Operazione Condor
L'Operazione Condor o Piano Condor (in inglese Operation Condor; in spagnolo Operación Cóndor; in portoghese Operação Condor) fu un accordo che ebbe genesi negli anni '70 del secolo scorso con cui i governi di sette dittature militari dell'America Latina: Argentina, Bolivia, Cile, Paraguay, Uruguay, Perù (dal 1978) e Brasile (dal 1980), si impegnarono, almeno inizialmente, nello scambio di informazioni riguardanti dissidenti dei regimi e, successivamente, nella collaborazione per la violenta eliminazione degli oppositori, anche presunti, dei regimi.[1] In quegli anni, le polizie segrete delle dittature nel Cono Sud d'America diedero vita ad un coordinamento decentralizzato, anticomunista e segreto,[2][3][4][5] sostenute dai servizi segreti degliStati Uniti,[6][7][8][9] con lo scopo consolidare il potere dei governi centrali[10] e contemporaneamente contrastare l'influenza e la diffusione delle ideologie di sinistra.[11][12][13][14][15]
Operazione Condor parte Guerra fredda | |
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![]() Paesi coinvolti principalmente Paesi coinvolti marginalmente | |
Data | 1970 - 1980 ca. |
Luogo | Sud America |
Voci di operazioni militari presenti su Wikipedia | |
L'Operazione venne messa in atto formalmente a partire dal 25 novembre 1975 dai vertici dei servizi segreti militari di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay. Di fatto, su richiesta del dittatore cileno Augusto Pinochet, fu il colonnello Manuel Contreras, capo della polizia politica cilena, a proporre l'operazione - dando in tal modo veste ufficiale ad un'attività di collaborazione già che si perpetuava - durante un vertice militare segreto tenutosi a Santiago del Cile.[16][17] L'Operazione si concluse negli anni immediatamente successivi alla caduta della giunta militare in Argentina del 1983.[18][19]
Rimasta a lungo segreta, fu data conferma dell'esistenza dell'Operazione solo nel 1992, quando l'attivista paraguaiano Martín Almada scoprì, nella centrale di polizia della città di Lambaré, vicino ad Asunción, l'Archivio del terrore, cioè l'insieme di circa sessantamila documenti che aveva accumulato Alfredo Stroessner, dittatore del Paraguay dal 1954 al 1989.[9] Le rivelazioni che seguirono la scoperta, insieme alla declassificazione di altri documenti negli Stati Uniti ed in Brasile,[20] non solo permisero di ricostruire a grandi linee le vicende dell'Operazione e la connivenza della CIA, ma diedero anche sufficienti prove dei crimini perpetrati dalle dittature in America Latina, in particolare sotto i regimi di Cile ed Argentina.[21][22][23] Fu provato quindi che i regimi ricorsero con frequenza ad atti violenti per eliminare gli oppositori politici,[24] fuggiti fino anche in Europa[12] e negli Stati Uniti.[25] Ad oggi le stime si attestano tra le 50 migliaia di assassinii, 30 migliaia di desaparecidos, circa 400 migliaia incarcerazioni.[6][26][27][28][29][30][31] È noto che furono presi di mira principalmente militanti di sinistra, leader sindacali, esponenti del basso clero, studenti, insegnanti ed intellettuali.[32]
Le dittature facenti parte dell'operazione Condor ricevettero massicci aiuti statunitensi, in termini di risorse economiche, addestramento e forniture militari, di preparazione e organizzazione dell'Intelligence, compresa la trasmissione di informazioni riguardanti le più efficaci pratiche di tortura dei prigionieri e dei dissidenti.[33] Si appoggiarono anche alle formazioni di estrema destra, che in tutti i casi contribuirono a portarle al potere, e nei momenti di crisi si organizzarono in squadroni armati (squadroni della morte),[34] per assassinare oppositori politici e militanti di sinistra. Tra le più famigerate organizzazioni repressive di destra vi furono la Tripla A argentina e l'organizzazione Patria y Libertad cilena, entrambe finanziate dalla CIA.
