Ravarino
Ravarino (Ravarèin in dialetto modenese) è un comune italiano di 6 356 abitanti[1] della provincia di Modena in Emilia-Romagna, situato a nord-est del capoluogo nelle campagne che si estendono fino all'argine destro del fiume Panaro. Fa parte dell'Unione del Sorbara.[4]
Ravarino comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Maurizia Rebecchi (centro-sinistra) dal 26-5-2014 (3º mandato dal 25-6-2024) |
Territorio | |
Coordinate | 44°43′N 11°06′E |
Altitudine | 23 m s.l.m. |
Superficie | 28,53 km² |
Abitanti | 6 356[1] (30-6-2025) |
Densità | 222,78 ab./km² |
Frazioni | Casoni, La Villa, Rami, Stuffione |
Comuni confinanti | Bomporto, Camposanto, Crevalcore (BO), Nonantola |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 41017 |
Prefisso | 059 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 036034 |
Cod. catastale | H195 |
Targa | MO |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 242 GG[3] |
Nome abitanti | ravarinesi |
Patrono | sant'Antonio da Padova |
Giorno festivo | 13 giugno |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Si tratta del primo comune modenese in linea d’aria appena dopo la provincia di Bologna, a pochi chilometri da Crevalcore (da cui dista 6 km) ovvero l’ultimo comune della Pianura ovest della città metropolitana di Bologna.
Toponimo
Il nome Ravarino si ritiene sia stato dato in periodo tardoimperiale, ed è di etimologia incerta: potrebbe infatti derivare dalla parola latina rapa che descrive il vegetale tipico coltivato nel territorio, oppure da rava che significa "burrone" o "fanghiglia". Quest'ultima potrebbe essere la più verosimile perché in altri comuni limitrofi i Romani operarono azioni di bonifica dalle paludi e quindi la fanghiglia potrebbe riferirsi a quella caratteristica del territorio.[5][6]
Geografia fisica
Il territorio di Ravarino appartiene alla pianura modenese. Il capoluogo è situato a circa 20 chilometri a nord-ovest da Modena, lungo la Strade provinciali della provincia di Modena SP 1 Sorbarese.
Il clima è il tipico clima temperato continentale della pianura padana e delle medie latitudini, con inverno moderatamente rigido, con poche precipitazioni e con frequenti giornate di nebbia; mentre l'estate è calda ed afosa, specialmente nei mesi di luglio e agosto, con temperature che possono salire oltre i 35°C e con precipitazioni a carattere temporalesco. La primavera e l'autunno sono generalmente piovosi e umidi, con clima più mite.
Storia
Fondazione
Reperti archeologici testimoniano insediamenti umani fin dall'età preistorica, più significativi in età romana, quando vennero bonificate gran parte delle paludi esistenti. Di particolare interesse storico è un cippo romano ed il quadrilatero di Castel Crescente.
Con ogni probabilità il primitivo nome di Ravarino era “Ortovecchio”, derivato da “Curte vecla”, località a settentrione del Panaro meridionale e citata nei documenti di Nonantola a partire dl 1030. Il nome compare per l’ultima volta nel 1511 in un contratto in cui il conte Gianfilippo Sertorio si dichiara “Rector ecclesiae S. Johannis de Orto veteri de Ravarino”[7]
Periodo medievale
La primitiva forma era quindi una sorta di "triangolo" tra i confini del Panaro.
Il primo documento scritto è una pergamena dell'abbazia di Nonantola datata 27 marzo 1002, ove il nome Ravarino compare invece nella forma attuale. Si tratta di un documento nel quale l'abate Rodolfo affitta ad un tale Albrico del fu Gisone da Sala, terreni “et in loco Ravarino” per un canone annuo di “quattro denari lucchesi buoni e spendibili”[9][10].
Nel secolo XIII Ravarino, con i nomi anche di Borgo Franco ed Orto Vecchio, risulta costituito in Comune insieme a Castel Crescente, come da diversi atti dell'Antico Memoriale Notarile di Modena. Il 21 settembre 1310, in un periodo di continui e gravi guerre tra Modena e Bologna, l'assemblea popolare si riunisce e decreta la sottomissione di Ravarino al Comune di Bologna, la cui giurisdizione però risulta già cessata nel 1316.
Il 23 aprile 1333 il territorio comunale viene dichiarato feudo nobile, con il nome di Contea di Borgo Franco e di Castel Crescente, e re Giovanni I di Boemia, reggente l'impero per il figlio Carlo lV lo conferisce al suo medico personale, il famoso modenese Pietro Della Rocca.
