Ugo Buttà
Ugo Buttà (Roma, 21 gennaio 1891 – 1º gennaio 1949) è stato un generale italiano del Regio Esercito durante la seconda guerra mondiale, ricordato per il suo ruolo in Montenegro, presso le bocche di Cattaro, nei giorni seguenti all'armistizio italiano per aver riportato in Italia via mare, quasi integra, la divisione di fanteria Emilia al suo comando.
Ugo Buttà | |
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Nascita | Roma, 21 gennaio 1891 |
Morte | 1 gennaio 1949 |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Grado | Generale di divisione |
Guerre | Prima Guerra Mondiale Guerra d'Etiopia Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna di Grecia |
Battaglie | Battaglia delle Alpi Occidentali |
Comandante di | 213ª Divisione costiera 155ª Divisione fanteria "Emilia" |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena |
dati tratti da Generals[1] | |
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Biografia
Nacque a Roma il 21 gennaio 1891, figlio di Gaetano e Armida Ferrari. Arruolatosi nel Regio Esercito nel 1908 iniziò a frequentare come allievo la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria, da cui uscì come sottotenente assegnato all'arma di fanteria, corpo dei bersaglieri il 19 maggio 1912, entrando in servizio nel 12º Reggimento in Roma.
Partecipò alla grande guerra nelle file del 5º Reggimento bersaglieri, venendo promosso dapprima tenente, e poi capitano, e decorato con una Medaglia d'argento e una Croce di guerra al valor militare.
Ufficiale proveniente dallo Stato maggiore.
Destinato al servizio in Colonia prestò servizio per molto tempo in Somalia e in Eritrea, partecipando alla guerra d'Etiopia (1935-1936) al comando di reparti eritrei con il grado di tenente colonnello[N 1], venendo decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia il 12 novembre 1936.[2]
Promosso colonnello per merito di guerra con anzianità dal 22 gennaio 1936, comando il 29º Reggimento fanteria "Pisa"[1] di stanza ad Asti e poi prestò servizio presso il comando del Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea sino al 15 settembre 1939, quando divenne Capo di stato maggiore della 47ª Divisione fanteria "Bari", una unità di nuova formazione, con Quartier generale a Bari.
Con l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, prestò servizio in tale incarico sino al dicembre seguente per passare, con la promozione a generale di brigata avvenuta il 1 gennaio 1941, al comando Superiore FFAA dell'Albania per speciale incarico.
In seguito passò dapprima al comando della 213ª Divisione costiera,[3] poi a prestare servizio presso il comando della Tripolitania Orientale sino al 22 novembre e poi ancora presso il comando Superiore FFAA dell'Africa Settentrionale Italiana sino al 31 marzo 1942.
Dal 1º aprile dello stesso anno fu destinato a prestare servizio presso il comando del I Corpo d'armata a Torino per incarichi speciali per poi passare in servizio presso il Ministero dell'Africa Italiana a Roma.
Dal 25 aprile 1943 assunse il comando della 155ª Divisione fanteria "Emilia"[4] dislocata in Montenegro, nei pressi di Cattaro.[N 2]
Il 1º luglio successivo fu promosso al rango di generale di divisione. Dopo l'annuncio dell'armistizio dell'8 settembre, i reparti della divisione si concentrarono intorno alle Bocche di Cattaro, dove insieme alla Regia Marina organizzarono la difesa della locale Piazza Marittima, rifiutando di arrendersi ai tedeschi. Per consolidare le proprie posizioni, a partire dal 14 settembre i reparti della "Emilia" conquistarono uno dopo l'altro i presidi tedeschi rimasti isolati nel dispositivo italiano, tranne quelli di Cattaro e Cruda che resistettero.
Nei giorni successivi, attaccati da terra e dal cielo dai reparti tedeschi, che nel frattempo avevano ricevuto rinforzi, ed impossibilitati ad organizzare una resistenza efficace, i resti della 155ª Divisione fanteria "Emilia" si imbarcarono il 16 settembre sulle unità della Regia Marina, dirette a Bari dove giungeranno e verranno presto riutilizzate nel Corpo Italiano di Liberazione.
Onorificenze
Note
Annotazioni
Fonti
- ^ a b Generals.
- ^ a b Ugo Buttà, su quirinale.it. URL consultato il 18 maggio 2019.
- ^ Pettibone 2010, p. 130.
- ^ Pettibone 2010, p. 126.
Bibliografia
- (EN) MacGregor Knox, Mussolini Unleashed, 1939–1941: Politics and Strategy in Fascist Italy's Last War, Cambridge, Cambridge University Press, 1982, ISBN 978-0-521-33835-6.
- (EN) Philip S. Jowett e Stephen Andrew, The Italian Army Vol.1, Botley, Osprey Publishing Company., 2000, ISBN 1-78159-181-4.
- (EN) Charles D. Pettibone, The Organization and Order of Battle of Militaries in World War II Volume VI Italy and France Including the Neutral Countries of San Marino, Vatican City (Holy See), Andorra, and Monaco, Trafford Publishing, 2010, ISBN 1-4269-4633-3.
Collegamenti esterni
- (EN) Ugo Buttà, su Generals, http://www.generals.dk. URL consultato il 17 maggio 2019.