Andrea Bernabè (Faenza, 27 gennaio 1850Bologna, 1908) è stato un circense [[]].

Biografia

che iniziò la sua carriera nel Circo Zavatta [1]

da Paolo e Teresa Ronchi, le cronache del tempo lo descrivono alto “un metro e dieci dal cranio ai piedi, di meravigliosa, completa ed intonata deformità umana”. Sveglio ed intelligente, Andrea ottiene la licenza elementare alle scuole serali, poi i suoi lo mandano a bottega dal fotografo Losetti. Ma adattarsi alle mansioni di fattorino e sbrigare piccole faccende non lo soddisfa. E’ poco più di un bambino quando già comincia a meditare su come prendersi la rivincita nei confronti di un destino beffardo. A 12 anni si unisce ai saltimbanchi del circo Zavatta, il più antico d’Italia e fra quelli che nella seconda metà dell’Ottocento riscuotono i maggiori successi. Forse è lì che gli affibbiano il nomignolo di Bagonghi, diventato in seguito il nome d’arte per tutti i nani circensi. Passa alla compagnia Dell’Orme che batte le località grandi e piccole fra Lazio e Toscana, poi alla compagnia di quadri plastici Zamperla esibendosi in pantomine e ruoli buffi che suscitano ilarità e simpatia. Ormai si è fatto un nome e può puntare più in alto. Firma l’ingaggio con la compagnia equestre Ranzi e si fa valere anche in Francia. A scritturarlo sei mesi dopo è il commendator Braccini, direttore di una grande troupe che si muove fra Europa e Algeria.

Opere principali

  • Maria Stuarda che sale al patibolo (smalto, 1837);
  • La partenza di Cristoforo Colombo (smalto, 1837);
  • La famiglia di Pietro Rossi si oppone alla sua partenza per Venezia (smalto, 1837);
  • Lo studio di Raffaello (porcellana, 1837);
  • Ritratto di Pelagio Palagi (1838);
  • 'Raffaello e la Fornarina (porcellana, 1842);

Note

  1. ^ Alessandro Cervellati, Storia del circo italiano, Milano, De Agostini, 1961.

Bibliografia

Voci correlate

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