Madyes
Maydes, in lingua media Mādava, (... – 625 a.C.) fu un re scita che regnò durante il periodo della presenza scita nell'Asia occidentale nel VII secolo a.C.
Maydes | |
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Re degli Sciti | |
In carica | 658/9 a.C. – 625 a.C. |
Predecessore | Bartatua |
Successore | sconosciuto |
Morte | 625 a.C. |
Dinastia | Dinastia di Bartatua |
Padre | Bartatua |
Madre | Šērūʾa-ēṭirat (?) |
Religione | Religione scita Religione mesopotamica (?) |
Madyes era figlio del re scita Bartatua e della principessa assira Šērūʾa-ēṭirat e, in quanto alleato dell'impero assiro, che all'epoca era la superpotenza dell'Asia occidentale e il cui re Assurbanipal era suo zio, portò il potere scita al suo apice nell'Asia occidentale.
Dopo che l'Impero assiro iniziò a sgretolarsi, Madyes fu assassinato dal re medo Ciassare, che espulse gli Sciti dall'Asia occidentale.
Nome
Il nome Madyes è la forma latinizzata di Maduēs (in greco antico Μαδυης)[1], che è essa stessa la forma greca antica di un nome iranico antico[2].
Gli iranologi avevano inizialmente suggerito che la forma originale del nome Madyes fosse lo scita Madava, che significa "idromele", derivato da un termine che indica il miele, *madu-[2][3][4].
Tuttavia, il suono iranico /d/ si era evoluto in /ð/ nel proto-scita, e in seguito evoluto in /l/ nello scita, per cui il termine proto-iranico *madu- era diventato *malu- in scita[5], motivo per cui lo studioso Mikhail Bukharin considerava improbabile la derivazione di Madyes da *madu-, e, osservando che il nome Madyes era stato trasmesso attraverso fonti persiane agli autori greci che lo avevano registrato, propose che il nome Μαδυης derivasse invece dalla forma iranica occidentale *Mādava-, che significa "Mediano"[6].
Contesto storico
Nell'VIII e VII secolo a.C., un significativo movimento di nomadi della steppa eurasiatica portò gli Sciti nell'Asia sud-occidentale. Questo movimento ebbe inizio quando un'altra tribù nomade iranica strettamente imparentata con gli Sciti, i Massageti[7] o gli Issedoni[8], migrò verso ovest, costringendo i primi Sciti ad attraversare il fiume Araxes verso ovest[9], in seguito alla quale gli Sciti si spostarono nella steppa caspica ove soppiantarono i Cimmeri[9].
Sotto la pressione degli Sciti, i Cimmeri migrarono verso sud lungo la costa del Mar Nero e raggiunsero l'Anatolia, mentre gli Sciti si espansero a loro volta verso sud, seguendo la costa del Mar Caspio e arrivando nelle steppe del Caucaso settentrionale, da dove si espansero nella regione dell'attuale Azerbaigian, dove si stabilirono e trasformarono la Transcaucasia orientale nel loro "centro operativo" nell'Asia occidentale fino all'inizio del VI secolo a.C.[10][11][12][13], con questa presenza in Asia occidentale che costituiva un'estensione del regno scita delle steppe[14]. Durante questo periodo, il "quartier generale" dei re sciti era situato nelle steppe a nord del Caucaso, e il contatto con la civiltà dell'Asia occidentale avrebbe avuto un'influenza importante sulla formazione della cultura scita[7].
Biografia
Contesto
Madyes era il figlio del precedente re scita, Bartatua, e forse il nipote del predecessore di Bartatua, Išpakaia[15]. Išpakaia era stato un nemico dell'allora superpotenza dell'Asia occidentale, l'Impero assiro, ed era stato ucciso in battaglia era diventato re degli Sciti e aveva cercato invece di allearsi con gli Assiri[16].
Il nome della madre di Madyes non è passato alla storia, ma, poiché Bartatua aveva chiesto in sposa la principessa assira Šērūʾa-ēṭirat, figlia di Esarhaddon e sorella dei suoi successori Assurbanipal e Shamash-shum-ukin, e poiché sotto i regni di Bartatua e Madyes esisteva una stretta alleanza tra gli Sciti e l'Assiria, ciò suggerisce che i sacerdoti assiri approvassero questo matrimonio tra una figlia di un re assiro e un signore nomade, cosa che non era mai accaduta prima nella storia assira; gli Sciti furono così coinvolti in un'alleanza matrimoniale con l'Assiria, e Šērūʾa-ēṭirat fu probabilmente la madre del figlio di Bartatua, Madyes[17][18][19][20][21].
