoli (Firenze, 25 marzo 1786Firenze, 8 luglio 1839) è stato un medico italiano.

Biografia

Istruzione

Angiolo nacque a Firenze il 25 marzo 1786. Il padre Giuseppe Niccola Luigi NEspoli, figlio dell’aretino Francesco Nespoli, studiò medicina nella prestigiosa città di Arezzo, successivamente si trasferì a Pisa dove il 23 maggio 1771 conseguì la laurea; dopo aver ottenuto l’abilitazione all'esercizio della medicina, si stabilì a Firenze dove incontrò e sposò la signora Tecla figlia del sig. Giuseppe Vannini e dal loro matrimonio nacque Angiolo. Angiolo compì studi scientifici al Collegio degli Scolopi di Pisa, che gli avrebbero permesso di svolgere qualsiasi mestiere, eccelse negli studi dimostrandosi un alunno assiduo e diligente al punto che era solito ricevere gli elogi da parte dei docenti, qui iniziò ad interessarsi alla medicina in quanto mosso da un amore sconfinato per questa scienza. Sulle orme paterne anche Angiolo decise di studiare medicina, ma al tempo tale privilegio era riservato a pochi studenti; ciò in considerazione del fatto che il 19 gennaio 1525, Papa Clemente VII aveva emanato una Bolla con la quale stabiliva che l’ammissione all’università di Pisa fosse riservato ai soli giovani della città di Arezzo. Angiolo anche se non residente ad Arezzo domandò di essere ricevuto fra i concorrenti per ottenere un posto nell’università essendo nato da padre aretino. Angiolo dopo aver concorso assieme a Lugi Goti, Pietro Bellotti, Ferdinando Cittadini, Francesco Pieracini, e Lorenzo Cipolleschi di Quarata, si distinse e riuscì ad ottenere uno dei due posti disponibili nel Collegio Ferdinando di Pisa. All’epoca a dare lustro alla città di Arezzo fu certamente un luminare della medicina, Anton Filippo Ciucci, che nel suo libro “Promptuarium Chirurgicum” (1679) descrisse un nuovo metodo per operare chirurgicamente ai reni. Tale metodo prevedeva l’utilizzo di una pinzetta a tre branche chiamata “tenacula” con la quale venivano estratti i calcoli renali dopo la loro triturazione. A tale intervento lo stesso Ciucci decise di sottoporvisi per eliminare dei calcoli renali.

La carriera

Conseguì la laurea a Pisa nel maggio del 1806, e pochi anni dopo, nel 1808 l'abilitazione della professione medica. Sempre nel 1808 iniziò la sua attività di medico nell'[[ospedale di Santa maria nuova** dove, oltre a esercitare la professione di medico curante, non disdegnava di seguire nuove metodologie di cura. In particolare seguì gli studi di Giovanni Battista Morgagni fondatore dell'anatomia patologica e di Albrecht von Haller,che nelle "Icones anatomicae" descrisse per primo (1743 - 1756) la circolazione arteriosa nel corpo umano. Angiolo si dedicò per otto anni alla pratica della medicina nell'ospedale di Santa maria Nuova. Il 30 dicembre 1819 fu nominato professore di clinica interna nello stesso ospedale, insieme al professore Eustachio Polidori, dopo pochi anni, ad Angiolo restò il pieno carico delle funzioni di clinico, in quanto Polidori fu trasferito all'Università di Pisa. In questi anni si avvicinò in particolare alla semeiotica e all'[anatomia patologica]]. Angiolo riteneva necessario procedere nella individuazione delle terapie attraverso un'analisi attenta dei dati ricavati dall'esperienza. Questo metodo risultava innovativo per l'epoca in quanto le scuole di medicina seguivano un'impostazione più astratta ed avulsa dall'analisi delle specifiche evidenze delle malattie desunte da un attento esame e studio dei sintomi. Con questa impostazione si rifà al metodo scientifico di Galileo in base al quale occorre seguire il metodo induttivo nello studio delle scienze, valorizzando il dato esperienziale. Ciò si può desumere da alcuni suoi discorsi pubblici, poi trascritti, nei quali è evidente quanto Angiolo fosse interessato all'osservare ed alla sperimentazione. Nella prelezione agli studi di medicina pratica per l'anno scolastico 1823, Nespoli affermò di usare i metodi innovativi di Laennec. Fu infatti uno dei primi ad utilizzare lo stetoscopio in Italia.

