Discussione:Sbattezzo
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...da fare in Sbattezzo
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Secondo me l'articolo rientra nella categoria diritto civile (l'insieme o sistema di norme giuridiche che disciplinano gli atti ed i comportamenti dei privati nei loro reciproci rapporti socialmente ed economicamente rilevanti), in quanto riguarda le regolamentazioni dello stato suii rapporti tra cittadini ed organizzazioni religiose in merito ai dati personali. Ad esempio per quanto riguarda il caso italiano, si riferisce a sentenze del garante per la protezione dei dati, che a loro volta fanno riferimento alla legge sulla privacy.--Mauro 02:09, Ago 13, 2005 (CEST)
- mi sembrava che l'accenno alla privacy fosse legato ad un argomento (per come l'ho letto) accessorio, in quanto immagino che chi intenda essere sbattezzato sia mosso intanto da ragioni spirituali. Poi certo, non essere in liste che non si condividono è un diritto, ma l'articolo in sé non è (o non dovrebbe essere) focalizzato su argomenti giuridici. Chi fu battezzato senza suo consenso ed oggi desidera non essere più considerato tale, leggo correttamente nel testo che desidera interrompere l'appartenenza formale ad una religione (e trovo poco lineare, in assenza di dettagli esplicativi, parlare di un "effetto civile" dell'essere eventualmente inseriti in una lista di potenziali parrocchiani): siccome eventuali liste di fedeli dovrebbero essere già vietate per la privacy, salvo consenso dell'interessato, non vedo quale tema giuridico si stia affrontando. La definizione del diritto civile che mi dài è eccellente, ma qual'è la rilevanza sociale dell'appartenenza formale ad una religione, posto che solo chi lo desideri potrebbe sbandierarla e che quindi a meno di liste false o pubblicate illecitamente nessuno saprebbe mai (legalmente agendosi) chi sia fedele di cosa? In più, da qualche tempo è "libera Chiesa in libero Stato", Dio ne scampi che la legge regolamenti i rapporti fra un fedele e la sua religione! Lo Stato ha già emanato le sue leggi sulla privacy e queste si applicano a tutti, anche ai soggetti rappresentativi di religioni, ma non particolarmente a questi. Non ci sono norme speciali, il caso citato è giurisdizionale (cioé riguarda una decisione su un caso, contenente una massima valevole fino alla prossima interpretazione autorevole della stessa o di altra autorità).
- La giustizia, giustamente, non può far altro che intervenire se dalle gerarchie religiose il cittadino non ottiene rispetto per le sue volontà, ma a parte questo, che fa parte della patologia del rapporto, come c'entra? Mi pare che la Chiesa cattolica, come anche nell'articolo, più o meno faccia spallucce, dunque non mi attenderei di poterlo categorizzare nemmeno sotto il diritto canonico. La patologia del rapporto IMHO non crea di per sé una tematica giuridica, altrimenti potrebbe essere argomento di diritto anche - che so - la televisione perché c'è la concessione governativa, la legge Mammì e la Gasparri, l'ente di diritto pubblico, la nomina parlamentare, il canone, la delega tributaria all'Urar, il sigillo dell'apparecchio e le paroline gentili all'esattore... diritto pubblico, amministrativo, tributario, civile e sicuramente pure penale... ;-) televisione va per questo in cat. diritto?
- Potrei nutrire molte riflessioni personali sul tema dell'articolo, ma debbo limitarmi a registrare che potrebbe forse essere condotto con maggior attenzione agli aspetti di sofferenze morali del battesimo del non consenziente, della possibilità storica solo relativamente recente di mettere in discussione la ricezione passiva di un sacramento, del coinvolgimento di minori in pratiche di culto (argomento legalmente sempre scansato), della vicinanza di questa tematica (che a paragone appare anche lievissima) con quella (di cui non si parla mai) dei circoncisi e delle infibulate non consenzienti e magari di altre cose non meno rilevanti.
- A meno che, non si voglia indirizzare l'articolo verso il casus del ricorso al Garante Privacy, ma sarebbe un articolo a tema, che non nascerebbe come oggettivamente neutrale. Per ora, quella categoria diritto io non ce la metterei, che dici? :-) --Sn.txt 03:10, Ago 13, 2005 (CEST)
- Direi che sei stato piuttosto convincente, sopratutto con l'esempio della televisione. --Mauro 19:11, Ago 22, 2005 (CEST)
- perdonatemi ma la questione e' pittosto semplice. La pratica dello "sbattezzo" e' solo una pratica giuridica. Essendo fatta spesso e volentieri da atei interpretarla come pratica spirituale, almeno in senso religioso, mi sembra fuori contesto. (ho rimesso la categoria diritto, detto in altre parole)DracoRoboter 19:24, Ago 22, 2005 (CEST)
- Tecnicamente continuo a non vedere la giuridicità della pratica se non nel momento patologico, in cui si debba richiedere intervento giudiziario per ottenere soddisfazione. Ribadisco che le liste di battezzati non possono essere rese note se non con specifico consenso degli interessati, contenendo dati circa le preferenze religiose. In questo senso, credenti, agnostici ed atei sono parificati dal possesso e dalla rappresentazione di istanze spirituali (eh sì, anche gli atei ne hanno) ciascuna meritevole di pari rispetto. La richiesta di cancellazione non è una pratica giuridica, così come non lo è chiedere alla Telecom di toglierti dall'elenco. Se non ti danno retta, allora sì che diventa materia di procedura.
- Nemmeno direi che si tratti del "diritto" di non essere incluso in liste che non si condividono, ma piuttosto del "dovere" di chi gestisce le liste di non includere chi non lo desidera. Ciò malgrado, anche nell'accezione obbligatoria (quella cioé che tiene d'occhio il dovere dei listaioli, più che privilegiare il diritto dei listati), la richiesta di ottemperanza ad un dovere non è di per sé stessa atto giuridico.
- Giusto un puntino: gli atei che chiedono la cancellazione non ne ottengono - mi pare - vantaggi materiali. Già questo dovrebbe provare che possono avere una loro spiritualità. ;-) Per essi è effettivamente una richiesta che soddisfa esigenze dello spirito; non Santo, ma personale. --Sn.txt 17:11, Ago 26, 2005 (CEST)
- perdonatemi ma la questione e' pittosto semplice. La pratica dello "sbattezzo" e' solo una pratica giuridica. Essendo fatta spesso e volentieri da atei interpretarla come pratica spirituale, almeno in senso religioso, mi sembra fuori contesto. (ho rimesso la categoria diritto, detto in altre parole)DracoRoboter 19:24, Ago 22, 2005 (CEST)