John Brown (attivista)
John Brown (Torrington, 9 maggio 1800 – Charles Town, 2 dicembre 1859) è stato un attivista abolizionista bianco statunitense, dedito alla causa antischiavista, per condurre la quale propugnò anche mezzi estremi di combattimento come la lotta armata. Catturato dopo un fallito assalto a un'armeria federale con cui intendeva innescare una rivolta, fu condannato a morte per tradimento e impiccato nel 1859[1].

Personaggio tra i più noti della storia dell'abolizionismo negli Stati Uniti d'America, gli fu dedicata una canzone popolare, John Brown's Body, divenuta inno di battaglia informale delle truppe dell'Union Army durante la successiva Guerra di secessione americana. Benché sia popolarmente riconosciuto come martire della causa abolizionista, una parte della critica storica lo considera il primo terrorista ante-litteram che abbia mai operato nei territori dell'Unione[2].

Giovinezza
John Brown nacque l'8 maggio del 1800 a Torrington (Connecticut), quarto degli otto figli di Owen Brown (1771-1856) e Ruth Mills (1772-1808)[4] e nipote del capitano John Brown (1728-1776)[5]; in seguito crederà di poter rintracciare i propri antenati tra i puritani inglesi del XVII secolo, con ascendenze riconducibili ai Padri Pellegrini[6].
Quando ebbe 5 anni la famiglia si dovette trasferire a Hudson (Ohio) ove il padre aprì un'attività di industria conciaria; questi sarà un forte sostenitore dell'Oberlin College[7] fin dalle sue prime fasi, anche se col tempo diverrà sempre più critico nei confronti della concezione di "perfezione cristiana"[8] promossa dall'istituzione scolastica facente capo al metodismo e resasi già particolarmente celebre grazie alla predicazione e all'insegnamento[9][10][11] di Charles Grandison Finney[12] e di Asa Mahan[13][14].
Brown ritirò la propria appartenenza alla Chiesa congregazionalista nel corso degli anni 1840 e non si unì mai ufficialmente a nessun'altra delle confessioni cristiane, ma sia lui che il padre Owen rimarranno nonostante tutto dei credenti nell'evangelicalismo abbastanza convenzionali per il periodo in questione, tutti incentrati ed estremamente attenti nella ricerca della "rettitudine personale".
La fede religiosa del futuro capitano è abbastanza ben documentata nelle carte del reverendo Clarence Gee, un esperto della famiglia Brown, conservate nella "Hudson [Ohio] Library and Historical Society". Fin dalla più tenera età imparò a diventare un devoto lettore dei Testi sacri e fu educato a pensare e ad operare assumendo il testo biblico come ispiratore e guida[15].
A 8 anni perse la madre e per lui fu un colpo terribile, da cui non si rimise mai del tutto; da quel momento in avanti svilupperà una malinconia profonda, difesa da uno schermo di ritrosia. Il padre, risoluto abolizionista, non tardò ad insegnare anche al figlio i valori ideali della libertà: a 12 anni conobbe un bambino schiavo coetaneo, episodio che lo turbò quando ebbe a confrontare la propria condizione con la sua. John, da buon puritano qual'era fu portato a pensare che quel piccolo "negro" aveva un padre, Dio: di conseguenza il proprietario di schiavi peccava contro l'Altissimo[16].
Allora giurò guerra implacabile e odio inestinguibile allo schiavismo; in questa lotta sarebbe sceso con un fiero entusiasmo e contemporaneamente con l'intolleranza di un antico crociato, con l'energia inarrestabile e il terribile moralismo di un novello Oliver Cromwell. Quando avesse avuto l'occasione di agire avrebbe di certo fatto tremare il Sud[17].
Il capofamiglia Owen ebbe per un certo lasso di tempo come apprendista Jesse R. Grant, il futuro genitore del comandante dell'Union Army Ulysses S. Grant[18]. Giunto all'età di 16 anni l'adolescente John lasciò la casa paterna per recarsi a Plainfield (Massachusetts), ove s'iscrisse ad un programma di preparazione professionale; poco più tardi si ritroverà alla Morris Academy di Litchfield (Connecticut) (fondata dal'ufficiale dell'Esercito Continentale James Morris III)[19].
Pare assodato che in questo periodo sperasse ancora di poter diventare un ministro religioso del congregazionalismo, ma i risparmi gli scarseggiarono e cominciò a soffrire di una fastidiosa infiammazione agli occhi; ciò lo costringerà ad abbandonare l'Accademia e a fare ritorno nell'Ohio. A Hudson lavorò brevemente alla conceria del padre, prima di riuscire ad aprirne una propria appena fuori la città usufruendo della collaborazione del fratello adottivo.
Le sue letture della gioventù saranno le biografie di Cromwell, dei rivoluzionari francesi, di Napoleone Bonaparte, di Spartaco e Quinto Sertorio, poi anche le Vite parallele di Plutarco; in tal modo apprese a valutare in una maniera totalmente intrisa di romanticismo la funzione creatrice delle grandi personalità storiche. Conobbe le vicende della rivoluzione haitiana (il primo Stato a maggioranza africana libero nel mondo)[20].
Si rafforzò nell'odio ai tiranni, come ai loro tempi già avevano fatto Marco Giunio Bruto e Marco Porcio Catone: ma J. Brown unì alla fierezza del rivoluzionario il sentimento moralistico e l'intransigenza implacabile del fondatore di religioni o del profeta biblico[21].
Famiglia e carriera
Nel 1820 sposò Dianthe Lusk ed il loro primo figlio, John Brown Jr.[22][23][24], nacque 13 mesi più tardi. Cinque anni dopo la nuova famiglia si trasferì a New Richmond nella Contea di Crawford (Pennsylvania), dove acquistò 200 acri (all'incirca 81 ettari) di terra; ne liberò 1/8 per costruirvi una capanna di tronchi, un fienile e un laboratorio da conciatore. Il "John Brown Tannery Site"[25][26] è stato inserito nel "National Register of Historic Places"[27] nel 1978[28].
Entro un anno giunse ad impiegare fino a 15 assistenti ed apprendisti; Brown ottenne inoltre un discreto successo finanziario tramite l'allevamento del bestiame e l'agrimensura. Riuscirà in tal modo a contribuire alla creazione di un ufficio postale e alla fondazione di una scuola locale.
Nel corso di questo periodo gestirà anche una rete commerciale inter-statale coinvolgente la compravendita di capi d'allevamento e cuoio assieme ad un parente, Seth Thompson, originario dell'Ohio Orientale.
Nel 1831 uno dei figli gli morì; Brown stesso si ammalò e le imprese che a lui facevano capo cominciarono a risentirne, lasciandolo alla fine con numerosi debiti inevasi. Nell'estate del 1832 anche la moglie morì, poco dopo aver partorito un neonato troppo precoce il quale nacque morto. Ma già il 14 giugno dell'anno seguente sposò a 33 anni la sedicenne Mary Ann Day (15 aprile 1817 - 1 maggio 1884), originaria della contea di Washington (New York)[29]: avranno 13 figli, oltre ai 7 del suo precedente matrimonio.
Nel 1836 si verificherà un nuovo trasferimento, questa volta a Franklin Mills (cittadina successivamente ribattezzata col nome di Kent (Ohio) in onore dell'industriale ferroviario Marvin Kent). Qui prese in prestito del denaro per poter comprare alcuni terreni della zona, costruendo e gestendo una conceria affacciata sul fiume Cuyahoga usufruendo dell'apporto societario del banchiere Zenas Kent[30][31]. I due subiranno gravi perdite finanziarie a causa della vasta crisi che sopraggiunse di lì a breve, (nel 1839), la quale colpì le regioni del West ben più severamente di quanto non fece il panico del 1837.
A seguito delle forti tendenze all'indebitamento contratte nell'Ohio, molti uomini d'affari come Brown si fidarono troppo del credito e dei titoli di Stato, giungendo a pagarne le conseguenze a caro prezzo; nel corso dell'episodio che gli fece perdere la proprietà fu persino incarcerato quando tentò di mantenerne il possesso occupandola contro le pretese del nuovo proprietario.
