Bruno Fanciullacci
Bruno Fanciullacci (Pieve a Nievole, 13 novembre 1919 – Firenze, 17 luglio 1944) è stato un partigiano italiano.

Gli è stata conferita la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria e i comuni di Pontassieve (Firenze) e Pieve a Nievole (Pistoia) gli hanno intitolato una via, così come quello di Firenze gli ha dedicato lo slargo di via Bolognese, posto davanti a Villa Triste, il luogo dove egli trovò la morte. Il suo paese natale, Pieve a Nievole, gli ha intitolato la palestra comunale.
Biografia
Nato in una famiglia di tradizioni socialiste che si trasferì a Firenze nel 1932, il giovane Bruno trovò lavoro come garzone di bottega e, poi, come fattorino e portiere di albergo. In seguito alla sua adesione ad una organizzazione antifascista, di tendenze prima repubblicane poi comuniste, venne arrestato nel luglio 1938 per essere, l'anno seguente, condannato dal Tribunale speciale a sette anni di reclusione per attività antifascista.[1] Parte della pena gli fu condonata e nel 1943 venne assunto come operaio alla Fiat di Firenze.
Dopo l'8 settembre, il Partito Comunista Italiano promosse i GAP (Gruppi d'Azione Patriottica), formazioni ristrette di combattenti irregolari, con compiti di guerriglia urbana e sabotaggio nei confronti delle forze nazi-fasciste. Fanciullacci si unì ad una di queste formazioni, con il nome di battaglia "Massimo"[2], distinguendosi subito per animosità e coraggio. Ben presto gli venne affidato il comando del "gruppo B", uno dei quattro che formavano la struttura operativa dei GAP di Firenze.
Partecipò a numerose azioni contro installazioni e uomini della repubblica di Salò o ritenuti collaborazionisti, fino all'eclatante, quanto discussa, uccisione del filosofo Giovanni Gentile, avvenuta il 15 aprile 1944 nel quartiere Salviatino. Per compiere quell'azione, Bruno Fanciullacci e Giuseppe Martini ("Paolo") si appostarono verso le 13,30 nei pressi della villa dove era ospite il filosofo; allorché questi giunse in auto, gli si avvicinarono tenendo sotto braccio dei libri per camuffarsi da studenti; Giovanni Gentile abbassò il vetro per prestare ascolto e fu colpito da una raffica. Il 26 aprile, in via Santa Maria, la stessa strada in cui abitava la famiglia Fanciullacci, due gappisti ferirono Bruno Landi, un noto esponente del fascismo fiorentino[3] conosciuto come il "Pollastra", soprannome dovuto ad una ferita alla gamba sinistra che lo aveva reso claudicante. Ignaro dell'accaduto, Fanciullacci fu catturato nei pressi di Piazza Santo Spirito, nell'ambito dell'operazione di polizia organizzata dagli apparati di sicurezza della repubblica di Salò. Arrestato e condotto nella caserma "Bruno Cavari" in via della Scala, fu sottoposto ad interrogatorio, dal quale uscì con numerose ferite di pugnale alla mano sinistra, alle natiche e ai testicoli. "Massimo" fu prima medicato all'ospedale "San Gallo" e poi, dopo un rapido passaggio al "Santa Maria Nuova", fu trasferito all'ospedale in via GIuseppe Giusti. Benchè piantonato dai fascisti, i suoi compagni del "Gruppo B", con un colpo di mano, riuscirono a liberarlo, trasferendolo in casa del pittore Ottone Rosai, dove passò gran parte della convalescenza. Fanciullacci, che aveva rifiutato di obbedire all'ordine del suo partito di trasferirsi in altra città, tornò presto in azione e il 9 luglio partecipò, con una decina di compagni, all'irruzione nel carcere femminile di Santa Verdiana che porterà alla liberazione della gappista Tosca Bucarelli e di altre 16 detenute.
