Feridun Zaimoglu
Feridun Zaimoglu, nell'ortografia turca Feridun Zaimoğlu (Bolu, 4 dicembre 1964), è uno scrittore e artista tedesco di origine turca.
Vita
Feridun Zaimoglu nasce il 4 dicembre 1964 a Bolu, nel nord della Turchia, da un operaio metallurgico e una donna delle pulizie, entrambi turchi. Nel 1965 la famiglia si trasferisce in Germania, dove i genitori di Feridun lavorano come Gastarbeiter.[1] Trascorre gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza tra Berlino, Monaco di Baviera e Bonn; in questo periodo si sente escluso, umiliato, fuori da un gruppo -quello degli immigrati turchi- che è a sua volta escluso dalla società tedesca.[2]
Nel 1985 si trasferisce a Kiel dove inizia a studiare medicina con il solo fine di realizzare il sogno dei suoi genitori[3] per poi dedicarsi all'arte e in seguito al mestiere di scrittore e giornalista freelance. Scrive articoli di critica letteraria e saggi per importanti testate nazionali e berlinesi, quali Die Welt, Die Zeit, SPEX e Der Tagesspiegel.[4] A cavallo del nuovo millennio lavora come drammaturgo al Nationaltheater Mannheim sotto la direzione di Bruno Klimek.[5]
Esordisce nel 1995 con il romanzo Kanak Sprak. 24 Mißtöne vom Rande der Gesellschaft, il primo di una serie di scritti che hanno come protagonisti i "canachi", ossia i giovani turchi di seconda generazione, che sono cresciuti e vivono in Germania, ma senza essersi mai assimilati del tutto con la cultura tedesca. Nella sua carriera si è dedicato alla scrittura di romanzi, anche epistolari, raccolte di racconti e pièces teatrali.
Dal 2011, parallelamente all'attività letteraria, si dedica anche alla pittura.
Parte attiva nel dibattito politico, nel settembre 2006 ha partecipato come rappresentante della società civile alla prima Conferenza Tedesca sull’Islam, criticando la mancata rappresentazione delle musulmane velate, assenti al dibattito.
Nel maggio 2009 è stato nominato elettore delegato dai Verdi dello Schleswig-Holstein per l’elezione del Presidente federale.
Opere
Il primo romanzo di Zaimoglu è Kanak Sprak. 24 Mißtöne vom Rande der Gesellschaft, che viene pubblicato nel 1995. Come si evince dal titolo, il libro è una raccolta di 24 monologhi, 24 voci "dissonanti" di persone che si trovano "ai margini della società". Ogni monologo è la risposta alla domanda "Come si vive da canaco in Germania?"[6] e inizia riportando il nome del parlante, l'età e l'attività lavorativa. E' il risultato di quasi un anno passato nei bassifondi, tra i "canachi", dai quali riesce a estrapolare registrazioni e appunti che utilizza, con il permesso degli stessi, per raccontare lo spaccato del sottoproletariato turco-tedesco di seconda e terza generazione.[7] Ciò che caratterizza questo romanzo, oltre al contenuto, è la lingua in cui è scritto, la cosiddetta Kanak Sprak, che dà il nome all'opera stessa. Come precisa l'autore nell'introduzione al libro, la Kanak Sprak potrebbe classificarsi come una sorta di creolo, con segni e codici noti solo a chi li utilizza[8], ma con un lessico tuttavia incomprensibile ai parlanti del tedesco cosiddetto 'puro'. Si tratta di un'interlingua, un "terzo registro"[9], che utilizza una lingua europea (quella tedesca) per esprimere un sostrato culturale non europeo (quello turco). Attraverso questo linguaggio i protagonisti si riappropriano orgogliosamente del termine "canaco", che in tedesco (Kanake) indica in modo piuttosto dispregiativo e volgare gli stranieri, soprattutto turchi ma anche italiani. Questo termine tuttavia non ha origini turche: indicherebbe piuttosto un abitante della Polinesia o delle isole dei Mari del Sud che alla fine dell'Ottocento erano colonie tedesche[10]; da qui è possibile intuire il valore di subalternità che è legato a questo termine per il parlante tedesco che lo utilizza. Laddove quindi un turco si riferisce a se stesso con il termine di "canaco", gli conferisce dignità e fierezza, lo eleva dalla stigmatizzazione di cui era vittima sin dai tempi coloniali, diventa simbolo di una sorta di 'orgoglio canaco'[11].