Antefatti
Vale la pena mettere in evidenza il contesto geopolitico entro cui fu dato inizio all'Operazione: a partire dagli anni '50, infatti, in America latina si verificarono una serie di colpi di stato:
- il generale Alfredo Stroessner salì al potere in Paraguay nel 1954;[26]
- le forze armate brasiliane rovesciarono il governo democratico di João Goulart nel 1964;[35]
- il Generale Hugo Banzer prese il potere in Bolivia nel 1971 dopo una serie di colpi di stato;[36][37]
- nel 1973 prese il potere in Uruguay una dittatura militare;[38][39]
- le forze di Augusto Pinochet rovesciarono nel 1973 il governo democratico di Salvador Allende;[40]
- una giunta militare capeggiata dal generale Jorge Rafael Videla salì al potere in Argentina nel 1976;[41]
È importante considerare che, da un lato, l'America Latina, anche prima della Guerra Fredda, ebbe una lunga tradizione di ingerenze militari negli affari pubblici,[9] dall'altro, che gli obiettivi dell'Operazione apparvero in linea con la politica anticomunista degli Stati Uniti.[13] Perciò i servizi segreti ed i militari statunitensi, in alcune circostanze, durante le presidenze di Nixon, Ford, Carter e Reagan, convissero (e talora collaborarono) con le stesse polizie segrete dei regimi[11] per offrire supporto attraverso formazione, assistenza tecnica e militare.[42] Si può prendere come esempio di tale collaborazione la Scuola delle Americhe, una scuola di formazione militare con sede a Panama, sovvenzionata e diretta dagli Stati Uniti, dove si diplomarono più di 60.000 militari dell'America Latina, di cui una gran parte divenne tristemente nota per aver perpetrato impunemente crimini contro l'umanità ed essere stata coinvolta nelle vicende dell'Operazione Condor.[9][43]
Storia
La genesi dell'Operazione
Nonostante esistessero già dei rapporti di cooperazione in chiave anticomunista tra i vari servizi segreti delle dittature in America Latina prima del lancio dell'Operazione Condor,[44] l'origine di essa può essere fatta risalire a una serie di incontri tra i vertici delle forze di polizia repressive dei vari paesi coinvolti. Il primo di questi fu la Conferenza degli eserciti americani, tenutasi a Caracas il 3 settembre 1973, durante la quale lo stesso comandante dell'esercito brasiliano Breno Borges Fortes, propose di estendere lo scambio di informazioni tra i vari servizi di sicurezza con l’obiettivo di combattere il terrorismo. Nel marzo 1974, i rappresentanti delle forze di polizia di Cile, Uruguay e Bolivia si incontrarono con Alberto Villar, vicecapo della polizia federale argentina e cofondatore del commando della morte Tripla A, per definire le linee guida per una cooperazione più stretta.[45] Di fronte all'intensificarsi delle resistenze organizzate nei vari paesi, si sviluppò l'idea di una collaborazione tra i governi militari con l'intento di eliminare ogni forma di opposizione, sia all'interno che all'esterno dei confini nazionali.[46]
Nel maggio 1975, Jorge Fuentes, argentino, membro del MIR che era stato arrestato dalla polizia uruguaiana insieme ad Amilcar Santucho mentre tentava di passare il confine tra Argentina e Paraguay per mettersi in contatto con i dissidenti locali in nome della Giunta di Coordinamento Rivoluzionario. La gestione coordinata dell'arresto di Santucho e Fuentes creò lo stato di fatto in cui, sei mesi dopo, si sarebbe contestualizzata l'Operazione Condor. L'interrogatorio e la tortura dei due militanti furono condotti in collaborazione tra i servizi segreti argentini e cileni.[47] Nel settembre 1975, due mesi prima della riunione di fondazione dell'Operazione Condor, Fuentes fu trasferito a Villa Grimaldi in Cile. Fu così che il processo di creazione culminò il 25 novembre 1975 quando i leader dei servizi di intelligence militari di Argentina, Bolivia, Cile, Paraguay e Uruguay[48] si incontrarono con Manuel Contreras, comandante in capo della DINA, a Santiago del Cile, dove fu ufficialmente data forma al Piano Condor.[49][50]
