Sindrome di Down

anomalia cromosomica nell'uomo
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Template:Disclaimer soccorso Template:Infobox Malattia La sindrome di Down è una delle più note patologie prodotte da un'anomalia negli autosomi. Il nome deriva da John Langdon Down che ha descritto la patologia nel 1862, usando il termine mongoloidismo a causa dei tratti somatici del viso dei pazienti che richiama quelli delle popolazioni asiatiche orientali, quali i mongoli. Altro termine quasi sinonimo è trisomia 21 (si veda la sezione successiva). Poiché, di solito, questa condizione comporta diverse conseguenze negative, ci si riferisce ad essa come ad una sindrome, vale a dire un insieme di effetti anomali che si verificano contemporaneamente.

Eziologia

La sindrome di Down è causata dalla presenza di un cromosoma 21 in più (o parte di esso). Circa nel 95% dei casi, la causa di questa anomalia genetica è la mancata disgiunzione dei cromosomi che si verifica durante una delle divisioni meiotiche che portano alla formazione dei gameti di un genitore; ne consegue che lo zigote avrà un assetto di 47 cromosomi, con un cromosoma 21 soprannumerario in tutte le cellule dell'individuo affetto, anziché il normale numero diploide di 46 cromosomi tipici della specie umana. Per tale motivo questa patologia è anche chiamata Trisomia 21: è da notare che la causa della sindrome può essere anche differente, come spiegato nel paragrafo successivo, quindi Trisomia 21 non è propriamente un sinonimo di Sindrome di Down.[senza fonte]

La sindrome può essere causata anche da un altro tipo di mutazione: la traslocazione robertsoniana, in cui un braccio del cromosoma 21 si congiunge al cromosoma 14 formando una sorta di cromosoma ibrido. Gli individui portatori di tale ibrido sono fenotipicamente normali, ma presentano un'elevata probabilità di avere figli con sindrome di Down (forma familiare).

La Sindrome di Down comporta situazioni diverse di rallentamento dello sviluppo, ma in genere non preclude possibilità allo stesso: è possibile una buona integrazione e convivenza, data la volitiva capacità di apprendimento che caratterizza l'individuo down.

Segni e sintomi

Nella maggior parte dei casi l'individuo ha corpo basso e tozzo, collo grosso, macroglossia, ipotonia e plica palmare. Il ritardo mentale varia da forme più gravi a forme lievi nei mosaici.

Si ha maggiore sensibilità alle infezioni e, spesso, disfunzioni del cuore e di altri organi: principalmente per tal motivo la vita media, senza interventi, non supera i 30-40 anni. Attualmente, col progredire delle tecniche chirurgiche, molte anomalie cardiache anatomiche possono essere trattate con successo.

Al downismo è associata un'amiloidosi Alzheimer-simile.

Gli individui portatori della sindrome presentano un carattere molto docile, tranquillo, e sono caratterizzati da un forte spirito emulativo.[senza fonte]

Prevenzione

Quando si studiano casi di sindrome di Down dovuti a traslocazione, si trova di solito che un genitore, anche se fenotipicamente normale, presenta solo 45 cromosomi ben distinti. Uno di questi cromosomi è formato dai bracci lunghi dei cromosomi 14 e 21 uniti insieme, mentre i bracci corti residui si uniscono a formare un piccolo cromosoma che contenendo geni non essenziali generalmente viene perduto. Perciò ai genitori di un figlio affetto da sindrome di Down si consiglia di procedere alla determinazione del loro cariotipo; se l'uno o l'altro genitore sono portatori di una traslocazione, essi vengono avvisati del fatto che hanno alta probabilità di avere un altro figlio affetto da sindrome di Down e che metà dei lori figli normali potrebbero essere portatori della traslocazione. Da parecchio tempo si ritiene che la sindrome di Down, e un certo numero di altri effetti negativi legati alla non-disgiunzione, sia più probabile in bambini nati da donne non giovani. Le ragioni di questo fatto non sono chiare ma si è notato che sono in relazione con il tempo di permanenza dell'uovo nell'ovaio. Studi recenti hanno indicato anche che circa nel 5% di casi con sindrome di Down dovuta a non-disgiunzione il cromosoma in più deriva dal padre anziché dalla madre.

