Max Huber (designer)

designer svizzero

Max Huber[1][2] (Baar, 5 giugno 1919Mendrisio, 16 novembre 1992) è stato un designer svizzero, la cui attività si è svolta prevalentemente in Italia.

Torino, Expo 1961. Particolari dell'allestimento all'interno del Palazzo del Lavoro di Max Huber per la mostra La pubblicità. Foto di Paolo Monti.

Biografia

Inizia come incisore, studiando alla Kunstgewerbeschule di Zurigo, ma subito si indirizza, grazie ai celebri fotografi svizzeri Werner Bischof e Alfred Willimann, verso una cultura visiva di stampo contemporaneo, influenzata dai movimenti d'avanguardia dell'epoca, tra cui il futurismo russo. Nel 1939 viene chiamato a collaborare all'industria grafica Conzett & Huber. Qui incontra Max Bill e Hans Neuburg. Nel 1940 si stabilisce a Milano, collaborando con la realtà grafica più importante dell'epoca, lo studio Boggeri, studiando contemporaneamente all'Accademia di Brera ed entrando in contatto con designer quali Bruno Munari e Lica e Albe Steiner.

Dopo una parentesi in Svizzera (1941-1945), dove lavora per la rivista Du e prende parte all’Allianz (artisti d'arte astratta), torna in Italia e inizia la collaborazione con Giulio Einaudi, che lo incarica di rinnovare tutta la grafica della casa editrice torinese. Nel 1948 studia la grafica della nuova testata economico-finanziaria 24 Ore, il cui direttore Piero Colombi era suo amico personale. Nel 1950 disegna marchio e logotipo per La Rinascente.

Con Achille Castiglioni e Erberto Carboni progetta importanti allestimenti, quali RAI, ENI, Montecatini e varie mostre della radio: la sua attività lo porta a distinguersi anche nel campo editoriale e collabora con importanti aziende quali Legler, Olivetti, Esselunga, Feltrinelli, Istituto Geografico De Agostini.[3].

È stato attivo anche nel campo dell'insegnamento, presso l'Umanitaria di Milano (1959-1962), alla Scuola Politecnica di Design (anni settanta), alla CSIA di Lugano ed è stato socio dell'AGI, Alliance Graphique Internationale.

Huber riceve il premio Compasso d'Oro nel 1954 grazie al progetto Plastica stampata per l'azienda italiana Stabilimenti Ponte Lambro.

Nel 2005 viene inaugurato a Chiasso il MAX, Museo Max Huber[4], che raccoglie l'eredità del maestro ed è diretto dalla vedova, la giapponese Aoi Kono.

Opere

  • 1945: grafica per Einaudi
  • 1947: immagine coordinata per la società Braendli
  • 1947: VIII Triennale (T8) (con Ezio Bonini)
  • 1948-1949: Borsalino
  • 1950: marchio e logotipo per La Rinascente
  • XV mostra nazionale della radio (con Carboni)
  • 1955: XXI mostra nazionale della radio (con Iliprandi)
  • 1958: XXIV mostra nazionale della radio (con Iliprandi)
  • 1959: XXV mostra nazionale della radio (con Tovaglia)
  • 1961: mostra La pubblicità all'Expo 1961, Torino
  • 1964: padiglione Montecatini
  • 1964: padiglione RAI (con Iliprandi)

Riconoscimenti

Note

  1. ^ Giorgio Fioravanti, Leonardo Passarelli, Silvia Sfligiotti, La grafica in Italia, Milano, Leonardo Arte, 1997, pp. 104-105
  2. ^ http://sdz.aiap.it/notizie/7105
  3. ^ Per l'attività professionale di Huber si veda: Max Huber, a cura di Stanislaus von Moos, Mara Campana, Giampiero Bosoni, Londra, Phaidon, 2006
  4. ^ Museo Max Huber

Bibliografia

  • Carlo Belloli, Max Huber: silenziosa coerenza di un protagonista del concretismo, Arte Struktura, 1980
  • Max Huber, Progetti grafici: 1936-1981, Electa, 1982
  • Max Huber, a cura di Stanislaus von Moos, Mara Campana, Giampiero Bosoni, Londra, Phaidon, 2006
  • (DE) SIKART: Huber, Max, su sikart.ch.

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Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN36830528 · ISNI (EN0000 0001 2127 9803 · SBN IEIV235601 · ULAN (EN500258183 · LCCN (ENnr98013493 · GND (DE131952544 · BNF (FRcb165012835 (data) · NDL (ENJA01168042 · CONOR.SI (SL105680739