Io, l'erede
Io, l'erede è una commedia scritta ed interpretata da Eduardo De Filippo (Napoli 24 maggio 1900 – Roma 31 ottobre 1984), nel 1942 ed inserita dallo stesso autore nel gruppo di opere che ha chiamato Cantata dei giorni pari.
Io, l'erede | |
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Commedia in tre atti | |
Autore | Eduardo De Filippo |
Lingua originale | Napoletano |
Genere | Teatro napoletano, commedia |
Composto nel | 1942 |
Prima assoluta | 5 marzo 1942 Teatro La Pergola di Firenze |
Versioni successive | |
nel 1972 tradotta in lingua italiana | |
Personaggi | |
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La scena iniziale vede una sorta di consiglio di famiglia presieduto dall'avvocato Amedeo Selciano riunitosi per commemorare la morte di Prospero Ribeira vissuto per trentasette anni nella casa come ospite del generoso padre dell'avvocato: il vecchio Selciano da sempre benefattore dei diseredati.
Prospero Ribeira aveva un figlio Ludovico che come suo legittimo erede pretende ora, così come era stato per il padre, di essere accolto dalla facoltosa famiglia Selciano. Di fronte al rifiuto dei Selciano Ludovico prima li accusa di aver reso il padre con la loro ostentata magnanimità un parassita, e poi riesce a convincerli soprattutto perché darà loro la possibilità di continuare ad esercitare quell'opera di benefattori che dà tante soddisfazioni al loro ipocrita amor proprio facendoli sentire in pace con la loro coscienza.
Egli però sarà, come il padre, oggetto di scherno e derisioni, quasi fosse un buffone di corte ma in cambio vivrà alle spalle della famiglia e in più godrà dei favori di una delle donne dei Selciano così come era già accaduto per il defunto Prospero. Template:Finetrama