Signoria dei Rangoni
La storia di Ravarino si intreccia nei secoli con quella della famiglia Rangoni, uno dei più potenti casati del modenese che già dal 1321 inizia ad acquistare proprietà nel territorio. Nei documenti dell'Archivio di Stato di Modena troviamo che tale Pietro della Rocca cedeva il feudo ai Rangoni che si trasferiscono da Modena a Ravarino e cercano di dare alla loro abitazione in loco un carattere militare e signorile.
Il 12 settembre 1445 il marchese di Ferrara ordina al podestà di Finale Emilia di recarsi a Ravarino “ad omnem requisitionem Gerardi Rangoni visurus illud fortilicium quod illic fabricatur” (a vedere per ogni informazione quel fortilizio di Gherardo Rangoni che si sta qui fabbricando), mentre il 9 settembre 1453 Niccolò Maria Rangoni ottiene dal duca Borso d'Este , vicario imperiale, l'investitura a conte di Ravarino e Castel Crescente.[11]
Ravarino diventa ufficialmente una contea retta dai Rangoni. I loro discendenti, tra cui si segnala il condottiero Ercole (... – Modena, 27 maggio 1572), reggeranno il territorio, nella forma di governo mediato, cioè quasi stato autonomo nel Ducato estense, sino alla soppressione dei feudi, avvenuta nel settembre 1796.
Sotto il loro governo il territorio è caratterizzato dalla costruzione di numerosi palazzi e chiese, tra le quali si segnala il santuario e chiesa parrocchiale di Stuffione.
Pestilenza del 1630
Nel 1630 Ravarino fu colpita dalla celebre Peste del 1630 (di manzoniana memoria). Dai registri parrocchiali risultano decedute oltre 300 persone (un quarto della popolazione). In quella occasione i rappresentanti della comunità decisero di far edificare un oratorio dedicato a San Rocco, in gran parte sovvenzionato dal nobile ed erudito Fortunato Cavazzoni Pederzini, che ivi volle essere sepolto.[12][13][14][15]
Con la pestilenza è probabile sia nato il cimitero nuovo, sulla strada omonima, ad ovest per chi proviene dalla Provincia di Bologna. Il morbo sconvolse profondamente la vita cittadina tanto che si tornò alla normalità solo due anni dopo, nel 1632.[16]
Guerra di Castro
Come non bastasse la pestilenza, il fatto bellico più memorabile accadde il 22 novembre 1643, nel contesto della guerra di Castro che vedeva contrapposto lo Stato della Chiesa contrapposto ai Ducati di Modena e Parma, Granducato di Toscana e Repubblica di Venezia e le truppe papaline del cardinale Antonio Barberini. Queste ultime rasero al suolo il paese ed asportarono le campane delle chiese di Ravarino e di Stuffione per portarle a Bologna, dove vennero suonate in Piazza Maggiore.[17][18]
In questo periodo vennero distrutti il castello, il palazzo comunale e gran parte delle mura. Qualche rudere è emerso durante gli scavi del 1948 per le fondamenta della prima casa popolare, per l’esattezza “poderosi muri dello spessore di oltre un metro” [19][20][21]
Durante il secolo XVIII le fonti parlano di successivi rimaneggiamenti dei confini del territorio ravarinense in modo particolare circa le strade attorno al torrente Muzza, a seguito dei continui litigi con i bolognesi. Degna di nota di questi anni, per la precisione del 1749, la creazione di una scuola, funzionante in una canonica o in una casa privata, mentre è del 4 gennaio 1766 la decisione del consiglio comunale di "erigere una scuola pubblica".[22]
Dall’età napoleonica all’unità d’Italia
Nel periodo napoleonico il Comune di Ravarino è soppresso e ridotto a sezione o aggregato del Comune di Crevalcore, nel 1804, mentre dal 1810 è aggregato a Nonantola. Riacquisterà autonomia solo all'unità d'Italia. La prima testimonianza si ha in data 20 novembre 1859, allorché viene "saldata una fattura della tipografia Cappelli per la composizione carta e stampa di n. 400 biglietti per le elezioni comunali e n. 200 liste o schede per le nomine". Il primo sindaco di Ravarino fu Luigi Gelati e sia a Ravarino che a Stuffione vi era un maestro elementare 'stipendiato dal Comune'. All'inizio del 1860 vi si stanziò la Guardia Nazionale e un corpo di bersaglieri[23] Grande influsso non solo in Ravarino ebbe, in particolare tra '800 e '900, la famiglia Cavazzoni Pederzini, della quale si ricorda Fortunato (1799-1864), erudito, letterato e bibliofilo, la cui preziosa biblioteca ed archivio familiare pervenne al Comune tramite donazione degli eredi tra il 2003, il 2008 e il 2011[24]; e Cesare, figlio di Romualdo, che nel 1838 prima di morire istituì l'Opera Pia Cavazzoni Pederzini di beneficenza a favore dei poveri di Ravarino[25][26]
XX secolo
Nei primissimi anni del secolo fu fondata, tra le località Luberso e La Macchina, una cooperativa di consumo, mentre nella località Rami venne fondata una cooperativa di "birocciai".