Con il colpo di stato in Argentina del marzo 1976 si concluse il periodo di consolidamento dei regimi dittatoriali nel Cono Sud e vennero completamente resi omogenei i loro sistemi politici e legali. A partire dallo stesso anno, la DINA cilena e la SIDE argentina divennero le principali forze repressive dell'Operazione. Ufficialmente, gli obiettivi della repressione organizzata dai servizi segreti cooperanti erano rivolti contro i guerriglieri, come i Montoneros argentini, il Movimento di Sinistra Rivoluzionaria (MIR) cileno o i Tupamaros urugauiani. L'operazione mirava a creare un archivio continentale di individui considerati sovversivi, che, attraverso lo scambio di informazioni tra i paesi partecipanti, dovevano essere localizzati, arrestati e neutralizzati, indipendentemente dalla loro nazionalità o dal paese in cui si trovavano. In questo processo di cooperazione e creazione di banche dati, si formò una "zona extraterritoriale" in cui le operazioni potevano essere condotte senza interferenze burocratiche. Gli obiettivi specifici includevano la distruzione delle attività di guerriglieri, attivisti e oppositori; impedire che i ricercati trovassero rifugio nei paesi vicini; centralizzare le informazioni di intelligence; consentire l'installazione di rappresentanze diplomatiche tra i paesi coinvolti; formare squadre operative congiunte per intervenire sul campo; coordinare un piano di sorveglianza delle frontiere per monitorare i movimenti tra i paesi; e creare squadroni di esecuzione per operare al di fuori dell'area.[46] Nella pratica, d'altro canto, l'operazione non si limitò solo al contrasto della resistenza armata nel continente, ma si estese alla repressione di qualsiasi forma di opposizione politica.[51]
I desaparecidos ed i voli della morte
Per cancellare fisicamente ogni traccia sia dell'opposizione sia dei metodi coercitivi di repressione e al contempo per creare un clima di terrore diffuso nella popolazione, finalizzato a scoraggiare qualsiasi forma di resistenza, le polizie segrete, in particolare in Argentina e Cile, iniziarono a detenere i dissidenti clandestinamente,[52] per poi internarli in dei centri di detenzione, come ad esempio l'Escuela Superior de Mecanica de la Armada vicino Buenos Aires, ed infine assassinarli.[53] Iniziò ad essere usato nella pubblicistica, per indicare il dissidente arrestato e poi misteriosamente scomparso senza lasciare alcuna traccia, il termine desaparecido.[46][54] Tra le tecniche di eliminazione più comuni, almeno inizialmente, vi furono l'iniezione letale e la fucilazione. I cadaveri delle vittime venivano poi in gran parte cremati o tumulati in fosse comuni. Quando però la repressione divenne pienamente operativa, le fucilazioni e le fosse comuni non riuscirono più sufficienti per eliminare le tracce della repressione. Tra il 1976 e il 1978, le polizie segrete, principalmente di Cile ed Argentina, iniziarono a caricare degli aerei militari di prigionieri che poi venivano fatti lanciare nell'oceano o nel Rio della Plata. Inizialmente le vittime venivano gettate vive dagli aerei, ma presto, dato che iniziarono a riemergere dei cadaveri sulle sponde atlantiche di Argentina ed Uruguay, si scelse di sedare i prigionieri prima di gettarli in mare. Tali operazioni vennero poi denominate voli della morte.[46][55][56][57] Ci furono anche centinaia di casi di neonati e bambini sottratti alle madri in prigione che erano state rapite e poi fatte sparire; i bambini vennero consegnati tramite adozioni illegali a famiglie e soci del regime.[58]
