Riconoscimento internazionale

Riconoscimento internazionale della Repubblica di Crimea come parte della Federazione Russa

La dichiarazione unilaterale di indipendenza della Repubblica di Crimea dall'Ucraina nel 2014, e la sua successiva adesione, in seguito ad un referendum, alla Federazione Russa, godono tuttora di un riconoscimento internazionale limitato.

La Risoluzione 68/262 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, approvata il 27 marzo 2014 con una maggioranza di 100 voti a favore contro 11 contrari, 58 astenuti e 24 non partecipanti al voto[1], ha affermato il rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti, e ha sottolineato la mancanza di validità del referendum che ha decretato l'unione della Crimea alla Russia[2].

L'Ucraina, che rivendica l'intera penisola[3], considera la Crimea «territorio temporaneamente occupato».[4]; dall'8 settembre 2014 le guardie di frontiera ucraine presenti nell'Oblast' di Cherson richiedono ai propri concittadini che si recano nella penisola il passaporto o la carta d'identità ucraina.[5]

I risultati del referendum del 2014 sull'indipendenza della Crimea dall'Ucraina e la conseguente adesione alla Federazione Russa sono stati esplicitamente ed ufficialmente riconosciuti dalla Russia e da altri tredici Stati membri delle Nazioni Unite, oltre che da tre Stati non membri e alcuni enti locali, tra i quali figurano anche due regioni italiane.[6][7][8]

