Luigia Genoveffa[1] Cigna, nata Geneviève Cigna e detta Gina Cigna (Parigi, 6 marzo 1900Milano, 26 giugno 2001), è stata un soprano italiano di origine francese.

File:G. Cigna nel camerino del Teatro Coccia Turandot 1938.jpg
Gina Cigna negli abiti di Turandot al Teatro Coccia di Novara (1938)

Biografia

La giovinezza e gli inizi

Il padre Ernest era un generale che discendeva da una famiglia originaria di Cogne e la madre, Alice Charles, era nativa della Normandia: risiedevano comunque a Parigi. La giovane Cigna si iscrisse al Conservatorio della capitale francese, dove si diplomò in pianoforte a pieni voti studiando con il celebre pianista svizzero Alfred Cortot per intraprendere la carriera di concertista. Ma la sua intima vocazione era il canto.
Nel 1923 conobbe e sposò il tenore francese Maurice Sens, di molti anni più anziano di lei, dal quale ebbe il figlio Pierre. Frattanto, avendo deciso di seguire la sua vera vocazione, aveva preso a studiare canto. Prese lezioni private dai soprani Emma Calvé, Hariclea Darclée e Rosina Storchio, ma studiò anche da sola. Finché non partì per Milano e si presentò a Toscanini. Questi, dopo averla ascoltata, la affidò a due maestri di canto della Scala e le disse di non presentarsi per almeno un anno. Gina studiava ma scalpitava.
Infatti il suo debutto (ufficioso) non fu alla Scala ma al Regio di Parma, all'insaputa di Toscanini, nel periodo in cui quest'ultimo le aveva imposto di dedicarsi solo allo studio.

Il debutto, la maturità e il successo

L'anno seguente, il 23 gennaio 1927, esordì ufficialmente al Teatro alla Scala di Milano interpretando il ruolo di Freja nell'Oro del Reno di Wagner diretta da Ettore Panizza con Cesira Ferrari, Bruna Castagna, Giuseppe Nessi e Tancredi Pasero: il successo fu tiepido, la sua voce - ancora immatura - necessitava di un ulteriore affinamento. Si ritirò dalle scene per i due anni seguenti, durante i quali si perfezionò, ripresentandosi in Arena di Verona nel luglio 1929 come Margherita in Faust con Ezio Pinza ed alla Scala il 19 dicembre come Donna Elvira nel Don Giovanni con Mafalda Favero, Mariano Stabile e Salvatore Baccaloni. Il successo fu trionfale, portando la Cigna a costruirsi in quel teatro un solido repertorio di ruoli lirico-drammatici che la imposero come il maggiore soprano drammatico del periodo, accanto a Maria Caniglia.

Nel 1931 al Teatro Regio di Parma è Margherita in Faust con Melchiorre Luise ed al Teatro dell'Opera di Roma Loreley diretto da Gino Marinuzzi con Francesco Merli. Durante gli anni trenta cantò poi a Parma, a Roma al Teatro dell'Opera e all'Anfiteatro Correa, al Teatro Colón di Buenos Aires, al Teatro Donizetti di Bergamo, al Teatro Comunale di Firenze, al Palais Garnier di Parigi, alla Scala di Milano e al Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania.

Negli anni quaranta la sua fama raggiunse l'estero e cantò anche a Parigi, Londra, Chicago, San Francisco e New York.
Nel 1944, mentre era sfollata a Casalpusterlengo, conobbe e sposò l'ingegner Mario Ferrari[2], che fu per lei un compagno intelligente e affettuoso.

Il suo nome è tuttavia rimasto legato a Norma (1931 al Teatro La Fenice di Venezia con Irene Minghini Cattaneo), Gioconda (1933 al Teatro dell'Opera diretta da Gabriele Santini con Gianna Pederzini, Beniamino Gigli, Franci e Giacomo Vaghi) e, soprattutto, a Turandot, di cui è considerata la più grande interprete. In occasione della sua 493ª interpretazione dell'opera, la famiglia Puccini le regalò un ritratto in bronzo del Maestro. Nel 1981 le fu assegnato il Premio Giacomo Puccini, con la motivazione: "La massima interprete del ruolo di Turandot nel Novecento". Tuttavia Puccini, morto nel 1924, non fece in tempo a conoscerla: infatti nella prima rappresentazione assoluta dell'opera alla Scala di Milano sotto la direzione di Arturo Toscanini, nel 1926, l'interprete principale fu Rosa Raisa.