Con il Primo conflitto mondiale perdettero la vita ben 121 ravarinesi (dei quali 48 caduti nei campi di battaglia); 28 ravarinesi e 32 stuffionesi parteciparono alla Marcia su Roma e, nel gennaio 1921, a Ravarino sorse la prima sezione del Partito Comunista Italiano, fondata da Gaetano Po, insieme con Armando Solieri, Gherardo Guerzoni, Gino Gardosi, Elio Cavani ed Ettore Casalini. Dal 1921 al 1950, nel periodo primaverile, a Ravarino era solita la tradizionale "veglia rossa" che, tra il '21 e il '29 fu aspramente combattuta dal regime fascista.[27]
Il 16 agosto 1944 i fascisti della Brigata Nera fucilarono davanti al municipio 5 uomini sospettati di appartenere alla Resistenza locale. Di questi solamente due erano effettivamente partigiani[28].
Anche Ravarino fu colpita duramente dai bombardamenti del Secondo conflitto mondiale: il 25 novembre 1944 aerei americani bombardarono un palazzo settecentesco dei Cavazzoni Pederzini e la vecchia stazione ferroviaria (a Ravarino faceva sosta il treno della vecchia linea della ferrovia Ferrara-Modena) che venne rasa completamente al suolo.[29]
XXI secolo
I terremoti dell'Emilia del 2012 hanno coinvolto anche Ravarino, causando vari danni e lesioni soprattutto ad abitazioni meno recenti, alle chiese e a strutture agricole.[30]
Simboli
Lo stemma comunale è stato concesso con Regio decreto del 9 novembre 1933.[31]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Sul territorio di Ravarino sono esistite diverse chiese. La prima, dedicata a S. Damiano è nominata in un Sinodo Nonantolano del 1101 ed oggi scomparsa, mentre una seconda della di "Abrenunzio" ed anch'essa scomparsa, era in località a sud-est di Stuffione, così come diversi oratori, uno tra cui dedicato a Santa Giustina.
Chiesa di San Giovanni Battista (Ravarino)
Nel 1199 appare quale Rettoria sotto la congregazione della “Pieve di Santa Maria di Bodruncio o Abrenunzio” ed era dedicata dapprima ai Santi Cosma e Damiano, poi a San Giovanni Battista. Di certo diviene l'unica chiesa di riferimento del territorio dalla metà del '400 con la soppressione della Pieve.[32][33] Orientata canonicamente da ovest ad est è testimoniata anche durante la pestilenza del 1630 con annesso cimitero. La chiesa è raffigurata infatti in un disegno eseguito nel 1688 dal perito Pellegrino Malagoli insieme al maestoso campanile. Nel piazzale posto davanti alla chiesa si tenevano le pubbliche adunanze, come quella del 21 settembre 1310 nella quale gli Amministratori Comunali dettero Ravarino a Bologna.