La conclusione dell'Operazione
Le relazioni tra le dittature di Cile e Argentina iniziarono a scricchiolare nel 1978 per delle contese relative alle frontiere marittime nel Canale di Beagle. La disunione tra i regimi venne poi esasperata durante il Conflitto delle Falkland dato che il Cile fornì supporto militare al Regno Unito. Le vicende dell'Operazione, infine, volsero ad un termine con il rovesciamento della dittatura militare in Argentina ed il primo governo democratico di Raúl Ricardo Alfonsín.[26][59]
La scoperta degli Archivi del terrore
Tra il 1975 e il 1985, le dittature sudamericane e i loro servizi di intelligence furono responsabili della morte e della scomparsa di decine di migliaia di persone, ma la natura segreta delle operazioni repressive rende complesso definire una cifra univoca di vittime dell'Operazione.[60]
Una svolta decisiva nella ricostruzione delle vicende e dei numeri di vittime relative all'Operazione si ebbe nel 22 dicembre 1992 quando, nel corso di un'indagine di un processo per un ex prigioniero politico, il giudice José Augustín Fernández e Martín Almada, avvocato, nonché vittima superstite della repressione violenta, scoprirono in una stazione di polizia di Lambaré, nei pressi della capitale Asunción, oltre 60 mila documenti dettagliati in archivi che descrivevano la sorte capitata a migliaia di sudamericani segretamente rapiti, torturati e assassinati, tra gli anni '70 ed '80, dalle forze armate e dai servizi segreti di Cile, Argentina, Uruguay, Paraguay, Bolivia e Brasile.[21][22][23][61][62] Gli archivi contavano 53000 persone assassinate, di cui 3000 giovani, 30000 scomparse e 400000 incarcerate.[6][26][27][28][29][30][31][63] Tali documenti, per le atroci rivelazioni in essi contenute, furono denominati Archivi del terrore.[64] Dai documenti emerse che, altri paesi, come il Perù, nonostante non avesse collaborato effettivamente alla formalizzazione del Piano, collaborarono con le dittature fornendo informazioni di intelligence in risposta alle loro richieste.[65][66][67] Successivamente, un cablogramma dell'ANSA, pubblicato in prima pagina sul quotidiano di Asunción ABC Color, riferiva il 2 dicembre 2012 che la scoperta degli "Archivi del terrore" non fosse stata una "coincidenza", ma una conseguenza, ritardata dalle difficili condizioni politiche del Paraguay, delle operazioni di controspionaggio segnalate da Alberto Nadra che coinvolsero giornalisti della sede di Buenos Aires dell'agenzia sovietica TASS e un alto ufficiale dell'esercito paraguaiano residente ad Asunción.[68]
L'Operazione Condor sotto i regimi militari latino-americani
Argentina
La guerra sporca in Argentina, chiamata dalla giunta militare Processo di Riorganizzazione Nazionale (Proceso de Reorganización Nacional), fu attuata in contemporanea con l'Operazione Condor. Tra il 1976 e il 1983 più di 30000 persone furono assassinate dalle forze armate e dai carnefici della dittatura di Jorge Rafael Videla[69] e dei suoi custodi[70][71]
Il SIDE (servizi segreti argentini) diede supporto al generale boliviano Luis García Meza Tejada durante il colpo di Stato che lo mise a capo dello Stato. L'unità operativa Batallón de Inteligencia 601 della intelligence argentina partecipò attivamente al golpe, in collaborazione con le truppe paramilitari reclutate dal criminale di guerra nazista Klaus Barbie (ufficiale della Gestapo soprannominato "Il Macellaio di Lione", rifugiatosi in Sud America), e dal neofascista italiano Stefano Delle Chiaie (terrorista rifugiato).
Durante gli anni dell'operazione si è fatto grande uso della tortura, in special modo in Brasile ma anche in altri paesi coinvolti nel piano come in Argentina e in Cile,[72] come strumento per estorcere informazioni.