Come anche altri uomini determinati del suo tempo e del più recente passato provò ad attuare molti diversi modi nel tentativo di uscire dai debiti; insieme agli sforzi realizzati con la concia delle pelli e col commercio del bestiame intraprese anche l'allevamento di cavalli e pecore, l'ultimo dei quali diventò uno degli aspetti più notevoli della sua vocazione pre-pubblica.
Nel 1837[32][33], in risposta all'episodio di linciaggio negli Stati Uniti d'America avvenuto ad Alton (Illinois) del giovane reverendo del presbiterianesimo[34] Elijah Parish Lovejoy, un fervente militante dell'abolizionismo negli Stati Uniti d'America ucciso da una folla di schiavisti, Brown fece quindi in tal occasione il suo giuramento pubblico (reso celebre col nome di "giuramento di Annibale"):
Sin dal 1839 impegnò con un solenne giuramento i figli alla lotta armata volta a distruggere definitivamente la schiavitù dall'intera nazione.
Venne dichiarato insolvente e quindi in stato di fallimento da un tribunale federale il 28 settembre del 1842 e l'anno successivo 4 dei figli moriranno di dissenteria; come Louis DeCaro Jr dimostra nel suo abbozza biografico del 2007 a partire dalla metà degli anni 1840 egli si era ricostruito una seria reputazione come esperto in lana di pecora, entrando prendo in partnership con il colonnello Simon Perkins di Akron (Ohio) le cui greggi e fattorie furono gestite dalla famiglia Brown.
Alla fine Brown traslocò con i figli rimastigli in un'abitazione adiacente di fronte alla "Perkins Stone Mansion"[36] situata proprio sulla cima della "collina di Perkins". La "John Brown House"[37] di Akron è ancora di proprietà privata e viene gestita dalla "Summit County Historical Society"[38][39].
Anni cruciali in Massachusetts
Nel 1846 Brown e il suo socio in affari Simon Perkins si trasferirono nella città ideologicamente progressista di Springfield (Massachusetts). Qui trovò una comunità la cui leadership bianca - dalla Chiese di maggior rilevanza agli uomini d'affari più ricchi, ai suoi uomini politici più popolari, ai suoi giuristi locali e persino all'editore di uno dei giornali più influenti della nazione - fu profondamente coinvolta ed emotivamente investita nel movimento che lottava attivamente contro la pratica schiavista[41].
L'intento di Brown e Perkins sarà quello di rappresentare gli interessi dei coltivatori di lana dell'Ohio rispetto a quelli dei produttori della Nuova Inghilterra; i due organizzeranno pertanto un'operazione di commissione sulla lana. Mentre si trovava in città abitò all'indirizzo di "51 Franklin Street"[42].
Due anni prima del suo arrivo gli abolizionisti afroamericani di Springfield avevano fondato la "Sanford Street Free Church", esistente ancor oggi con la denominazione di St. John's Congregational Church[43], che diverrà in seguito una delle piattaforme sociali più importanti della nazione per i discorsi abolizionisti. A partire dal 1846 e fino al 1850 sarà un assiduo parrocchiano di questa Chiesa libera e qui assisterà ad innumerevoli conferenze abolizioniste dirette da Frederick Douglass e Sojourner Truth[44].
Nel 1847, dopo aver pronunziato un proprio discorso alla "Free Church", Douglass trascorse un'intera nottata parlando e discutendo animatamente con Brown, dopo di che avrà l'occasione di scrivere:
Il capitano gli spiegò con dovizia di particolari che occorreva penetrare nel Sud alla testa di uomini armati e accendervi tra gli schiavi la fiamma dell'insurrezione, allora sarebbe stato possibile rifugiarsi tra le valli impervie e quasi inaccessibili del fiume Allegheny e condurvi la guerriglia a tempo indeterminato. Era nata in lui la decisione di scatenare contro i sudisti la guerra per bande[45].
Contemporaneamente Brown divenne profondamente coinvolto in maniera militante per trasformare la città in uno dei centri principali dell'abolizionismo attivo oltre che una delle fermate più sicure e significative dell'Underground Railroad[46][47].
Avrà anche modo d'imparare molto sull'élite mercantile del Massachusetts; mentre inizialmente considerò questa conoscenza alla stregua di una vera e propria maledizione, si sarebbe rivelata un vantaggio di non poco conto per le sue attività successive nel Kansas e ad Harper's Ferry. La comunità imprenditoriale reagì con esitazione quando Brown chiese di modificare la loro pratica altamente redditizia di vendere lana di bassa qualità in massa a prezzi estremamente contenuti.
Almeno in un primo tempo Brown si fidò ingenuamente, ma ben presto si rese conto ch'essi erano assai determinati a mantenere il più stretto controllo sui prezzi; inoltre alla periferia gli allevatori della Connecticut River Valley rimanevano in larga parte del tutto disorganizzati ed esitanti a cambiare radicalmente la metodologia di produzione per poter soddisfare degli standard più elevati. Nell'"Ohio Cultivator" Brown ed altri produttori si lamentarono del fatto che le tendenze agricole predominanti stavano abbassando tutti i prezzi della lana da esportazione.
In reazione a ciò tentò di compiere un ultimo sforzo volto a sorpassare l'élite mercantile cercando un'alleanza diretta con i produttori europei; ma in conclusione rimarrà decisamente deluso nell'apprendere che Oltreoceano si continuava a preferire comprare in massa le lane del Massachusetts Occidentale ai prezzi economici che qui si potevano ottenere.
Nell'agosto del 1849 Brown compì un viaggio in Inghilterra per cercare prezzi più alti per la lana di Springfield; esso si rivelerà però un autentico disastro in quanto l'azienda da lui presieduta subì una perdita di 40.000 dollari statunitensi e della quale Perkins sopportò il peso maggiore. Dirà in seguito di aver "ispezionato tutte le fortificazioni e le opere campali, con l'intenzione di applicare le conoscenze acquisite alla condotta della guerriglia sui monti statunitensi"[48].
Dopo questa ricaduta economica l'operazione della commissione sulle lane chiuse definitivamente i battenti verso la fine del 1849; successive cause legali legheranno i partner ancora per diversi anni.
Prima che Brown lasciasse Sprinfield nel 1850 venne fatta approvare dalla presidenza di Millard Fillmore la Fugitive Slave Law, una disposizione che imponeva alle autorità degli Stati liberi del Nord di aiutare la cattura e il ritorno al Sud degli schiavi fuggiaschi, imponendo inoltre severe sanzioni a tutti coloro che invece operavano per aiutarne la fuga. In risposta Brown fondò un gruppo di militanza per impedire la cattura degli ex schiavi, la "League of Gileadites".
Il nome proviene dal Monte di Galaad menzionato nella Bibbia, il luogo in cui solamente i più coraggiosi appartenenti al popolo ebraico si radunavano per affrontare un nemico invasore; Brown fondò la Lega con queste parole: "Niente è così attraente per il popolo americano come il coraggio personale. [I neri] avrebbero dieci volte il numero [di amici bianchi] di quello che hanno ora se solo fossero seriamente decisi a farsi valere per garantirsi i loro più diritti invece di scimmiottare le follie e le stravaganze perverse dei loro vicini bianchi; ovvero indulgere in uno spettacolo ozioso, in un'allegria pagana e nella lussuria"[49].
Lasciando la città Brown ordinò alla Lega di "agire rapidamente, in silenzio ed efficacemente" a protezione degli schiavi fuggiti fino a Springfield; parole che potrebbero ben prefigurare le azioni successive da lui messe in atto[49]. Dal momento della fondazione della Lega in poi nessuna persona fu mai più ricondotta in schiavitù dalla città: Brown donerà la propria sedia a dondolo alla madre del suo amato portinaio afroamericano, Thomas Thomas, come ultimo gesto di amicizia ed affetto[41].
