Discarica

luogo dove vengono depositati e fatti marcire in modo non selezionato e permanente i rifiuti derivati dalle attività umane

La discarica di rifiuti è un luogo dove vengono depositati in modo non selezionato i rifiuti solidi urbani e tutti i rifiuti provenienti dalle attività umane (detriti di costruzioni, scarti industriali, eccetera) che non si è voluto o potuto riciclare, inviare al trattamento meccanico biologico (TMB), gassificare o, in ultima ratio, utilizzare come combustibile negli inceneritori (o termovalorizzatori).

Una moderna discarica con protezioni e barriere (Honolulu, Hawaii).
Una discarica di rifiuti non a norma, senza particolari protezioni e barriere.
Una discarica a Giakarta: nei paesi in via di sviluppo le discariche sono al tempo stesso fonte di inquinamento ambientale ma anche di sostentamento per i più poveri.
Un mezzo compattatore.

La normativa italiana col Dlgs. 36/2003 recepisce la direttiva europea 99/31/CE che prevede tre tipologie differenti di discarica:

  • Discarica per rifiuti inerti
  • Discarica per rifiuti non pericolosi (tra i quali gli RSU, Rifiuti Solidi Urbani)
  • Discarica per rifiuti pericolosi (tra cui ceneri e scarti degli inceneritori)

La normativa definisce anche il piano di sorveglianza e controllo con i necessari parametri chimici, chimico-fisici, idrogeologici, meteoclimatici e topografici da determinare periodicamente con una stabilita frequenza delle misurazioni.[1]

L'uso delle discariche per il rifiuto indifferenziato deve essere assolutamente evitato. L'Unione Europea con la direttiva sopra citata (99/31/CE) ha stabilito che in discarica devono finire solo materiali a basso contenuto di carbonio organico e materiali non riciclabili: in altre parole, dando priorità al recupero di materia, la direttiva prevede il compostaggio ed il riciclo quali strategie primarie per lo smaltimento dei rifiuti. Infatti, i residui di molti rifiuti, soprattutto di RSU organici, restano attivi per oltre 30 anni e, attraverso i naturali processi di decomposizione anaerobica, producono biogas e numerosi liquami (percolato) altamente contaminanti per il terreno e le falde acquifere per cui il conferimento senza preventivo trattamento di compostaggio è da evitarsi. Dati gli enormi tempi di degradabilità dei materiali normalmente conferiti in discarica (come le plastiche e ancor peggio i rifiuti pericolosi) è ragionevole stimare la possibilità di rilevare tracce di queste sostanze dopo la chiusura di una discarica per un periodo che va fra i 300 e i 1000 anni, per cui andrebbero trattati differentemente [2].

Alcuni paesi come la Germania, l'Austria e la Svizzera hanno eliminato il conferimento in discarica di rifiuti non trattati e le discariche sono utilizzate principalmente per lo stoccaggio delle ceneri dei termovalorizzatori o dei residui degli impianti di trattamento biologico e compostaggio.

Attualmente lo smaltimento in discarica in Italia è il principale metodo di eliminazione dei rifiuti, in quanto è semplice ed economico. Dati relativi al 2004 indicano che il 51,9% dei rifiuti totali prodotti è stato smaltito in discarica.[3]L'uso della discarica è molto intenso nei paesi poco sviluppati, mentre la tendenza generale è volta a limitare il conferimento in discarica applicando attivamente politiche di riduzione, riuso e riciclo, e sfruttando tecnologie quali il compostaggio e l'incenerimento per i residui.

Dal punto di vista dell'emissione in atmosfera di gas responsabili dei cambiamenti climatici, le discariche del tipo per rifiuti non pericolosi e quelle del tipo per rifiuti pericolosi risultano nocive se il rifiuto non viene preventivamente trattato e/o differenziato (come purtroppo spesso capita). È infatti scientificamente provato dall'organizzazione internazionale sui cambiamenti climatici, IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) che i rifiuti in discarica causano emissioni ad alto contenuto di metano e anidride carbonica, due gas serra molto attivi; una moderna discarica deve pertanto prevedere sistemi di captazione di tali gas (in particolare il metano, che può essere usato anziché disperso in atmosfera).

