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La codipendenza è una condizione psicologica comportamentale[1] propria di ogni relazione in cui una persona adulta si mostra dipendente da un'altra persona[2].


Storia

La codipendenza è stata descritta per la prima volta dalla psicoanalista tedesca Karen Horney che, nel 1941, parlava di personalità "Moving Toward" descrivendo le persone con scarso senso dell'autonomia che avevano bisogno di altri per perseguire la propria realizzazione. Lo psichiatra statunitense Timmen Cermak propose di inserire la codipendenza nel DSM-II-R ma l'American Psychiatric Association bocciò questa ipotesi.

Definizione

Tra gli psicologi questa condizione appare controversa, e perciò varie sono le definizioni di codipendenza[3]. In genere per essa s'intende una condizione comportamentale subclinica, situazionale e/o episodica simile a quella del disturbo dipendente di personalità.

Il concetto di codipendenza è stato sviluppato dagli psicologi che studiavano il comportamento degli alcolisti e dei famigliari degli alcolisti[4]. Si è osservato infatti che i famigliari di un alcolista non si comportano tutti allo stesso modo, ma ci sono degli schemi di comportamento ricorrenti. Mentre alcuni famigliari si allontanano emotivamente, altri dedicano tutte le loro attenzioni all'alcolista, fino a dimenticare le proprie esigenze. Per questo tipo di comportamento si è parlato inizialmente di "co-alcolismo", poi più genericamente di "co-dipendenza"[5]. Preoccupandosi sempre per l'alcolista e risolvendo i problemi al suo posto, il famigliare codipendente finisce per diventare un complice involontario.

Gli psicologi hanno osservato che esistono personalità co-dipendenti, che senza rendersene conto scelgono partner che hanno problemi di dipendenza (per esempio alcol o droga). Questo capita frequentemente a chi ha avuto un genitore con una dipendenza da sostanze: tipicamente è stato molto responsabilizzato da bambino ed avrà la tendenza da adulto a cercare un partner con le stesse caratteristiche del genitore problematico[6][7]. Il co-dipendente tipicamente sogna di salvare il partner dall'auto-distruzione[8].

Secondo altri specialisti, invece, questa definizione è troppo ristretta e andrebbe allargata a tutti i casi in cui la persona è incapace di pensare o agire senza un'altra persona (di solito, prima il genitore e poi il partner). Questo significa che il partner può avere diverse problematiche psicologiche, senza necessariamente avere una dipendenza da sostanze. Un caso tipico è la personalità narcisista. Il codipendente che si è adattato a vivere con un partner narcisista viene chiamato co-narcisista[9].

In generale, si può dire che la codipendenza è uno schema di comportamento disfunzionale in cui c'è un focus estremo su un'altra persona e una mancanza di consapevolezza delle proprie esigenze[10].

Si parla di dipendenza affettiva perché il co-dipendente organizza i propri pensieri e comportamenti attorno a una persona, con una dinamica molto simile alla dipendenza da sostanze (come farmaci o stupefacenti) o da azioni (come il gioco d'azzardo o il sesso)[11].

Dipendenza affettiva

  Lo stesso argomento in dettaglio: Dipendenza affettiva.

La codipendenza è considerata una tipologia della dipendenza affettiva[12]. Il termine descrive il comportamento di una persona che non riesce a prendersi cura di sé stessa e cerca di cambiare o salvare le persone attorno a sé[13][12]. La tendenza a farsi carico di un'altra persona si instaura con ogni probabilità nell'infanzia, per combattere la paura dell'abbandono: con il tempo, la persona ha imparato a pensare di non avere valore per sé stessa e a mettere avanti le esigenze degli altri anziché le proprie. Diventa così una facile preda della manipolazione affettiva[13][12].

La persona codipendente inizia una relazione amorosa (ma può essere anche un rapporto di lavoro) con un partner che ha delle caratteristiche che lo mettono in grande difficoltà, per esempio: il partner può essere "troppo aggressivo", "troppo esigente", "troppo disponibile con l'altro sesso". Tipicamente il codipendente vuole bene a questa persona, ma al tempo stesso vorrebbe che cambiasse. In questo modo, sta replicando la situazione che ha modellato la sua infanzia, in cui ha cercato l'affetto del genitore ma ha trovato un comportamento inadeguato - che è lo stesso che il codipendente cerca inconsapevolmente nel partner[14]. Questo paradosso è dovuto al fatto che la persona codipendente cerca di ricreare una situazione che gli è famigliare, quindi gli sembra più "sicura" di quanto sarebbe sperimentare una situazione diversa. Scegliendo lo stesso tipo di persona, il codipendente si illude di riuscire a esercitare un certo controllo[9].

Tratti e segni

«Io mi sono sempre vergognata a prendere. Così ho dato. Non era un pregio. Era un travestimento.»

Tra le caratteristiche fondamentali della codipendenza vi sono una bassa autostima, una sottomissione avvilente o la presenza di meccanismi di controllo disfunzionali, meccanismi di negazione e uno smodato bisogno di approvazione[2]. Se sono state cresciute da genitori narcisisti, hanno imparato a mettere le esigenze del genitore davanti alle proprie e si sono abituati a considerare come "egoismo" qualunque tentativo di autonomia"[9].

