Bozza:Don't Blame Me (Taylor Swift)

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Don't Blame Me
ArtistaTaylor Swift
Data2017
EtichettaBig Machine Records

Don't Blame Me è un brano della cantautrice statunitense Taylor Swift, contenuto nel suo sesto album in studio, Reputation (2017). Scritta dalla srtessa Swift e dai produttori del brano, Max Martin e Shellback, Don't Blame Me combina electropop, EDM e gospel pop. La sua produzione è guidata da bassi potenti, sintetizzatori pulsanti e voci manipolate. Il testo parla della dichiarazione d'amore senza scuse della cantautrice, utilizzando riferimenti alla tossicodipendenza e alla religione. I critici musicali hanno descritto la produzione come oscura e malinconica; alcuni hanno ritenuto Don't Blame Me un punto forte dell'album e ne hanno elogiato la produzione densa, mentre altri l'hanno definita generica.

Nel 2022, Don't Blame Me ha guadagnato popolarità su TikTok e ha raggiunto la top 50 delle classifiche in Australia, Austria, Singapore, Ungheria e Norvegia. È stata certificata disco di platino in molti paesi europei e multiplatino in Australia e Nuova Zelanda. La Swift ha incluso il brano nella scaletta del suo Reputation Stadium Tour (2018) e dell'Eras Tour (2023-2024).

Antefatti

Taylor Swift ha pubblicato il suo quinto album in studio, 1989, nell'ottobre 2014 dall'ampio successo commerciale, vendendo oltre sei milioni di copie negli Stati Uniti. La Swift ha continuato a essere un bersaglio importante dei pettegolezzi dei tabloid durante la promozione di 1989 a causa di relazioni romantiche di breve durata con il produttore scozzese Calvin Harris e l'attore inglese Tom Hiddleston. La sua reputazione è stata ulteriormente macchiata da controversie pubblicizzate con altre celebrità, tra cui il rapper Kanye West, la personalità dei media Kim Kardashian e la cantante Katy Perry.[1] La Swift è diventata sempre più silenziosa sui social media, avendo mantenuto una presenza attiva con un ampio seguito, ed evitando interazioni con la stampa.[2]

Composizione

Don't Blame Me è stata co-scritta dalla Swift e dai suoi produttori, Max Martin e Shellback:[3] i due produttori sono accreditati per l'utilizzo di tastiere, Shellback per la chitarra, la Swift e Martin hanno fornito i cori. Sam Holland e Michael Ilbert, con gli assistenti tecnici Cory Bice e Jeremy Lertola, hanno registrato il brano agli MXM Studios di Los Angeles e Stoccolma. Don't Blame Me è stato mixato da Serban Ghenea ai MixStar Studios di Virginia Beach, Virginia, e masterizzato da Randy Merrill agli Sterling Sound Studios di New York City. [4]

Nelle recensioni della critica specializzata, i critici hanno descritto Don't Blame Me come electropop,[5] EDM[6] e "gospel pop",[7] con elementi di musica industriale . [8] Rob Sheffield di Rolling Stone lo ha descritto come racconto di una "lunatica 'cattiva ragazza che va in chiesa' ", richiamando Like a Prayer di Madonna (1989).

Hannah Mylrae di NME ha descritto la produzione come "tonante, da battere i piedi, da sbattere i pugni". [9] La canzone è accompagnata da una produzione elettronica oscura e lunatica e da un "suono da chiesa" per il ritornello.[5][10][11] La sua strumentazione include batteria pulsante, sintetizzatori impetuosi, un basso pesante e voci distorte multitraccia.[7] [12]

Monique Mendelez per Spin ha paragonato il suo "fragoroso paesaggio sonoro da chiesa gotica" alle atmosfere di Take Me to Church di Hozier (2013).[13] Alexis Petridis del The Guardian ha trovato la progressione armonica del brano simile a quella di ...Baby One More Time di Britney Spears (1998).[6]

Per quanto riguarda il testo, le recensioni hanno visto nel brano l'atteggiamento impenitente della Swift che riflette la sua reputazione di cantautrice che scriveva principalmente di amore e relazioni passate,[5] [14] accennando a "quanto il suo nuovo amante l'abbia fatta impazzire".[10] Nella canzone, l'artista risponde anche alle critiche che ha subito per aver cantato delle sue relazioni.[13] Nel testo sono presenti immagini religiose, "Cadrei in disgrazia / Solo per toccare il tuo viso" e riferimenti alla dipendenza ("Oh, Signore salvami, la mia droga è il mio piccolo").[13]

Neil McCormick del Daily Telegraph ha visto nella canzone una riflessione sulla possibilità che l'amore sopravviva in presenza del controllo dei media.[15]

Nell'edizione sudafricana di GQ, Bernd Fischer ha dichiarato che la canzone mostrasse un lato più vulnerabile di Swift nonostante il titolo suggerisse il contrario.[11] Il brano contiene anche un riferimento a Il grande Gatsby dove Swift si riferisce a se stessa come "la tua Daisy".[16]

Successo commerciale

 
Taylor Swift esegue Don't Blame Me durante l'Eras Tour (2023)

Tra maggio e giugno 2022, Don't Blame Me ha guadagnato popolarità sull'app di condivisione video TikTok ed è entrata in diverse classifiche di vari paesi europei,[17] raggiungendo il picco nella top 50 in Norvegia (18), Repubblica Ceca (33), e Austria (49). Nel più ampio mondo anglofono, Don't Blame Me ha raggiunto il numero 16 in Australia e il numero 77 nel Regno Unito. Nella classifica Billboard Global 200, il brano ha raggiunto la posizione numero 118. Il brano è stato certificato oro in diversi paesi europei, tra cui Italia, Norvegia, Grecia, Polonia e Portogallo. In Nuova Zelanda e Regno Unito, è stato certificato platino, mentre in Australia è stato certificato quattro volte platino. Nonostante non sia mai entrato nella classifica Billboard Hot 100, Don't Blame Me ha accumulato oltre un miliardo di ascolti su Spotify.

