Scacchi di Lewis
Gli scacchi di Lewis (in norvegese Lewisbrikkene, in gaelico scozzese Fir-Tàilisg, in scozzese Lewis chesmen o Uig chessmen) prendono il nome dall'isola o baia in cui sono stati trovati, e sono un gruppo di pezzi degli scacchi del XII secolo, insieme ad altri pezzi di gioco, scolpiti per lo più in avorio di tricheco.

Storia
Scoperti nel 1831 sull’isola di Lewis nelle Isole Ebridi Esterne in Scozia, rappresentano probabilmente uno dei pochi set completi di scacchi medievali sopravvissuti, anche se non è chiaro se i pezzi sopravvissuti compongano effettivamente il gruppo originario. Quando fu trovato, il tesoro conteneva 93 manufatti: 78 pezzi di scacchi, 14 pedine e la fibbia di una cintura. Ottantadue di essi sono attualmente di proprietà del British Museum di Londra, che li espone in modo permamente, mentre i restanti 11 sono al National Museum of Scotland di Edimburgo.
Un altro pezzo appena identificato[quando?], un “guardiano”, l’equivalente di un castello o di una torre, è stato venduto per 735.000 sterline nel luglio 2019. Risultano ancora mancanti altri quattro pezzi maggiori e molte pedine[senza fonte].
Il ritrovamento
Secondo la maggior parte dei resoconti i pezzi sono stati trovati a Uig Bay (58° 11 10 N 7° 01 19 W) sulla costa occidentale di Lewis, ma lo studioso del National Museums Scotland Caldwell e altri colleghi ritengono che il luogo più probabile per il ritrovamento sia Mealista (58 ° 06 14 N 7 ° 06 29 W), anch’esso nella parrocchia di Uig ma circa 6 miglia (10 km) più a sud lungo la costa. I preziosi reperti nel XIX secolo sono stati spartiti tra il British Museum, che ne conserva ottantadue, e il National Museums Scotland che possiede gli altri undici pezzi.
Presso il British Museum fu Sir Frederic Madden, "Keeper" dei manoscritti, a persuadere i Trustees ad acquistare per 80 ghinee (84 sterline di oggi) gli ottantadue pezzi che, erroneamente, credeva essere l’intero ritrovamento. Madden era un paleografo, specializzato nella letteratura vernacolare delle origini, ma rimase particolarmente incuriosito da questi manufatti perché era un appassionato di scacchi. Madden iniziò subito a scrivere una monumentale ricerca sulla collezione, Madden (1832) - che rimane ancora oggi una impressionante fonte di informazioni .
Secondo gli specialisti del British Museum i pezzi degli scacchi furono probabilmente realizzati a Trondheim, la capitale medievale della Norvegia, nel XII secolo, anche se alcuni studiosi hanno proposto altri paesi nordici. In quell’epoca infatti le Ebridi Esterne, insieme agli altri principali gruppi di isole scozzesi, erano sotto il controllo della Norvegia. Secondo Alex Woolf, direttore della University of St Andrews Institute for Medieval Studies, ci sono delle buone ragioni per credere che i pezzi provengano da Trondheim:
- Una regina, sia pure rotta, realizzata con uno stile simile venne trovata durante gli scavi al Palazzo dell’Arcivescovo, e il pezzo sembrava essersi danneggiato durante le fasi di realizzazione.
- La presenza di una classe benestante a Trondheim, in grado di pagare degli artigiani per la realizzazione di scacchi di alta qualità.
- Sculture simili nella cattedrale di Nidaros a Trondheim.
- Il ritrovamento di uno scudo a forma di aquilone a Trondheim, simile a quelli dei pezzi di Lewis, e un re, simile a quelli di Lewis, trovato sull’Isola di Hitra, vicino alla foce del fiordo di Trondheim. Woolf sostiene inoltre che l’armatura indossata dalle figure degli scacchi è una «perfetta» riproduzione di quelle vere usate nello stesso periodo in Norvegia.
I due campioni di scacchi islandesi Gudmundur Thorarinsson e Einar Einarsson hanno suggerito che gli scacchi di Lewis provengano dall’Islanda, poiché, sostengono, solo in Islanda i pezzi (che in Italia vengono chiamati alfieri) erano chiamati «vescovi» in quel momento, mentre in altri paesi si usavano nomi non associati alla chiesa. Questa tesi è stata contestata da Woolf, secondo cui l'uso della parola «vescovo» per indicare gli alfieri ha avuto origine in Inghilterra, e dallo storico degli scacchi norvegese e membro della Chess History & Literature Society, Morten Lilleøren. Il testo a cui i due campioni islandesi si riferiscono risale all'inizio del XIV secolo, mentre due testi latini del XIII secolo provenienti da altri paesi chiamano «vescovo» il pezzo degli scacchi, e gli scacchi di Lewis risalgono probabilmente al XII secolo. Inoltre, ci sono molti alfieri risalenti al medioevo con varie origini in diversi musei europei e statunitensi.
Un alfiere probabilmente più antico degli scacchi di Lewis si trovava nella collezione Jean-Joseph Marquet de Vasselot ed è stato venduto all’asta da Christie a Parigi nel 2011: secondo una datazione al radiocarbonio c'è una probabilità del 95% che l'avorio risalga a un periodo compreso tra il 790 e il 990. Si ritiene che il pezzo sia inglese o tedesco e scolpito nel XII secolo. Stilisticamente precede gli scacchi di Lewis, poiché la mitra è indossata lateralmente.[1] Secondo molti studi, la presenza dell’alfiere tra le pedine degli scacchi è un'invenzione europea del XII secolo.
Il fatto che questo venisse chiamato nei paesi nordici «vescovo» riflette lo status sociale all’epoca di questi personaggi, in particolare in Scandinavia e in Inghilterra, dove i chierici hanno svolto un ruolo importante sui campi di battaglia .
Gli Islandesi sostengono inoltre che i pezzi sono stati scolpiti da un artista conosciuto come Margret «Adroit».
Alcuni storici ritengono che gli scacchi di Lewis siano stati nascosti (o persi) dopo un incidente verificatosi mentre venivano trasportati alle ricche città di origini norvegesi sulla costa orientale dell'Irlanda, come Dublino. Il gran numero di pezzi e il fatto che non siano usurati suggeriscono che potrebbero essere lo stock di un commerciante o di un distributore. Insieme ai pezzi degli scacchi propriamente detti, c'erano 14 semplici pedine rotonde per il backgammon e una fibbia da cintura, tutti fatti d'avorio, per un totale di 93 manufatti.
Note
Collegamenti esterni
- (EN) Pagina del British Museum sugli Scacchi di Lewis.
- (EN) Pagina del Museo Nazionale di Scozia sugli Scacchi di Lewis
- (EN) A History of the World in 100 Objects, Number 61: The Lewis Chessmen
- (EN) Sito dedicato agli Scacchi di Lewis
- (EN) Modelli in 3D degli Scacchi di Lewis del Museo nazionale di Scozia
Altri progetti
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