Il matrimonio di Bartatua con Šērūʾa-ēṭirat richiedeva che egli giurasse fedeltà all'Assiria come vassallo e, in conformità con la legge assira, i territori da lui governati sarebbero stati il suo feudo concesso dal re assiro, il che rendeva la presenza scita in Asia occidentale un'estensione nominale dell'Impero assiro[16]. In base a questo accordo, il potere degli Sciti nell'Asia occidentale dipendeva fortemente dalla loro cooperazione con l'Impero assiro[22]; da quel momento in poi, gli Sciti rimasero alleati dell'Impero assiro[16]. In questo periodo, il re urarteo Rusa II potrebbe anche aver arruolato truppe scite per proteggere i suoi confini occidentali[18].
L'alleanza matrimoniale tra il re scita e la dinastia regnante assira, così come la vicinanza degli Sciti con i Mannei e Urartu, posero gli Sciti sotto la forte influenza della cultura assira[12]. Dopo la morte di Bartatua, gli succedette Madyes[16].
Conquista della Media
Quando, dopo un periodo di declino assiro nel corso degli anni '50 del VII secolo a.C., l'altro figlio di Esarhaddon, Shamash-shum-ukin, che gli era succeduto come re di Babilonia, si ribellò contro suo fratello Assurbanipal nel 652 a.C., i Medi lo sostennero e Madyes aiutò Assurbanipal a reprimere la rivolta dall'esterno invadendo i Medi. Il re medo Fraorte fu ucciso in battaglia, o contro gli Assiri o contro lo stesso Madyes, che poi impose l'egemonia scita sulla Media per ventotto anni per conto degli Assiri, dando così inizio a un periodo che gli autori greci chiamarono il "dominio scita sull'Asia"[13][12][23].
Madyes estese presto l'egemonia scita anche allo stato di Urartu, con Media, Mannai e Urartu che continuarono a esistere come regni sotto la sovranità scita[23].
Sconfitta dei Cimmeri
Durante il VII secolo a.C., la maggior parte dei Cimmeri operava in Anatolia, dove costituivano una minaccia epr gli Assiri, alleati degli Sciti, i quali dal 669 a.C. erano governati dallo zio di Madyes, cioè il figlio di Esarhaddon e fratello di Šērūʾa-ēṭirat, Assurbanipal. I documenti assiri del 657 a.C. potrebbero riferirsi a una minaccia o a una conquista dei possedimenti occidentali dell'Impero assiro in Siria[24][25], e queste aggressioni cimmere preoccuparono Assurbanipal per la sicurezza del confine nord-occidentale del suo impero[26]. Nel 657 a.C. i documenti divinatori assiri chiamavano il re cimmero Tugdammi con il titolo di šar-kiššati ("Re dell'Universo"), che normalmente poteva appartenere solo al re assiro: quindi, i successi di Tugdammi contro l'Assiria significavano che egli era stato riconosciuto nell'antica Asia occidentale come altrettanto potente di Assurbanipal, e la regalità sull'Universo, che apparteneva di diritto al re assiro, era stata usurpata dai Cimmeri e doveva essere riconquistata dall'Assiria. Questa situazione continuò per tutto il resto degli anni '50 e l'inizio degli '40 del VII secolo a.C[24].
Nel 644 a.C., i Cimmeri, guidati da Tugdammi, attaccarono il regno di Lidia, sconfissero i Lidi e catturarono la capitale lidia, Sardi; il re della Lidia Gige morì durante questo attacco[26][27][28]. Dopo aver saccheggiato Sardi, Tugdammi guidò i Cimmeri nell'invasione delle città-stato greche di Ionia ed Eolide sulla costa occidentale dell'Anatolia[24]. Dopo questo attacco alla Lidia e alle città greche in Anatolia, intorno al 640 a.C. i Cimmeri si trasferirono in Cilicia, al confine nord-occidentale dell'impero assiro, dove, dopo che Tugdammi dovette affrontare una rivolta contro di lui, si alleò con l'Assiria e riconobbe la sovranità assira, e inviò inviando tributi ad Assurbanipal, al quale giurò fedeltà. Tugdammi, però, ruppe presto questo giuramento e attaccò di nuovo l'Impero assiro, ma si ammalò e morì nel 640 a.C., e gli succedette il figlio Sandakšatru[26][27].