Da segnalare la balconata con organo e un fonte battesimale in marmo datato 1464, così come dello stesso secolo sono le murature esterne e l’originaria torre campanaria a pianta quadrangolare. Il campaniele, sormontato da una cuspide conica di schietta ispirazione ravennate che ne attestava la grande antichità, venne a crollare nel 1710 ma fu ricostruito nel 1862 sulle antiche fondamenta in simpatico stile campagnolo con accentuata e caratteristica atmosfera spirituale a spese dell’allora parroco don Costanzo Accorsi, protonario apostolico, lungo il lato sinistro (l’ubicazione primitiva era dietro l’abside). Vi è tutt’ora visibile una lapide in commemorazione della ricostruzione[34]. Dal 1960 ha subito devastanti interventi che l’hanno deturpata. Gli interni riportano le decorazioni del pittore ravarinese Silvestro Bergamini. La pala dell'altare maggiore raffigura San Giovanni Battista nel deserto è di Giovanni Giaroli per volere del marchese Luigi Rangoni[35][36]
Oratorio di San Rocco (Ravarino)
Eretto sulla strada Maestra nel 1631, come ex-voto per la fine della peste, con il contributo della famiglia Cavazzoni Pederzini, cadde in disuso nel 1721 ed attualmente è chiuso al pubblico. Anche per il restauro vi intervenne la famiglia Cavazzoni Pederzini, come testimonia una lapide posta dagli eredi di Antonio Pederzini nel 1815. All'interno si conservava una prestigiosa pala d’altare di autore ignoto che raffigura la Madonna del Rosario in compagnia dei santi Rocco e Sebastiano che proteggono il paese di Ravarino con ancora visibili le mura, i torrioni e palazzo Rangoni. La pala, recentemente restaurata, attualmente è in Municipio.[12][13][14][37][38][39][40][41]
Oratorio della Beata Vergine di Fatima (Ravarino)
Si tratta di un oratorio sussidiario sorto attorno agli anni ’60.
Chiesa di San Martino in Cozzano (Ravarino)
Andata completamente distrutta durante l’assedio di Nonantola del 20 luglio 1643, è ricordata da Girolamo Tiraboschi in “Storia dell’Augusta badia di San Silvestro di Nonantola” del 1784. Quello che oggi rimane è un pilastro sormontato da una croce che si trova nei pressi della fontana della località Ca’ Rossa [42]
Architetture civili
Municipio o Palazzo comunale
Il primitivo palazzo comunale venne completamente raso al suolo durante la guerra di Castro nel 1643. Oggi quel poco che resta della parte delle fondamenta del vecchio palazzo comunale si possono oggi vedere nel tratto di parco che unisce Via Roma a Via Borgo Franco. Successivamente (1730) la sede comunale venne posta al “Canaletto”, in una casa vicino al canale che costeggia il paese sul lato sud e poco distante dal mulino, vicino al “ponte dei Serafini” , Dopo l’unità d’Italia la sede comunale fu dapprima ospitata provvisoriamente nella casa del signor Guandalini Pederzini Achille e poi in quella che è l’attuale sede, edificata agli inizi degli anni '30 ed inaugurata nel 1934[43].
Il Comune conserva i cimeli di pregio del territorio, come una vasta collezione di strumenti di artigianato locale, al secondo piano il Fondo librario “Cavazzoni Pederzini” e l’archivio storico, mentre al terzo piano è l’Antiquarium dedicato al maestro Bruno Lodi (1921-2021)[44] con svariati reperti archeologici.[45]
All’interno del complesso ha sede anche la Scuola Secondaria I grado di Ravarino.
Villa Bonasi Benucci
Maestoso complesso di abitato della prima metà dell’800 che sorge sulla riva destra del fiume Panaro, in quella che veniva definita “la riviera”, un’elegantissima successione di ville gentilizie un tempo raggiungibili per via fluviale. Composto da quattro edifici distinti: villa padronale, l’ex casa colonica, la serra e l’oratorio. Lesionata dal sisma del maggio 2012 è tuttora in restauro.[46][47]
Il Palazzo di Donna Clarina
Oggi abitazione privata, è la tipica corte chiusa sul lato orientale opposto al fiume Panaro con palazzo padronale al centro e fabbriche ai lati dove in passato si trovavano scuderie ed abitazioni della servitù. Nel 1612 era chiamato “Palatio del Conte Claudio Rangoni Vescovo di Reggio”, dal quale lo ereditò, nel 1621, il fratello Conte Gherardo Rangoni, feudatario di Ravarino. Da qui l'altro suo nome “Palazzo del Vescovo”. Dal 1663 diventa il “Casino del Conte Lotario”. Nel 1700 passa in eredità a Donna Clarina Rangoni (della medesima famiglia), che vi abitò fino alla morte avvenuta nel 1744, che fu poetessa, faceva parte dell'Accademia degli Arcadi e andò in sposa a Giambattista Castellano, ciambellano e consigliere dell'imperatore Leopoldo I d'Asburgo, già commissario con pieni poteri amministratore del Ducato di Mantova. Particolarmente pittoresca è la torre (sec. XVI) che s’innalza alla sinistra del caseggiato.[46][47][48]
