P43
Il P43 era un carro armato pesante italiano, rimasto allo stadio di progetto e sviluppato parallelamente al carro P26/40. Di esso, rimangono alcune fotografie che mostrano il suo modello di legno in scala 1ː10.
P43 | |
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Descrizione | |
Equipaggio | 5 |
Dimensioni e peso | |
Lunghezza | sconosciuta m |
Larghezza | sconosciuta m |
Altezza | sconosciuta[1] m |
Peso | circa 30-34 t |
Propulsione e tecnica | |
Motore | benzina |
Potenza | 480 hp |
Rapporto peso/potenza | 14 hp/t |
Trazione | cingolata |
Prestazioni | |
Velocità | circa 40 km/h (presunta) |
Autonomia | sconosciuta |
Armamento e corazzatura | |
Armamento primario |
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Corazzatura | massimo 80-100 mm, minimo 40-50 mm |
Corazzatura frontale | 80-100 mm |
Corazzatura laterale | 40-50 mm |
Corazzatura posteriore | 40-50 mm |
Corazzatura superiore | 20 mm [2] |
Note | Il P43 ter sarebbe stato un P43 bis più protetto. |
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Caratteristiche
Il P43 o P30/43 venne sviluppato da FIAT ed Ansaldo contemporaneamente al P26/40, del quale doveva essere una versione più pesante. Il mezzo infatti sarebbe dovuto pesare 30 tonnellate e avrebbe montato un motore da 480 hp. Il cannone era il medesimo del P.26 - il pezzo da 75/34 mm. Tuttavia ancora in fase di progettazione venne proposto uno da 90/42 derivato dall'antiaereo da 90/53[3], o con il pezzo da 105/25 mm poi montato sui semoventi.[4].
I due P43 bis
Esiste una fotografia del P43 come modello in legno (e probabilmente in scala ridotta) assieme ad altri modellini di un P40 e del P43 bis (noto anche come P34/43), da 30 tonnellate con cannone che sembra potesse essere una versione alleggerita del pezzo da 90/53. Nella stessa foto vi è un modellino di una versione del Panther tedesco leggermente più piccola e con cannone probabilmente da 90/53, che la parte germanica stigmatizzò come un plagio[senza fonte] del Panzer V Panther di cui l'Italia aveva ricevuto i disegni costruttivi per la produzione su licenza[senza fonte]. Sembra che anche questo modellino abbia ricevuto la sigla P43 bis (forse per la constatata impossibilità di arrivare in tempi brevi alla produzione del P43 bis con pezzo da 90 mm).
Questa sovrapposizione di studi può essere stata originata sia dalle notizie provenienti dal fronte russo sul nuovo modello del carro medio sovietico T-34/85 da 32 tonnellate e cannone derivato dall'antiaereo da 85 mm sia dalla disponibilità dei dati e disegni del Panther tedesco.
Secondo le varie pubblicazioni[senza fonte] le motorizzazioni avrebbero dovuto essere queste:
- P26/40 motore diesel da 330 Hp poi sostituito in produzione da uno a benzina da 420 hp.
- P30/43 o P43 motore a benzina da 420/430 hp.
- P.43 bis (cannone da 90/42 mm) stesso motore da 420/430 hp.
- P.35/43 o secondo P.43 bis (riduzione del Panther) da 35 tonnellate con cannone da 90/53 o 90/42 mm e motore da 470/480 HP copiato dal motore del T.34 russo, a sua volta adattamento diesel di un motore francese Hispano-Suiza.
La protezione frontale da 80/100 mm di quest'ultimo avrebbe messo il carro su un piede di parità con le macchine progettate da altre nazioni, come il carro russo IS-2 del 1944 da 44 tonnellate (che ne aveva una da 122 mm), il Tigre I da 57 tonnellate e superiore a quella del Panther da 45 tonnellate, che era di 80 mm.
Ma si sarebbe trattato, comunque, di un carro inferiore alle controparti per molti aspetti. Soprattutto per la mancanza di un treno di rotolamento moderno, con sospensione a balestra, realmente adatte solo per i carri dal peso inferiore alle 15-20 tonnellate. Inoltre mancavano le risorse industriali per costruirlo con corazza saldata o a pezzi di fusione, e si sarebbe, verosimilmente, ripiegato su una corazza rivettata. Una soluzione obsoleta e pericolosa, che si univa ad un'altra evidente deficienza industriale italiana: la scarsa qualità degli acciai utilizzati per la corazzatura, spesso costruiti con acciai relativamente dolci.
Sarebbe poi stato, finalmente, il primo carro italiano con una torretta a 3 posti, e quindi con il capocarro in grado davvero di comandare il mezzo senza essere distratto da altri compiti, anche se con molti anni di ritardo rispetto ai carri tedeschi. Inoltre il cannone 90/53 era eccellente, ma nel 1943 non esisteva ancora un proiettile anticarro per quel cannone, che era ancora eccellente in confronto agli altri pezzi contro carro italiani, ma necessitava di un proiettile dedicato per riuscire a mettersi almeno alla pari con i carri tedeschi e britannici (rimanendo comunque inferiore ai carri sovietici d'eccellenza).[5]
Note
- ^ Il P.43 rimase solo allo stato di studio dimensionale (modellino)
- ^ Бронетанковая техника - Италия, su www.aviarmor.net. URL consultato il 4 ottobre 2016.
- ^ novembre 2008, su soldatinionline.it.
- ^ Cesare Falessi, Benedetto Parfi, Veicoli da combattimento dell'Esercito Italiano dal 1939 al 1945Intyrama books, 1976, pagg. 83-84
- ^ Бронетанковая техника - Италия, su www.aviarmor.net. URL consultato il 4 ottobre 2016.
Bibliografia
- Cesare Falessi, Benedetto Pafi, Veicoli da combattimento dell'Esercito Italiano dal 1939 al 1945, Intyrama books, 1976.