Coccodì coccodà
Mon coq est mort (letteralmente Il mio gallo è morto, generalmente tradotto in italiano con Il gallo è morto) è considerato un motivo tradizionale francese[1]. In Italia è stato registrato alla SIAE col titolo Coccodì coccodà da Walter Valdi per il testo e da Armando Celso per la musica ed interpretato dallo stesso Valdi nel 45 giri Coccodì e coccodà/Ma va a scopare il mare del 1970.
Coccodì coccodà (Il gallo è morto) | |
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Artista | Walter Valdi |
Autore/i | Armando Celso |
Genere | Folk |
Esecuzioni notevoli | I Gufi, Benito Urgu, Francesco Salvi |
Data | 1965 |
Davide fetente
Le cover
Il brano divenne subito molto noto, sin dalla sua prima pubblicazione, ed entrò nel repertorio di molti cabarettisti e cantanti, venendo quindi reinciso in molte occasioni.
Ecco alcune delle più significative:
- 1964: I Gufi, nell'album omonimo (con il titolo Coccodì coccodà)
- 1971: Bruno Lauzi, nell'album Amore caro amore bello.....[2]
- 1971: Nanni Svampa e Lino Patruno, 45 giri (con il titolo Coccodì coccodà (Il gallo è morto))
- 1977: Benito Urgu, nell'album Sexy Fonni (con il titolo Il gallo è morto)
- 1981: I Gufi nell'album I Gufi
- 1992: Francesco Salvi nell'album In gita col Salvi (con il titolo Coccodì coccodà (Il gallo))
La canzone è stata inoltre eseguita in vari spettacoli televisivi da vari artisti, tra cui Claudio Bisio e Claudio Baglioni (in una puntata di Zelig) e Cochi e Renato.
Note
- ^ Patrick M. Liebergen, Classic Canons II Alfred Music, p. 3, ISBN 9781457414732
- ^ Amore caro amore bello in Discografia Nazionale della Canzone Italiana