Lastra ai fucilati del 16 Agosto a Ravarino
In Piazza oggi denominata "Martiri della Libertà", n. 99, è una lapide in marmo bianco che ricorda le vittime di una terribile rappresaglia nazi-fascista. Il 16 agosto 1944, un funzionario fascista si ferì accidentalmente al piede con un colpo della propria rivoltella e denunciò di essere stato vittima di un tradimento. L’episodio avvenne nello stesso giorno in cui altri partigiani uccisero il console della Milizia della RSI Filiberto Nannini. I fascisti della zona reagirono coinvolgendo la Brigata Nera di Crevalcore. Ci fu un rastrellamento nel piccolo borgo di Case Nuove. Tutti i maschi (una ventina di uomini) del borgo furono portati nella piazza centrale di Ravarino, e cinque di loro scelti a caso, dopo un processo sommario, finirono davanti al plotone d'esecuzione: Belisle Borsari, Mario Morselli, Elio Barbieri, Giuseppe Benatti e il giovane diciottenne Lauro "Achille" Bertelli. Sotto alla lapide è una piccola targa con una poesia di Kriton Athanasulis, sulla lapide i nomi dei caduti.[49][50][51][52]
Monumento ai Paracadutisti d'Italia in memoria dell'operazione Herring
Il 2 giugno 2017 è stato inaugurato a Ravarino il monumento ai Paracadutisti d'Italia in memoria dell'operazione Herring, nella quale fu coinvolto anche Ravarino[53][54]
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[55]

Tradizioni e folclore
Ravarino è considerata una delle patrie dell'aceto balsamico, in quanto, nell'archivio della famiglia Cavazzoni-Pederzini di proprietà del Comune, vi si trova una delle ricette originali in una lettera datata 2 marzo 1862, da parte di Francesco Aggazzotti, avvocato formiginese e personaggio di spicco dell’ambiente modenese, con la passione dell’enologia e dell’agronomia, indirizzata all’amico e collega di Spilamberto Pio Fabriani.[56][57][58]
Musica
Ravarino diede i natali alla cantante Carmen Villani. Molto legata a Ravarino è anche Caterina Caselli, mentre Vinicio Capossela cita Ravarino nella canzone "Che coss'è l'amor", pubblicata nel 1994 nell'album "Se i gabbiani uscissero di galera", in cui si fa riferimento al personaggio di Estèr di Ravarino, coinvolta in una bisca clandestina.
Ricorrenze, feste e fiere
Nell'ambito del giugno Ravarinese, mese con diversi spettacoli ed eventi, si segnalano:
- 13 giugno: sagra di sant'Antonio di Padova a Ravarino
- 24 giugno: sagra di san Giovanni Battista a Rami
- 1º maggio: Calendimaggio, festa in tema medievale
- 8 settembre: sagra del santuario della Beata Vergine delle Grazie di Stuffione.
- mese di marzo: "Non TemiAMO la Matematica”, rassegna che promuove la cultura scientifica attraverso incontri pubblici e conferenze divulgative a cui hanno partecipato personalità come Piergiorgio Odifreddi e Bruno D'Amore (nel 2025 è stata la 13. edizione) [59][60]
Cultura
Istruzione
Biblioteche e musei
- Biblioteca comunale Sibilla Aleramo, con il fondo storico Fortunato Cavazzoni Pederzini.[61][62][63][64][65]
- Archivio privato Famiglia Cavazzoni Pederzini.[66][67]
- Museo - Antiquarium comunale e mostra storico-didattica "Bruno Lodi", che raccoglie reperti archeologici del territorio ravarinense come frammenti di suppellettili, vasi, oggetti in metallo, lucerne[68].
Accanto all’edificio della biblioteca comunale è attualmente in allestimento un centro espositivo permanente in collaborazione con l’Università di Modena.
Scuole
Scuola Primaria "Michelangelo Buonarroti"
Istituto Comprensivo 2 I.C. Ravarino
Teatri
Teatro "Arcadia"
Economia
Settore tessile
Principale caratteristica del territorio di Ravarino è il settore tessile legato all’abbigliamento. Le prime testimonianze risalgono al 1629 quando il Comune pone dei dazi circa la bachicoltura. Storicamente la zona è nota per la lavorazione della paviera (un'erba palustre) con la confezione di sporte e stuoie. Per quanto riguarda l'artigianato, Ravarino è rinomato soprattutto per i laboratori di intrecciatori di vimini e di giunchi.[69]
Come per i comuni vicinanti si segnala il tipico modello della piccola e media impresa con “capannoni” industriali. La presenza di stabilimenti industriali e artigianali sono concentrati nei quartieri di Rama e Cantone.