I problemi delle emissioni di gas possono tuttavia essere ridotti o eliminati con l'adozione di tecniche costruttive specifiche e con il pretrattamento dei rifiuti: in particolare la raccolta differenziata di quanto riciclabile e della frazione umida (responsabile delle citate emissioni liquide e gassose), e il cosiddetto trattamento a freddo mediante cui si accelera la decomposizione dei rifiuti prima del conferimento in discarica. Come detto, la stessa Unione Europea vieta il conferimento di materiale organico in discarica.

Struttura di una moderna discarica

Per assolvere efficacemente al suo compito, e cioè limitare tali emissioni nocive e non diventare sorgente di inquinamento per il suolo o per l'idrosfera, una discarica deve essere progettata in modo adeguato e secondo tutte le relative norme di legge. Praticamente le discariche moderne devono essere costruite secondo una struttura a barriera geologica in modo da isolare i rifiuti dal terreno, rispettare gli standard igienici e la biosfera, riutilizzare i biogas prodotti come combustibile per generazione di energia. La struttura in genere è del tipo a "deposito sotteraneo", costituita dal basso verso l'alto nel seguente modo:

  • un fondo passivo di argilla e isolamento plastico (geomembrana);
  • uno strato di sabbia per l'assorbimento, recupero e successivo trattamento del percolato;
  • lo strato di rifiuti;
  • un successivo strato superiore di terra per la copertura e la crescita di piante;
  • dei camini di esalazione e recupero per il gas (nel caso di discariche RSU).

Gestione di una discarica di rifiuti

Se la discarica è progettata e costruita correttamente, i rifiuti devono comunque rimanere sorvegliati per almeno 30 anni dopo la sua chiusura. Nel frattempo l'area è utilizzabile per altri scopi (in genere il terreno superficiale può essere usato per la crescita di piante).

Se la progettazione di una discarica è importante, non meno lo è la sua gestione. Infatti ogni discarica viene progettata per accogliere determinati rifiuti (inerti, ovvero non pericolosi, ovvero pericolosi) e quindi, salvo modifiche successive, deve accogliere solo quel tipo di rifiuti. Ogni discarica è progettata per accogliere un determinato volume di rifiuti e quindi ha una vita limitata, che può essere sí prolungata, ma non protratta indefinitamente. Anche le procedure di trattamento e di messa a dimora dei rifiuti devono essere eseguite in modo da non compromettere la sicurezza per chi vi opera e da non favorire fenomeni di inquinamento.

L'inquinamento ambientale legato a una discarica ben controllata e gestita può essere sensibilmente ridotto (anche per quanto rigiarda i gas serra), oltre che attuando l'opportuna preselezione del materiale da conferirvi, sfruttando l'utilizzo della frazione compostabile per la produzione di biogas e ammendante agricolo. Vi sono comunque inconvenienti come la deturpazione del paesaggio e la necessità di sorvegliare l'area per un certo periodo di tempo dopo la cessazione dell'attività, oltre all'occupazione del terreno, che diviene inutilizzabile per altri scopi dopo la dismissione della discarica, che pure può essere trasformata in un'area verde.

I rifiuti solidi e la società

Purtroppo, specialmente in Italia, esistono numerose discariche abusive (inquinanti e pericolose), non controllate, spesso connesse con attività mafiose come la camorra per il lucroso traffico illegale dei rifiuti (ecomafie). Queste discariche, non controllate regolarmente, contengono materiali tossici spesso trasportati dalle fabbriche del settentrione fino al meridione. Le conseguenze sono facilmente immaginabili.