Stati membri delle Nazioni Unite
  1.   Afghanistan: astenutosi nel voto della risoluzione 68/262, il paese, per bocca del presidente Hamid Karzai, ha in seguito dichiarato di rispettare «la decisione presa dal popolo della Crimea attraverso un recente referendum che considera la Crimea come parte della Federazione Russa»[9][10][11].
  2.   Armenia: in una conversazione con il suo omologo russo Putin il 19 marzo 2014, il presidente armeno Serž Sargsyan ha dichiarato che il referendum della Crimea «costituisce un altro caso di esercizio del diritto dei popoli all'autodeterminazione attraverso la libera espressione della volontà.»[12][13][11]; in seguito il paese ha votato contro la risoluzione 68/262.
  3.   Bielorussia: il 28 febbraio 2014 il ministro degli esteri Volodymyr Makei ha dichiarato «l'importanza di preservare l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina»[14]; in seguito, in un'intervista pubblicata il 23 marzo 2020 il presidente Aljaksandr Lukašėnka ha dichiarato che «oggi la Crimea fa parte della Federazione Russa. Non importa se lo riconosci o no, il fatto rimane [..] Nessuno chiede che la Bielorussia riconosca la Crimea e sostenga la Russia o prenda posizione contro di essa. Te lo dico onestamente: nessuno lo pretende da me e dal nostro governo, dal ministero degli Esteri. Penso che la situazione si svilupperà allo stesso modo de facto. Se la Crimea sarà riconosciuta de jure come una regione della Federazione Russa non ha molta importanza. Tutti riconoscono la Russia. Non ci immischeremo. È un male che la Federazione Russa abbia dovuto ricorrere a queste misure», dichiarando anche che «l'Ucraina dovrebbe rimanere uno Stato integrale, indivisibile e non allineato»[15]. In seguito il paese ha votato contro la risoluzione 68/262.
  4.   Bolivia: in un'intervista a RIA Novosti, il presidente Evo Morales ha dichiarato che «la Bolivia è pronta a sostenere la Russia nel riconoscere la Crimea»[16]; il paese ha votato contro la risoluzione 68/262.
  5.   Cina: il paese si è astenuto nel voto sulla risoluzione 68/262, ma il 21 novembre 2014, in un'intrevista all'agenzia di stampa TASS, Gui Congyou (all'epoca facente funzioni di direttore del dipartimento per gli affari in Europa e Asia centrale del ministero degli esteri cinese) ha dichiarato che la Cina è contraria alle dichiarazioni di indipendenza dei gruppi etnici per tramite di referendum, ma che la Crimea costituisce un «caso speciale» a cui questo principio non si applica[17].
  6.   Corea del Nord: il 15 marzo 2014 l'ambasciatore della Corea del Nord a Mosca Kim Yong-jae ha espresso pieno sostegno alla Russia nella crisi in atto con l'Ucraina[18], posizione poi ribadita dal ministero degli esteri nordcoreano[6]; in seguito il paese ha votato contro la risoluzione 68/262[10].
  7.   Cuba: il paese ha votato contro la risoluzione 68/262[11], e in seguito il ministero degli esteri russo l'ha indicato come una delle nazioni che ufficialmente riconoscono l'unione della Crimea alla Russia[19].
  8.   Kirghizistan: il 20 marzo 2014 il ministro degli esteri del Kirghizistan ha riconosciuto come legittimo l'esito del referendum in Crimea[20]; il paese non ha partecipato al voto sulla risoluzione 68/262.
  9.   Nicaragua: l'ambasciatore nicaraguense a Mosca Luis Molina Quadra ha dichiarato, il 27 marzo 2014, che il suo paese riconosce la Crimea come parte della Russia[21]; il paese ha votato contro la risoluzione 68/262.
  10.   Siria: il governo siriano ha riconosciuto l'esito del referendum e ha votato contro la risoluzione 68/262[6][9][22][10][11].
  11.   Sudan: l'ambasciatore del Sudan in Russia Nadir Yusuf Babiker ha annunciato il riconoscimento della Crimea come parte della Russia e la conformità del referendumal diritto internazionale[6][11]. Il paese ha votato contro la risoluzione 68/262.
  12.   Venezuela: il governo del presidente Nicolas Maduro ha espresso sostegno alla Russia sulla questione e riconosciuto l'unione con la Crimea[6][9][22][10]; il paese ha votato contro la risoluzione 68/262.
  13.   Zimbabwe: il paese ha votato contro la risoluzione 68/262, e in seguito il 22 dicembre 2014 ministro per lo sviluppo Savior Kasukuwere è diventato il primo funzionario governativo non russo a visitare la Crimea dopo l'unione alla Russia[23].
Stati non membri delle Nazioni Unite
  1.   Abcasia: il 16 marzo 2014 il governo abcaso e il suo presidente Alexander Ankvab hanno ufficialmente riconosciuto l'esito del referendum in Crimea[24].
  2.   Artsakh: il ministero degli esteri dell'Artsakh ha ufficialmente riconosciuto l'esito del referendum in Crimea con un annuncio formale il 17 marzo 2014[25].
  3.   Ossezia del Sud: il 17 marzo 2014 il ministro degli esteri sudossetino ha dichiarato che «l'Ossezia meridionale rispetta il diritto della popolazione della Crimea di determinare in modo indipendente il proprio destino»[24].
Altre entità
  •   Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina: il presidente della repubblica Milorad Dodik ha dichiarato di riconoscere l'esito del referendum della Crimea[6].
  •   Veneto: il 18 maggio 2016 il consiglio regionale del Veneto ha approvato una delibera in cui invita il governo italiano a «riconoscere la volontà espressa dal Parlamento di Crimea e dal popolo mediante un referendum»[26]
  •   Lombardia: il 5 luglio 2016 il consiglio regionale della Lombardia ha approvato una mozione in cui invita la giunta regionale «ad attivarsi presso il Governo, il Parlamento nazionale e le istituzioni europee per la revisione dei rapporti tra l’Unione europea e la Federazione Russa, chiedendo inoltre di rico-noscere la volontà espressa dal Parlamento di Crimea e dal popolo mediante referendum»[27].