Alcuni narratori popolari hanno forse esagerato la sfortunata scomparsa della commissione della lana per spiegare cosa lo indusse alle ultime scelte di vita; in realtà Perkins assorbirà gran parte della perdita finanziaria tanto che la loro collaborazione continuò per moti altri anni ancora, raggiungendo quasi il pareggio nel 1854.
Il periodo trascorso a Sprigfield gettò indubbiamente i semi per il futuro sostegno economico che avrebbe ricevuto dai grandi mercanti degli Stati Uniti d'America nord-orientali, introducendolo nei circoli degli abolizionisti famosi a livello nazionale come Douglass e Trouth ed includendo le fondamenta del suo primo gruppo militante anti-schiavismo[41][42].
In questi stessi anni Brown contribuì anche a rendere pubblico e diffondere il discorso di David Walker (padre del futuro avvocato e politico militante per i diritti civili Edward Garrison Walker) denominato Appeal[50].
Il proprio atteggiamento personale evolvette in maniera decisa tra il 1845 e il 1850, osservando con compiacimento il successo che stava ottenendo la "ferrovia sotterranea" (l'Underground Railroad) in città e avviando la sua prima avventura all'insegna dell'organizzazione comunitaria militante in opposizione al sistema schiavistico.
Nei discorsi pronunciati in questo lasso di tempo indicherà Elijah Lovejoy e Charles Turner Torrey (giovane abolizionista di Scituate (Massachusetts) morto in prigione)[51] come del "bianchi pronti a tutto pur di aiutare i neri e sfidare gli schiavisti"[52].
A Springfield Brown trovò una comunità bendisposta che condivideva le sue passioni libertarie e ciascuna delle parti sembrò arrivare ad educare l'altra; sia con i successi che con i fallimenti scaturiti questo fu un periodo di trasformazione radicale della sua vita, che giunse a catalizzare molte delle sue ultime azioni[41].
Origini teoriche della guerriglia per bande
Lo studio approfondito condotto dallo storico italiano della guerra civile Raimondo Luraghi ha messo in evidenza le connessioni tra il pensiero di Brown e l'ideologia volta all'insurrezione largamente presente in quegli stessi decenni nel continente europeo; egli conobbe difatti nel dettaglio le operazioni messe in atto dai resistenti nella guerra d'indipendenza spagnola contro l'Armée française di Napoleone Bonaparte e da cui originò il termine stesso di "guerriglia".
Inoltre fu un sincero ammiratore sia di Giuseppe Mazzini e della carboneria che di Giuseppe Garibaldi, già discretamente celebre in tutta l'America settentrionale; la teorizzazione di Brown della "resistenza nelle montagne" ha poi delle notevoli somiglianze con ciò che venne realizzato più di un secolo dopo dai partigiani contro la Repubblica Sociale Italiana.
Le fonti da cui attinse l'idea della guerriglia insurrezionale sono esemplarmente dimostrate dalle imprese dei Fratelli Bandiera e di Carlo Pisacane; non era allora Utopia la sua, o non solo. Nell'Europa degli anni 1830, sotto l'impressione delle esperienze spagnole, russe e della guerra d'indipendenza greca (nel cui nome morì George Gordon Byron) il rivoluzionarismo romantico è pienamente in fiore; i media statunitensi seguivano con interesse e simpatia le vicende del movimento nazional-democratico d'Oltreoceano[56].
Il conte Carlo Angelo Bianco aveva elaborato una vasta opera intitolata Della guerra d'insurrezione per bande applicata all'Italia e aderendo poco dopo alla Giovine Italia; Mazzini lo aveva in parte parafrasato nel suo scritto Della guerra d'insurrezione conveniente all'Italia. Bianco precisò ulteriormente le sue vedute nel Manuale pratico del rivoluzionario italiano e Mazzini pubblicò un autentico regolamento in 41 articoli: Istruzione per le bande nazionali[57].
A New York viveva esule Piero Maroncelli e convertiva alla causa giovani emigrati entusiasti; ma lo stesso Mazzini aveva fatto pubblicare in un giornale abolizionista la sua Preghiera di un esule a Dio pei padroni di schiavi. Bianco da par suo sosteneva l'esigenza del più spietato "terrorismo" come arma di guerriglia, ricordando che la Bibbia attestava l'approvazione divina per tutte le azioni resesi necessarie per la liberazione del "popolo eletto"[58].
Fattoria a North Elba
Nel 1848 Brown ebbe la notizia che le terre dei Monti Adirondack appartenenti a Gerrit Smith proponevano concessioni agli afroamericani liberi poveri; decise quindi di trasferirsi con l'intera famiglia tra i nuovi coloni. Acquisterà un appezzamento di terreno nei pressi di North Elba nelle immediate vicinanze di Lake Placid nello Stato di New York per 1 dollaro statunitense l'acro, ed ivi trascorse i successivi 2 anni[59].
Dopo essere stato giustiziato la vedova deciderà di seppellirlo in questa sua proprietà; a partire dal 1895 l'azienda è divenuta una proprietà statale, mentre la fattoria ("John Brown Farm State Historic Site") e la vicina tomba sono ora parte del National Historic Landmark[60]
Azioni in Kansas
Intanto nel 1855 apprese dai suoi figli adulti già presenti nel territorio del Kansas che le loro famiglie erano completamente impreparate ad affrontare l'aggressione sudista che ci si attendeva da un momento all'altro e che le forze pro-schiavitù erano fortemente militanti.
Determinato a proteggere i suoi cari e ad opporsi ai sostenitori della schiavitù i quali ne reclamavano l'estensione anche in quella regione partì senza indugi alla volta del Kansas, arruolando un genero e facendo diverse soste solo per raccogliere fondi e armi. Come riportato dal New York Tribune Brown si fermò per partecipare a una "Convention abolizionista" che ebbe luogo nel giugno del 1855 ad Albany (New York).
Nonostante le polemiche che seguirono al piano della Convention per quanto riguardava il sostegno degli sforzi violenti a favore della causa dello "Stato libero" diverse persone presero a fornire Brown, su sua sollecitazione, di un certo supporto finanziario. Mentre si recava verso il West tuttavia trovò un maggior sostegno militante nel suo Stato di origine dell'Ohio, in particolare nella sezione della Connecticut Western Reserve fortemente anti-schiavista in cui era stato allevato.
Inizierà così ad attirare l'attenzione su di sé quando condusse piccoli gruppi di volontari durante il cosiddetto Bleeding Kansas, la guerra civile scoppiata tra fautori del "lavoro libero" affiliati al Free Soil Party e i piantatori sudisti provenienti dal confinante Missouri.
A differenza della maggior parte degli altri abitanti del Nord i quali sostenevano la resistenza pacifica alla fazione pro-schiavitù Brown chiese invece risolutamente l'adozione di azioni violente in risposta all'aggressione del Sud; credette in tal modo di dar voce e manifestare la volontà di Dio nel punire gli uomini per il peccato di possedere schiavi[62].
Nel corso del 1856 comanderà con il grado di capitano una milizia statale nella battaglia di Black Jack prima e nella battaglia di Osawatomie poi, oltre che nel Massacro del Pottawatomie[1] ove, il 24 di maggio, i suoi seguaci uccisero cinque sostenitori dello schiavismo a Pottawatomie Creek[1].
Pottawatomie
Si distinse subito per la recisa richiesta di non scendere a compromessi, ma di ribattere colpo su colpo; ognuna delle due parti in causa applicava oramai al "nemico" l'atroce e spietata legge del West: occhio per occhio, dente per dente. Il capitano desiderò ottenere lo scopo preciso di terrorizzare l'avversario[64].
Brown e i coloni liberi erano ottimisti sul fatto che avrebbero potuto far entrare il Kansas nell'Unione come uno Stato libero dall'imposizione della schiavitù[65]; dopo che le abbondanti nevicate invernali si sciolsero nel 1856 gli attivisti pro-schiavitù cominciarono ad attuare una feroce campagna politica per conquistare il Kansas alle loro condizioni.
