Vittorio Marimpietri (Avezzano, 30 settembre 1917Roma, 24 marzo 1944) è stato un nobile, partigiano e antifascista italiano, fu una delle vittime dell'eccidio delle Fosse Ardeatine[1].

Biografia

 
Via intitolata a Marimpietri all'ingresso del castello De Ponte-Vetoli di Corcumello (AQ)
«Il alto il cuore è primavera!»

Nacque ad Avezzano, in Abruzzo, il 30 settembre 1917 dal barone Orazio e da Maria Penelope Pompei. La sua nobile famiglia Vetoli-Marimpietri ebbe importanti possedimenti in di alcuni centri della Marsica come Corcumello e Scurcola Marsicana. Ad Avezzano la famiglia fu proprietaria del palazzo signorile Ferrini-Marimpietri che, affacciato su piazza San Bartolomeo, ospitò dalla seconda metà dell'Ottocento la sottoprefettura del circondario marsicano e, al piano terra, la storica farmacia De Bernardinis; l'edificio crollò completamente a causa del terremoto del 1915[3].

Trasferitosi da adolescente a Roma frequentò l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". Durante la seconda guerra mondiale partecipò alla campagna italiana di Russia, sopravvivendo nonostante le gravi ferite, i piedi congelati e un'ulcera duodenale[4]. Dopo il congedo militare fu proposto da Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo per il riconoscimento della medaglia d'argento al valor militare; fu impiegato nel Ministero delle finanze ed ebbe modo di collaborare con la rivista illustrata Il Pupazzetto[5].

In seguito all'armistizio di Cassibile, che portò alla creazione della Repubblica di Salò con il fine di governare i territori italiani controllati militarmente dalla Germania nazista contrastando la Resistenza partigiana e inasprendo la guerra di liberazione italiana, entrò a far parte del Fronte militare clandestino collaborando da convinto antifascista all'attività di propaganda e tesseramento, nascondendo ufficiali del Comitato di Liberazione Nazionale ricercati da nazisti e fascisti e veicolando informazioni riservate e ordini agli organi del Partito d'Azione per favorire la lotta clandestina e partigiana[4].

Catturato il 10 dicembre 1943 dalle SS, condotte da una spia fascista nella sua abitazione di via di Torre Argentina, nei pressi di piazza del Gesù nel centro storico di Roma, fu arrestato, rinchiuso, interrogato, tenuto a digiuno e torturato nel carcere provvisorio di via Tasso, il 18 dicembre fu trasferito nel terzo braccio del carcere di Regina Coeli, alla cella numero 353. Accusato ingiustamente di far parte dei gappisti della legione garibaldina di Peppino Garibaldi fu riportato nell'edificio di via Tasso dove, nella cella numero 16, subì violenti interrogatori. Tuttavia rifiutò di parlare o di offrire qualsiasi tipo di collaborazione[4].

Il 25 febbraio fu nuovamente trasferito al Regina Coeli da dove egli poté inviare un biglietto alla propria famiglia e una lettera, datata 23 marzo 1944, alla "fidanzata" Carla Angelini, partigiana, anch'essa richiusa nel carcere romano alla cella numero 297[2].

Vittorio Marimpietri il 24 marzo 1944, essendo incluso nella lista di Herbert Kappler e del Sicherheitsdienst (Aussen-Kommando) venne ucciso all'età di 26 anni con un colpo di pistola alla nuca (genickschuss) nelle Fosse Ardeatine, eccidio commesso come rappresaglia per l'attentato di via Rasella[4].

I suoi resti sono tumulati nel Mausoleo delle Fosse Ardeatine, nel sacello n. 47 dei 335 sacelli delle vittime dell'eccidio a cui si aggiunge il sacello dedicato a tutti i "Martiri d'Italia" deceduti nell'ambito della guerra di liberazione italiana[6].

Riconoscimenti

Note

  1. ^ Vittorio Marimpietri, su anpi.it, ANPI. URL consultato l'11 ottobre 2025.
  2. ^ a b Carla Angelini, su anpi.it, ANPI. URL consultato l'11 ottobre 2025.
  3. ^ Maurizia Mastroddi, L'altra Avezzano, Avezzano, Grafiche Di Censo, 1998, pp. 90-91.
  4. ^ a b c d Avagliano, Palmieri, 2024, pp. 346-347.
  5. ^ Dario Janese, Pupazzetto: Vittorio Marimpietro di San Sebastiano…, su fumettomaniafactory.net, Fumettomania, 18 giugno 2024. URL consultato l'11 ottobre 2025.
  6. ^ Le vittime. Sacello 47: Vittorio Marimpietri, su mausoleofosseardeatine.it, Associazione nazionale famiglie italiane martiri caduti per la libertà della patria (ANFIM). URL consultato l'11 ottobre 2025.
  7. ^ a b Sito ufficiale OSM, su openstreetmap.org, OpenStreetMap. URL consultato l'11 ottobre 2025.
  8. ^ Monumento ai caduti di Avezzano, su unuciavezzano.it, UNUCI, sezione di Avezzano. URL consultato l'11 ottobre 2025.
  9. ^ Monumento ai caduti di Corcumello - Capistrello, su pietredellamemoria.it, Anmig. URL consultato l'11 ottobre 2025.

Bibliografia

  • Mario Avagliano e Marco Palmieri, Le vite spezzate delle Fosse Ardeatine. Le storie delle 335 vittime dell'eccidio simbolo della Resistenza, Torino, Einaudi, 2024, SBN BMT0038943.

Voci correlate

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  • Anna Maria Torlonia
  • Caruscino
  • Nec sine marsis, nec contra marsos triumphari posse
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