Accoglienza

Don't Blame Me ha ricevuto recensioni per lo più positive dalla critica. Melendez ha affermato che il brano è la canzone che rappresenta Reputation, lodandone la produzione e il testo.[13] Jamieson Cox per Pitchfork ha definito la canzone un "mostro scintillante tenuto insieme dalla presenza della Swift al centro". [12] Scrivendo per PopMatters, Evan Sawdy ha definito la traccia un punto culminante dell'album.[10] In altre recensioni, Petridis, McCormick ed Ellen Peirson-Hagger di Under the Radar l'hanno scelta come punto culminante del disco.[6][18][15] Peirson-Hagger ha notato il suo "stile caldo, cantilenante, confessionale intrigantemente oscuro", mentre McCormick ha evidenziato le sue "osservazioni concise, melodie insidiose e voci intimamente colloquiali". [18] [15]

In una recensione meno entusiasta, Eleanor Graham di The Line of Best Fit e Uppy Chatterjee di The Music hanno trovato la produzione influenzata dall'EDM/elettronica inefficace in parte perché già enormemente popolare nelle classifiche, sebbene il secondo abbia riconosciuto che il brano aveva alcuni testi "profondamente personali". [19][20] Rudy K. di Sputnikmusic ha commentato che il brano "richiede una voce più agile di quella che la Swift può offrire".[21] In una recensione per Atwood Magazine, Nicole Almeida ha trovato la metafora della droga nel testo un cliché.[22]

Classifiche

 

Note

  1. ^ Ryan, 5 things Taylor Swift's past USA Today interviews tell us about her Reputation era, su usatoday.com, November 9, 2017. URL consultato il November 9, 2017.
  2. ^ The Washington Post, https://www.washingtonpost.com/news/arts-and-entertainment/wp/2017/11/15/taylor-swift-avoided-and-mocked-the-media-with-reputation-and-it-worked/?noredirect=on.
  3. ^ D'Souza, How Max Martin Built a Pop Sound Then Lost His Grip on the Charts, su vice.com, January 29, 2018. URL consultato il October 13, 2020.
  4. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore creds
  5. ^ a b c Time, https://time.com/5017724/taylor-swift-reputation-explained/. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "TimeRev" è stato definito più volte con contenuti diversi
  6. ^ a b c Petridis, Taylor Swift: Reputation review – superb songcraft meets extreme drama, su The Guardian, November 10, 2017. URL consultato il June 14, 2022. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "TGAP" è stato definito più volte con contenuti diversi
  7. ^ a b https://www.npr.org/2017/11/13/563738577/taylor-swift-pushes-further-into-electro-pop-with-reputation.
  8. ^ Corr, Taylor's swift rebuke to the haters on Reputation, in RTÉ, 10 novembre 2017.
  9. ^ Mylrae, Every Taylor Swift Song Ranked In Order of Greatness, su NME, September 8, 2020. URL consultato il June 14, 2022.
  10. ^ a b c Sawdy, Taylor Swift – Reputation (Review), su PopMatters, November 13, 2017. URL consultato il May 28, 2022. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "PMES" è stato definito più volte con contenuti diversi
  11. ^ a b Fischer, Taylor Swift's Reputation is here: 'I Did Something Bad' but 'Don't Blame Me', su GQ, November 11, 2017. URL consultato il June 17, 2022. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "GQ" è stato definito più volte con contenuti diversi
  12. ^ a b Cox, Taylor Swift: Reputation Album Review, su pitchfork.com, November 13, 2017. URL consultato il November 13, 2017. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "pitchforkrev" è stato definito più volte con contenuti diversi
  13. ^ a b c d Melendez, Taylor Swift's 'Don't Blame Me' Is the Place Where Reputation Fully Clicks, su Spin, November 10, 2017. URL consultato il May 28, 2022. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "SpinRev" è stato definito più volte con contenuti diversi
  14. ^ Frazier, 'Don't Blame Me' Is The Clapback Anthem On Taylor Swift's New Album, su Romper, November 10, 2017. URL consultato il May 28, 2022.
  15. ^ a b c McCormick, Taylor Swift, Reputation, review: 'brash, weaponised pop', su The Daily Telegraph, November 10, 2017. URL consultato il June 14, 2022. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "Telegraph" è stato definito più volte con contenuti diversi
  16. ^ Withers, On Reputation, Taylor Swift Seems to Be Really Into The Great Gatsby, su Slate, November 10, 2017. URL consultato il May 28, 2022.
  17. ^ TikTok Credited with Record Streaming Numbers for Four-Year-Old Taylor Swift Song, su Centennial Beauty, May 19, 2022. URL consultato il June 3, 2022.
  18. ^ a b Peirson-Hagger, Taylor Swift Reputation (Big Machine) Review, su undertheradarmag.com, November 13, 2017.
  19. ^ Graham, Taylor Swift's reputation is a microcosm of America's explosive political landscape, su The Line of Best Fit, November 10, 2017. URL consultato il May 28, 2022.
  20. ^ Chatterjee, Review: Taylor Swift Takes A New Direction With Reputation – But Is It The Right One?, su The Music, November 11, 2017. URL consultato il May 28, 2022.
  21. ^ K., Taylor Swift: Reputation, su Sputnikmusic, November 10, 2017. URL consultato il June 17, 2022.
  22. ^ Roundtable: A Review of Taylor Swift's Reputation, su Atwood Magazine, November 17, 2017. URL consultato il May 28, 2022.