Brown rimase particolarmente colpito dal saccheggio di Lawrence avvenuto a maggio per mano dei filo-schiavisti, in cui un gruppo di sceriffi auto-nominatisi tali guidò la distruzione degli uffici del giornale locale che parteggiava per i "freesoilers" e un albergo vicino; solo uno degli attentatori appartenenti ai "ruffiani di confine" fu ucciso. Ad alimentare ulteriormente la rabbia dl capitano contribuì in modo sostanziale anche il grave episodio della bastonatura di Charles Sumner ad opera del sudista Preston Smith Brooks avvenuta all'interno dell'Aula del Senato.
Lo scrittore pro-schiavitù Benjamin Franklin Stringfellow in Squatter Sovereign scrisse che "[le forze pro-schiavitù] sono decise a respingere questa invasione del Nord e rendere il Kansas uno Stato schiavista, anche se i nostri fiumi dovessero essere coperti dal sangue delle vittime e le carcasse degli abolizionisti fossero talmente numerose sul territorio da far esplodere malattie ed epidemie a catena: non saremo scoraggiati dal nostro scopo!"[66] .
Brown fu preso dall'indignazione sia a causa dalla violenza delle forze pro-schiavitù che da quella che considerava una risposta tropo debole da parte dei partigiani antischiavisti e dei coloni dello Stato Libero, che lui definiva "codardi o peggio"[67].
L'amatissimo padre, Owen Brown, morirà l'8 maggio di quell'anno; la corrispondenza indica che la famiglia ricevette la notizia della disgrazia all'incirca nello stesso periodo. Brown condusse una sorveglianza attiva sui "ruffiani" accampati nelle vicinanze e apprese che la sua famiglia era stata contrassegnata per subire una rappresaglia; inoltre gli venne data l'informazione - presumibilmente affidabile - che i vicini pro-schiavitù avevano raccolto un gruppo di uomini a tale scopo sostenendoli materialmente.
Parlando delle minacce dirette rivolte contro i suoi cari che avrebbero dovuto essere state la giustificazione dell'imminente strage il 1° governatore del Kansas Charles Lawrence Robinson avrà da dichiarare:
Nei due anni precedenti il "massacro di Pottawatomie Creek" si erano verificati otto omicidi nella regione attribuibili alla lotta politica tra schiavisti e anti-schiavisti, ma nessuno neanche lontanamente paragonabile a quel massacro; esso fu lo scontro che fece precipitare in una polveriera esplosiva il periodo più sanguinoso nella storia del "Bleeding Kansas", tre mesi di incursioni, rappresaglie e battaglie a ripetizione in cui troveranno la morte 29 persone[69].
Palmyra e Osawatomie
Una banda armata introdottasi illegalmente dal Missouri e guidata dal capitano Henry Clay Pate[70] catturò John Jr. e Jason e distrusse la fattoria della famiglia Brown, per partecipare poco più tardi anche al "Sacco di Lawrence". Il 2 di giugno Brown, con nove dei suoi seguaci e venti uomini locali, difese con successo una colonia dello Stato libero a Palmyra nei pressi di Baldwin City, contro un attacco di Pate (vedi la Battaglia di Black Jack). Pate e ventidue dei suoi uomini furono fatti prigionieri[71].
Dopo la cattura vennero condotti al campo base di Brown e ricevettero tutto il cibo che si poté trovare. Brown costrinse quindi Pate a firmare un accordo, scambiando la loro libertà con la promessa liberazione dei suoi due figli catturati; rilasciò Pate nelle mani del colonnello Edwin Vose Sumner; ma si infuriò nello scoprire che il rilascio dei figli venisse ritardato fino a settembre.
In agosto una compagnia composta da oltre trecento missouriani sotto il comando del maggior generale John William Reid - futuro ufficiale confederato - attraversò il Kansas e si diresse verso Osawatomie, con l'intenzione di distruggere gli insediamenti dello Stato libero e poi marciare su Topeka e Lawrence (Kansas)[72].
La mattina del 30 agosto questi spararono al figlio di Brown, Frederick, uccidendolo sul colpo e al suo vicino David Garrison, proprio alla periferia di Osawatomie. Brown, in inferiorità numerica superiore a 7 contro 1, fece appostare i suoi 38 uomini dietro le difese naturali poste lungo la strada. Sparando dalla loro copertura riuscirono ad uccidere almeno 20 uomini di Reid e ferendone più o meno gravemente altri 40[73].
Reid si raggruppò, ordinando ai suoi di scendere da cavallo e caricare gli avversari rintanati dentro i boschi. Il piccolo drappello di Brown si sparse e fuggì attraverso il "Marais des Cygnes River"; uno dei suoi uomini fu ucciso durante la ritirata e quattro furono catturati. Mentre Brown e i suoi sopravvissuti si nascondevano nella boscaglia i Missouriani saccheggiarono e diedero alle fiamme Osawatomie[74] (vedi battaglia di Osawatomie e massacro di Marais des Cygnes).
Nonostante fosse stato alla fine sconfitto il coraggio e l'accortezza di Brown di fronte alla schiacciante preponderanza del nemico lo innalzarono all'attenzione nazionale rendendolo di fatto un eroe per molti abolizionisti del Nord[75].
Il 7 di settembre Brown giunse a Lawrence per incontrare i leader dello Stato libero ed aiutarli a fortificarsi in vista di un temuto assalto; almeno 2.700 missouriani schiavisti stavano ancora una volta invadendo il Kansas. Il giorno 14 seguente vi fu una schermaglia alla periferia della cittadina[76].
Brown si preparò per la battaglia, ma una grave esplosione di violenza fu evitata quando il nuovo governatore John White Geary ordinò alle parti belligeranti di disarmare e sciogliersi, offrendo in cambio clemenza agli ex combattenti di entrambi gli schieramenti. Approfittando della fragile tregua il capitano lasciò quindi il Kansas con tre dei suoi figli per raccogliere denaro dai sostenitori del Nord[77].
Ultimi anni
Raccolta di uomini e mezzi
Nel novembre del 1856 Brown era tornato ad Est e trascorse i due anni successivi nella Nuova Inghilterra impegnandosi nella raccolta di fondi per finanziare la sua impresa. Inizialmente fu nuovamente a Springfield (Massachusetts) ove ricevette numerosi contributi oltre che una lettera di raccomandazione da parte di un ricco mercante bostoniano, uno dei membri più importanti facenti capo al movimento per l'abolizionismo negli Stati Uniti d'America, George Walker[42].
Questi era il cognato del giornalista Franklin Benjamin Sanborn (membro del Free Soil Party per il New Hampshire e il Massachusetts, scheda su Wikisouce1), segretario del "Massachusetts State Kansas Committee" (Wikisource2), il quale introdusse Brown in diversi circoli abolizionisti influenti soprattutto nell'area urbana di Boston a partire dal gennaio del 1857[78].
Amos Adams Lawrence, uno dei maggiori commercianti della città, offrì segretamente una gran quantità di denaro; anche William Lloyd Garrison, Thomas Wentworth Higginson e Theodore Parker (ministri dell'Unitarianismo), l'industriale George Luther Stearns e il medico Samuel Gridley Howe sostennero l'operato fin qui svolto e le intenzioni prossime del capitano[79].
Un nutrito gruppo composto da 6 facoltosi abolizionisti - Sanborn, Higginson, Parker, Stearns, Howe e Gerrit Smith - accettarono di offrire il proprio sostegno finanziario a Brown per ampliare ed accrescere le sue attività antischiaviste; alla fine avrebbero fornito la maggior parte dei fondi necessari per poter compiere il raid di John Brown contro Harpers Ferry con il massimo dispiegamento di forze disponibili: sarebbero stati conosciuti come i "Secret Six" o "Comitato dei Sei"[80].
