Eccidio di Voltri
Tipofucilazione
Data1-2 agosto 1945
Luogolocalità Fabbriche di Voltri (Genova)
StatoItalia (bandiera) Italia
Obiettivorapina
ResponsabiliEx Partigiani sbandati
Motivazionerapinare i carabinieri delle loro armi e munizioni per mantere il proprio arsenale al fine compiere altri delitti.
Conseguenze
Morti3

L'Eccidio di Voltri fu l'uccisione di tre carabinieri ad opera di un gruppo di ex partigiani sbandati della Brigata Buranello che, prima li rapinarono delle loro armi e munizioni, successivamente li uccisero per non aver testimoni.[1]

I fatti

Il primo agosto 1945 i Carabinieri Romolo Innamorati, Antonio Ficarra e Venerando Russo, tutti i forza alla Stazione di Genova Voltri, erano impegnati in un servizio di perlustrazione dalle h. 19 alle h. 22, sulla via Pegli-Voltri.

I tre carabinieri si spingevano fino al paese di Fiorino per seguire una carovana di zingari, ma cadevano in un’imboscata ordita da una banda composta principalmente da ex partigiani unitamente a balordi della zona, che li aveva bloccati per rapinarli delle loro armi e munizioni in dotazione, al fine da poterle conservare come proprio arsenale per compiere altri reati, poi dopo essere stati bastonati e derubati dei loro equipaggiamenti, vennero successivamente uccisi raggiunti da una raffica di mitra, e i loro corpi vennero gettati in una buca scavata dai balordi stessi vicino ad una casa colonica. [2]

Il mancato rientro in Stazione dei militari fece immediatamente scattare le loro ricerche, e grazie alle intense indagini del Capitano Locori e dei suoi uomini, fu possibile ricostruire il movente e l’esatta dinamica del triplice omicidio, individuando e arrestando i responsabili, identificati in: Liborio Piazza, nome di battaglia «Doro», 21 anni li uccise con raffiche di mitra, Francesco Siri nome di battaglia «Matto» che lo aveva aiutato a disarmare e a portare i carabinieri sulle alture unitamente a Giovanni Lazzaro Bozzano detto «Beghin», Giovanni Piccardo detto «Giuli» e Angelo Pizzorino .

Il processo ebbe inizio il 13/09/1945 dinanzi alla Corte generale alleata e presieduta dal colonnello Elder, e condannò: a morte Piazza e Siri, all'ergastolo Bozzano, a 21 anni e 8 mesi di reclusione a Piccardo, mentre 3 anni di riformatorio a Pizzorino in quanto minore. Altri due componenti della banda rimasero latitanti. Il Piazza, che era già ricercato per un altro omicidio, venne fucilato al poligono di Pedegoli (Quezzi) il giorno 21/01/1946, e la sentenza fu eseguita da un plotone di militari inglesi, comandati da un maggiore e da un capitano.

A Siri, colpito da paralisi progressiva, la pena di morte venne commutata in ergastolo.

Il corpo di Piazza fu sepolto nel cimitero di Staglieno. Il 18/10/1954, la salma fu esumata e sistemata nel campo dei partigiani, dove tuttora si trova.[3]

Note

  1. ^ Dimenticati i tre carabinieri trucidati dai partigiani rossi, su ilgiornale.it. URL consultato il 14 dicembre 2023.
  2. ^ AGGUATO AI CARABINIERI DI GENOVA VOLTRI, su carabinieri.it. URL consultato il 14 dicembre 2023.
  3. ^ RESTAURATO IL CAMPO DEI PARTIGIANI A STAGLIENO DOVE RIPOSANO LE SPOGLIE DI 272 COMBATTENTI, su genovaquotidiana.com. URL consultato il 14 dicembre 2023.

Bibliografia

  • Marco Gasparini, Claudio Razeto (a cura di), 1945: Il giorno dopo la Liberazione, Roma, Lit edizioni, 2015.
  • Marco Pirina (a cura di), 1945-1947: guerra civile : la rivoluzione rossa, Centro studi e ricerche storiche Silentes loquimur, 2004.