Il clamoroso blitz suscitò una grande impressione in tutta Firenze e le forze nazifasciste intensificarono le operazioni di repressione, riuscendo a infliggere una serie di colpi durissimi ai partigiani fiorentini, tanto da comprometterne seriamente l'organizzazione. Fanciullacci, ormai braccato, fu arrestato in piazza Santa Croce, il 14 luglio; le modalità della cattura, avvenuta ad opera di alcuni militi improvvisamente sbucati da un'ambulanza, fanno pensare a una trappola ordita in seguito a delazione.
Condotto a Villa Triste per essere interrogato dai membri della Banda Carità, Fanciullacci fu sottoposto per due giorni consecutivi a torture e violenze tra le più efferate, ma non parlò; anzi tentò di fuggire durante una pausa dell'interrogatorio che si stava svolgendo ai piani superiori della villa. Lanciatosi da una finestra con le mani legate dietro la schiena e inseguito dai colpi sparati dai suoi carnefici, cadde rovinosamente al suolo; venne trasportato al comando cittadino delle SS e assistito dal dottor Italo Pizziolo, che ne certificò il decesso, avvenuto il 17 luglio 1944, citando la frattura mortale alla base cranica e le fratture a polso e femore, oltre a una ferita per arma da fuoco.[4]
In suo onore fu denominata la Brigata Garibaldi "Bruno Fanciullacci", operante sul Monte Morello, che, inquadrata nella Divisione Garibaldi "Arno", comandata da Aligi Barducci ("Potente"), partecipò alla liberazione della città di Firenze.
Onorificenze
— Firenze, luglio 1944. [5]
Note
- ^ Sentenza n. 8 del 28.3.1939 contro Bruno Fanciullacci (“Vasta organizzazione comunista toscana scoperta nel luglio del 1938. Intensa l'attività propagandistica, diretta in particolare ai giovani, ai militari e agli operai nelle province di Firenze e Pisa. – Associazione e propaganda sovversiva”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia dissidente e antifascista. Le ordinanze, le Sentenze istruttorie e le Sentenze in Camera di consiglio emesse dal Tribunale speciale fascista contro gli imputati di antifascismo dall'anno 1927 al 1943, Milano 1980 (ANPPIA/La Pietra), vol. II, p. 1004-1006
- ^ BRUNO FANCIULLACCI nome di battaglia Massimo
- ^ Francesco Perfetti, Assassinio di un filosofo, p. 88.
- ^ Cesare Massai, Autobiografia di un gappista fiorentino, CdP, Pistoia, 2007, pag. 27
- ^ Sito web della Presidenza della Repubblica
Bibliografia
- Gian Paolo Balli e Fabio Giannelli, Dalla Pieve a Villa Triste: l'avventura umana e politica di Bruno Fanciullacci, Pistoia, Istituto Storico Prov. Resistenza, 2005.
- Gianni Zingoni, La lunga strada. Breve vita di Bruno Fanciullacci, Firenze, La Nuova Italia, 1977.
- Aldo Fagioli, Partigiano a 15 anni, Firenze, Alfa, 1984.
- Francesco Mandarano, "Dalla parte di Bruno Fanciullacci", edizione in PDF sul sito dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani.
- Luciano Mecacci, La Ghirlanda fiorentina e la morte di Giovanni Gentile, Milano, Adelphi, 2014, ISBN 978-88-459-2877-2.
- Francesco Perfetti, Assassinio di un filosofo, Firenze, Le Lettere, 2004, ISBN 88-7166-859-6.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Simone Neri Serneri, FANCIULLACCI, Bruno, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 44, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1994.
- Bruno Fanciullacci, in Donne e Uomini della Resistenza, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
- Wu Ming, Per Bruno Fanciullacci, su wumingfoundation.com.
- Inaugurazione di largo Fanciullacci (JPG), su comunistifiorentini.it. URL consultato il 21 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2006).
- Lapide a ricordo dei partigiani toscani, su resistenzatoscana.it. URL consultato il 14 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2010).
- Polemiche per l'intitolazione della via, su archiviostorico.corriere.it.