Nerviano
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Nerviano è un comune di 16.715 abitanti della provincia di Milano.
Detto
Quadar la Tur, quadar i ur e quadar Lur - traduzione: quadrata è la Torre (emblema di Nerviano), quadrato l'orologio posto sulla Torre e testa quadra pure Loro (i nervianesi).
Amministrazione comunale
Ciò che persino i nervianesi ignorano...
Comune dell'ex circondario di Galarate, con circa 16.000 e una superficie di 13,48 chilometri quadrati, a nord-ovest di Milano, dalla quale dista 21 Km, affacciata lungo l'antica strada consolare del Verbano, Nerviano è situata in un territorio bagnato dal fiume Olona e attraversato dal canale Villoresi. Di origine antichissima, come è dimostrato dai ritrovamenti archeologici, Nerviano, con la chiesa matrice di S. Stefano, nel Medioevo, fu a capo di una delle più rinomate pievi del contado di milano. Da essa dipendevano Barbaiana, Caronno, Castellazzo, Cornaredo, Garbatola, Lainate, Lucernate, Mantegazza, Monzoro, Origgio, Passirana, Pogliano, Pregnana, Rho, Saronno, S. Pietro all'Olmo, Vanzago e il "prepositus", secondo il Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, attribuito a Goffredo da Bussero, poteva vantare l'esistenza di trenta chiese, con trentotto altari sottoposti ala sua giuristizione. Collocato in una posizione strategica importante, il paese, durante l'invasione dell'imperatore Federico I, fu al centro della lotta ingaggiata dai Milanesi contro di lui e dovette sopportare i disagi provocati dal passaggio delle truppe alemanne. Come si legge nei Gesta Federici I Imperatoris, l'imperatore, verso la fine del maggio 1160, operò il taglio delle viti, distrusse le biade e saccheggiò Pogliano, vanzago, Rho, Nerviano e legnano, per sbarrere la strada dei rifornimenti a Milano. Nè si può escludere che ad attirare il barbarossa concorresse anche il fiorente mercato di Nerviano, di cui abbiamo testimonianza già in atto del 1158. Ritornata la tranquillità, dopo il ritiro dalla scena bellica del Barbarossa, nerviano fu ancora al centro di aspre contese, nel 1257, allorché Martino della Torre, capo dei popolani esclusi per opera dell'arcivescovo milanese del rango degli ordinari della metropolitana, pose l'accampamento in paese, nel tentativo di contrastare i nobili. Nella circostanza, Martino aveva fatto venire il carroccio da Milano e già si predisponeva ala lotta, se gli avversari non fossero scesi a più miti pretese e non avessero preferito firmare una tregua a Parabiago, località equidistante dai due campi. la situazione era però tutt'altro che tranquilla e ben presto si riaccesero le lotte interne, che videro allinearsi sugli opposti schieramenti i Torriani e i Visconti, fino al uccesso finale di questi ultimi. L'esercizio del potere da parte loro fu tattavia insidiato da ostacoli vari, tra cui una congiura preparata contro Matteo Visconti, vicario imperiale per la Lombardia. La trama fu ordita da Pietro Visconti, marito di Antiochia discendente dal ceppo dei Crivelli che, dalla sede di Nerviano ,avevano ramificato il loro potere su alcuni territori del Seprio. Come conseguenza si ebbe il tracollo di matteo e il rientro dei Torriani a Milano. L'attività politica di costoro fu però turbata da una nuova congiura, in cui, tra li altri nobili, fu coinvolto Cressone Crivelli che, esiliato, entrò in Nerviano nel 1305, cercò di provocare una sollevazione, ma in seguito all'arrivo dei Milanesi, dovette abbandonare il paese, poi dato alle fiamme.
Ancora al centro della lotta tra Azzone Visconti e suo cugino Lodrisio aspirante al potere in Milano, Nerviano sembrò recuperare tranquillità dopo la battaglia svoltasi sui campi confinanti con parabiago, nel 1339 e fu oggetto di continue attenzioni e privilegi, per tutto il sec. XIV, da parte dei pontefici Giovanni XXII e Benedetto XII.