  1.   Eritrea: astenutosi nel voto sulla risoluzione 68/262, in seguito il paese ha inviato una delegazione ufficiale nella regione, cosa indicata da alcune fonti come un riconoscimento tacito dell'annessione[28].
  2.   India: astenutosi nel voto sulla risoluzione 68/262, il paese ha mantenuto una posizione ambigua sulla questione, senza emettere un riconoscimento formale dell'adesione della Crimea alla Russia ma anche senza emettere una condanna esplicita degli avvenimenti, cosa che è stata letta da alcune fonti come un'accettazione tacita degli eventi[29]; il governo ucraino ha espresso lodi per il fatto che l'India non abbia ufficialmente riconosciuto l'annessione della Crimea e apprezzato la posizione «neutrale» da lei tenuta sulla questione[30].
  3.   Kazakistan: il 18 marzo 2014 il ministro degli esteri kazako ha dichiarato che «il referendum tenutosi in Crimea è visto in Kazakistan come una libera espressione della volontà della popolazione della Repubblica Autonoma, mentre la decisione della Federazione Russa nelle attuali circostanze è considerata con comprensione»; tuttavia, successivamente fonti diplomatiche kazake hanno negato che il paese abbia formalmente riconosciuto il referendum e i suoi esiti, e lo stesso presidente Nursultan Nazarbaev ha sostenuto che comprende la posizione della Russia ma non la condivide[31]. Il Kzakhistan si è astenuta nel voto sulla risoluzione 68/262, la posizione del paese circa la contesa tra Russia e Ucraina è stata descritta da alcune fonti come neutrale ed equidistante[32].
  4.   Laos: il paese non ha partecipato al voto sulla risoluzione 68/262, ma in seguito ha inviato una delegazione ufficiale nella regione, cosa indicata da alcune fonti come un riconoscimento tacito dell'annessione[28]
  5.   Palestina: l'ambasciatore palestinese in Russia Abdel Hafiz Nofal, in un'intervista ai media, ha sostenuto che il popolo della Crimea «ha il diritto all'autodeterminazione» e la stessa Palestina «sostiene le azioni della Russia su questo tema». Tuttavia, il servizio diplomatico palestinese ha presto smentito le parole dell'ambasciatore, affermando che Nofal non ha rilasciato alcuna dichiarazione sullo status della Crimea[6]
  6.   Uganda: alcune fonti indicano che il paese ha riconosciuto l'unione della Crimea alla Russia, pur senza indicare alcuna dichiarazione ufficiale di funzionari governativi ugandesi in tal senso[10][11]; il paese si è astenuto nel voto sulla risoluzione 68/262.


  1.   Birmania[6]
  2.   Burundi[6]
  3.   Cambogia[6]
  4.   Sudan del Sud[6]
  1.   Cipro[6] ?
  2.   Filippine[6] ?
  3.   Iran[6] ?? [1] [2]
  4.   Serbia[6] ?? [3] [4]
  5.   Tagikistan[6] ? [5]
  6.   Uzbekistan[6] ? [6] [7]




Nome

Il titolo di una voce su una singola nave o imbarcazione corrisponde al nome ufficialmente attribuito alla stessa.

L'attribuzione ufficiale di un nome a una nave avviene solo con la cerimonia di varo. In fase di progettazione e costruzione è tuttavia possibile che una nave riceva nomi provvisori o "di progetto": qualora si decida di scrivere una voce su unità navali ancora in costruzione o in fase di progettazione è opportuno prestare la massima attenzione alla scelta del titolo per evitare inesattezze e speculazioni, affidandosi il più possibile a fonti affidabili (prime tra tutte siti internet e comunicati ufficiali della marina militare o della compagnia di navigazione proprietaria della nave, o della ditta costruttrice della stessa).

Prefisso navale

In diverse marine militari e organizzazioni navali statali (e, occasionalmente, compagnie di navigazione civili) è uso far precedere al nome vero e proprio della nave una combinazione di lettere caratteristica, il cosiddetto "prefisso navale": ad esempio, la combinazione di lettere "HMS" (sigla per "His/Her Majesty's Ship") costituisce il prefisso navale della Royal Navy britannica, la combinazione "USS" (sigla per "United States Ship") è il prefisso navale della United States Navy etc etc.