Le opere editoriali e gli ultimi anni

Nei discorsi del 1825 e 1826, scritti per aprire le sue lezioni di clinica, pubblicò i suoi studi fatti su un tipo particolare di flogosi, affermando che i rossori che appaiono dopo la morte nella parte interna dei vasi sanguigni sono un segno naturale del disfarsi della vita. In un altro discorso dimostrò quanto fosse valido l'utilizzo dello stetoscopio per lo scoprire eventuali patologie. Nei discorsi di apertura delle sue lezioni degli anni 1826 e 1827 raccontò un caso di malattia da lui osservato, aprendo le strade alla moderna scienza diagnostica. Nel marzo del 1833 Angiolo fu eletto, in seguito alla morte dell'archiatro Torrigiani, un protomedico, archiatro di S.A.I. e R., Granduca di Toscana e Proposto del collegio medico, chirurgico, farmaceutico di Firenze. Il 15 giugno 1855, fu iscritto fra i cavalieri dell'Ordine del Merito sotto il titolo di S. Giuseppe, in seguito divenne un medico talmente acclamato da essere ricercato dalle più prestigiose univeristà e Accademie, tra le quali si ricordano la società Colombaria fiorentina, quella dei Fisiocritici di Siena , la Medico-fisica fiorentina, la medica di Livorno, l'Accademia della Valle Tiberina, l'Accademia reale di Parigi. All'età di 53 anni in ottima salute, fu colto all'improvviso da una grave malattia respiratoria. A tal proposito si racconta che la mattina stessa che la malattia allettò Angiolo Nespoli scrisse, al Collegio Medico fiorentino, di volere che fosse istituito a proprie spese un premio di dieci Zecchini per ogni anno da attribuire al giovane medico che avesse fatto la migliore diagnosi di una malattia importante. Pochissimi giorni dopo l'8 luglio 1839 morì a Firenze.

Opere

Scritti editoriali

Bibliografia

Note

  1. Maurizio Bufalini, Discorso in lode del defunto Archiatro professor cavaliere Angiolo Nespoli, Tipografia e libreria di D. Battelli e Compagni, 1839, p.4
  2. Maurizio Bufalini, Discorso in lode del defunto Archiatro professor cavaliere Angiolo Nespoli, Tipografia e libreria di D. Battelli e Compagni, 1839, p.7
  3. Maurizio Bufalini, Discorso in lode del defunto Archiatro professor cavaliere Angiolo Nespoli, Tipografia e libreria di D. Battelli e Compagni, 1839, p.11
  4. Maurizio Bufalini, Discorso in lode del defunto Archiatro professor cavaliere Angiolo Nespoli, Tipografia e libreria di D. Battelli e Compagni, 1839, p.12
  5. Maurizio Bufalini, Discorso in lode del defunto Archiatro professor cavaliere Angiolo Nespoli, Tipografia e libreria di D. Battelli e Compagni, 1839, p.13
  6. Maurizio Bufalini, Discorso in lode del defunto Archiatro professor cavaliere Angiolo Nespoli, Tipografia e libreria di D. Battelli e Compagni, 1839, p.15
  7. Maurizio Bufalini, Discorso in lode del defunto Archiatro professor cavaliere Angiolo Nespoli, Tipografia e libreria di D. Battelli e Compagni, 1839, p.16
  8. Maurizio Bufalini, Discorso in lode del defunto Archiatro professor cavaliere Angiolo Nespoli, Tipografia e libreria di D. Battelli e Compagni, 1839, p.18
  9. Maurizio Bufalini, Discorso in lode del defunto Archiatro professor cavaliere Angiolo Nespoli, Tipografia e libreria di D. Battelli e Compagni, 1839, p.20
  10. Maurizio Bufalini, Discorso in lode del defunto Archiatro professor cavaliere Angiolo Nespoli, Tipografia e libreria di D. Battelli e Compagni, 1839, p.22
  11. Maurizio Bufalini, Discorso in lode del defunto Archiatro professor cavaliere Angiolo Nespoli, Tipografia e libreria di D. Battelli e Compagni, 1839, p.27
  12. Maurizio Bufalini, Discorso in lode del defunto Archiatro professor cavaliere Angiolo Nespoli, Tipografia e libreria di D. Battelli e Compagni, 1839, p.28
  13. Maurizio Bufalini, Discorso in lode del defunto Archiatro professor cavaliere Angiolo Nespoli, Tipografia e libreria di D. Battelli e Compagni, 1839, p.34
  14. Maurizio Bufalini, Discorso in lode del defunto Archiatro professor cavaliere Angiolo Nespoli, Tipografia e libreria di D. Battelli e Compagni, 1839, p.35
  15. Maurizio Bufalini, Discorso in lode del defunto Archiatro professor cavaliere Angiolo Nespoli, Tipografia e libreria di D. Battelli e Compagni, 1839, p.36
  16. Signor Vieussex, Firenze, Giornale di Scienze, Lettere ed Arti, Antologia del 1823, Tomo X p. 115