Utente:Clubi/sandbox5
Casa dell'Orfano | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Località | Clusone |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1924-1950 |
Inaugurazione | 28 giugno 1925 |
Casa dell'Orfano è la denominazione locale con cui si intende il complesso di edifici, collocato nella pineta di Clusone, nato negli anni venti con lo scopo di istituire una struttura per ospitare e assistere i numerosi orfani di guerra bergamaschi.[1]
Storia
La struttura della Casa dell'Orfano venne ideata e completata da Don Giovanni Antonietti, cappellano militare degli Alpini che visse in prima persona gli orrori della guerra e il dramma dei bambini sopravvissuti; fu per questo che decise di istituire una struttura per poter tutelare e assistere i bambini orfani di guerra nella villa di Ponte Selva di Clusone. Prima dell'apertura della Casa dell'Orfano, gli iniziali proprietari della villa, crearono nel 1924 una società per attrezzare un sanatorio privato; nel giugno 1925 esso fu trasformato in preventorio per l’infanzia per ospitare i più bisognosi tra gli orfani di guerra, i quali permanevano all’interno della struttura o per diversi anni, o per un breve periodo di tempo o, addirittura, giornalmente nel caso si trattasse di orfani di padre e madri lavoratrici. Il 24 giugno 1925 la Casa fu aperta, ospitando i primi 40 orfanelli. Il 28 giugno dello stesso anno la struttura venne inaugurata, con la presenza di Giacomo Suardo allora Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Luigi Federzoni allora Ministro dell'Interno e Giovanni Giuriati allora Ministro dei Lavori Pubblici
Tra il 1926 e il 1950, grazie al sostegno dei numerosi benefattori (tra i quali le famiglie Suardo, Pesenti, Agliardi, Valli) vengono costruiti diversi edifici, attrezzando la struttura di diversi servizi e aumentando gli spazi per poter ospitare un numero crescemnte di bambini. I diversi acquisti di edifici e prati portarono la superficie attuale del villaggio a quella attuale di 54 mila metri quadrati.
Fu la prima istituzione italiana sorta per la tutela di fanciulli gracili, insidiati dalla denutrizione, dalla miseria e dalle malattie a queste associate che diede loro un asilo permanente
Nel 1969 monsignore Antonietti affidò la sua opera ai sacerdoti di don Orione, adeguando la Casa alle nuove esigenze. Dopo la morte del fondatore l’opera muta profondamente indirizzo e l’ ”Associazione Ex Allievi e Amici di don Antonietti” ristruttura alcuni padiglioni per il soggiorno breve di minori bisognosi, di gruppi ecclesiali, di scolaresche, di gruppi sportivi. Il Consiglio di Amministrazione sta ora studiando un piano di fattibilità volto al riutilizzo del villaggio e alla modifica della forma giuridica dell’ente. Il conte Giacomo Suardo, insigne benefattore della “Casa dell’Orfano”, lasciò l’istituzione erede dei suoi beni, tra i quali diversi dipinti esposti presso il Museo Arte Tempo di Clusone.
Gli orfanelli che trovarono rifugio, assistenza e un luogo di formazione furono, nel tempo, oltre 20 mila.
Don Giovanni Antonietti
Composizione del villaggio
Casa madre
La Casa Madre di quattro piani costituisce l'edificio centrale del complesso. Inizialmente serviva da residenza dei proprietari iniziali. Successivamente nel 1924, venne attrezzata per ospitare un sanatorio privato. Qui vennero sistemate la cucina, la dispensa, la cella frigorifera, i refettori, le sale soggiorno, la direzione, le scuole e due piani di dormitori e camere da lette per le suore.
Padiglione Suardo
Il crescente numero di richieste di ospitare nuovi orfani, portò alla costruzione di un nuovo edificio, il Padiglione Suardo. L'edificio, progettato dall'ing. Emilio Donizetti, venne inaugurato il 26 giugno 1926 e venne intitolato alla contessa Giulia Suardo Scotti, madre dell'allora sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio e futuro Presidente del Senato del Regno Giacomo Suardo. Sul terrazza dell'edificio gli orfani ospitati nella struttura beneficiavano della cura elioterapica[4], molto diffusa in epoca fascista.