In periferia del paese si trova la sede operativa del marchio di abbigliamento Stone Island.
Settore eno-gastronomico
Ravarino è una delle patrie dell’aceto balsamico e custodisce un’acetaia storica[70]. Nelle zone è anche la produzione del lambrusco.
Ravarino diede altresì i natali all'imprenditore eno-gastronomico Telesforo Fini fondatore dell'omonimo Gruppo Fini di conserve e prodotti alimentari, che venne fondato a Ravarino nel 1973.
Infrastrutture e trasporti
Strade
Il comune è attraversato dalla Strade provinciali della provincia di Modena SP 1 Sorbarese che entra in città da est, con il nome di via Morotorto, per poi continuare nel centro cittadino come via Roma e, dopo la rotonda, come via Maestra.
Mobilità urbana
Il territorio urbano è servito da SETA del Bacino provinciale di Modena.
Amministrazione
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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12 maggio 1985 | 12 giugno 1999 | Athos Ponzoni | PCI, PDS | Sindaco | [71] |
13 giugno 1999 | 6 giugno 2009 | Massimo Lenzi | Democratici di Sinistra | Sindaco | [71] |
7 giugno 2009 | 25 maggio 2014 | Mario Gatti | lista civica Per Ravarino | Sindaco | [71] |
26 maggio 2014 | in carica | Maurizia Rebecchi | centro-sinistra Per Ravarino | Sindaco | [72] |
Note
- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2025 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Regione Emilia-Romagna. Unione Comuni del Sorbara, su unionedelsorbara.mo.it, 2025-07-2.
- ^ Curiosità Modenesi. Perché Ravarino si chiama così?, su modenatoday.it, © ModenaToday. URL consultato il 24 giugno 2025.
- ^ Bruno Lodi, Itinerari storici nella Emilia Centrale, parte 1: Itinerari ravarinesi: L'uomo e l'ambiente, vol. 1: Etnografia, Edizioni del Comune di Ravarino, Ravarino, 1995, p. 37, SBN MOD1384798.
- ^ Bruno Lodi, Ravarino e Ravarinesi : (memorie storiche del Comune di Ravarino), Modena, Artestampa, 2016, p. 20, ISBN 978-88-6462-434-1, SBN UBO4216323.
- ^ Andrea Cavazzoni Pederzini, Delle antichità di Ravarino e di Stuffione, Modena, Soliani, 1860, p. 5.
- ^ RAVARINO, su Copyrights © 2018 Sagre & Borghi. URL consultato il 25 giugno 2025.
- ^ Bruno Lodi, Ravarino e Ravarinesi : (memorie storiche del Comune di Ravarino), Modena, Artestampa, 2016, p. 21-25, ISBN 978-88-6462-434-1, SBN UBO4216323.
- ^ Lodi, 2016, pp. 47-48: “iure feudi nobilis de terra Castri Crescentis e de terra Burgi Franchi, ecc. et cum fundo atque Panarii hoc loco ‘detto Volta Salara’ et, per valles usque in fundum canalis Navigii … et prout et similiter continentur in privilegiis imperialibus olim concessis q. mag. Pietro della Rocca fisico … et ab hinc in antea creati et veri comites ab omnibus appellari et nominari haberi… // con diritto di feudo nobile della terra di Castel Crescente e della terra di Borgofranco … e con il fondo dell’acqua del Panaro e per le valli fino alla fine del canale di Modena e secondo e similmente è contenuto nei privilegi imperiali già un tempo concessi al fu maestro Pietro della Rocca fisico … e da questo momento in avanti siete creati conti e come tali dovete da tutti essere ritenuti e chiamati.
- ^ a b Quadro di S. Rocco e S. Sebastiano, su cicloviadelsole.it, Ciclovia del Sole. URL consultato il 25 giugno 2025.
- ^ a b Giovanni Serra, La peste dell'anno 1630 nel Ducato di Modena, a cura di Ordine dei medici della provincia di Modena, Modena, Società tipografica editrice modenese, 1960.
- ^ a b Bruno Lodi, Al nostar Sa Roch : la peste a Ravarino, Ravarino, Comune, 1989, SBN UBO0081225.