In Argentina, durante gli anni della guerra sporca, sono stati aperti circa 400 centri per la tortura di prigionieri rapiti per questioni politiche[73]. In questo paese come mezzo di tortura veniva impiegata soprattutto la Picana o Parilla, ma vennero anche utilizzati il metodo "sottomarino", che consisteva nell'immergere la testa del torturato in una vasca piena di acqua (simile al Waterboarding), le bruciature sul corpo, le morsicature da cani e le esposizioni a temperature estreme[74]. In totale in Argentina durante gli anni della ultima dittatura militare perirono circa 40000 persone, 10000 delle quali sparirono nei cosiddetti voli della morte.
Bolivia
Ci sono stati dei casi di tortura in Bolivia durante gli anni del primo governo di Hugo Banzer. Di particolare rilevanza è stato il caso di Damy Cuentas, un ragazzo che venne rinchiuso in una cella del Ministero degli interni del paese sudamericano e pestato in quanto sospettato di propagandare per l'ELN, l'Esercito di liberazione nazionale che la Bolivia in quegli anni stava combattendo.[75]
Brasile
Già dal 1964 i regimi militari brasiliani si prodigavano con estrema durezza e violenza nel reprimere e sopprimere i movimenti guerriglieri di sinistra, molto più attivi che in Cile o in Argentina.
Il Brasile cadde sotto il controllo dei militari nel 1964 e vi rimase fino al 1985. Circa 377 persone, di cui 196 ancora vive,[76] subirono torture varie. Circa 300 su almeno 434[76] erano prigionieri politici[77]. Alcune di queste tecniche di tortura furono il cosiddetto "Pau de Arara" e le scariche elettriche su tutto il corpo. L'ex presidentessa del Brasile, Dilma Rousseff, è stata incarcerata durante gli anni del controllo militare del potere nel suo paese e ha dovuto subire queste tecniche di tortura.
Cile
Nel Cile di Pinochet, subito dopo il colpo di Stato, arrivarono militari brasiliani "esperti" nelle tecniche di tortura, rapimento e incarcerazione degli oppositori, nonché di smantellamento delle organizzazioni dichiarate illegali. I servizi segreti cileni riuscirono, grazie all'organizzazione dell'Operazione Condor, ad assassinare numerosi personaggi scomodi al regime all'estero, come Orlando Letelier[78][79][80]. Pinochet godette anch'egli dell'aiuto del neofascista Stefano Delle Chiaie[78] e degli Stati Uniti, che gli commissionarono il golpe del 1973 con il quale salì al potere[81].
Secondo la commissione che ha stilato il Rapporto Rettig, pubblicato nel 1991, nel periodo di regime del dittatore Augusto Pinochet furono uccise 2279 persone,[82] mentre la Commissione Valech, nel 2004, ha stilato un rapporto che documenta l'incarcerazione illegale di 28459 persone, la maggior parte delle quali sono state torturate.[83] Una revisione finale del lavoro della Commissione Valech ha stabilito, infine, il totale delle vittime ad oltre 40000 persone fra il 1973 e il 1990. Il numero totale delle persone ufficialmente considerate sparite o uccise è 3216, mentre 38254 persone sono sopravvissute a detenzione per motivi politici e/o tortura.[82][83][84]
Nei primi giorni della sua dittatura, le persone coinvolte in attività considerate "sovversive" al suo regime furono soprattutto studenti che vennero prelevati da scuola e tradotti all'Estadio Chile dove vennero seviziati con scariche elettriche[85]. Tuttavia, l'Estadio Chile non fu l'unico luogo in cui avvennero i maltrattamenti nei confronti delle persone "sovversive". Altri luoghi furono, ad esempio, Villa Grimaldi e Pisagua, oltre al fatto che quello dell'elettroshock non fu l'unico metodo di tortura. Un altro metodo fu anche il waterboarding.[86]
Paraguay
Tra il 1954 e il 1989, e cioè quando il Paraguay fu governato da Alfredo Stroessner, la tortura, così come gli omicidi a sfondo politico e le sparizioni forzate, fu usata intensamente. Come in diversi altri stati del Centro e Sud America, i metodi di tortura furono principalmente la picana elettrica, i pestaggi e il waterboarding[87]. Alfredo Stroessner non venne mai giudicato per questi suoi crimini perché, una volta caduta la sua dittatura, trovò asilo politico in Brasile.
