Menare il can per l'aia è un modo di dire colloquiale della lingua italiana. Chi mena il can per l'aia continua a parlare di un argomento senza mai arrivare al dunque, oppure cerca di cambiare discorso per evitare un argomento sgradito.

Origine

Si tratta di un'espressione di origine abbastanza antica, come dimostra l'uso di due termini ormai scomparsi nell'italiano contemporaneo: menare nel senso di condurre e l'aia, il cortile interno delle fattorie; tuttavia è adoperata ancor oggi con una certa frequenza. Il senso figurato è chiaro: compiere azioni che risultino inutili. L'origine della locuzione risale a quando la battitura del grano veniva effettuata apponendo il grano nell'aia. Così posto lo si faceva calpestare, conducendo sul medesimo gli animali pesanti della fattoria. "Menare" ovvero "condurre" il (troppo leggero) cane nell'aia non è pertanto un'operazione che produca l'effetto desiderato.

Esempi

Non meno il can per l'aia; parlar soglio laconico.

Carlo Goldoni, Torquato Tasso, atto primo, scena nona

La baronessa cercava di scavar terreno anch'essa, in aria disinvolta, facendosi vento e menando il can per l'aia.

Giovanni Verga, Mastro Don Gesualdo, capitolo V

Equivalenti in altre lingue

  • inglese: beat around the bush
  • francese: tourner autour du pot
  • tedesco: um den heißen Brei herumreden
  • latino: erronem esse [dal vocabolario degli Accademici della Crusca]