- ^ Opuscoli religiosi, letterarj e morali, serie 2., tomo 4., Modena, Tipografia Soliani, 2 luglio 2025, pp. 393-395, SBN RAV0204725.«"Le sue spoglie mortali riposano nella nativa sua villa di Ravarino, nell'Oratorio di San Rocco ove sono le sue tombe di famiglia"»
- ^ Lodi, 2016, Viene citata una lettera del feudatario conte Gherardo Rangoni indirizzata al Sig. Codebò: “… La mia solita fiera di Ravarino [quella di S. Martino] fu sospesa per il contagio, ne sentirei danno hora che le cose sono ridate Dio grazia in buon stato…”, p. 73
- ^ Lodi, 2016, p. 76
- ^ Alessandro Giuseppe Spinelli, Le campane del modenese : abbozzo storico, Modena, Soliani, 1902.
- ^ Lodi, 2016, “E così il nostro piccolo e caro Ravarino, a causa delle rivalità tra i potenti, ricevette una troppo severa e sproporzionata punizione”, p. 77
- ^ Girolamo Tiraboschi, Storia dell'augusta Badia di S. Silvestro di Nonantola aggiuntovi il codice diplomatico della medesima illustrato con note opera del cavaliere ab. Girolamo Tiraboschi, Modena, Società Tipografica, 1784-1785.
- ^ Lodi, 2016, p. 75-77. Il maestro Lodi riporta tutte le suddette fonti edite più altre fonti documentarie come il fascicolo presso l’Archivio di Stato di Modena, filza “Marchesato Rangoni”, cartella “Ravarino” e altre fonti manoscritte tra cui le “Memorie della chiesa parrocchiale di Ravarino, di Don Costanzo Accorsi, p. 17
- ^ Lodi, 2016, p. 94
- ^ Lodi, 2016, p. 105-106
- ^ Archivio Famiglia Cavazzoni Pederzini [1200] - 1970, su archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 2 luglio 2025.«L'archivio della famiglia Cavazzoni Pederzini è stato donato al Comune di Ravarino fra il 2008 ed il 2011.»
- ^ Famiglia Cavazzoni Pederzini (Ravarino), su archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it, Regione Emilia-Romagna, Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna. URL consultato il 2 luglio 2025.
- ^ Scheda a cura di Jessica Pagani (Open Group), revisione a cura di Laura Cristina Niero (a cura di), Regione Emilia-Romagna. Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna. Archivio dell'Opera pia Cavazzoni Pederzini (Ravarino) , 1891-1936, su archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 2 luglio 2025.
- ^ Lodi, 2016, p. 114-116
- ^ Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia - Ravarino, 16.08.1944
- ^ Lodi, 2016, pp. 120-121
- ^ Un po' di storia…, su comune.ravarino.mo.it, Comune di Ravarino. URL consultato il 28 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
- ^ Stemma e Gonfalone, su comune.ravarino.mo.it, Comune di Ravarino. URL consultato il 15 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2019).
- ^ Lodi, 2016, p. 31-45
- ^ Lodi, 1995, p. 183
- ^ Lodi, 2016, p. 90
- ^ Ciclovia del Sole (a cura di), Chiesa di S. Giovanni Battista, su cicloviadelsole.it. URL consultato il 25 giugno 2025.
- ^ Quirino Bigi, Notizie di Antonio Allegri di Antonio Bartolotti suo maestro e di altri pittori ed artisti correggiesi, Modena, Tip. di C. Vincenzi, 1873, p. 227, SBN RMR0016060.
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- ^ Chiara Pignatti, Morto Bruno Lodi storico e maestro, su gazzettadimodena.it, Gazzetta di Modena. URL consultato il 28 giugno 2025.«Classe 1921, era conosciuto con l’appellativo “Maestro” grazie ai decenni d’insegnamento presso la scuola elementare Michelangelo Buonarroti. Un’altra ragione all’origine del soprannome è la passione infinita per la storia, da cui era nata un’intensa attività sia di ricercatore sia di scrittore. Le sue opere costituiscono il nucleo principale per la ricostruzione storica del territorio ravarinese.»
- ^ Mostra storico didattica permanente di Ravarino, su cultura.gov.it, Ministero della Cultura. URL consultato il 5 luglio 2025.«La mostra storico-didattica permanente consegue all'attività di ricerca programmata dal Comune e dal consiglio di interclasse delle scuole locali ed eseguita dal Gruppo comunale per la ricerca antropostorica, dagli alunni delle scuole e dalle loro famiglie, con la collaborazione di tutti i cittadini. Dalle prime mostre allestite nel 1978 e nel 1980 ha preso corpo l'esposizione permanente di materiali paleontologici e archeologici di età romana e medioevale. Si tratta di frammenti di suppellettili, vasi, oggetti in metallo, lucerne, che consentono di ricostruire alcuni aspetti della vita quotidiana delle popolazioni antiche per una prevalente fruizione didattica.»