Uruguay
Quando nel 1973, per reprimere la sempre più crescente insurrezione dei Tupamaros, i militari presero il potere nel paese dando via alla dittatura civile-militare, essi incominciarono a fare un uso estensivo della tortura e anche a perfezionarla. I militari torturavano spesso cittadini arrestati senza aver compiuto nessun crimine, infliggendo a loro le stesse tecniche di tortura degli altri paesi sudamericani complici dell'operazione Condor e molti di questi morirono per i maltrattamenti subiti. A differenza degli altri stati latino-americani, i medici ebbero un chiaro ruolo nel processo di tortura.[88]
Influenze straniere
Stati Uniti
Tale operazione coinvolse in primo luogo la CIA, il servizio segreto statunitense, oltre che apparati militari, organizzazioni di estrema destra, partiti politici e movimenti di guerriglia anticomunisti sudamericani. Tutte queste organizzazioni furono utilizzate come strumento, in svariati stati, per rovesciare governi anche eletti democraticamente come quello di Salvador Allende in Cile.
Furono stanziate sostanziose somme per portare a termine questo massiccio piano politico, poiché gli interessi economici in gioco erano alti, vista la ricchezza, soprattutto di materie prime, dell'America Meridionale. La CIA fornì sempre e comunque sostegno, copertura, assistenza e denaro ai servizi segreti golpisti sudamericani, nonché addestramento presso il Western Hemisphere Institute for Security Cooperation e anche negli Stati Uniti.
Francia
La giornalista francese Marie-Monique Robin scoprì negli archivi del ministero degli esteri francese (Quai d'Orsay) documenti originali che dimostrano l'attuazione di un piano per creare in Argentina una "base operativa militare francese", secondo cui ufficiali francesi, esperti in antiguerriglia e controinsurrezione, addestrarono militari argentini in tecniche di tortura e sequestro di dissidenti e oppositori politici.[89] Gli ufficiali francesi erano tutti veterani della guerra d'Algeria e addestrati praticamente in tali materie.
La collaborazione proseguì, dagli anni settanta, fino al 1981, anno in cui fu eletto presidente il socialista François Mitterrand.
Attentati e omicidi mirati internazionali
Generale Carlos Prats
Il generale Carlos Prats e sua moglie furono assassinati dalla DINA cilena il 30 settembre 1974, con un'autobomba, a Buenos Aires, dove vivevano in esilio. Pinochet e la direzione della DINA, nella persona di Manuel Contreras, furono riconosciuti colpevoli di questi omicidi, per stessa ammissione di Contreras. L'agente segreto cileno Enrique Arancibia Clavel è stato incarcerato in Argentina per questi omicidi.
Bernardo Leighton
Bernardo Leighton, un politico democristiano andato in esilio in Italia dopo il colpo di Stato di Pinochet, fu gravemente ferito durante un attentato alla sua persona, il 6 ottobre 1975 a Roma. Un'indagine ha rivelato che l'agente segreto Michael Townley, in qualità di delegato della DINA, incontrò, nel 1975 a Madrid, il terrorista di destra Stefano Delle Chiaie e Virgilio Paz Romero, per organizzare l'assassinio di Leighton, protetti dalla polizia segreta franchista.
Orlando Letelier
Orlando Letelier, ministro del governo di Salvador Allende, destituito dal golpe, fu assassinato con un'autobomba il 21 settembre 1976, assieme alla sua segretaria, mentre si trovava in esilio a Washington. Ancora una volta la responsabilità è stata individuata nella DINA, in stretta collaborazione con la CIA. Nel 1993 il generale dell'esercito cileno Manuel Contreras fu riconosciuto da una corte cilena come uno dei mandanti dell'assassinio di Orlando Letelier, ed è finito in carcere militare con una condanna a 7 anni di reclusione.[90][91]
In una lettera aperta, apparsa sul Los Angeles Times il 17 dicembre 2004, il figlio di Orlando Letelier, Francisco, scrisse che l'omicidio del proprio padre era ascrivibile all'Operazione Condor, ovvero a «una rete di intelligence utilizzata da sei dittatori sudamericani dell'epoca, per eliminare i dissidenti».