Spesso venne richiesto il loro aiuto senza precisare alcuno scopo specifico, tanto che continua a rimanere assai poco chiaro fino a che punto e in quale misura lo schema teorico adottato da Brown (insurrezione degli schiavi e lotta armata sulle montagna degli Appalachi) fosse effettivamente a conoscenza dei 6.
Il 7 gennaio del 1858 il Comitato s'impegnò a fornire 200 fucili Sharps e munizioni che vennero immagazzinati a Tabor (Iowa); a marzo intraprese contatti con l'anglo-canadese Charles Blair[81] residente a Collinsville (Connecticut) per procurarsi un migliaio di picche.
Nei mesi immediatamente successivi continuò a raccogliere fondi a Worcester (Massachusetts), Springfield, New Haven, Syracuse (New York) e Boston; in quest'ultima città incontrò e fece conoscenza con i poeti e letterati Henry David Thoreau e Ralph Waldo Emerson. Riceverà complessivamente molte promesse ma ben pochi soldi.
Mentre si trovava in trasferta a New York venne presentato a Hugh Forbes, un mercenario inglese con una discreta esperienza come tattico militare, che si era guadagnata mentre combatteva a fianco di Giuseppe Garibaldi nel corso della prima guerra d'indipendenza italiana nell'ambito della primavera dei popoli del 1848. Brown lo assunse in qualità di supervisore dei suoi uomini e per scrivere un manuale tattico sulla guerriglia per bande da poter utilizzare come testo di addestramento[82].
Si accordarono per incontrarsi a Tabor entro l'estate. Usando lo pseudonimo di "Nelson Hawkins" Brown viaggiò attraverso il Nord-est per poi andare a far visita alla famiglia a Hudson (Ohio); il 7 di agosto giunse infine a Tabor: Forbes arrivò 2 giorni dopo. Per diverse settimane lavorarono assieme per mettere su carta un "piano ben fatto" atto a combattere con i fatti lo schiavismo presente nel profondo Sud.
I due uomini, immersi oramai nella spirale della cospirazione ideologica, non mancheranno di litigare su molti dettagli del progetto. A novembre ulteriori truppe assoldate partirono per il Bleeding Kansas. Forbes, non avendo ancora ricevuto lo stipendio pattuito, rimase oltremodo ostile nei confronti di Brown e invece di avventurarsi nel Kansas scosso da più di 3 anni dalla guerra civile si recò ad Est. Presto avrebbe minacciato di rivelare la trama cospirativa di Brown al Governo[83].
A seguito delle elezioni svoltesi in ottobre le quali videro la vittoria dei fautori dello Stato libero il Kansas parve ritrovare una qualche parvenza di tranquillità. Brown fece allora ritornare i suoi uomini in Iowa, ove li mise al corrente del piano appena stilato: fare irruzione in un'arsenale federale nel territorio della Virginia, armare gli schiavi fuggiaschi e con loro intraprendere la guerriglia sui monti contro le "forze criminose dello schiavismo là imperante"[84].
Nel frattempo, lasciati gli uomini a Springdale (Iowa) partì per recarsi a far visita a Frederick Douglass residente a Rochester (New York); assieme a lui discusse i propri piani e riconsiderò le critiche espresse da Forbes[88].
Si metterà quindi a scrivere una Costituzione provvisoria[89] la quale avrebbe dovuto creare un governo per un nuovo Stato da istituire nella regione da lui invasa: uno Stato libero dalla schiavitù[90]. Subito dopo, recatosi a Peterboro (New York) e a Boston, andò a discutere la questione con i "Sei Segreti".
In alcune lettere a loro indirizzate indicò che, insieme alle persone reclutate per la missione, sarebbe calato nel Sud equipaggiato con armi e volontari per proseguire il "lavoro iniziato nel Kansas".
Con 12 dei suoi seguaci, incluso il figlio Owen Brown, convoco il 10 di maggio a Chatham-Kent una "Convention costituzionale"[91]; la riunione, a cui parteciparono diverse dozzine di delegati incluso l'amico James Madison Bell (poeta e oratore afroamericano), fu realizzata con l'aiuto del dottor Martin Robison Delany (medico abolizionista afroamericano)[92].
Uno Stato libero per gli schiavi
Almeno 1/3 degli abitanti della cittadina canadese erano costituiti da schiavi fuggiaschi e sarà proprio qui che Brown venne presentato ad Harriet Tubman; 34 neri e 12 bianchi si misero d'accordo per adottare la Carta costituzionale proposta.
Secondo quanto riferirà Delany durante la Convention Brown rese tutti partecipi dei suoi piani: rendere cioè il Kansas piuttosto che il Canada la tappa finale dell'Underground Railroad, il "passaggio sotterraneo" che portava a salvamento gli schiavi fatti scappare dalle piantagioni sudiste.
Le riflessioni a posteriori di Delany non paiono altresì essere del tutto affidabili; Brown oramai non guardava più in direzione del Kansas in quanto era totalmente concentrato sulla Virginia. Altre testimonianze dell'incontro svoltosi a Chatam suggeriscono e sembrano confermare il fatto che egli avesse parlato di dirigersi in massa contro il Sud per scatenare la guerriglia antischiavista[93].
Brown aveva utilizzato a lungo la terminologia della "Via del passaggio sotterraneo" fin dai tardi anni 1840, quindi rimane possibile che Delany abbia confuso le affermazioni espresse da Brown nel corso del tempo.
Indipendentemente da ciò il capitano venne comunque eletto "comandante in capo", chiamando subito dopo l'avvocato bianco John Henrie Kagi[94] alla carica di "Segretario alla Guerra". Il poeta Richard Realf[95] fu nominato "Segretario di Stato".
Elder Moore, un ministro religioso afroamericano, avrebbe dovuto fungere da Presidente fino a quando non fosse stato scelto elettivamente qualcun altro.
A.M. Chapman (parente dell'attivista Maria Weston Chapman) assunse il ruolo di Vicepresidente ad interim, mentre Delany il corrispondente segretario. Entro la prima metà del 1859 fu scritta infine anche una "Dichiarazione di libertà dei rappresentanti della popolazione schiava degli Stati Uniti d'America".
Sebbene quasi tutti i delegati apponessero la propria firma alla nuova costituzione pochissimi di loro si offrirono volontari per unirsi alle forze già raggruppate dal capitano, anche se non risulterà mai ben chiaro quanti emigrati canadesi intendessero effettivamente unirsi a Brown, questo a causa di una di poco successiva "falla nel sistema di sicurezza" che gettò provvisoriamente all'aria tutto il piano predisposto per il raid.
Ciò venne a creare una pausa nell'attività cospirativa a seguito della quale Brown perse quasi del tutto i contatti con molti dei leader canadesi. La crisi verificò quando i mercenario garibaldino Hugh Forbes cercò di fare la spia rivelando il piano al membro del Senato per il Massachusetts Henry Wilson (esponente del neonato Partito Repubblicano e futuro Vice della presidenza di Ulysses S. Grant) e ad altri, esponendo così Brown e i suoi al tradimento. "The Secret Six" temettero a questo punto che loro nomi sarebbero stati resi pubblici[96].
Howe e Higginson non vollero comunque alcun ritardo nell'esecuzione del progetto; mentre da parte loro Parker, Stearns, Smith e Sanborn insistettero sul rinvio; Stearn e Smith rappresentavano le principali fonti di finanziamento tanto che le loro parole ebbero un maggior peso. Per gettare il traditore Forbes fuori pista ed invalidare le sue affermazioni Brown tornò nel Kansas a giugno del 1858 e rimase in zona per almeno 6 mesi.
Lì riunì le proprie forze con quelle del colonnello James Montgomery, che stava conducendo delle incursioni nel Missouri contro i filo-schiavisti. Il giorno 20 di dicembre Brown guidò la sua incursione, nella quale liberò 11 schiavi, prese prigionieri 2 uomini bianchi e sottopose al saccheggio cavalli e carri dei coloni sudisti[97][98].