Nel 637 a.C., la tribù tracia dei Treres che era migrata attraverso il Bosforo tracio e aveva invaso l'Anatolia[29], sotto il loro re Kōbos e in alleanza con i Cimmeri di Sandakšatru e i Lici, attaccò la Lidia durante il settimo anno del regno di Ardis II, figlio di Gige[27]. Sconfissero i Lidi e catturarono la loro capitale Sardi, ad eccezione della sua cittadella, e Ardis II potrebbe essere stato ucciso in questo attacco[30]. Anche il figlio e successore di Ardis II, Sadiatte, potrebbe anche essere stato ucciso in un altro attacco cimmero alla Lidia nel 635 a.C[30].
Subito dopo il 635 a.C., con l'approvazione assira[31] e in alleanza con i Lidi[32], gli Sciti sotto Madyes entrarono in Anatolia, espulsero i Treres dall'Asia Minore e sconfissero i Cimmeri, che non costituirono più una minaccia, dopodiché gli Sciti estendono il loro dominio all'Anatolia centrale[13][27]. Questa sconfitta definitiva dei Cimmeri fu opera delle forze congiunte di Madyes, a cui Strabone attribuisce il merito di aver espulso i Treres e i Cimmeri dall'Asia Minore, e del figlio di Sadiatte, nipote di Ardis e pronipote di Gige, il re Aliatte II di Lidia, che secondo Erodoto di Alicarnasso e Polieno sconfisse definitivamente i Cimmeri[24][33].
Nel racconto di Polieno sulla sconfitta dei Cimmeri, egli afferma che Aliatte usò dei "cani da guerra" per espellerli dall'Asia Minore: tale termine è una reinterpretazione folcloristica greca dei giovani guerrieri sciti che, seguendo il rito di passaggio indoeuropeo del *kóryos, assumevano ritualmente il ruolo di guerrieri-lupo o guerrieri-cane[34].
Il potere scita in Asia occidentale raggiunse così il suo apice sotto Madyes, con i territori governati dagli Sciti che si estendevano dal fiume Halys in Anatolia a ovest fino al Mar Caspio e ai confini orientali della Media a est, e dalla Transcaucasia a nord fino ai confini settentrionali dell'Impero assiro a sud[13][35].
Rivolta della Media e morte
Intorno agli anni '20 del VII secolo a.C., l'Impero assiro iniziò a disgregarsi dopo la morte di Assurbanipal nel 631 a.C.: oltre all'instabilità interna all'Assiria stessa, nel 626 a.C. Babilonia si ribellò contro gli Assiri sotto la guida di Nabopolassar[36]. L'anno successivo, nel 625 a.C., Ciassare, figlio di Fraorte e suo successore al regno dei Medi, rovesciò il giogo scita sui Medi invitando i governanti sciti a un banchetto e poi uccidendoli tutti, incluso Madyes, dopo averli fatti ubriacare[12][37][38].
Conseguenze
Il rapporto di Madyes con i re sciti che gli succedettero e l'identità del suo successore sono entrambi sconosciuti, anche se poco dopo il suo assassinio, avvenuto tra il 623 e il 616 a.C., gli Sciti approfittarono del vuoto di potere creato dal crollo del potere dei loro ex alleati assiri e invasero il Levante, spingendosi a sud della Palestina fino ai confini dell'Egitto[14][39], dove la loro avanzata fu fermata dalle paludi del delta del Nilo, dopodiché il faraone Psammetico I li incontrò e li convinse a tornare indietro offrendo loro dei doni[13][40]. Gli Sciti si ritirarono passando per Ascalona senza particolari incidenti, anche se alcuni ritardatari saccheggiarono il tempio di Astarte nella città, considerato il più antico di tutti i templi dedicati a quella dea, a seguito del quale i responsabili di questo sacrilegio e i loro discendenti furono presumibilmente maledetti da Astarte con una “malattia femminile”, a causa della quale divennero una classe di indovini travestiti chiamati Anarya (che significa "non virile" in scita[14])[13].