- ^ a b Palazzo di Donna Clarina, su cicloviadelsole.it, Ciclovia del Sole. URL consultato il 25 giugno 2025.
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- ^ Festa della Repubblica, a Ravarino celebrati gli 80 anni dall’Operazione Herring, su modenatoday.it, © ModenaToday. URL consultato il 2 luglio 2025.
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- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
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- ^ Torna “Non TemiAMO la Matematica” la rassegna che promuove la cultura scientifica, su modenatoday.it, © ModenaToday. URL consultato il 28 giugno 2025.
- ^ Redazione "Sul Panaro" (a cura di), A Ravarino c’è “Non temiamo la matematica” dall’1 al 22 marzo, su sulpanaro.net. URL consultato il 2 luglio 2025.
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- ^ Apre il nuovo Polo culturale a Ravarino, gli studenti intitolano la biblioteca a Sibilla Aleramo, su modenatoday.it, © ModenaToday. URL consultato il 24 giugno 2024.«"Si tratta di una raccolta di libri molto rari, di cui alcuni non presenti in altre biblioteche e che rappresentano la storia socioculturale non solo del territorio ma anche delle vicende dell'epoca"»
- ^ Galleria fotografica: Biblioteca comunale “Sibilla Aleramo” di Ravarino - catalogazione “Biblioteca Fortunato Cavazzoni Pederzini”, su Regione Emilia-Romagna, Patrimonio Culturale. URL consultato il 24 giugno 2025.
- ^ Archivio Famiglia Cavazzoni Pederzini [(1200] - 1970), su archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it, Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna. URL consultato il 28 giugno 2025.
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- ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 2, Roma, A.C.I., 1985, p. 4,6.
- ^ “L’aceto balsamico modenese” in cassaforte., su consorteria-abtm.it. URL consultato il 28 giugno 2025.«L’Acetaia del Comune di Ravarino è stata avviata nel 2011, ha sede nel sottotetto della casa comunale ed è curata da un gruppo di appassionati della Comunitá Ravarinese della Consorteria. L’Acetaia ospita quattro batterie (due da cinque e due da sei barili), una botte madre ed un piccolo barile di ginepro, tutte donate da realtà associative e di volontariato sociale, imprenditoriali locali e dalla stessa Comunità Ravarinese della Consorteria. L’Acetala è stata corredata da una collezione di attrezzi, donati dagli stessi acetai ravarinesi, legati alla lavorazione e alla produzione del balsamico. Si è cosi costituito un percorso didattico completo e strutturato, volto alla valorizzazione del balsamico tradizionale modenese»
- ^ a b c http://amministratori.interno.it/
- ^ Portale della Provincia di Modena | Enti | Elezioni amministrative 25 maggio 2014
Bibliografia
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- Bruno Lodi, Ravarino e Ravarinesi : (memorie storiche del Comune di Ravarino), Modena, Artestampa, 2016, ISBN 978-88-6462-434-1.
- Boguslaw Kulesza ; presentazione: Riccardo Fangarezzi, Parrocchia di Ravarino : notizie storiche, Nonantola, Centro Studi Storici Nonantolani, 2015, ISBN 978-88-6462-373-3, SBN MOD1653814.
- Bruno Lodi ; presentazione: Gabriella Guandalini, Al nostar Sa Roch : la peste a Ravarino, Ravarino, Comune di Ravarino, 1989, SBN UBO0081225.
- Bruno Lodi, Indagine conoscitiva sulla gestione de l'Oratorio di San Rocco in Ravarino, [Ravarino], s.e., 1985-86, SBN MOD0868703.
- Andrea Cavazzoni Pederzini, Delle antichità di Ravarino e di Stuffione: lettera postuma, Modena, Eredi Soliani, 1860, SBN MOD1770427.
- Umberto Guerini, The challange of autenticity : the collection of drawings given by Francis Bacon to Cristiano Lovatelli Ravarino between 1977 and 1992, Londra, FBF, 2012, SBN TO01928279.
- Luigi Perdisa, Appunti per il ricorso contro la proposta di inclusione del Comune di Ravarino nel comprensorio del Consorzio di bonifica del Cavamento Palata, Faenza, Stab. graf. F.lli Lega, 1955, SBN UBO2936507.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Sito ufficiale, su comune.ravarino.mo.it.
- Ravarino, su sapere.it, De Agostini.
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