Mentre attraversava Chicago il mese seguente incontrò i sostenitori abolizionisti Allan Pinkerton (investigatore privato e futura guardia del corpo di Abraham Lincoln), John Jones e Henry O. Wagoner i quali organizzarono la raccolta fondi per la trasferta fino a Detroit[99]; dopo questo passaggio acquistarono vestiti e approvvigionamenti per Brown e i suoi. La moglie di Jones, Mary, dichiarerà che le forniture inclusero anche la tuta indossata dal capitano quando questi finì per essere impiccato[100].
Il 12 marzo del 1859 s'incontrerà ancora una volta con Frederick Douglass e gli abolizionisti di Detroit George DeBaptiste, William Lambert e altri a casa di William Webb, per discutere dell'emancipazione[101]. DeBaptiste propose che i cospiratori facessero saltare in aria con l'esplosivo anche alcune delle maggiori chiese del Sud rimaste allineate con i bianchi schiavisti: il suggerimento verrà però rifiutato con decisione dallo stesso Brown il quale oppose l'idea che il suo senso di umanità avrebbe rigettato un tale spargimento di sangue non necessario[102].
Nel corso dei mesi seguenti viaggiò ininterrottamente attraverso l'Ohio, lo Stato di New York, il Connecticut e il Massachusetts per far accrescere sempre più il sostegno dell'opinione pubblica alla causa abolizionista. Il 9 di maggio tenne una conferenza pubblica a Concord (Massachusetts) a cui saranno presenti sia Amos Bronson Alcott (il padre di Louisa May Alcott) che Emerson e Thoreau; Brown riconobbe anche i "Sei Segreti".
A giugno fece la sua ultima visita alla famiglia a North Ebla, prima di partire per Harper's Ferry. Rimase una notte lungo la strada a Hagerstown (Maryland), nella Washington House a "West Washington Street". Il 30 di giugno l'hotel ebbe almeno 25 ospiti tra cui il signor "I. Smith con i figli", Oliver Smith, Owen Smith e Jeremiah Anderson, tutti di New York. Nei documenti rinvenuti nella fattoria Kennedy dopo il raid risulterà noto che Brown scrisse a Kagi che avrebbe firmato il registro dell'albergo col nome "I. Smith and Sons"[103].
L'attacco
Mentre iniziava a reclutare sostenitori per sferrare un "attacco decisivo" contro gli schiavisti Brown fu affiancato dall'attivista afroamericana Harriet Tubman, il "Generale Tubman" come la chiamava[104]; la sua conoscenza delle reti sotterranee e delle risorse di supporto esistenti negli Stati della Pennsylvania, del Maryland e del Delaware si rivelerà essere una risorsa inestimabile per Brown e per i suoi pianificatori[105].
Sebbene altri abolizionisti come Frederick Douglass e William Lloyd Garrison avessero finito col non appoggiare la sua tattica Brown sognò di lottare per creare un nuovo Stato per gli schiavi liberati ed intraprese gli ultimi preparativi per mettere in atto una vera e propria operazione militare; credette che dopo aver dato il via allo scontro gli schiavi della regione si sarebbero alfine ribellati portando in tal modo allo scatenamento di un'insurrezione generale in tutto il Sud[106].
Chiese a Tubman di riunire gli ex schiavi che vivevano nell'attuale Ontario meridionale e che sarebbero stati disposti ad unirsi alla sua forza combattente, incarico che ella si premurò a compiere: fu in un tale contesto che Brown scese dalla stazione di Harper's Ferry il 3 di luglio. Alcuni giorni dopo sotto il nome di Isaac Smith prese in affitto una fattoria nel confinante Maryland qui cominciò ad attendere l'arrivo delle reclute; ma esse non si materializzarono mai nei numeri che si attendeva[107].
Alla fine di agosto s'incontrò per l'ultima volta con Douglass a Chambersburg (Pennsylvania) e qui rivelò all'amico tutto il piano; Douglass non mancò di esprimere forti riserve e respinse le sue richieste perché si unisse alla missione. L'ex schiavo e futuro leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani (1865-1896) venne in realtà probabilmente a conoscenza approfonditamente dei piani di Brown fin dai primi mesi del 1859 ed aveva già compiuto tutta una serie di tentativi atti a scoraggiare i neri dall'arruolamento[108][109].
Alla fine di settembre Charles Blair spedì 950 picche, che arrivarono puntualmente a destinazione.
Il 16 ottobre 1859 John Brown attaccò l'arsenale federale di Harper's Ferry, in Virginia allo scopo di provocare una rivolta degli schiavi neri della Virginia che sarebbero stati poi armati col materiale prelevato dall'arsenale stesso. Il tentativo fallì, mentre gli schiavi che avrebbero tratto vantaggio dal successo dell'azione rimasero del tutto apatici, forse per timore delle reazioni governative. Nell'assalto delle truppe regolari, che intendevano stroncare l'azione, morirono due Marines e dieci seguaci di John Brown.
Arresto e processo
Catturato[1] con altri cinque suoi compagni, fu condannato a morte[1] il 2 novembre 1859 per cospirazione, omicidio e insurrezione armata e il 2 dicembre impiccato.
Reazione di Victor Hugo
Victor Hugo, dal suo esilio nel Guernsey, tentò di ottenere l'assoluzione per John Brown: mandò una lettera aperta che fu pubblicata dalla stampa di entrambi i lati dell'Atlantico (Atti e parole). Questo testo, scritto alla Hautesville House il 2 dicembre 1859, metteva in guardia contro una possibile guerra civile:
Lasciate che gli Stati Uniti pensino che c'è qualcosa di più spaventoso di Caino che uccide Abele, ed è Washington che uccide Spartaco.»
Morte e conseguenze
Dopo la sua morte, avvenuta poco prima della guerra di secessione, John Brown, soprannominato il Capitano per aver militato con tale grado nella milizia dello Stato del Kansas (di sentimenti anti-sudisti) dei freesoilers[112], venne acclamato come un eroe.
La sua azione del 1859, benché fallimentare, entusiasmò la nazione. Fu processato per tradimento contro il Commonwealth della Virginia, l'omicidio di cinque sudisti a favore della schiavitù, e incitamento alla rivolta degli schiavi e, riconosciuto colpevole su tutti i fronti, fu impiccato. I sudisti hanno affermato che la sua ribellione è stata la punta di un iceberg abolizionista, espressione dell'abolizionismo del Partito Repubblicano.
Indagine del Senato
Conseguenze del raid
Eredità
Molti dei futuri leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani (1865-1896) - Martin Robison Delany, Henry Highland Garnet, Frederick Douglass, Harriet Tubman - all'epoca dei fatti conoscevano e rispettavano Brown: le attività commerciali degli afroamericani in tutto il Nord tennero abbassate le serrande in segno di lutto il giorno della sua esecuzione[114].
Poco dopo la sua morte lo stesso Victor Hugo predisse che "avrebbe aperto una fenditura latente che avrebbe finito con il separare l'Unione"; molti poeti e letterati risposero all'evento con la loro ispirazione.
Nel 1863 Julia Ward Howe scrisse quello che sarebbe rapidamente divenuto l'inno maggiormente popolare della guerra civile, The Battle Hymn of the Republic, sulle note di John Brown's Body e che includeva la frase "come morì per rendere santi gli uomini, lasciamoci morire per rendere gli uomini liberi", assimilando il sacrificio di Brown a quello di Gesù Cristo[115].
Gli scrittori continuano a discutere vigorosamente sulla personalità, la sanità, le motivazioni, la moralità e la relazione di Brown con l'abolizionismo[116]; ad esempio, nel suo postumo The Impending Crisis, 1848-1861 (1976) David Potter sostenne che l'effetto emotivo del raid di John Brown contro Harpers Ferry superò di gran lunga l'effetto filosofico dei dibattiti Lincoln-Douglas e non fece altro che riaffermare la profonda divisione socio-culturale esistente tra Nord e Sud.