Fu ancora un membro della stesa famiglia, Ugolino Crivelli, a sostenere, nel 1468, la costruzione delmonastero olivetano di S. Maria Incoronata, soppresso dalla Repubblica Cisalpina, nel 1798. Numerosi furono, all'inizio del 1500, i privilegi concessi dagli Sforza al monastero, preoccupati di tenerlo sotto la propria egida, quasi in concorrenza con quello di Parabiago, affidato allora ai monai di S. Ambrogio ad Nemus. Con la dominazione spagnola, Nerviano fu avvolta, come altri centri della Lombardia, da una sorta di neofeudalesimo, che vide l'investitura da perte dell'imperatore, prima a marcello Fossati, nel 1650, poi a Prospero Crivelli, nel 1671, e successivamente a Gaspare Uberto Po. Censita, nel 1730, per un'estensione pari a circa 16000 pertiche, valutate £. 87.000, Nerviano vide la popolazione scensere da 2800 anime a 2062, come era dimostrato dalle numerose case sfitte. Quando Napoleone scese in Italia e costrinse gli Austriaci a ritirarsi, Nerviano prestò giuramento di fedeltà, per bocca dei suoi amministratori e quando gli Austriaci ritornarono, si affrettò a salutarli con un solenne Te Deum, cantato nella chiese della "Colorina". Un altro canto del genere fu intonato, in segno di entusiasmo religioso e patriottico, quando sorse, a Milano, il Governo Provvisorio del 1848. In seguito Nerviano partecipò alle operazioni di voto, in occasione del plebiscito per l'annessione della Lombardia al Piemonte, che iniziarono il 12, nelle case parrocchiali, e terminarono il 29 maggio, giorno consacrato alla battaglia di Legnano. Il risultato vide emergere la preferenza per l'annessione immediata, che però non ebbe luogo, per il ritorno degli Austriaci. Non mancò per questo il contributo dei Nervianesi nelle lotte del Risorgimento, alla quali parteciparono numerosi, distinguendosi in particolare con Giulio Cesare Lampugnani, caduto in Sicilia. Nel 1859, dopo la battaglia di Magenta, il re Vittorio Emanuele II, sostò a Nerviano, come è ricordato da due lapidi, una nel capoluogo, l'altra nella frazione di S. Ilario Milanese. Colla proclamazione del Regno d'Italia e con il censimento del 1861, il paese contava una popolazione presente di 3854 persone; aveva una Guardia Nazionale costituita da una compagnia, con 102 militi attivi. Nei primi del 1900 Nerviano ha vissuto gli avvenimenti legati alle trasformazioni sociali e politiche in atto ed ha assistito alla graduale emancipazione delle masse popolari, più manifesta presso gli operai che non presso i contadini diditi alle tradizionali coltivazioni. Il paese ha conosciuto le sofferenze legate al primo conflitto mondiale, al quale hanno pagato il contributo di sangue numerosi abitanti. Colla conclusione della guerra si ebbero profondi rivolgimenti sociali ed conomici sul piano nazionale; del disorientamento e della crisi approfittò il fascismo, per impadronirsi del potere. Poi anche il fascismo si aviò al tramonto e, con la caduta caratterizzata da soluzioni violente anche in quel di nerviano, il secondo conflitto mondiale volse a conclusione. Quindi il grande salto di qualità: le trasformazioni industriali hanno cambiato radicalmente la fisionomia del paese. Grandi imprese come l'Aeritalia, l'Ipisystem, la farmitalia si sono installate sul territorio e a loro hanno fatto da corollario altre piccole e medie aziende operanti prevalentemente nel settore metalmeccanico e in quello del legno, mentre il ramo tessile ha subito un notevole ridimensionamento. Gli ultimi anni hanno visto l'Amministrazione comunale costantemente proiettata al miglioramento delle strutture esistenti, all'approvazione di un piano di adeguamento e di sviluppo industriale e commerciale, al reperimento di aree per la creazione di attrezzature sportive, con l'attenzione di migliorare gli interventi nel settore della sanità, dell'istruzione, della difesa dell'ambiente e della casa, con la volontà di effettuare un'importante serie di opere pubbliche, compreso il restauro degli edifici storici più rappresentativi e tali da mutare la relatà urbana di nerviano che, grazie alle trasformazioni sopra accennate, ha potuto assumere un nuovo aspetto, con la installazione di svariate attività. A darle un tono di civetteria concorrono antichi manieri di nobili casate, quali quelli dei Crivelli, Silvia, Caccia Dominioni, Caimi, Belloni, Lampugnani, Piazzi. L'arricchimento artistico del paese è assicurato dalla presenza di numerosi monumenti religiosi. Oltre alla già detta chiesa prepositurale di S. Stefano e della Colorina, conviene ricordare l'ultima costruita e dedicata a Maria Madre della Chiesa, senza dimenticare gli edifici adibiti al culto di S. Ilario, Garbatola, Cantone, Villanova, mentre da un particolare angolatura storia e artistica vanno viste le costruzioni del Lazzaretto e della Rotondina.