Squarzi
La famiglia Squarzi era un'antica famiglia di Vicenza, ascritta da tempi remoti al Consiglio nobile della città, verso la metà del Settecento fu insignita da papa Benedetto XIV del titolo di conte, riconosciuto dalla Repubblica Veneta.

Storia
Un tratto di contrà Santi Apostoli fu chiamata per un certo periodo di tempo anche "contrà dei Signori Squarzi", dal nome della famiglia che aveva il palazzo nella piazzetta alla fine della strada[1].
Antica casata vicentina, suddivisa in due rami discendenti dal medesimo ceppo. Giambattista Pagliarino la cita nella sua opera del 1663: "Squarza, famiglia antica della nostra Città, nobile, ricca et ornata di eccellenti uomini. Ho ritrovato che nel 1350 sono stati Bonaventura et Dominico fratelli, et figliuoli del quondam Giovanni Squarcio, dal quale questa famiglia prese il nome di Squarzi; vi è anco stato Gio. Pietro de Squarzi ottimo cittadino et eccellente causidico[2] figliolo del quondam Domenico quondam Giovanni de Squarzi …"[3].
Da un atto notarile del 1467 risulta che Giampietro e Domenico Squarzi erano in solido proprietari del mulino a quattro ruote di Debba, il più importante della zona, per il quale ricevevano un canone dai mugnai del posto. Nel 1508 Giampietro Squarzi per ricavare 210 ducati d'oro da destinare alla dote della sorella Paola, cedette il diretto dominio della posta di Debba, insieme ai diritti delle terre e dei campi di cui era proprietario in zona di Longara[4].
Palazzi, ville e opere d'arte
Durante l'età moderna erano in possessi della famiglia:
- il Palazzo Squarzi, edificio del XV secolo in contrà Santi Apostoli a Vicenza, dalla ricca facciata impreziosita da una trifora gotica che ricorda l'architettura veneziana.
- la villa di campagna in località Santa Croce Bigolina nella zona di Longara. Costruita nel 1677 rappresenta uno dei primi esempi di architettura scamozziana; l'ampliamento del Settecento è attribuito a Carlo Borella, contiene affreschi di Costantino Pasqualotto. Nel Novecento l'edificio fu adibito ad asilo nido e scuola per l'infanzia. L'annessa cappella gentilizia fu eretta nel 1669.
- la pala d'altare raffigurante la Madonna ed il Bambino tra i Santi Andrea, Monica, Orsola e Sigismondo, con raffinati accordi di colore, un tempo situata nella chiesa di San Michele a Vicenza, opera di fine Quattrocento del pittore Bartolomeo Montagna, a suo tempo commissionata dalla famiglia Squarzi, ora nella Pinacoteca di Brera[5].
Note
- ^ Giarolli, 1955, p. 62
- ^ Nel diritto romano e medievale, figura attoriale che rappresentava in giudizio una delle parti, senza essere un avvocato
- ^ Croniche di Vicenza di Battista Pagliarino, scritte dal principio di questa città, sino al tempo, ch'ella si diede sotto al serenissimo dominio veneto 1404. Diuise in libri sei. Date in luce da Giorgio Giacomo Alcaini. In Vicenza, appresso Giacomo Amadio, stampator della città, 1663
- ^ Porte di Debba, 2018, pp. 40-45
- ^ Porte di Debba, 2018, p. 47
Bibliografia
- Giambattista Giarolli, Vicenza nella sua toponomastica stradale, Vicenza, Scuola Tip. San Gaetano, 1955.
- Claudio Grandis, Le porte di Debba nel Bacchiglione: uomini, barche e mulini in un borgo del contado vicentino tra 16. e 19. secolo, Sommacampagna, Cierre, 2018.