Elenco opere
Libri pubblicati
- 1995, Kanak Sprak, Hamburg, Rotbuch
- 1997, Abschaum – Die wahre Geschichte von Ertan Ongun, Hamburg, Rotbuch
- Schiuma, traduzione di Alessandra Orsi, Torino, Einaudi, 1999, ISBN 88-06-15190-8
- 1999, Koppstoff, Hamburg, Rotbuch
- 2000, Liebesmale, scharlachrot, Roman, Köln, Kiepenheuer & Witsch
- 2001, Kopf und Kragen, Frankfurt am Main, Fischer-Taschenbuch
- 2002, German Amok, Roman, Frankfurt am Main, Fischer-Taschenbuch
- German Amok, traduzione di Margherita Belardetti ed Elena Sinisi, revisione di Marco Agosta, Milano, 2008, ISBN 978-88-7638-050-1
- 2003, Leinwand, Roman, Hamburg, Rotbuch
- 2003, Othello, Neuübersetzung, Münster, Monsenstein und Vannerdat
- 2003, Drei Versuche über die Liebe, Theaterstücke, Monsenstein und Vannerdat
- 2004, Zwölf Gramm Glück, Erzählungen, Köln Kiepenheuer & Witsch
- 2006, Leyla, Roman, Köln, Kiepenheuer & Witsch
- Leyla, traduzione di Margherita Belardetti, Milano, Il Saggiatore, 2007, ISBN 978-88-428-1394-1
- 2007, Rom intensiv, Erzählungen, Köln, Kiepenheuer & Witsch
- 2007, Von der Kunst der geringen Abweichung, Conferenza del 27 giugno 2007, Saarland-Museum, Saarbrücken, a cura di Ralph Schock. Union-Stiftung Gollenstein, Blieskastel
- 2008, Liebesbrand, Roman, Köln, Kiepenheuer & Witsch
- 2008, Ferne Nähe, Tübinger Poetik-Dozentur (con Ilija Trojanow)
- 2009, Hinterland, Roman, Köln, Kiepenheuer & Witsch
- 2011, Ruß, Roman, Köln, Kiepenheuer & Witsch
- 2013, Der Mietmaler: eine Liebesgeschichte, München, Langen Müller
- 2014, Isabel, Roman, Köln, Kiepenheuer & Witsch
- 2015, Siebentürmeviertel, Roman, Köln, Kiepenheuer & Witsch
- 2017, Evangelio, Roman, Köln, Kiepenheuer & Witsch
Teatro (con Günter Senkel)
- 2003, Casino Leger, UA Schauspiel Frankfurt
- 2003, Ja. Tu es. Jetzt., UA Junges Theater Bremen
- 2003, Othello, nach Shakespeare, UA Kammerspiele München
- 2004, Halb so wild, UA Theater Kiel
- 2006, Lulu Live, nach Wedekind, UA Kammerspiele München
- 2006, Nathan Messias, UA Schauspiel Düsseldorf
- 2006, Schwarze Jungfrauen, Theater Hebbel am Ufer
- 2006, Romeo und Julia, nach Shakespeare, UA Theater Kiel
- 2007, Molière, UA Salzburger Festspiele, Schaubühne am Lehniner Platz
- 2008, Schattenstimmen, UA Schauspiel Köln
- 2011, Alpsegen, UA: 15. April, Kammerspiele München
- 2018, Siegfrieds Erben, UA: 20. Juli, Nibelungenfestspiele Worms
Note
- ^ Mein Deutschland. Warum die Einwanderer auf ihre neue Heimat stolz sein können, su zeit.de.
- ^ Özber Can, Göçmen yazın süreci çerçevesinde Feridun Zaimoğlu ve anlatısı, in Edebiyat Fakültesi Dergisi, n. 25, 2011, p. 144.
- ^ Ein Interview mit Feridun Zaimoglu: Kiel ist nichts für Sonnyboys, su kielerleben.de.
- ^ Feridun Zaimoglu, su de.wikipedia.org.
- ^ Feridun Zaimoglu, su feridun-zaimoglu.com.
- ^ Kanak Sprak, su parapluie.de.
- ^ Tiziana Urbano, Voci dai margini. La Kanak Sprak di Feridun Zaimoglu, in Between, I, n. 1, 2011, pp. 1-2.
- ^ Feridun Zaimoglu, Kanak Sprak. 24 Mißtöne vom Rande der Gesellschaft, 1995.
- ^ Bill Ashcroft, Gareth Griffiths e Helen Tiffin, The Post-Colonial Studies Reader, Routledge, London & New York, 1995.
- ^ Pasquale Gallo, 'Multikulti-Zoo'. Kanak Sprak di Feridun Zaimoglu e il contesto semasiologico (post-)coloniale, in Links, vol. 4, 2004, pp. 11-28.
- ^ Urbano, p.5
Bibliografia
- Tiziana Urbano, Voci dai margini. La Kanak Sprak di Feridun Zaimoglu, in Between, I, n. 1, 2011.