Il prefisso navale è univoco per tutte le unità di una certa marina militare o organizzazione navale (tutte le navi della United States Navy portano il prefisso "USS"), ma non tutte le marine militari e le organizzazioni navali fanno ufficialmente uso di un prefisso navale. Il prefisso navale va quindi inserito nel titolo della voce solo se l'organizzazione di appartenenza ne fa ufficialmente uso; si consideri la seguente lista (esemplificativa e non esaustiva):

Alcune organizzazioni internazionali come la NATO, e soprattutto alcune fonti di autori di lingua inglese, tendono ad attribuire prefissi navali in lingua inglese anche alle navi di marine militari non di lingua inglese, ivi comprese quelle che ufficialmente non fanno uso di alcun prefisso navale: è questo il caso, ad esempio, del prefisso "ITS" (da "ITalian Ship") per le navi italiane o del prefisso "HNoMS" (da "His/Her Norwegian Majesty's Ship") per le navi norvegesi (le quali invece utilizzano il prefisso "KNM", da "Kongelig Norske Marine"). Questi prefissi non vanno usati per i titoli delle voci, ma qualora si riscontri una certa diffusione nelle fonti è possibile creare redirect da essi alla voce della nave; in caso di dubbi fanno fede le pubblicazioni ufficiali dell'organizzazione navale di appartenenza della nave.

È relativamente comune che una nave cambi di nome durante la sua carriera operativa, in particolare quando la proprietà su di essa muta. In generale, è sempre preferibile dedicare una voce unica a un'unica nave, anche qualora essa cambi di nome; tuttavia, qualora la nave in questione abbia svolto significative attività enciclopediche sotto nomi differenti, oppure quando sia necessario uno scorporo della voce per questioni di dimensioni, è possibile dedicare voci separate ai due nomi di una stessa nave: è questo il caso, ad esempio, dell'USS Phoenix (CL-46)/ARA General Belgrano (C-4). La soluzione a due voci è tuttavia l'eccezione e non la regola, e dovrebbe essere preventivamente discussa prima di essere adottata in un certo caso concreto.

In ossequio alla regola generale sui titoli delle voci, una voce su una nave con più nomi deve adottare come titolo il nome con cui la nave è maggiormente conosciuta. Qualora ciò non risulti immediatamente evidente, si adottano i seguenti criteri:

  • in generale, come titolo si deve dare preferenza al nome sotto cui la nave ha partecipato a eventi di rilievo enciclopedico (ad esempio battaglie navali, naufragi e fatti di cronaca, stabilimento di record e primati, viaggi di esplorazione geografica o scientifica);
  • a parità di eventi enciclopedici, si deve dare preferenza al nome portato per più tempo dalla nave;
  • a parità (anche relativa) di tempo, si deve dare preferenza al nome adottato la momento del varo.

Quale che sia la scelta del titolo, è sempre opportuno creare redirect dagli altri nomi portati dalla nave durante la sua carriera.

Disambiguazione

In generale, in presenza di più navi con lo stesso identico nome è necessario creare una pagina di disambiguazione dal nome della nave e inserire un disambiguante tra partentesi nei titoli delle singole voci delle singole navi, secondo le regole generali sulla disambiguazione; ciò è particolarmente vero per le navi che non hanno prefisso navale, le quali risultano nella maggior parte dei casi ambigue con altre voci dai significati più vari (ad esempio, la nave Libeccio risulta ambigua con Libeccio, voce sul vento dal medesimo nome) e dove spesso il lemma principale è attribuito ad altri soggetti. Qualche esempio:

I casi in cui una certa nave rappresenta il significato principale che offusca tutte le altre omonime (ad esempio Titanic) sono davvero rari e dovrebbero essere discussi preventivamente. La soluzione che vede il nome della nave come significato da disambiguare è quella da adottare di preferenza.

Circa la scelta del disambiguante, bisogna considerare se la nave porta o no un prefisso navale. Nel caso in cui la nave non porta un prefisso navale il disambiguante è dato:

Se la nave porta un prefisso navale il disambiguante è dato:

È possibile che una nave cambi distintivo ottico durante la sua carriera; in questi casi, per la scelta ci si rifà agli stessi criteri previsti per la scelta del nome della nave.

