Chiesa di Santa Maria Assunta (Fubine)
La chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta è il principale edificio religioso cattolico di Fubine, comune in provincia di Alessandria. Secondo un'antica tradizione locale, sorge su un antecedente tempio romano.
Chiesa di Santa Maria Assunta | |
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Stato | ![]() |
Regione | Piemonte |
Località | Fubine |
Indirizzo | Via P. Longo |
Coordinate | 44°57′55.66″N 8°25′33.67″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Maria Assunta |
Diocesi | Casale Monferrato |
Stile architettonico | neogotico |
Inizio costruzione | 1490-1512 |
Il campanile ottocentesco - simbolo della cittadina - domina con i suoi 56 mt. di altezza il panorama circostante.
Storia
La più antica parrocchiale di Fubine fu la chiesa di San Pietro che sorgeva extra muros nella regione di Campus Serrae (nella toponomastica locale Conserra). L'edificio lasciato in abbandono andò in rovina fornendo materiale edilizio per la piccola chiesa di Nostra Signora delle Grazie. Nel 1519 la sede parrocchiale fu trasferita, in seguito alle scorribande di banditi, nel centro urbano, appunto nella chiesa dedicata a santa Maria Assunta.
L'innalzamento del corpo maggiore risale con tutta probabilità al XII secolo ed è testimoniato da pilastri cilindrici e capitelli di pietra. Nel 1502 fu eretto il campanile e in seguito il coro e le volte con gli altari.
La costruzione venne poi rifatta a metà del XIX secolo pur mantenendo la facciata quattrocentesca in stile gotico e con la sistemazione di dieci nuove cappelle.
I maggiori lavori di restauro in tempi recenti risalgono alla metà del XX secolo e sono dovuti all'opera filantropica di Pietro Robotti, fubinese di nascita, emigrato negli Stati Uniti a inizio del Novecento.
Caratteristiche
Posta a fianco del Palazzo comunale, nel centro storico, la chiesa di Santa Maria Assunta fu edificata tra il 1490 e il 1512 per essere successivamente modificata, fino ai rifacimenti in stile neogotico del secondo Ottocento.
L'ampia facciata, tripartita da lesene con cuspidi cilindriche e con rosone in cotto che sovrasta il portale, ricalca - come l'intera costruzione - una tipologia tipica della zona. È considerato uno dei maggiori esempi di architettura quattrocentesca del Piemonte[1].
Dal sagrato è possibile godere di un'ampia vista sulla valle sottostante e sulle colline in direzione della vicina località di Cuccaro Monferrato e del vicino casalese.
All'interno, di particolare valore artistico sono la Via Crucis con i quadri del pittore Paolo Gaidano (1861-1916) e le decorazioni del pittore Raffaele Panizza.
Nella nicchia di fondo del coro ligneo datato 1711 è collocata una statua in marmo bianco di Carrara, di stile barocco e di probabile scuola del Bernini, raffigurante la Vergine Assunta, titolare della chiesa. Sempre nel coro è situato un Angelo orante del 1887, opera del pittore Costantino Serena, autore anche di un trionfo della vergine, posto nella volta.
Nella cappella di fondo della navata sinistra vi è poi il polittico del Santo Rosario del 1854 composto da quindici tavole dipinte da Ambrogio Oliva, suocero di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo.
Tra gli arredi, oltre all'altare maggiore in marmo policromo, è da segnalare l'organo di duemila canne.
È presente inoltre una lapide a ricordo dei sette cittadini periti nel naufragio dell'Arandora Star nel 1940.
I Fubinesi e il naufragio dell'Arandora Star
il naufragio dell'Arandora Star", affondamento dell'Arandora Star, il provocato deliberatamente da un sommerrgibile , il 2 luglio 1940, che costò la vita a 446 italiani internati civili (venivano condotti in un campo d'internamento in Canada: la loro unica colpa era quella di vivere e di lavorare da emigrati in Gran Bretagna, quando Mussolini dichiarò guerra al Regno Unito).
Delle 60 vittime piemontesi, purtroppo 13 sono originarie del Monferrato alessandrino e 6 sono proprio del paese di Fubine: Eraldo Abrardo, Giuseppe Gerla, Vincenzo Luigi Novelli, Cristoforo Ravina, Giuseppe Ravina e Alessandro Angelo Ricaldone. Sarà presente come relatrice la scrittrice casalese Maura Maffei che a questo argomento ha dedicato due romanzi storici, "Quel che abisso tace" (Parallelo45 Edizioni, Piacenza 2019, Primo Premio al Concorso Letterario Bormio Contea 2019, nella sezione romanzo storico) e il più recente "Quel che onda divide" (Parallelo45 Edizioni, Piacenza, luglio 2022). La affiancheranno dalla provincia di Parma, provincia che ha avuto oltre 90 vittime in questa tragedia, il giornalista Pier Luigi Previ, che da vent'anni si occupa di Arandora Star, e Beppe Conti, nipote di una vittima e soprattutto presidente del Comitato pro Vittime dell'Arandora Star di Bardi e membro della Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo. Per Beppe Conti l'appuntamento a Fubine sarà un commovente ritorno in Monferrato, di cui conserva tanti ricordi giovanili, perché la mamma era nativa di Oviglio.
Presso la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta, nella quale è custodita la lapide in ricordo delle vittime fubinesi dell'Arandora Star.
Il campanile
L'antico campanile venne demolito nel 1858 e sostituito con quello attuale, su progetto dell'architetto Angelo Marchini. L'architetto si ispirò per il suo progetto al campanile di Giotto che affianca la Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze. A differenza di quello, però, il campanile di Fubine presenta i contrafforti poligonali estesi oltre il cornicione a forma di quattro gugliotti che racchiudono la guglia centrale.
Al campanile di Fubine sono state dedicate canzoni e poesie di autori locali, fra cui Mario Testa e Giovanni Rapetti.
Galleria d'immagini
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Il campanile
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Il prospetto principale
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Particolare del prospetto laterale
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Gesù condannato a morte, Paolo Gaidano
Note
Bibliografia
- E. Rossi, Aria nostra (a cura di Gian Luigi Ferraris), Edizioni Dall'Orso, Alessandria, 2003
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Chiesa di Santa Maria Assunta, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.
- Chiesa di Santa Maria Assunta, su Città e Cattedrali.