Arduino d'Ivrea
La cultura (e finanche la storiografia) romantica hanno reso popolare la figura di Arduino di Ivrea, vedendo in lui un esponente precoce della lotta per l'affrancamento dell'Italia dal giogo della dominazione straniera, ed attribuendo un significato simbolico eccessivo alla sua nomina a re d'Italia.
Per contro, la Chiesa, memore delle sanguinarie scorribande di Arduino contro i vescovi di Ivrea e di Vercelli, aveva teso in passato a ridimensionarne la statura politica e militare, vedendo nelle sue gesta sacrileghe la mera brama di potere e la "giacobina" mancanza di rispetto per le prerogative ecclesiastiche. La figura di Arduino esce da tali opposte ed avventate interpretazioni, quando la si inquadri nel contesto storico del X-XI secolo e delle acerrime lotte per il potere che coinvolsero l'intera struttura feudale ai tempi dell'impero romanico-germanico degli Ottoni.
Biografia di Arduino di Ivrea
La vita di Arduino si può riassumere nelle seguenti date.
- 955 (circa). Nascita di Arduino da Dadone, conte di Pombia e da una figlia di Arduino III, conte di Torino.
- 989 Arduino venne eletto, per decreto dell'imperatore Ottone III, signore della Marca di Ivrea; marca che allora comprendeva un vasto territorio, dal Canavese alle terre del vercellese e del novarese.
- 997 - 999 Furono anni di feroce lotta contro i vescovi di Ivrea e di Vercelli. Ai fini di limitare il potere dei marchesi e di impedire che il loro titolo diventasse dinastico, gli imperatori del Sacro Romano Impero avevano infatti da tempo imboccato la strada del conferimento di poteri secolari a vescovi da essi direttamente prescelti ("lotta per le investiture").
- 997 Arduino, con i suoi vassalli minori, entrò in Vercelli ed incendiò il Duomo, causando la morte del vescovo Pietro. Feroci furono in quell'anno anche gli scontri contro Warmondo, vescovo di Ivrea, che per due volte lanciò contro Arduino terribili maledizioni e scomuniche.
- 999 Il nuovo papa Silvestro II (salito al soglio pontificio per volere di Ottone III) convocò Arduino a Roma e lo scomunicò di fronte al Sinodo ed allo stesso imperatore. La ulteriore e più solenne scomunica non fiaccò tuttavia lo spirito ribelle di Arduino e le sue trame di lotta anti-imperiale.
- 1002 Approfittando della morte di Ottone III, un nutrito gruppo di vassalli, ostili al potere imperiale - nella chiesa di San Michele a Pavia - elesse Arduino re d'Italia.
- 1002-1003 Enrico II, succeduto ad Ottone III, inviò truppe in Italia per far deporre ad Arduino lo scettro di re d'Italia. Arduino ottenne una serie di successi militari contro le milizie dei vescovi e contro le truppe imperiali (vittoria delle "Chiuse dell'Adige").
- 1004 Enrico II calò in Italia, chiamato dai vescovi e dai feudatari ostili al marchese di Ivrea. Dopo aver sconfitto Arduino alle chiuse della Valsugana, costringendolo a ripiegare nella sua Marca, Enrico II gli tolse il titolo regale, facendosi a sua volta incoronare a Pavia re d'Italia.
- 1005 Arduino donò i propri beni tra i fiumi Orco e Malone all'abbazia di Fruttuaria - posta nel territorio di San Benigno Canavese- la cui edificazione egli aveva appoggiato ed alla quale fu costantemente legato.
- 1007 Attaccato nelle sue terre, Arduino resistette all'assedio delle milizie imperiali, rifugiandosi nella roccaforte di Sparone, nell'Alto Canavese.
- 1014 Enrico II, sceso nuovamente in Italia, fu solennemente proclamato imperatore a Roma da papa Benedetto VIII e riuscì a domare le resistenze dei nobili romani suoi avversari (e, pertanto, alleati di Arduino).