Secondo i documenti babilonesi, intorno al 615 a.C. gli Sciti combattevano come alleati di Ciassare e dei Medi nella loro guerra contro l'Assiria[22]. Gli Sciti furono infine espulsi dall'Asia occidentale dai Medi nel 600 a.C., dopodiché si ritirarono nella steppa pontica[22].
Eredità
Gli autori greco-romani fusero Madyes con i suoi predecessori e successori in un'unica figura, sostenendo che fu Madyes stesso a guidare gli Sciti dall'Asia centrale per cacciare i Cimmeri dalla loro patria, per poi sconfiggere i Medi e il leggendario re egiziano Sesostris e imporre il loro dominio sull'Asia per molti anni prima di tornare in Scizia. Gli autori greco-romani successivi chiamarono questo re scita Idanthyrso o Tanausis, sebbene questo Idanthyrso sia una figura leggendaria distinta dal successivo re storico scita Idanthyrso, dal quale i greco-romani derivarono semplicemente il suo nome[11][41][42].
Note
- ^ Harry Thurston Peck, Harpers Dictionary of Classical Antiquities (1898), Madyes
- ^ a b Schmitt, 2003.
- ^ Tokhtasyev 2005, p. 71.
- ^ Schmitt 2018: "madu- "bevanda inebriante" (in Madýēs)".
- ^ Vitchak, 1999, p. 53.
- ^ Bukharin, 2011, p. 61-64.
- ^ a b Olbrycht, 2000b.
- ^ Olbrycht, 2000a.
- ^ a b Sulimirski, Taylor, 1991, p. 553.
- ^ Ivantchik, 1993a, p. 127-154.
- ^ a b Diakonoff, 1985, p. 97.
- ^ a b c d Sulimirski, Taylor, 1991, p. 560-590.
- ^ a b c d e f Phillips, 1972.
- ^ a b c Ivantchik, 2018.
- ^ Sulimirski, Taylor 1991, p. 564.
- ^ a b c d Sulimirski, Taylor, 1991, p. 564-565.
- ^ Sulimirski, Taylor, 1991, pp. 566-567.
- ^ a b Barnett, 1991, pp. 356–365.
- ^ Diakonoff, 1985, p. 89-109.
- ^ Ivantchik: Nel 672 a.C. circa, il re scita (di Hdt., 1.103) chiese la mano della figlia del re assiro Esarhaddon, promettendo di concludere un trattato di alleanza con l'Assiria. È probabile che questo matrimonio abbia avuto luogo e che l'alleanza sia stata effettivamente stipulata (SAA IV, n. 20; Ivantchik, 1993, pp. 93-94; 205-9).
- ^ Bukharin: "С одной стороны, Мадий, вероятно, полуассириец, даже будучи «этническим» полускифом (его предшественник и, вероятно, отец, ‒ царь скифов Прототий, женой которого была дочь ассирийского царя Ассархаддона)" [Da un lato, Madyes è probabilmente per metà assiro, essendo anche per metà “etnicamente” scita (il suo predecessore e, probabilmente, padre, è il re degli Sciti Protothyes, la cui moglie era la figlia del re assiro Essarhaddon).]
- ^ a b c Sulimirski & Taylor 1991, p. 567.
- ^ a b Diakonoff, 1985, p. 117-118.
- ^ a b c d Ivantchik 1993a, p. 95-125.
- ^ Brinkman, 1991.
- ^ a b c Tokhtas'ev, 1991.
- ^ a b c d Spalinger, 1978a.
- ^ Sulimirski, Taylor, 1991, p. 559.
- ^ Diakonoff, 1985, p. 94-55.
- ^ a b Dale, 2015.
- ^ Grousset, 1970, p. 9: Un esercito scita, agendo in conformità con la politica assira, entrò nel Ponto per schiacciare gli ultimi Cimmeri.
- ^ Diakonoff, 1985, p. 126.
- ^ Ivantchik, 2006, p. 151.
- ^ Ivantchik, 1993b.
- ^ Vaggione, 1973.
- ^ Diakonoff, 1985, p. 110-119.
- ^ Sulimirski, Taylor, 1991.
- ^ Diakonoff, 1985, p. 119.
- ^ Hawkins, 1991.
- ^ Spalinger, 1978b.
- ^ Spalinger 1978b, p. 54.
- ^ Ivantchik, 1999.
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