Dal punto di vista energetico i rifiuti solidi sono molto più efficientemente trasformati se li si recupera e ricicla con tecniche moderne. Altra possibilità è l'incenerimento che comunque necessita di discariche per i residui (le ceneri, rifiuti pericolosi e pari a circa 10% in volume e 30% in peso del rifiuto introdotto) non riutilizzati e per il materiale non combustibile non recuperato (cosiddetto inerte). Dal punto di vista ambientale entrambe le tecniche di smaltimento (discarica e termovalorizzazione) possono essere considerate un male minore, da limitare in favore delle tecniche di recupero e riciclaggio. Tuttavia, anche una società educata alla minore produzione di rifiuti, al loro massimo riutilizzo e riciclaggio, non potrà mai fare a meno di un certo numero di discariche.

In Italia l'onere della gestione e del trattamento dei rifiuti è caricato sui bilanci dei comuni, che finanziano questo servizio con un'apposita tassa per la spazzatura (la Tarsu). In genere essa è proporzionale ai metri quadri dell'abitazione e al numero delle persone che vi risiedono, ma sarebbe più corretto valutare l'effettiva produzione di rifiuti differenziati/indifferenziati come avviene in alcuni comuni più virtuosi, dove si applica la Tia a norma di legge.

La spesa principale consiste nel costo di trasporto (operatori e camion) dalle utenze fino alla discarica, che di solito è sita in territorio demaniale, di proprietà dello stesso comune. Se la spazzatura è depositata nel terreno di un privato o di un altro comune, i rifiuti vengono pesati e viene pagato un corrispettivo proporzionale al volume e/o peso introdotto in discarica. Il costo è quindi proporzionale alla produzione di rifiuti.

La permanenza dei rifuti per lunghi periodi di tempo in discarica (su terreno demaniale) comporta pochi oneri economici di gestione, se non ci si preoccupa dell'impatto ambientale. La saturazione delle discariche, con la conseguenza di non potervi più conferire rifiuti, è una questione molto attuale che tra l'altro rappresenta una delle principali cause del cosiddetto "turismo dei rifiuti", che comporta spesso lunghi viaggi in attesa dello smaltimento finale: si veda ad esempio il caso della Campania, che per la cosiddetta «emergenza rifiuti» in corso da molti anni ha esportato centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti in altre regioni italiane e persino all'estero, mentre recentemente si è ribadita l'importanza dell'autonomia delle singole province nella gestione dei rifiuti[4]

Costi e ruolo

Le discariche, se non progettate, realizzate e gestite nel migliore dei modi, sono il peggior sistema possibile per lo «smaltimento» dei rifiuti, anche perché il loro costo pressoché nullo le rende enormemente convenienti finanziariamente e molto piú facili di qualunque altra soluzione di gestione dei rifiuti. Le discariche moderne hanno dei costi superiori, che però da soli non bastano a renderle meno convenienti economicamente di altre soluzioni, mentre è necessario che i costi delle soluzioni di smaltimento di rifiuti siano inversamente proporzionali alla loro priorità nel sistema integrato.

Specialmente dopo che la finanziaria 2007 ha abolito parzialmente i contributi ai nuovi inceneritori (si veda la voce inceneritore) si è temuto che il ricorso alla discarica torni ad aumentare; piú in generale, il conferimento in discarica del rifiuto indifferenziato è da scoraggiare fortemente per incentivare il riciclo, e a questo scopo è utile imporre una «ecotassa» apposita, fermo restando che il primo obiettivo è eliminare le discariche abusive e quelle non a norma. Le tasse attualmente presenti infatti sono piuttosto basse: variano da 1 a 25 €/t a seconda della regione, mentre in Europa molti paesi applicano una tassazione anche molto piú pesante.[5]

Note

  1. ^ Dlgs. 36/2003
  2. ^ APAT, I quaderni della formazione ambientale: Rifiuti tabella p. 7
  3. ^ Rapporto APAT pag.37
  4. ^ Decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61: Interventi straordinari per superare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per garantire l'esercizio dei propri poteri agli enti ordinariamente competenti, articolo 6: «piena realizzazione del ciclo di gestione e smaltimento dei rifiuti in ambito provinciale».
  5. ^ Smaltimento in discarica: tributi e divieti in Europa, a cura del CEWEP, Confederation of European Waste-to-Energy plants (confederazione europea per gli impianti di recupero energetico dei rifiuti).

Voci correlate

Collegementi esterni

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