Franz Lenhart

pittore e disegnatore italo-austriaco

Franz Lenhart (Bad Häring, 7 gennaio 1898Merano, 27 marzo 1992) è stato un pittore e disegnatore austriaco naturalizzato italiano.


Franz Josef Lenhart, italo-austriaco, è stato un pittore e uno dei maggiori esponenti della cartellonistica pubblicitaria italiana della prima metà del Novecento. Gran parte della sua produzione di manifesti è consacrata alle località turistiche più note delle Dolomiti, in particolare Cortina d'Ampezzo e Madonna di Campiglio raffigurate come scenari ideali dove trascorrere vacanze e praticare sport invernali. Negli anni Trenta, Lenhart si afferma anche nel settore dell'illustrazione realizzando per le compagnie di navigazione triestine brochures e dépliants con spaccati della vita di bordo dei passeggeri. Raccolte di suoi manifesti originali dell'epoca si trovano al Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso[1] e al Touriseum, Museo Provinciale del Turismo di Merano[2].

Biografia

Nato nel 1898 a Bad Häring, in Austria, Franz Josef Lenhart studia prima all'Accademia delle Belle Arti di Vienna e poi all'Accademia di Firenze. Nel 1922, ottenuta una cattedra all'Istituto Tecnico Italiano, si trasferisce a Merano, in Alto Adige, e ne fa la sua città di adozione. Nei due anni seguenti mette a frutto le vacanze scolastiche frequentando a Parigi i corsi estivi all'Accadémie de la Grande Chaumière, perfezionandosi così nel nudo e nel disegno di figura.
La sua affermazione come cartellonista decolla presto grazie all'ENIT, l'Ente Nazionale Italiano per il Turismo, che acquista uno dei suoi primi manifesti, “Visitate le Dolomiti”, e lo fa affiggere in tutta la Penisola. Da quel momento, dalle località montane del Veneto, del Trentino e dell'Alto Adige a vocazione turistica cominciano a fioccare commesse di manifesti e locandine, dando così a Lenhart l'opportunità di mettere a punto uno stile molto personale che rende inconfondibili le sue affiches: sullo sfondo scorci delle Dolomiti, in primo piano figure dinamiche di sportivi o di donne avvenenti. E soprattutto: una composizione in cui il lettering, il messaggio promozionale, fa da base per il disegno, finendo con l'integrarsi totalmente con esso.
Un'altra stagione artistica ed esistenziale rilevante scaturisce nel 1934 dalla collaborazione con le grandi compagnie triestine di navigazione, per le quali Lenhart realizza brochures e prospetti di motonavi e transatlantici, e grazie alle quali può trascorrere lunghi periodi all'estero, alloggiando in albergo di lusso: Copenaghen, Londra, Parigi, Vienna, Sudamerica e Giappone[3]. Il capolavoro grafico di Lenhart in questo speciale segmento della réclame è la brochure per il Conte di Savoia, "la nave che non rolla", gioiello della cantieristica italiana varata a Trieste nel 1931 per coprire la rotta tra l'Europa e New York[4]
Un capitolo a parte nella produzione artistica è quello dei ritratti che gli vengono commissionati dai nobili d'Europa e del Giappone, a partire da Umberto II di Savoia, suo compagno di sci a Cortina d'Ampezzo[5]
Dai primi anni Cinquanta, con la cartellonistica illustrata entrata in crisi per il cambio di gusto a favore della fotografia[6], Lenhart è costretto a rallentare la sua produzione di manifesti. Riprende allora l'attività di pittore e nel 1962 esegue il ciclo di affreschi per la “Passeggiata d'inverno” a Merano[7]. Franz Josef Lenhart muore nel 1992, all'età di di 94 anni. La città di Merano gli ha reso omaggio con una scultura a firma Mimmo Paladino collocata sulla Passeggiata Lungopassirio e inaugurata il 17 ottobre del 2017. [8]

Note

  1. ^ https://polomusealeveneto.beniculturali.it/musei/museo-nazionale-collezione-salce
  2. ^ http://www.touriseum.it/it/vips/castel-trauttmansdorff-merano-vips-franz-lenhart.asp
  3. ^ Daniela Pancheri, Biografie dei principali artisti, citato in Le Dolomiti nei manifesti, a cura di Roberto Festi e Eugenio Manzato, Priuli & Verlucca Editori, Ivrea, 1990, p. 126.
  4. ^ Conte di Savoia. La prima classe, Disegni originali di Franz Lenhart, Compilato a cura dell'Ufficio Pubblicità "Italia", Milano, 1932-X.
  5. ^ Lillo Gullo, Pittura da re, Alto Adige, 31 agosto 1990.
  6. ^ Piero Zanotto, Salce. Il trevigiano dei 25 mila manifesti, l'Adige, 18 gennaio 1991.
  7. ^ Elio Baldessarelli, Lenhart, Casa Editrice Pötzelberger, Merano, 1989, p. 28.
  8. ^ [Quattro nuove sculture, omaggi a Lenhart e Jori, Alto Adige.it, 17 ottobre 2017. http://www.altoadige.it/cronaca/bolzano/quattro-nuove-sculture-omaggi-a-lenhart-e-jori-1.1347262].

Bibliografia

  • Elio Baldessarelli, Lenhart, Casa Editrice Pötzelberger, Merano, 1989. ISBN 88-85198-03-1
  • Le Dolomiti nei manifesti, a cura di Roberto Festi e Eugenio Manzato, Priuli & Verlucca Editori, Ivrea, 1990.
  • Roberto Festi, Lillo Gullo, Franz J. Lenhart, Edizioni Banca di Trento e Bolzano, 2000. ISBN 88-85341-04-7
  • L'album giapponese di Franz Josef Lenhart.1936-1937, a cura di Rosanna Pruccoli, Mairania 857, Merano, 2007.

Altri Progetti