L'abbandono della carriera e gli ultimi anni

Nel 1947, mentre si recava a Vicenza per alcune recite di Tosca, ebbe un brutto incidente stradale: poiché la sua automobile era guasta, per raggiungere il teatro aveva preso un pullman di linea che, per evitare un motociclista, si capovolse in un fosso. La Cigna uscì illesa dal mezzo e si presentò a teatro, ma durante la rappresentazione fu colta da un attacco cardiaco. Costretta a ritirarsi dalle scene a soli 48 anni si dedicò all'insegnamento in vari conservatori (Toronto, Roma, Siena), fino a quando si stabilì definitivamente a Milano, dove tenne dei corsi di perfezionamento alla scuola del Teatro alla Scala; tra le sue allieve, i soprani Ghena Dimitrova e Maria Dragoni.

Negli ultimi anni restò vedova anche del secondo marito e perse tragicamente il figlio Pierre Sens. I suoi quattro nipoti vivono e lavorano attualmente nel capoluogo lombardo.

Gina Cigna è morta a Milano, all'età di 101 anni, nella sua casa di Largo V Alpini. Riposa nella tomba 75 del Campo 12 del Cimitero Maggiore di Milano, uno dei pochi campi con tombe durevoli del più grande cimitero milanese[3]. È inoltre iscritta al Famedio del Cimitero Monumentale[4].

Vocalità e personalità interpretativa

Dotata di una voce calda e piena, estesa, vigorosa, duttile e agile, è stata una grande interprete del repertorio romantico italiano, ma la poca propensione al canto di scuola e la mancanza di un'autentica tecnica virtuosistica (la sua Norma fu molto criticata per l'esecuzione pasticciata delle agilità) le hanno precluso il repertorio belliniano e donizettiano.[senza fonte]
Ma per un più completo giudizio sulla mancanza di scuola e di tecnica virtuosistica di Gina Cigna occorre tenere conto anche di altri fattori. Così come sull' "assenza", nel suo repertorio, di molte Opere famose, che era invece, di fatto, una motivata scelta personale. La questione si lega ad una precisa concezione che la Cigna aveva della tecnica canora e dell'uso ben consapevole delle qualità e delle potenzialità fisiche e interpretative di ogni cantante. Concezione che ella espresse lungo tutta la sua lunga carriera di insegnante. Da tale impostazione derivò spesso la sua scarsa opinione tecnica su molti cantanti famosi a lei contemporanei, fra cui Maria Callas[5].
Come attrice possedeva senso della misura, presenza scenica e forte temperamento drammatico.[senza fonte]

Repertorio

Discografia

Curiosità

  • Quando interpretò per la prima volta l'Iris di Mascagni, sotto la direzione dello stesso autore, costui si dimostrò eccessivamente esigente verso di lei. Seccata, il soprano gli disse allora: «Caro maestro, se anche così non le va bene, venga sul palco e canti lei la sua opera»[6]

Note

  1. ^ Così appare nei registri cimiteriali milanesi, consultabili tramite l'applicazione per dispositivi mobili "Not 2 4get"
  2. ^ Il suo primo marito, Maurice Sens, era morto da diversi anni
  3. ^ Comune di Milano, App di ricerca defunti Not 2 4get.
  4. ^ Famedio 2016, su mediagallery.comune.milano.it.
  5. ^ Notizie tratte dalle registrazioni originarie delle lezioni di canto dell'allieva R.C. negli anni ottanta
  6. ^ Da una testimonianza diretta di Gina Cigna del 1986

Bibliografia

  • Bruno Baudissone. La principessa Turandot: la vita e l'arte di Gina Cigna. Collaborazione di M.Petraglia. Parma 1989.
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