Classi navali

Nome

Come titolo delle voci riguardanti classi navali si adotta il nome con cui la classe è maggiormente indicata nelle fonti più attendibili.

Nella maggior parte dei casi, il nome è reso nella forma "Classe [nome della prima unità della classe a essere varata]": Classe San Giorgio, Classe Tomakomai Maru, Classe Arleigh Burke. Non è infrequente, tuttavia, che vengano adottate designazioni di altro tipo: Classe Comandanti Medaglie d'Oro, Classe FREMM, Classe Maersk tripla E.

È possibile creare voci uniche per più classi navali distinte, se le distinzioni tra i relativi progetti sono minime: Classi U e V, Classe Oscar I/II.

Disambiguazione

In presenza di più classi navali con la stessa designazione, è sempre opportuno creare una pagina di disambiguazione al lemma principale e aggiungere un disambiguante tra parentesi alle voci sulle singole classi navali.

Le voci su classi navali si disambiguano:

Casi particolari

Classi navali sovietiche e russe

Le classi navali della marina sovietica e russa sono ufficialmente indicate dai loro enti di appartenenza con una designazione del tipo "Progetto [sigla alfanumerica]" o "Project [sigla alfanumerica]"; queste designazioni sono tuttavia scarsamente utilizzate nelle fonti in lingua italiana e in generale in quelle edite in Occidente, dove è molto più diffuso il nome in codice NATO per riferirsi alle classi navali sovietiche e russe.

Pertanto, per queste classi navali si adotterà sempre il nome in codice NATO come titolo della voce e il nome originale come redirect: Classe Foxtrot (titolo della voce), Progetto 641 (redirect alla precedente).

U-Boot tedeschi e austro-ungarici

La nomenclatura delle classi di sommergibili e sottomarini della Germania e dell'Austria-Ungheria (U-Boot) è peculiare:

Anche la nomenclatura dei singoli battelli è peculiare:


  1. ^ (EN) UNGA adopts resolution calling on states not to recognize changes in status of Crimea, su unwatch.org. URL consultato il 22 agosto 2020.
  2. ^ (EN) Resolution adopted by the General Assembly on 27 March 2014, su un.org. URL consultato il 22 agosto 2020.
  3. ^ (EN) Ukraine will not recognize Crimea's accession to Russia: FM, su qha.com.ua. URL consultato il 21 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2014).
  4. ^ (EN) Ukraine's Rada passes bill declaring Crimea ‘temporarily occupied territory', TASS, 20 marzo 2014. URL consultato il 24 marzo 2020.
  5. ^ Kiev, per andare in Crimea i cittadini ucraini dovranno avere il passaporto, in RaiNews, Rai, 8 settembre 2014. URL consultato il 24 marzo 2020.
  6. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q (RU) Крым – ваш: кто в мире признал полуостров частью России [La Crimea è tua: chi nel mondo ha riconosciuto la penisola come parte della Russia], su ikrim.net, Крым.net, 10 ottobre 2018. URL consultato il 22 marzo 2020.
  7. ^ Eliseo Bertolasi, Una nuova tappa verso la Russia. Anche la Lombardia riconosce la Crimea, in Sputnik Italia, 6 luglio 2016. URL consultato il 17 gennaio 2020.
  8. ^ Dall'Italia un drappello politici in Crimea, sfida alle sanzioni contro la Russia, Tiscali, 14 ottobre 2016. URL consultato il 17 gennaio 2020.
  9. ^ a b c (EN) Matthew Rosenberg, Breaking With the West, Afghan Leader Supports Russia’s Annexation of Crimea, in New York Times, 23 marzo 2014. URL consultato il 22 marzo 2020.
  10. ^ a b c d e (EN) Jake Howry, Border Diplomacy: Why Afghanistan Supports a Russian Crimea, in The Gate, 7 aprile 2014. URL consultato il 21 ottobre 2020.
  11. ^ a b c d e f (ENUK) Andrey Pozhidaev e Anna Tkacheva, Crimean deadlock: judicial protection, recognition and enforcement, in Asters, 24 giugno 2014. URL consultato il 21 ottobre 2020.
  12. ^ (EN) Today the President of Armenia held a telephone conversation with the President of Russia, The Office to the President of the Republic of Armenia, 19 marzo 2014. URL consultato il 22 marzo 2020.
  13. ^ (EN) Armenian and Russian presidents say Crimea referendum an example of peoples' right to self-determination, su arka.am, Arka, 20 marzo 2014. URL consultato il 22 marzo 2020.
  14. ^ (UK) МЗС Білорусі: важливо зберегти територіальну цілісність України Детальніше читайте на УНІАН, su unian.ua. URL consultato il 22 agosto 2020.
  15. ^ (EN) President of the Republic of Belarus Alexander Lukashenko answers questions of mass media representatives on 23 March 2014, su president.gov.by. URL consultato il 22 agosto 2020.
  16. ^ (RU) Боливия готова признать Крым частью России [La Bolivia è pronta a riconoscere la Crimea come parte della Russia], su krym.aif.ru, Аргументы и Факты, 6 marzo 2016. URL consultato il 24 marzo 2020.
  17. ^ (EN) China against declaration of independence at referendums, su tass.com. URL consultato il 22 agosto 2020.
  18. ^ (RU) КНДР поддержала позицию России по украинскому, su rosbalt.ru, 15 marzo 2014. URL consultato il 22 marzo 2020.
  19. ^ (EN) Jeremy Bender, https://www.businessinsider.com/six-countries-okay-with-russias-annexation-of-crimea-2016-5?IR=T, su businessinsider.com. URL consultato il 22 agosto 2020.
  20. ^ (EN) Kyrgyzstan Says Crimea Referendum 'Legitimate', su Radio Liberty, Radio Free Europe Radio Liberty. URL consultato il 22 marzo 2020.
  21. ^ (EN) Nicaragua recognizes Crimea as part of Russia, in Kyiv Post, 27 marzo 2014. URL consultato il 22 marzo 2020.
  22. ^ a b (EN) Putin on Ukraine Okay With China-Syria-Venezuela Minority, in Bloomberg News, 11 marzo 2014. URL consultato il 22 marzo 2020.
  23. ^ (EN) Jeremy Bender, Watch: Kasukuwere scores a first in Crimea, su newsdzezimbabwe.co.uk (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2014).
  24. ^ a b (EN) Georgia’s breakaway regions recognize Crimea vote, su agenda.ge. URL consultato il 22 agosto 2020.
  25. ^ (EN) Karabakh Foreign Ministry Issues Statement on Crimea, su asbarez.com. URL consultato il 22 agosto 2020.
  26. ^ Mercoledì 18 maggio 2016 Deliberazione n. 103, su consiglioveneto.it. URL consultato il 19 agosto 2020.
  27. ^ D.c.r. 5 luglio 2016 - n. X/1112 Mozione concernente il riconoscimento del principio di autodeterminazione della Crimea e il ritiro delle sanzioni contro la Russia, su consultazioniburl.servizirl.it, Regione Lombardia, p. 6. URL consultato il 21 agosto 2020.
  28. ^ a b (EN) Three years later, Crimea abandoned by both Ukraine and Russia, su euromaidanpress.com, Euromaidan Press, 18 marzo 2017. URL consultato il 22 marzo 2020.
  29. ^ (EN) Zachary Keck, India Backs Russia’s ‘Legitimate Interests’ in Ukraine, su thediplomat.com. URL consultato il 22 agosto 2020.
  30. ^ (EN) Kallol Bhattacherjee, Ukraine lauds India for support over Crimea, su thehindu.com. URL consultato il 22 agosto 2020.
  31. ^ (EN) Richard Weitz, Kazakhstan Responds to Ukraine Crisis, su refworld.org. URL consultato il 22 agosto 2020.
  32. ^ (EN) Catherine Putz, Kazakhstan Deftly Balances Relations with Ukraine and Russia, su thediplomat.com. URL consultato il 22 agosto 2020.
  33. ^ La Norvegia ha iniziato ad adottare un prefisso navale solo dopo il 1946.
  34. ^ Il prefisso "RN" ("Regia Nave") è scarsamente usato nelle fonti, soprattutto per le navi del XX secolo.
  35. ^ Per sinteticità, è preferibile non essere troppo specifici nell'indicare il tipo di nave: Vesuvio (corvetta) è preferibile a Vesuvio (corvetta di II rango a vela).
  36. ^ Il disambiguante "(nave)" è generalmente da evitare per voci su singole navi.
  37. ^ La maggior parte delle unità subacquee dell'Impero tedesco e dell'Austria-Ungheria fu varata negli stessi anni.







