Hilde Benjamin
Hilde Benjamin (Bernburg, 5 febbraio 1902 – Berlino Est, 18 aprile 1989) è stata una giurista tedesca ministro della Giustizia nella DDR.[1] Con il suo operato ha contribuito al carattere stalinista dei tribunali delle Germania Orientale. Si è battuta con successo per modernizzare il diritto di famiglia di quel paese.
Hilde Benjamin, nata Hilde Lange | |
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Ministro di giustizia della DDR | |
Durata mandato | 1953 – 1957 |
Predecessore | Max Fechner |
Successore | Kurt Wünsche |
Dati generali | |
Partito politico | Partito di Unità Socialista di Germania (SED) |
Nella Repubblica di Weimar
Negli anni venti, è una delle prime donne a studiare giurisprudenza, formandosi presso la nota Università Humboldt di Berlino. Lascia il partito socialdemocratico SPD e nel 1926 sposa il medico tedesco Georg Benjamin, che è convinto comunista. Entra anche a sua volta a far parte del Partito Comunista di Germania.[1]
All’interno della Repubblica di Weimar, si ingaggia nell’organizzazione comunista Rote Hilfe Deutschlands e in veste di avvocato difende le cause dei propri compagni destando scalpore per il suo carattere deciso e per il fatto di essere una delle pochissime donne avvocato nei tribunali tedeschi.
Periodo del nazionalsocialismo
Durante gli anni del nazionalsocialismo, il regime le blocca ogni prospettiva ricorrendo all'interdizione professionale.[2][3]
È tenuta a svolgere lavori di utilità pubblica. Al figlio Michael viene precluso l'accesso al liceo mentre il marito, ebreo, è internato in nel campo di concentramento di Mauthausen dove morirà nel 1942.[3][4]
In seguito, si è è avanzata l'ipotesi che le persecuzioni subite dalla famiglia avessero contribuito a una certa durezza di carattere delineatasi nella sua persona nel corso degli anni.[2]
Attività nella DDR
Dopo la seconda guerra mondiale, la vedova dimora nella Zona di occupazione sovietica e ricopre alcuni incarichi già prima della fondazione della Repubblica Democratica tedesca.[3] In seguito all'istituzione di questo stato avvenuta nel 1949, comincia per lei il periodo di fama internazionale. [3] Svolge l'attività di giudice, sale alla carica di vicepresidente della Corte Suprema della DDR[1], ma nel 1953 riprende la sua ascesa passando al mandato di Ministro di Giustizia.[5]
Nel contesto di uno stato in pratica privo della divisione dei poteri,[2] dal 1954 accede persino al comitato centrale del Partito di Unità Socialista di Germania (SED).[1] Dal 1949 al 1967 è anche deputata parlamentare.
Servendosi delle svariate cariche da lei ricoperte, si adopera per l’istituzione di giurie popolari, ma si applica anche con rigore per la lotta contro gli oppositori del comunismo. Di persona, pronuncia due sentenze di morte. Per il suo procedere considerato in genere intransigente nei confronti degli imputati, la stampa occidentale la critica duramente comparandola alle figure naziste che in precedenza avevano preseguitato lei e la sua famiglia.[3] In seguito, il presidente tedesco Roman Herzog nel suo discorso inaugurale del 1994 contrappone l concetto di stato di diritto al nome della Benjamin.
La Benjamin si orienta al giurista russo Andrej Januar'evič Vyšinskij ispirandosi a lui anche nel il modo di presentarsi in pubblico. Compare in tribunale in cravatta e con la treccia russa arrotolata sulla testa, per cui viene soprannominata, tra l'altro, con il nomignolo la russa (oltre a quello di Rote Guilliottine, ghigliottina rossa).[4][5][6]
La stampa occidentale le riconosce anche dei meriti: nel 1965 si adopera per una riforma del diritto di famiglia, facendo abolire la discriminazione dei bambini nati al di fuori del matrimonio. Ingaggia inoltre una battaglia in favore dell'emancipazione femminile, raggiungendo delle riforme anche in altri punti (ad esempio nell'uso del cognome). Ottiene riforme per il divorzio e per le prospettive professionali della donna.[3]
Fa legiferare anche nel diritto penale, migliorando la situazione delle donne che abortiscono e depenalizzado i rapporti omosessuali come tali.[5]
Con il passare del tempo, si oppone energicamente al processo di destalinizzazione in corso nei paesi satellite dell'Unione Sovietica, perseguendo in questo modo l'obiettivo di salvaguardare la stabilità della DDR con la sua linea dura che anche del punto di vista sovietico risulta obsoleta; si converte in tal modo in un elemento scomodo. Per questo suo atteggiamento nel 1967 il Segretario Generale Walter Ulbricht fa pressione su di lei, sicché la Benjiamin viene in pratica obbligata a ritirarsi dalla carica di Ministro di Giustizia dichiarando l'età come pretesto.[4][5] Pur rimanendo fino alla morte nel comitato centrale del partito, per il resto deve accontentarsi un incarico di quadro alla scuola Deutsche Akademie für Staats- und Rechtswissenschaft. Il regime della Germania Est, dal canto suo, continua ininterrottamente a conferirle le onoreficenze del caso, tra cui quella dell'Ordine di Karl Marx.
Muore pochi mesi prima della caduta del Muro di Berlino, evento che a detta del figlio sarebbe stato per lei una cosa insopportabile.[3] Nel 2013 si ispira alla sua vita il film Hilde Benjamin - Die Scharfrichterin der DDR.[6]
Note
- ^ a b c d Hilde Benjamin 1902 - 1989, su hdg.de. URL consultato il 25 ottobre 2019.
- ^ a b c Eine kalte Richterin, su zeit.de. URL consultato il 25 ottobre 2019.
- ^ a b c d e f g Hilde Benjamin, su fembio.org. URL consultato il 25 ottobre 2019.
- ^ a b c Warum so milde, Genossen?, su berliner-zeitung.de. URL consultato il 25 ottobre 2019.
- ^ a b c d Prof. Dr. Hilde Benjamin (PDF), su akj.rewi.hu-berlin.de. URL consultato il 25 ottobre 2019.
- ^ a b Scharfrichterin der DDR, su mdr.de. URL consultato il 25 ottobre 2019.
Bibliografia
- (DE) Schöneburg, Volkmar, Hilde Benjamin – Eine Biographie. In: Utopie kreativ, H. 85/86 (November/Dezember) 1997, p. 114-122.
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