Tipicamente una persona codipendente[15]:

  • non ha consapevolezza di quello che prova e trova difficile identificare ed esprimere le proprie emozioni e i propri sentimenti (insight);
  • tende a minimizzare o negare le proprie emozioni e sentimenti;
  • si preoccupa o teme la reazione degli altri nel caso in cui vengano a sapere quello che provano veramente;
  • si lascia influenzare dai sentimenti degli altri, fino a farli propri;
  • rinuncia a interessi e hobby, accetta compromessi con i suoi valori e principi, pur di non irritare gli altri;
  • si sente responsabile di quello che provano gli altri (es. "Se è arrabbiato è sicuramente per colpa mia") e fa affidamento sull'approvazione degli altri per decidere cosa fare e cosa dire;
  • pensa di valere solo se riceve l'approvazione degli altri.

Per calmare la sua angoscia, il codipendente spesso cerca di rendersi necessario agli altri, per esempio cercando di risolvere i problemi di un'altra persona, offrendo guide e consigli non richiesti, oppure cercando di convincere gli altri sui veri sentimenti che dovrebbero provare. Può arrivare a usare il sesso come strumento per assicurarsi approvazione e accettazione[15].

Un segno importante di un comportamento codipendente si ha quando la persona accetta comportamenti aggressivi, manipolatori e abusanti da parte del partner, pur di mantenere in piedi la relazione. Il codipendente può anche provare rabbia o tristezza per questi comportamenti, tuttavia non rompe la relazione e diventa colluso con il partner abusante. Nei casi più gravi può mettere a rischio la sua sicurezza e la sua vita[16].

Terapia

La codipendenza è un fenomeno piuttosto complesso, e più che una problematica a sé stante, sembra invece il sintomo di una organizzazione generale della personalità[17][18]. Molti specialisti concordano sul fatto che per riuscire a rompere una relazione tossica, la persona codipendente deve prima sviluppare un'autostima sufficiente per sapere di poter sopravvivere alla rottura, e sviluppare un certo distacco verso la persona amata[19]. Generalmente i co-narcisisti ricorrono alla terapia più frequentemente dei narcisisti, in quanto la loro autostima è comunque relativamente più solida di quella del narcisista[9].

Note

  1. ^ (EN) Co-Dependency, su Mental Health America, 15 luglio 2013. URL consultato il 9 febbraio 2019.
  2. ^ a b R. Skip Johnson, Codependency and Codependent Relationships, BPDFamily.com, 13 luglio 2014. URL consultato il 9 settembre 2014.
  3. ^ Scott Lilienfeld, The teaching of courses in the science and pseudoscience of psychology, in Teaching of Psychology, vol. 28, n. 3, 2001, pp. 182–191.
  4. ^ Timmen L. Cermak M.D. (1986) Diagnostic Criteria for Codependency, Journal of Psychoactive Drugs, 18:1, 15-20, DOI: 10.1080/02791072.1986.10524475
  5. ^ Timmen L. Cermak M.D. (1986) Diagnostic Criteria for Codependency, Journal of Psychoactive Drugs, 18:1, 15-20, DOI: 10.1080/02791072.1986.10524475
  6. ^ Mulry, James T. "Codependency: a family addiction." American family physician 35.4 (1987): 215-219
  7. ^ Prest, Layne A., Mark J. Benson, and Howard O. Protinsky. "Family of origin and current relationship influences on codependency." Family process 37.4 (1998): 513-528.
  8. ^ Simona Baiocco, La sindrome da crocerossina | La codipendenza affettiva
  9. ^ a b c d Rappoport, Alan, Ph. D.Co-Narcissism: How We Adapt to Narcissistic Parents. The Therapist, 2005
  10. ^ Judith L. Fischer PhD & Lynda Spann MS (1991) Measuring Codependency, Alcoholism Treatment Quarterly, 8:1, 87-100, DOI: 10.1300/J020V08N01_06
  11. ^ Darlene Lancer, Codependency for Dummies, 1st, New Jersey, John Wiley & Sons, Inc., 2012, p. 30, ISBN 978-1-118-09522-5.
  12. ^ a b c Gloria Noriega Gayol, Il copione della codipendenza nella relazione di coppia. Diagnosi e piano di intervento, tard. Antonella Fornaro, Alpes Italia, 2015
  13. ^ a b V. Love Candace, Basta narcisisti! Come smettere di scegliere uomini egocentrici e trovare l'amore che meriti, Edizioni Centro Studi Erikson, 2019
  14. ^ Maura Vitale, Dipendenze affettive: Come tu mi vuoi, Sovera Edizioni, 2015
  15. ^ a b Codipendenti anonimi, "Modelli di codipendenza"
  16. ^ Chiara Ajelli, Dipendente Affettivo-Codipendente, Psicocultura
  17. ^ Maurizio Frisina, Sul bordo del caos: Complessità, terapia sistemica e dipendenze, Ed. Mimesi, 2020
  18. ^ Cesare Guerreschi, La dipendenza affettiva. Ma si può morire anche d'amore?, Milano, FrancoAngeli, pag. 43
  19. ^ Cesare Guerreschi, La dipendenza affettiva. Ma si può morire anche d'amore?, Milano, FrancoAngeli, pag. 82

Voci correlate

Collegamenti esterni

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