Kosmičeskij rejs

film del 1936 diretto da Vasilij Žuravlëv
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Un'inquadratura del film
Titolo originaleКосмический рейс
Kosmicheskij rejs
Lingua originalerusso
Paese di produzioneUnione Sovietica
Anno
Durata70 min
Dati tecniciB/N
film muto
Generefantascienza
RegiaVasily Zhuravlyov
SoggettoKonstantin Ėduardovič Ciolkovskij
SceneggiaturaAleksandr Filimonov
ProduttoreBoris Shumyatsky
Casa di produzioneMosfil'm
FotografiaAleksandr Galperin
Effetti specialiFodor Krasne
Interpreti e personaggi

Kosmicheskiy Rejs: fantasticheskaya novella (Космический рейс) è un film del 1936, diretto da Vasily Zhuravlyov, prodotto dalla Mosfil'm.

Trama

In una futuristica (ai tempi) Unione Sovietica del 1946, all'Istituto di Comunicazioni Interplanetarie Ciolkovskij l'eminente scienziato professor Pavel Ivanovich Sedikh familiarizza con un ragazzino, Andryusha Orlov, il fratello minore del capitano Viktor Orlov, sempre di stanza all'Istituto. Andryusha mostra a Sedikh la sua ultima invenzione, una versione ammodernata di una fionda, e Sedikh introduce il ragazzo nel cantiere dove si sta terminando l'allestimento di due grosse navi spaziali di sua concezione, l'URSS1 e l'URSS2, con le quali il professore intende raggiungere la luna.

Sedikh è contrastato nel suo progetto dal collega professor Karin, e non senza buoni motivi: dei due piccoli razzi che Karin ha spedito nello spazio, il primo, il 127, con a bordo un coniglio, è tornato con la povera bestiolina morta, e del secondo, il 128, con a bordo un gatto, si sono perse le tracce. Ciononostante la spedizione prende l'avvio: l'URSS1 parte, e l'equipaggio comprende, oltre a Sedikh, la professoressa Martina e, semi-clandestino, il volitivo Andryusha.

Dopo che gli astronauti, in viaggio, si sono abituati e divertiti con l'assenza di peso, il veicolo compie l'allunaggio sulla faccia nascosta del satellite. Iniziano le esplorazioni dello straordinario paesaggio extraterrestre, nel quale si scorge anche il relitto del 128, ma ben presto si manifesta un primo inconveniente: i serbatoi di ossigeno hanno delle perdite, il che mette a rischio il viaggio di ritorno. Poi si perdono le tracce di Sedikh, rimasto intrappolato sotto un masso dopo una frana: egli riuscirà ad attrarre l'attenzione su di sé e ad essere infine liberato scagliando proiettili con la fionda che, persa da Andryusha, il professore aveva ritrovato.

Sedikh identifica poi i resti congelati di una antica atmosfera lunare, che possono essere utilizzati per far fronte alla mancanza di ossigeno. Vengono mandati segnali sulla Terra, che risponde; tuttavia gli astronauti tardano a tornare, così si sta per lanciare l'URSS2 per soccorrerli. Ma, mentre i preparativi per il lancio sono avanzati, si scorge di lontano l'URSS1 che fa ritorno. Ne escono, festeggiati dalla folla, i tre cosmonauti, ed il quarto: il gatto del 128, vivo e vegeto.

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