- 1014 Tornato in Germania Enrico II, Arduino riprese le armi e si mosse alla conquista di Vercelli, Novara e Pavia. Caduto ammalato, si ritirò nell'abbazia di Fruttuaria di San Benigno Canavese inseguendo il proposito di una "buona morte" tra le cure dei monaci benedettini.
- 1015 Morte di Arduino nell'abbazia di Fruttuaria in concetto di santità e sua sepoltura nell'altar maggiore della chiesa abbaziale, ove per secoli fu venerato dai monaci e dai pellegrini.
Le vicende delle spoglie mortali di Arduino
Sulle spoglie di re Arduino si è tramandata - veri o falsi che siano i vari suoi particolari - la seguente storia (raccontata anche dallo scrittore Giuseppe Giacosa).
Verso la seconda metà del XVII secolo, il cardinal Ferrero, abate di Fruttuaria, considerava ancora indegno il fatto che le ossa di Arduino, macchiate dai tanti misfatti contro la Chiesa, fossero conservate come preziose reliquie sotto l'altar maggiore dell'abbazia e venisse loro tributato un vero e proprio culto come verso un santo. Decise dunque di violare il sepolcro e di seppellire in terra sconsacrata le ossa che si erano conservate. Ma un pio frate si incaricò di spiare l'abate, di segnare il luogo della sepoltura e di avvisare dell'accaduto il conte Filippo di Agliè, che vantava antiche discendenze da re Arduino.
Quest'ultimo fece allora nuovamente esumare le nobili spoglie ordino di trasporle nel suo castello in Agliè ove rimasero sin al 1764.
In quell'anno il castello passò ai Savoia, ai quali nulla importava delle ceneri di Arduino. Ma la sorte dispose che la marchesa Cristina di Saluzzo Miolans, moglie del marchese Giuseppe San Martino, ex proprietario del castello, fosse anche amante riamata del conte Francesco Valperga di Masino.
Racconta il Giacosa che:
<<Al conte di Masino coceva il pensiero di quelle poche ceneri, già tolte alla sacra volta e ai canti del- la chiesa, già rapite alla ferace terra di Fruttuaria, mal guardate e cadute ora... a tale padrone, cui non le consacrava nessun vincolo di sangue, nessuna ragione né di nome né di memorie. Però le sue alte cariche non gli permettevano aperta dimostrazione, né la remotissima agnazione potevagli attribuire il diritto di rivendicare le spoglie mortali del grande antenato. Chiudeva nell'animo la pietosa ira, alla quale era conforto l'amore della marchesa e il sapernela partecipe. Ma la pietà femminile è industre e temeraria…>>
Cristina, per amore di Francesco e per dispetto verso i Savoia, fece in modo di introdursi furtivamente nel Castello Ducale di Agliè, trafugare la cassetta con i resti di Arduino e trasportarla al Castello di Masino, dai suoi legittimi discendenti.
Nella cappella di questo bel castello (ora di proprietà del F.A.I.) le spoglie mortali di re Arduino riposano finalmente in pace ancora oggi.
La storia si inscrive manifestamente nelle strategie di nobilitazione dinastica perseguite con frequenza nel passato e testimonia la grande popolarità di cui ha continuato a godere, nel Canavese, la figura di re Arduino, ormai sospesa tra storia e leggenda.
La figura di Arduino nel folklore del Canavese
La passione per le rievocazioni storiche medievali - che ha connotato la cultura romantica e che si è tramandata sino ai nostri giorni - si manifesta nel Canavese in numerose feste in costume. Tra esse vanno ricordate:
- la Settimana Fructuariense che si celebra a San Benigno Canavese;
- il Torneo di Maggio, istituito a Cuorgnè con il proposito esplicito di celebrare la leggenda di re Arduino;
- le manifestazioni storiche di Sparone, celebrate ai piedi dei ruderi dell'antica roccaforte di Arduino.
Voci correlate
Bibliografia
- M.L. Tibone, L. M. Cardino, Il Canavese. Terra di storia e di arte, Torino, 1993
- P. Ramella, Yporegia - Ivrea e Canavese nel Medioevo, Ivrea, 1997