Cinque giorni prima dell'assassinio di Letelier, Henry Kissinger aveva cassato un comunicato del Dipartimento di Stato agli ambasciatori USA, dove si chiedeva ai governi dei Paesi Sudamericani di cessare con gli omicidi politici. Secondo Kissinger questo documento è stato distorto dal NARA, poiché lui intendeva fornire all'ambasciatore USA in Uruguay un altro sistema per far pressioni sul governo di Montevideo, visto che costui temeva per la propria stessa vita[92].
Charles Horman
Il generale Pedro Espinoza è finito in carcere per l'assassinio di Charles Horman, con una pena di sei anni.[93]
Responsabilità civile e penale
Nel 1997 il dittatore Alfredo Stroessner è stato condannato in contumacia, dal Tribunale dell'Aia, per crimini contro l'umanità e ha vissuto gli ultimi anni della sua vita in esilio a Brasilia.[94]
Il 26 dicembre 2001, in Bolivia, il giudice federale argentino Rodolfo Canicoba Corral ha emesso un mandato di cattura internazionale per il dittatore Hugo Banzer e la sua estradizione in Argentina.[95] Hugo Banzer, secondo i documenti raccolti dall'Asociacion Boliviana de Familiares de Detenidos y Desaparecidos, è responsabile della scomparsa di 33 prigionieri politici boliviani.
Augusto Pinochet, ex dittatore del Cile dal 1973 al 1990, finì i suoi giorni detenuto, sotto processo per i crimini contro l'umanità del suo regime militare. Il giudice Juan Guzmán, che lo aveva inseguito da anni, gli notificò personalmente il mandato di arresto nella sua residenza alla Dehesa, alle porte di Santiago, dove viveva dal ritorno da Londra.[96] Augusto Pinochet è stato accusato di essere il mandante dei crimini commessi dalla «carovana della morte», omicidi di 77 oppositori politici; insieme con lui, sono finiti in carcere sei ex ufficiali dell'esercito, tra cui il generale Sergio Arellano Stark, esecutore materiale della carovana della morte.
Augusto Pinochet è stato riconosciuto come il mandante dell'omicidio di Orlando Letelier ed è stato ricercato negli Stati Uniti.[97][98]
Jorge Videla durante un'intervista riportata nel libro Disposizione Finale del giornalista Ceferino Reato nel carcere federale a Campo de Mayo, ha ammesso la strage di circa 8000 persone, durante la sua dittatura.[99] Jorge Videla è morto carcerato a Marcos Paz, mentre stava scontando 50 anni, per il furto dei neonati.[100][101] Jorge Videla è rimasto coinvolto anche nei processi per le violazioni dei diritti umani.
Responsabilità penale
Il 16 ottobre 2008, la Corte Suprema cilena ha condannato a sei anni di carcere il generale Sergio Arellano Stark, comandante della "Carovana della morte", una spedizione militare itinerante che subito dopo il golpe dell'11 settembre 1973 assassinò decine di oppositori di sinistra in tutto il paese. Altri quattro ufficiali criminali: l'ex giudice militare della città di Linares, Carlos Romero, il colonnello Mario Cazenave e i sottufficiali Jose Parada e Julio Barrios, sono stati condannati ciascuno a quattro anni per lo stesso episodio.
Responsabilità civile
Il massimo tribunale cileno ha stabilito anche che il fisco dovrà versare 80000000 di pesos (circa 97000 € del 2008, 140667 € del 2024) come forma di indennizzo a due querelanti. [102]
In Italia, il 1º gennaio 2015 è incominciato il processo contro i responsabili dell'Operazione Condor.[103] A febbraio 2015, 9 imputati sono processati per la scomparsa di 30 persone di origine italiana.
