General Logistics Systems

azienda neerlandese di trasporto internazionale di merci
Versione del 10 apr 2018 alle 14:29 di WPWorks (discussione | contributi) (Questa aggiunta, che fa riferimento a un evento riportato su "La Repubblica" e sulla stampa italiana, offre ulteriori informazioni coerenti con l'attuale versione inglese dell'articolo di Wikipedia su GLS, ma è scritto senza pregiudizi e cita riferimenti a fonti di informazione consolidate e rispettate.)

La General Logistics Systems, abbreviata in GLS, è una compagnia di trasporti che offre trasporto internazionale di merci e contratti logistici.

General Logistics Systems
Logo
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StatoPaesi Bassi (bandiera) Paesi Bassi
Fondazione1999 a Amsterdam
Sede principaleAmsterdam
GruppoRoyal Mail
SettoreTrasporto
Fatturato2,05 miliardi di €[1] (2016)
Dipendentioltre 17.000[1] (2016)
Sito webgls-group.eu/
Mappa dei Paesi in cui opera GLS. Il colore arancione indica dove GLS opera direttamente, il colore giallo indica dove la compagnia opera attraverso i suoi partner.

La società è stata fondata nel 1999 e fa parte del gruppo Royal Mail, la società britannica delle poste[2].

Storia

 
Un deposito in Germania

L'azienda nacque nel mese di ottobre del 1999 dopo l'acquisizione di un'azienda tedesca del settore già operante sul mercato, seguita dall'acquisizione di un'azienda ungherese e da una irlandese[3]. L'anno seguente le acquisizioni continuarono in molte parti d'Europa, tra cui in Danimarca, Francia, Slovenia e Italia dove vennero fatti investimenti in aziende già presenti nei rispettivi territori.

Nel 2002 venne lanciato in tutta Europa il marchio GLS e negli anni successivi vengono completate le acquisizioni di alcune aziende in cui inizialmente vi era solo una partecipazione.

Nel 2011/2012 l'azienda ha dichiarato un fatturato globale di 1.810 milioni di Euro con 13.400 dipendenti[4].

In Italia GLS si è introdotta nel 2001 acquisendo una partecipazione in Direzione Gruppo Executive, società a sua volta sorta nel 1993 per coordinare una serie di corrieri espressi operanti in franchising[5]. Negli anni successivi alcuni dei depositi in franchising sono stati rilevati a livello centrale[6][7].

Nel 2011/2012 l'azienda italiana ha dichiarato un totale di 132 sedi, 10 centri di smistamento e oltre 3.200 mezzi di trasporto, mentre l'associazione di categoria italiana Confetra la inserisce al 27º posto tra i trasportatori italiani, con un fatturato di poco superiore ai 190 milioni di Euro, 564 dipendenti ed un utile ante imposte di 10,772 milioni di Euro[8].

Critica

Evento riportato sulla stampa italiana: La Repubblica, Bologna, ha riferito che, il 15 settembre 2016, durante uno sciopero degli operai all'agenzia GLS di Piacenza, è stato presumibilmente ordinato dal gestore dell'agenzia a un conducente di furgone GLS di sfondare la linea del picchetto. Il furgone ha ferito e ucciso un lavoratore che era sulla linea di picchetto. La vittima si chiamava Abd Elsalam Ahmed Eldanf. La polizia ha arrestato l'autista del furgone, salvandolo dall'ira dei manifestanti. La Procura di Piacenza ha dichiarato che "Quando è avvenuto l'incidente non era in atto alcuna manifestazione"[9], nonostante le testimonianze e le registrazioni video presentate da molti dei manifestanti presenti al momento sulla linea di picchetto[10].

Note

  1. ^ a b gls-italy.com, https://www.gls-italy.com/it/azienda/fatti-e-numeri?Itemid=119. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  2. ^ (EN) Organigramma di Royal Mail Archiviato il 2 luglio 2013 in Internet Archive.
  3. ^ (EN) Storia sul sito ufficiale
  4. ^ (EN) Dati sul sito ufficiale
  5. ^ Storia su GLS Italy, su gls-italy.com (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2013).
  6. ^ (EN) L'anno 2003 di GLS
  7. ^ (EN) L'anno 2004 di GLS
  8. ^ Statistiche Confetra del 2011 (PDF), su confetra.com.
  9. ^ Piacenza, operaio travolto e ucciso da un tir durante picchetto davanti a un'azienda (foto, video), in Repubblica.it, 15 settembre 2016. URL consultato il 10 aprile 2018.
  10. ^ Piacenza, l'ira dei facchini: "Così hanno ammazzato Salam", in Repubblica.it, 15 settembre 2016. URL consultato il 10 aprile 2018.

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Collegamenti esterni

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