Caffè Meletti
Il Caffè Meletti, di Ascoli Piceno, fa parte dell’elenco dei 150 caffè storici d'Italia.
È da sempre stato considerato il ritrovo dei personaggi più illustri della città, punto di incontro di cultura e di vita mondana.
Fu costruito negli anni 1882- 1884 per ospitare il Palazzo delle Poste e Telegrafi dove vi fu dapprima il Picchetto della Dogana.
Accanto a Palazzo dei Capitani del Popolo, il Meletti, più volte restaurato, ancora oggi conserva il fascino dello stile liberty ed il suo colore dominante, rosa salmone, lo contraddistingue fra tutti i palazzi storici della città.
L’arredo interno è costituito da grandi specchi, piccoli divani di velluto verde, tavolinetti rotondi con piano di bianco marmo di Carrara e piede in pesante ghisa, soffitto decorato.
Il Palazzo Meletti ben si integra con il resto delle costruzioni che affacciano su Piazza del Popolo.
Ha un portico con arcate e soffitto affrescato da Giovanni Picca, decoratore teatrale italiano, della seconda metà del 1800. Le sue decorazioni sono state riportate di nuovo alla luce con il restauro del 1998.
Al primo piano si aprono ampie finestre arcate di stile rinascimentale, sovrastate dall'ampio balcone del secondo piano con parapetto chiaro.
La vera e propria vita del Caffè inizia allorquando, il 22 dicembre 1905, Silvio Meletti, produttore di liquori, acquista il palazzo ad un’asta.
Il nuovo proprietario commissiona la trasformazione elegante dell’edificio a Enrico Cesari, ingegnere, e sceglie come pittore decoratore Pio Cardini.
Fu inaugurato il 18 maggio 1907.
Dopo 83 anni fu chiuso nel 1990, lasciando un enorme vuoto nella popolazione ascolana. Dopo otto anni di attesa nel 1996 fu acquistato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno che dopo un particolareggiato restauro lo restituì alla città il 19 dicembre 1998. Fu inaugurato dal Sindaco Roberto Allevi, insieme al Presidente della Fondazione CARISAP Franco Spalvieri.
Fra gli illustri frequentatori occasionali del Caffè Meletti si annoverano artisti come Mario Del Monaco, Beniamino Gigli, Pietro Mascagni, Hemingway, Guttuso, Sartre, Simone de Beauvoir, Mario Soldati, e politici di levatura nazionale come Sandro Pertini e Giuseppe Saragat.
Il Caffè ha ospitato inoltre set cinematografici: nel 1960 vi furono girate, da Francesco Maselli, scene del film “I Delfini”; nel 1971, da Pietro Germi alcune immagini di “Alfredo Alfredo”.
La particolarità del locale è costituita dall’assaggio dell’”anisetta con la mosca” cioè con dentro il bicchiere un chicco di caffè.
Celebre la definizione del Trilussa quando scrisse: “Quante favole e sonetti m’ha ispirato la Meletti”.
Si tratta di un liquore a base di anice (Pimpinella Anisum) coltivato e prodotto nelle immediate vicinanze di Ascoli e sapientemente lavorato secondo la ricetta di casa Meletti, perfezionata nel 1870 da Silvio Meletti.
Bibliografia
- Franco Semproni e Sonia Calvelli, Il restauro del caffe Meletti, tra ricerca storica e tecnologie d'intervento, introduzione di Vittorio Sgarbi, Ascoli Piceno, Caffe Meletti, 2004;
Galleria
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interno
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sala interna del primo piano
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soffitto delle loggette