Chiesa
Casa Portineria
La casa portineria è un edificio a tre piani, costruito nel 1931, su progetto dell'ing. Pietro Savoldelli, e aveva lo scopo di accogliere i bambini e immatricolarli. L'interno ospitava tre sale mediche, un ambulatorio dotato di servizi recenti come i raggi X, ambienti con bagni e docce e alcune camere da letto. Oggi la casa portineria si presenta come una sorta di museo commemorativo. La sala maggiore della portineria è integralmente dipinta con ricordi di guerra e dedicata al Milite Ignoto. All’ingresso, sulle pareti laterali, sono stati scritti alcuni motti perché i principi educativi che Monsignor Antonietti perseguiva erano finalizzati al far crescere e formare uomini e donne dotati di: rispetto, senso del dovere, obbedienza e patriottismo (Il dovere consiste nel far più del dovere). Nel 2006 molte opere d'arte provenienti dalla collezione della Casa dell'Orfano vengono trasferite presso il Museo Arte Tempo di Clusone[5]; le opere sono circa una trentina e sono opere di Jacopo Palma il Giovane, Gian Paolo Cavagna, Antonio Cifrondi e altri autori veneti e bergamaschi[6]. Nel 2017 si sono conclusi i lavori di restauro dell'edificio che ospita oggi l'archivio storico, la biblioteca, le collezioni di ceramiche e di stampe, gli arredi e i suppellettili e la sede dell'Associazione Ex Allievi ed Amici di Monsignor Giovanni Antonietti[7][8].
Palazzo delle Scuole
Il 3 settembre 1939 venne inaugurato l'edificio con le aule scolastiche.[9] L'edificio venne progettato dall'architetto milanese Giovanni Muzio ed è costituito da cinque ampie aule scolatiche al primo piano, una ventina di camere poste al secondo piano e una biblioteca[10] i cui volumi iniziali provenivano dalla collezione Suardo.
Altri edifici
Gli altri edifici che costituiscono il villaggio sono:
- il Padiglione dei servizi, edificio costruito tra il 1929 e il 1930 che ospitava la lavanderia, un garage, servizi vari e una torre con un serbatoio per l'acqua, a disposizione dell'intera struttura la cui acqua proveniva da un pompa posta verso la riva del fiume Serio;
- il Padiglione dell'infermeria, costruito tra il 1933 e il 1934, il quale ospitava otto stanze e un'area contumaciale, in cui venivano ricoverati e isolati gli orfani sospetti di avere malattie contagiose e che dovevano trascorrere un periodo di tempo lontano dagli altri bambini;
- la Casa colonica, costruita nel 1935 e che ospitava una moderna stalla per la produzione del latte necessario alla casa;
- il Pilo Alzabandiera, costruito nel 1937 su progetto dell'architetto Giovanni Muzio e dedicato alla memoria di Antonio Locatelli;
- il Teatro, struttura costruita a cavallo degli anni Quaranta e Cinquanta, con 800 posti a sedere tra platea e galleria.
Note
- ^ Ponte Selva, su sacra-famiglia.it, Sacra Famiglia. URL consultato il 15 maggio2018.
- ^ Casa dell'Orfano, su pressreader.com, Corriere della sera (Bergamo). URL consultato il 15 maggio2018.
- ^ rendering Casa dell'Orfano, su 3dwarehouse.sketchup.com, 3dwarehouse. URL consultato il 15 maggio2018.
- ^ Associazione allievi e amici di mons. G. Antonietti (a cura di), In memoria di mons. Giovanni Antonietti: testimonianza a più voci, 1984, p. 127.
- ^ Collezione Casa dell'Orfano, su museoartetempo.it, MAT - Museo Arte Tempo. URL consultato il 15 maggio2018.
- ^ Gioielli in famiglia, su 1995-2015.undo.net, undo.net. URL consultato il 24 maggio2018.
- ^ Clusone, conclusi i lavori alla Casa dell'Orfano, su ecodibergamo.it, L'eco di Bergamo. URL consultato il 21 maggio2018.
- ^ Portineria della Casa dell’Orfano, domenica il taglio del nastro, su myvalley.it, MyValley. URL consultato il 21 maggio2018.
- ^ Francesco Vistalli, La Casa dell'orfano: Ponte Selva 1925-1950. La mamma del presidente, Edizioni villadiseriane, 2007, pp. 19-21.
- ^ Biblioteca Casa dell'Orfano di Clusone, su get.google.com, Google Album. URL consultato il 15 maggio2018.
Bibliografia
- Mario Pedranzini, Don Giovanni Antonietti: soldato di Dio e della patria - 1892-1976.
- Associazione allievi e amici di mons. G. Antonietti (a cura di), In memoria di mons. Giovanni Antonietti: testimonianza a più voci, 1984.
- Ferdinando Aronica, D. Brizio Casciola, D. Giovanni Antonietti: una ventennale amicizia consolidata all'ombra della Casa dell'orfano di Ponte Selva, 2000.
- La Casa dell'orfano in Ponte Selva nelle nozze d'argento sacerdotali del presidente cav. Don Giovanni Antonietti: 1914-1939, Associazione Allievi e Amici della Casa dell'Orfano, 2007.
- Francesco Vistalli, La Casa dell'orfano: Ponte Selva 1925-1950. La mamma del presidente, Edizioni villadiseriane, 2007.
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