Malcolm X disse che i bianchi non potevano unirsi alla sua "Organization of Afro-American Unity" del nazionalismo nero, ma che "se John Brown fosse ancora vivo oggi, forse lui potremmo anche accettarlo"[117].
In seguito lo si volle descrivere come un fanatico monomaniacale o all'opposto come un autentico eroe. Nel 1931 le "United Daughters of the Confederacy" e i "Sons of Confederate Veterans" eressero un monumento a Heyward Spencer, l'uomo di colore libero che divenne la prima fatale vittima del raid, rivendicandolo come "rappresentante dei negri a noi vicini, che non avrebbero imbracciatole armi contro il Sud"[118].
Verso la metà del XX secolo alcuni studiosi erano ancora abbastanza convinti che John Brown fosse un fanatico e un assassino, mentre alcuni afroamericani sostenevano una visione decisamente più positiva dell'uomo[119][120]; il giornalista Richard Owen Boyer considera Brown "un americano che ha dato la sua vita per raggiungere l'obiettivo che milioni di altri americani potessero un giorno essere ugualmente liberi". Altri hanno espresso giudizi altrettanto positivi[121][122][123].
Diverse opere riguardanti Brown pubblicate nel primo scorcio del XXI secolo sono notevoli per la completa assenza di ostilità che ha caratterizzato invece opere del tutto simili un secolo prima (quando le visioni di Lincoln erano state ormai de-empatizzate e avevano subito un forte regresso dopo la fine dell'Era della Ricostruzione tramite le Leggi Jim Crown e la conseguente segregazione razziale negli Stati Uniti d'America[124].
Il giornalista e scrittore documentarista Ken Chowder considera Brown un "testardo... egoista, ipocrita e talvolta ingannevole, eppure... in certi momenti, un grande uomo" e sostiene che egli sia stato adottato sia dalla sinistra politica che dalla destra e che le sue azioni vennero fatte "ruotare" per adattarsi alla visione del mondo predominante in vari momenti della storia americana[116].
Gli autori Toledo (2002), Peterson (2002), DeCaro (2002, 2007), Reynolds (2005) e Carton (2006) apprezzano criticamente la storia di Brown, ponendosi così decisamente lontano dalle opinioni degli scrittori precedenti[125]; il passaggio ad una prospettiva di apprezzamento su Brown sposta molti storici bianchi verso la visione a lungo sostenuta dagli studiosi neri come William Edward Burghardt Du Bois, Benjamin Arthur Quarles e Lerone Bennett, Jr.[126]
Storiografia
Gli storici affermano che l'incursione contribuì all'aumento di tensioni che, un anno dopo con l'elezione di Lincoln presidente fortemente antischiavista, sfoceranno nella secessione degli stati schiavisti del Sud e nella conseguente guerra di secessione americana:
- Il biografo Richard Owen Boyer disse che era un Americano che diede la sua vita perché milioni di suoi concittadini potessero essere liberi;[127]
- Il biografo Stephen B. Oate lo descrisse come criticato come un sognatore folle ... (ma) in realtà uno degli esseri umani più acuti della sua generazione;[128]
- Il biografo David S. Reynolds gli diede il merito di aver iniziato la guerra di secessione o meglio di aver ucciso la schiavitù e mette in guardia i colleghi che non la pensano come lui dal guardarsi bene dall'identificarlo come terrorista.[129] Egli lo vede come l'ispiratore del movimento per i diritti civili un secolo più tardi, argomentando la medesima idea sopra esposta;[130]
- Lo storico Paul Finkelman lo prende in considerazione nelle sue ricerche come un semplice membro di un mondo violento e attesta che Brown è "un cattivo tattico, stratega, pianificatore e generale - ma che non è pazzo";[127]
- Il biografo Louis A. DeCaro Jr., che ha chiarito molti punti della vita precedente e la carriera pubblica, conclude che nonostante egli fosse abolizionista soltanto perché equiparava la schiavitù col peccato, la sua lotta contro la schiavitù era molto più personale e religiosa di quanto lo fosse per molti abolizionisti, proprio come il suo rispetto e l'affetto per i neri era molto più personale e religioso di quanto non lo fosse per la maggior parte dei nemici della schiavitù;[131]
- Lo storico e documentarista Louis Ruchames scrive: L'azione di Brown fu frutto di un grande idealismo e ciò gli conferisce un posto accanto ai grandi liberatori dell'umanità;[132]
- Il biografo Otto Scott, introducendo la sua opera, scrive a proposito di Brown: Nei tardi anni 1850 un nuovo tipo di assassino politico appare negli Stati Uniti. Costui non viene per uccidere i buoni ma i cattivi... i suoi propositi sono gli stessi dei suoi predecessori più remoti: costringere la nazione ad una nuova linea politica attraverso il meccanismo del terrore;[133]
- Il criminologo James N. Gilbert scrive: "Gli atti di Brown sono conformi alle attuali definizioni di terrorismo, e le sue predisposizioni psicologiche sono coerenti con il modello terroristico;"[134]
- Il romanziere Bruce Olds lo chiama fanatico, ... ossessionato, ... uno zelota, e ... psicologicamente squilibrato;
- Il giornalista Ken Chowder afferma che egli è testardo ... egoista, a tratti perfido; e ... talvolta certo un grande uomo; Chowder aggiunge che Brown è stato adottato come vessillo sia dalla destra che dalla sinistra, e le sue azioni servono a far fare un testacoda alla concezione del mondo dell'America;[127]
- Malcolm X disse che le persone bianche non potevano unirsi alla sua causa in favore dei neri l'organizzazione dell'unità afro-americana, ma se John Brown fosse ancora vivo, noi potremmo accettarlo;[135]
- L'avvocato Brian Harris scrisse: In qualunque modo si osservino le conseguenze di Harper's Ferry, e per coloro per cui fu semplicemente un'azione fallimentare che si è conclusa con le evitabili morti di innocenti, non potranno notare che essa ha senz'altro avuto il merito di essere stata posta in essere per i più nobili dei motivi. Ciò non si può dire per la sadica strage di Pottawatomie. Quest'ultima non è stata di alcuna utilità, ma è servita solo per sfogare la rabbia di un vecchio, e ciò va a scapito dell'immagine di Brown. L'intolleranza: società divise sotto processo. Wildy, Simmonds & Hill, 2008;
- Ci fu anche una Lega Rivoluzionaria intitolata a John Brown organizzata nel 1969 a Houston, in Texas che lavorò con il People's Party II e la Mexican American Youth Organization nella Rainbow Coalition. Giovani gruppi radicali bianchi, neri e messicani-americani (chicani) lavorarono per migliorare le loro comunità di origine. Sia il People's Party II che la John Brown Revolutionary League parteciparono in un assedio armato contro la polizia di Houston il 26 luglio del 1970. Carl Hampton, leader del People's Party II (che più tardi diventerà il movimento delle Pantere Nere) fu ucciso negli scontri. Bartee Haile, leader del JBRL was fu ferito. 400 supporter, in gran parte neri, furono arrestati poco dopo gli scontri;[senza fonte]
- Il documentarista e scrittore Ken Chowder lo definisce il padre del terrorismo americano;[136]
- I Weathermen, in quello che viene considerato il loro "manifesto politico", gli dedicano un paragrafo: John Brown è per noi un esempio di dedizione, di fiducia nel potere del popolo di influenzare la storia, di volontà di rischiare il tutto per tutto per la causa della liberazione.[137]
Nelle arti
La condanna a morte di John Brown fornì agli abolizionisti una causa per cui combattere, un martire a cui rifarsi. D'ora in poi, egli diventerà un esempio da seguire per i combattenti, e ispirerà una canzone che diventerà l'inno della causa dell'Unione:
- John Brown's body lies a-mold'ring in the grave.
- His soul goes marching on.
- (Il corpo di John Brown giace nella tomba.
- La sua anima marcia tra noi.)