Wikipedia:Voci fondamentali/Lista3/Guerra

Armi e armamenti

Arma bianca
  1. Arco (arma)  
  2. Ascia
  3. Balestra (arma)
  4. Coltello  
  5. Mazza
  6. Spada     presenza di {{f}}
Arma da fuoco     presenza di {{f}}
  1. Artiglieria     presenza di {{f}}
  2. Bomba     presenza di {{f}}
  3. Fucile
  4. Missile
  5. Mitragliatrice
  6. Pistola
Arma difensiva
  1. Armatura
  2. Elmetto
  3. Maschera antigas
  4. Scudo (difesa)
Arma di distruzione di massa
  1. Arma nucleare  
  2. Armi chimiche
  3. Arma biologica
  4. Arma radiologica

Veicoli militari

Terrestri
  1. Carro armato     presenza di {{f}}
  2. Carro da guerra
  3. Semovente d'artiglieria
  4. Veicolo semicingolato
  5. Veicolo da combattimento della fanteria
  6. Veicolo trasporto truppe
Navali
  1. Trireme
  2. Galea
  3. Galeone
  4. Vascello
  5. Fregata (nave)
  6. Corvetta
  7. Nave da battaglia
  8. Incrociatore
  9. Cacciatorpediniere
  10. Sommergibile
  11. Sottomarino  
Aerei
  1. Aereo da caccia
  2. Aereo da attacco al suolo
  3. Bombardiere
  4. en:Military helicopter  

Arte militare

Branche
  1. Strategia militare
  2. Arte operativa
  3. Tattica militare
  4. Logistica militare
  5. Organica militare
Forze armate e gerarchia militare
  1. Esercito
  2. Marina militare
  3. Aeronautica militare
  4. Unità militari terrestri
  5. Unità militari navali
  6. Unità militari aeree
  7. Fanteria
  8. Cavalleria
  9. Stato maggiore
  10. Grado militare
  11. Ufficiale (forze armate)
  12. Sottufficiale
  13. Soldato
  14. Riserva militare
  15. Servizio militare
  16. Educazione e addestramento militare
  17. Divisa
  18. en:Military awards and decorations  
Diritto bellico
  1. Prigioniero di guerra
  2. Rifugiato
  3. Surrender (military)  
  4. Crimine di guerra
  5. Mercenario
  6. Diserzione
  7. Dichiarazione di guerra
Tipologie di conflitto
  1. Guerriglia
  2. Guerra corazzata
  3. Guerra convenzionale
  4. Guerra non convenzionale
  5. Guerra di trincea
  6. Guerra totale
  7. Guerra di logoramento
  8. Guerra nucleare
  9. Offensive (military)  
  10. Ethnic conflict  
  11. Aerial warfare  
  12. Naval warfare  
  13. Terrorismo
  14. Information warfare
  15. Guerra elettronica
Genio militare
  1. Fortificazione
  2. Mura (fortificazione)
  3. Torre
  4. Bunker
  5. Fortezza
  6. Trincea

Storia militare

Periodizzazione
  1. Guerra preistorica
  2. Guerra antica
  3. Guerra medievale
  4. Rivoluzione militare
  5. Guerra moderna
  6. Guerra industriale
Eventi (estratto da Wikipedia:Voci fondamentali/Lista3/Storia)