Piero Cosmin (Quiliano, 27 giugno 1903Varese, maggio 1945) è stato un militare e prefetto italiano, volontario pluridecorato nel corso della guerra di Spagna all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre 1943 divenne prefetto e poi capo della Provincia di Verona e di Venezia.

Piero Cosmin

Capo della Provincia di Verona
Durata mandato30 settembre 1943 –
12 maggio 1944
PredecessoreTito Cesare Canovai
SuccessoreFranco Bogazzi

Capo della Provincia di Venezia
Durata mandato12 maggio 1944 –
20 luglio 1944
PredecessoreDino Pietro Cagetti
SuccessoreGaspero Barbera

Biografia

Durante il ventennio fascista fu segretario federale di Quiliano, suo paese natio[1][2].

La guerra di Spagna

Partecipò come volontario alla guerra civile spagnola.

Alla vigilia dell'armistizio dell'8 settembre 1943 fu inviato a Verona per gestire l'amministrazione controllata di un'azienda[3]. Proprio mentre si trova nel capoluogo scaligero, riceve la notizia dell'armistizio; il 14 settembre, dopo aver tentato invano di contattare le gerarchie fasciste, riapre il fascio di Verona, che era stato chiuso immediatamente dopo l'armistizio[3]. Aderì alla Repubblica Sociale Italiana e fu il Capo della Provincia di Verona (settembre 1943 - maggio 1944) e di Venezia (maggio - luglio 1944) della RSI[4][5].

In qualità di Capo della Provincia di Verona provvide a prendere in consegna gli ex gerarchi fascisti (Galeazzo Ciano, Giovanni Marinelli, Luciano Gottardi, Carlo Pareschi, Emilio De Bono e Tullio Cianetti) che avevano votato l'ordine del giorno Grandi durante il Gran consiglio del 25 luglio 1943, i quali furono condannati a morte dal tribunale straordinario di Verona nel 1944. Accanito accusatore dei gerarchi "traditori", manifestò un antisemitismo intransigente e duro[6]. Nei primi giorni del 1945 Guido Buffarini Guidi lo impiegò presso il Ministero dell'Interno[5].

Cosmin morì di tisi[2] nel maggio 1945 a Varese, ospite della casa di cura La Quiete.

Onorificenze

«Ufficiale informatore di un comando di divisione, in quattro giorni di dura lotta, agì quasi costantemente coi reparti di avanguardia, dando numerose prove di valore. Avanzando con un reparto di carri d'assalto cooperava alla cattura di un carro-cannone avversario. Settore di Guadalajara, 9-13 marzo 1937-XV[7]»

Note

  1. ^ Savonesi nella guerra civile spagnola vol 1, Antonio Martino, p.138, 2024, ISBN 9781445280042
  2. ^ a b Claudio Biscarini, Il primo sangue, dellastoriadempoli.it, 15 novembre 2013.
  3. ^ a b Giorgio Bocca, Storia dell'Italia partigiana, Feltrinelli, Milano, 2012.
  4. ^ https://www.internamentoveneto.it/centro-studi-internamento-deportazione/i-responsabili-della-persecuzione-in-veneto/
  5. ^ a b La fuga non era tra i progetti di Mussolini all’epilogo, italoeuropeo.com, 18 marzo 2008.
  6. ^ Alberto Cifelli, I prefetti del Regno nel ventennio fascista, Roma, SSAI, 1999, p. 60.
  7. ^ http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/view_doc.php?img=e-1939%20vol_3/e-1939%20vol_3_00000237.JPG

Voci correlate