Trattamento

Il trattamento può essere perseguito solo per le complicazioni della malattia, quali possono essere, tra le più frequenti, sordità, malattie cardio-vascolari, leucemia, invecchiamento precoce.

Consigli

Si può lavorare sui singoli problemi individualmente.
Il problema del linguaggio può essere superato portando regolarmente e assiduamente il soggetto da un logopedista specializzato.
La tendenza ad ingrassare va contrastata con una dieta equilibrata e molta attività fisica.
Infine il problema del ritardo mentale è il più importante da affrontare e il consiglio generale è quello di stimolare l'attività intellettiva del soggetto con molteplici attività fin dalla tenera età, senza pretendere grandi risultati. Un ruolo importantissimo è affidato ai primissimi educatori, genitori e i familiari stretti, che non devono mai smettere di insegnare anche le cose più ovvie.

Gli affetti da questa sindrome presentano una socialità spiccata, quasi incontenibile. E' quindi consigliato e significativo far leva su questo elemento come stimolo per l'apprendimento: quando parliamo di strutture educative, l'isolamento dalla classe di appartenenza, spesso è controproducente: demotiva il ragazzo e rende faticoso il mantenimento dell'attenzione.

Altro stimolo molto forte si può ricevere da un animale domestico (cane, gatto, cavallo) con cui viene instaurata un'amicizia profonda, che consente al Down di superare alcune difficoltà in ambito relazionale. la possibilità, inoltre di maturare la responsabilità verso un animale, è decisamente formativa e contribuisce alla maturazione dell'autonomia.

L'uso di strumenti elettronici è produttivo. Come tutte le sindromi associate a ritardi mentali, infatti, anche il ragazzo affetto dalla sindrome di Down, è particolarmente sensibile alla ritualità delle azioni e dei comandi. Questo comporta anche una certa rigidità nell'apprendimento che deve destare l'attenzione degli educatori, poiché qualora il ragazzo abbia appreso un comportamento scorretto, diviene faticoso farne apprendere uno più adeguato. Per questo si consiglia di avere molta attenzione nell'insegnare azioni, frasi e comportamenti, eventualmente mostrare tutte le possibili strade e azioni da fare così che il figlio le apprenda subito tutte e poi utilizzi quella che secondo lui è più semplice.

Grafico

 
Grafico rappresentante i casi di trisomia-21 ogni 1000 nati in relazione all'età della madre.

Il grafico a destra ci mostra come l’età della madre sia correlata fortemente alla probabilità di avere un individuo affetto dalla sindrome di Down. Si nota, infatti, che, in media, la probabilità per donne di un’età compresa tra 20 e 24 anni è decisamente minore rispetto a quella di donne dai 45 anni in su. Però il grafico può portare a delle inesatte affermazioni: il fatto che la probabilità sia così differente in relazione all’età della madre non deve far pensare che la maggior parte delle donne che partoriscono un figlio affetto da trisomia-21 sia d’età relativamente avanzata. Infatti, poche sono le donne che intorno ai 45 anni d’età decidono di avere un figlio. Quindi, i figli nati con trisomia-21 sono maggiormente partoriti da madri relativamente giovani, che concepiscono di più rispetto a donne più avanti nell’età. Non si pensi inoltre che donne d’età inferiore ai vent’anni non partoriscano figli affetti dalla sindrome di Down, ma, bensì, che sono, in parte, irrilevanti per il grafico.

Ad ogni modo si può affermare che l’età della madre è estremamente influente per la probabilità che un figlio sia affetto o meno da trisomia-21.

Qui di seguito sono proposti i dati esposti nel grafico con percentuale ogni 1000 nati:

Età della madre (anni) Numero di casi ogni mille nati Percentuale
20-24 0,6 1,1 %
25-29 0,8 1,5 %
30-34 1,5 2,8 %
35-39 2,6 4,8 %
40-44 14,3 26,5 %
45 in poi 34,2 63,3 %

Voci correlate

Collegamenti esterni

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