Il 17 gennaio 2017 si è concluso il processo per i crimini contro l'umanità, con 8 condanne all'ergastolo.[104] I criminali contro l'umanità condannati all'ergastolo sono Luis García Meza Tejada, presidente della Bolivia dal 1980 al 1981; Luis Arce Gomez, generale, ministro degli Interni di García Meza e narcotrafficante; Juan Carlos Blanco Estrade, ministro degli Esteri dell'Uruguay, già condannato nel suo paese per la scomparsa della maestra Elena Quinteros e per gli omicidi di Zelmar Michelini e Héctor Gutiérrez Ruiz ed ex - militanti del movimento di liberazione Nacional-Tupamaros, Rosario Barredo e William Whitelaw, uccisi a maggio 1976, a Buenos Aires; Jeronimo Hernan Ramirez per l'omicidio di Omar Roberto Venturelli Leonelli in Cile; Francisco Morales Bermúdez Cerruti, presidente del Perù dal 1975-1980, colpevole di omicidio; Valderrama Ahumada, colonnello in congedo dell'esercito cileno, per l'omicidio di Juan Montiglio; Pedro Richter Prada, generale, ex primo ministro del Perù; German Luis Figeroa, capo dei Servizi del Perù.[105]
Una controversia è in corso sull'assegnazione del Premio Nobel per la pace a Henry Kissinger a seguito della scoperta di documenti che lo accusano di complicità nell'assassinio di Orlando Letelier[22][106]. Secondo la testimonianza processuale della moglie di Aldo Moro, Eleonora Chiavarelli Moro, Henry Kissinger minacciò di morte Aldo Moro il 25 settembre 1974.[107]
Note
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- ^ (EN) Condor years.. John Dinges. The New Press. June 1, 2005. ISBN 1-56584-977-9
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- ^ a b c d Emanuel Pietrobon, Operazione Condor: a scuola di golpe (PDF).
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- ^ Al vertice erano presenti, oltre al generale Manuel Contreras, Jorge Casas dall'Argentina, il maggiore Carlos Mena dalla Bolivia, il colonnello Benito Guanes Serrano dal Paraguay, il colonnello José A. Fons dall'Uruguay, e i brasiliani Flávio de Marco, tenente colonnello, e Sotero Vaz, maggiore inviati dal generale Geisel in qualità di osservatori. Nonostante fosse stato contattata anche una delegazione venezuelana, il Paese decise di non partecipare né al vertice né all'Operazione Condor perché il presidente Carlos Andrés Pérez si oppose.
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- ^ Minacce di morte Moro targate Kissinger.. di Gianni Lannes.
Voci correlate
- Colpo di Stato in Cile del 1973
- Cile di Pinochet
- Guerra sporca
- Processo di riorganizzazione nazionale
- Safari Club
- Western Hemisphere Institute for Security Cooperation
- Missing - Scomparso
- Nonne di Plaza de Mayo
- Madri di Plaza de Mayo
- Comisión Nacional sobre la Desaparición de Personas
- Desaparecidos
- Massacri anticomunisti
- Ingerenze degli Stati Uniti in politica estera
- Strategia della tensione in Italia
- Operazione Gladio
- Servizi segreti
- Voli della morte
- Operazione Colombo
- Carovana della morte
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Operazione Condor
Collegamenti esterni
- Operazione Condor, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Operation Condor, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Gli obiettivi della politica estera americana dal Vecchio al Nuovo Ordine Mondiale., Noam Chomsky. Prima edizione in lingua inglese 1992.
- Dossier desaparecidos., Centro italiano studi per la pace.
- (ES) Los Archivos del Horror del Operativo Cóndor.. Stella Calloni. El Día Latinoamericano. 8 agosto 1998.
- (EN) Operation condor on trial.: legal proceedings on latin american rendition and assassination program open in buenos aires. Carlos Osorio. National Security Archive Electronic Briefing Book No. 416. March 8, 2013
- (EN) Operation Condor.. Spartacus educational.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 159606261 · LCCN (EN) n95079651 · J9U (EN, HE) 987007266277705171 |
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