- John Brown's Body
- conosciuta in origine come la canzone di John Brown, recitata dai soldati dell Unione a partire dalla Campagna di Vicksburg e poi durante laCampagna di Atlanta e nel corso della Marcia verso il mare di Sherman
- John Brown's body lies a-mouldering in the grave; (3X)
- His soul's marching on!
- (Coro)
- Glory, glory, hallelujah! Glory, glory, hallelujah!
- Glory, glory, hallelujah! his soul's marching on!
- He's gone to be a soldier in the army of the Lord! (3X)
- His soul's marching on!
- (Coro)
- John Brown's knapsack is strapped upon his back! (3X)
- His soul's marching on!
- (Coro)
- His pet lambs will meet him on the way; (3X)
- They go marching on!
- (Coro)
- They will hang Jeff Davis to a sour apple tree! (3X)
- As they march along!
- (Coro)
- Now, three rousing cheers for the Union; (3X)
- As we are marching on!
- (Dalla Biblioteca del Congresso[138])
- Versione di William Weston Patton
- Old John Brown's body lies moldering in the grave,
- While weep the sons of bondage whom he ventured all to save;
- But tho he lost his life while struggling for the slave,
- His soul is marching on.
- John Brown was a hero, undaunted, true and brave,
- And Kansas knows his valor when he fought her rights to save;
- Now, tho the grass grows green above his grave,
- His soul is marching on.
- He captured Harper's Ferry, with his nineteen men so few,
- And frightened “Old Virginny” till she trembled thru and thru;
- They hung him for a traitor, they themselves the traitor crew,
- But his soul is marching on.
- John Brown was John the Baptist of the Christ we are to see,
- Christ who of the bondmen shall the Liberator be,
- And soon thruout the Sunny South the slaves shall all be free,
- For his soul is marching on.
- The conflict that he heralded he looks from heaven to view,
- On the army of the Union with its flag red, white and blue.
- And heaven shall ring with anthems o'er the deed they mean to do,
- For his soul is marching on.
- Ye soldiers of Freedom, then strike, while strike ye may,
- The death blow of oppression in a better time and way,
- For the dawn of old John Brown has brightened into day,
- And his soul is marching on
Viene citato nella canzone di Giorgio Gaber "Un'Idea":
- ...
- In Virginia il signor Brown
- era l'uomo più antirazzista
- un giorno sua figlia sposò
- un uomo di colore
- lui disse bene
- ma non era di buon umore
- ...
Fiction
Tra le opere letterarie che lo vedono protagonista abbiamo:
- L'apologia In difesa del Capitano John Brown ove Henry David Thoreau, difendendolo con decisione, lo dipinse come un personaggio dotato delle più nobili virtù e si indignò per il trattamento a lui riservato dallo Stato (ovvero l'impiccagione), dalla stampa e dall'opinione pubblica, che ne misero in ridicolo l'impresa;
- Edwin Arlington Robinson. John Brown (1921). Un monologo drammatico nel quale Brown finge di parlare con sua moglie la notte prima dell'esecuzione;
- Stephen Vincent Benet, Premio Pulitzer per la poesia. John Brown's Body (1929)
- Leonard Ehrlich. God's Angry Man (1932)[139].
- I pascoli dell'odio (1940) (pellicola cinematografica)
- Plexus (il secondo libro della "trilogia della crocifissione in rosa2) di Henry Miller;
- Nella raccolta di poesie di Langston Hughes a pagina 10 ce n'è una intitolata 16 ottobre nella quale sono celebrate le azioni di John Brown.
- Terry Bisson. Fire on the Mountain (romanzo) (1988)
- Russell Banks. Cloudsplitter (1998). Biografia romanzata che arrivò finalista al premio Pulitzer; è narrata dal punto di vista del figlio sopravvissuto, Owen Brown;
- Michelle Carla Cliff. Free Enterprise. (1993)
- George MacDonald Fraser. Flashman and the Angel of the Lord (1994). Il protagonista, Harry Paget Flashman, viene coinvolto nel raid di John Brown contro Harpers Ferry; il romanzo contiene sia la descrizione del raid che uno studio sul personaggio di John Brown;
- Bruce Olds. Raising Holy Hell (1995).
- Ann Rinaldi. Mine Eyes Have Seen. (1997)
- Geraldine Brooks. March: A Love Story in a Time of War (2006)
- Eric Flint. 1824: The Arkansas War (2006)
- Kevin G. Summers, "His Soul Goes Marching On" in Tales of Moreauvia, volume I (2008).
- James McBride. The Good Lord Bird (2013)
Influenze
Note
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- ^ John Brown: America's first terrorist?
- ^ Storia della guerra civile americana BUR 1994, pag. 128-129
- ^ Owen and Ruth Brown, from the West Virginia Archives and History
- ^ Si è fatta la speculazione secondo cui il nonno era lo stesso John Brown dei Lealisti (Rivoluzione americana) durante Rivoluzione americana il quale passò del tempo in prigione con il famigerato Claudius Smith, presumibilmente per furto di bestiame, che lui e Smith usavano per nutrire le truppe britanniche affamate. Tuttavia, questo va contro la storia della famiglia Brown e le notizie accertate sugli Humphrey, a cui i Brown erano direttamente collegati (la nonna materna di John Brown era una Humphrey). Lo stesso Brown scrisse nella sua lettera autobiografica del 1857 che sia i suoi nonni che quelli della prima moglie erano soldati nell'Armata Continentale [che venne a stabilire nella sua "Famiglia Humphreys in America" (1883)], osservando che il nonno di John Brown, il capitano John Brown (nato il 4 novembre 1728), era un capitano della milizia che morì all'inizio della guerra d'indipendenza americana. Suo figlio, Owen Brown era invece un conciatore e un rigoroso evangelico che odiava la schiavitù e insegnava il "mestiere della libertà" a suo figlio.
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- ^ Raimondo Luraghi Storia della guerra civile americana BUR 1994, pag. 128-129
- ^ Raimondo Luraghi Storia della guerra civile americana BUR 1994, pag. 129
- ^ Ulysses S Grant, Memoirs and Selected Letters, (The Library of America, 1990) ISBN 978-0-940450-58-5
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Voci correlate
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina dedicata a John Brown
- Wikisource contiene una pagina in lingua inglese dedicata a John Brown
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su John Brown
Collegamenti esterni
- J. Brown su Internet Archive
- J. Brown su DMOZ
- (EN) Museo John Brown, su kansastravel.org.
- (EN) Johnson, Mary. La sua anima cammina ancora: La Vita e l'eredità di John Brown, Dipartimento della cultura e della storia del West Virginia
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- (EN) John Brown, Abolizionista: L'uomo che uccise la schiavitù di David S. Reynolds estratto
- (EN) Michael E. Ruane, 150 anni più tardi, la rivolta fallita di John Brown continua a marciare, su Washington Post, 14 ottobre 2009.
- (EN) La canzone di John Brown e l'inno da battaglia della Repubblica, su americanmusicpreservation.com.
- Correspondence relating to the Insurrection at Harper's Ferry, October 17, 1859, Senate of Maryland, 1860. Western Maryland History Online
- John Brown Pike – Kansas Historical Society
- "John Brown and his Men, with Some Account of the Roads Traveled to Reach Harper's Ferry," poem by Jared Carter.
- John Brown Desk, Kansas Historical Society website
- John Brown Tannery Park, Site of the Franklin Mills Tannery, now a municipal park in Kent, Ohio
- Harpers Ferry Revolver – Kansas Historical Society
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- (EN) Il martirio della libertà editoriale del NY Times di David S. Reynolds, 2 dicembre, 2009
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 59091476 · ISNI (EN) 0000 0001 1492 2477 · SBN MODV164560 · BAV 495/98930 · CERL cnp00584504 · LCCN (EN) n79045540 · GND (DE) 118674439 · BNE (ES) XX4431925 (data) · BNF (FR) cb119851887 (data) · J9U (EN, HE) 987007259018205171 |
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