Sylvester Stallone

attore, sceneggiatore, regista, produttore cinematografico e pittore statunitense (1946-)
«Le persone sono il riflesso della società in cui vivono
«Io mi sento italiano al 100%. Il mio approccio alla vita è fisico, emotivo ed artistico, proprio come, secondo me, è quello degli italiani
«Sono stato molto fortunato nella mia carriera. Finora mi sembra di aver vissuto non una, ma dieci vite. Quello che voglio fare adesso è soltanto scrivere, recitare e dirigere nuovi attori, aiutandoli ad evitare gli errori che io stesso ho commesso. Allo stesso tempo voglio però mandare un segnale anche ai miei coetanei. Spronarli a fare, a rinnovarsi, a cambiare, e soprattutto a capire che c'è ancora spazio anche per loro

Sylvester Gardenzio Stallone (New York, 6 luglio 1946) è un attore, sceneggiatore, regista e produttore cinematografico statunitense di origine italiana.

File:Sylvester Stallone
Sylvester Stallone

Robert "Rocky" Balboa e John James Rambo: due personaggi cinematografici tra i più famosi, amati e influenti del cinema mondiale.

Rocky: un pugile dal carattere buono quanto goffo, ma allo stesso tempo con un cuore straordinario che gli permette di vincere le sue sfide, sul ring e nella vita.

Rambo: un marine reduce dal conflitto nel Vietnam, maltrattato e umiliato dopo essere tornato dalla guerra. Un uomo colpito nel cuore, tradito da coloro che lui considerava suoi compatrioti. Un uomo solo, ma che al tempo stesso vuole sopravvivere, e per farlo dovrà lottare.

Rocky e Rambo incarnano, nella più viva tradizione hollywoodiana, quegli eroi granitici pronti a mettersi contro tutti per i loro sogni e i loro ideali.

Icona, assieme all'amico Arnold Schwarzenegger, del cinema d'azione anni '80, Sylvester Stallone è la personificazione di questi due eroi: lui ha dato tanto a loro, e loro hanno dato tanto a lui.

Uomo duro come tutti i personaggi duri da lui interpretati ed eroe archetipico della cultura pop americana, Stallone è il simbolo della forza, della costanza e del buon senso, che nella pellicola si sono tradotti e misurati con l'aggressività e la determinazione che tutti i suoi personaggi riservano ai loro nemici...il singolo che lotta contro una collettività codarda, violenta e carica di pregiudizio, ma che a sua volta si rende disumano e animale per vincerla.

«La mattina appena alzato mi sento un pò come Rambo...poi faccio colazione, mi bevo un caffè e divento Rocky.»

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Biografia

«Avevo un nome strano, Sylvester come il gatto Silvestro, avevo gli occhi all'ingiù, la bocca storta...allora, dopo un po' ho iniziato a fantasticare...non sarebbe fantastico essere l'uomo più forte del mondo?»

Dalla nascita agli anni settanta

La famiglia Stallone

Sylvester nasce a Hell’s Kitchen, uno dei quartieri più poveri e malfamati di Manhattan, a New York.

 
Una delle strade di Hell's Kitchen, quartiere di Manhattan dove è nato Sylvester Stallone

Suo padre, Frank Stallone, nato nel 1919, è un parrucchiere figlio di un emigrato italiano originario di Gioia del Colle, in provincia di Bari, in Puglia.[1] Sua madre, Jacqueline Labofish Stallone, nata il 29 novembre del 1921, è di origine ucraina. Da giovane è stata una ballerina; avendo poi delle buone qualità canore si dilettava anche come corista. Poi successivamente è diventata una promoter di incontri di wrestling femminile, oltre che astrologa.

Il 30 luglio del 1950 nasce il secondogenito Frank Jr., futuro attore, anche se molto meno noto del fratello: sarà comunque il mondo della musica a far conoscere Frank al pubblico, soprattutto quello statunitense.

L'infanzia e la gioventù

La vita in un quartiere come Hell's Kitchen non è affatto facile, zona in cui la famiglia Stallone, vista lo loro negativa situazione economica, è costretta a vivere e frequentare per i primi cinque anni di vita del loro figlio; cinque anni non certo semplici per il futuro Rambo.

Ma non è solo il loro stato sociale a rendere la prima infanzia del piccolo Sylvester alquanto difficile: durante il parto la madre ha avuto delle complicazioni che non gli hanno permesso un parto naturale, ma assistito: è stato utilizzato un forcipe per prelevare il nascituro, che gli ha reciso un nervo facciale, causandogli poi una lieve paralisi del lato sinistro del volto; oltre alla paralisi, nei suoi primi anni di vita, Stallone ha anche sofferto di rachitismo che, in seguito, gli ha causato non pochi problemi fisici.

Sylvester, e soprattutto il suo fratello più piccolo, non possono nemmeno contare molto sull'apporto fondamentale della propria famiglia: il padre e la madre, infatti, non riescono a dedicare a loro molto del tempo necessario, facendo crescere i loro figli nella quasi solitudine.

Compiuti i cinque anni di età si trasferisce con i propri genitori nel Maryland. Qui conosce e diventa amico d'infanzia di Goldie Hawn, sua coetanea: anche la Hawn, in seguito, intraprende la stessa strada di Stallone, diventando un'attrice nota al grande pubblico.

La vita coniugale dei suoi genitori non va al meglio, inoltre la madre ha dei seri problemi di alcolismo che aggravano ancora di più la situazione, fino a che scelgono entrambi la via del divorzio: é Jacqueline ad andarsene, così Sylvester e Frank sono costretti, visto i problemi della madre, a vivere con il padre, tra l'altro un uomo all'antica e molto severo. Questa sua nuova situazione famigliare contribuisce a rendere sempre più difficile la sua infanzia, situazione che poi provoca i primi insuccessi scolastici del futuro attore.

Una volta compiuti i quindici anni, Stallone decide di lasciare il padre: si trasferisce quindi a Philadelphia, nello stato della Pennsylvania, per vivere con la madre; Jacqueline, nel frattempo, ha avuto una nuova esperienza coniugale, da cui è nata la terza figlia, Toni Ann.

Gli studi

Negli anni cinquanta, assieme al fratello, frequenta in Europa una scuola privata svizzera, a Ginevra: ci saranno però per lui dei seri problemi scolastici, che poi lo obbligano a lasciare. Così, una volta tornato in America, si iscrive a diverse scuole, come la Lincoln High School e la Devereux Manor High School, senza però mai riuscire a raggiungere dei buoni risultati.

Ciò nonostante riesce comunque ad ottenere una borsa di studio vinta per meriti sportivi: sua madre gestisce una palestra, che Sylvester frequenta in modo costante, e contemporaneamente pratica anche il football nelle scuole da lui frequentate. Lo sport da lui praticato lo aiuta a superare i problemi fisici che aveva dall'infanzia, e la borsa di studio gli dà la possibilità di iscriversi alla University of Miami: quindi sceglie la facoltà di Arte Drammatica. Una volta iscritto si trasferisce in Florida e per mantenersi, oltre che studiare, decide di intraprendere diverse mansioni lavorative, come il pulitore di gabbie negli zoo, la maschera al cinema e il buttafuori nei locali.

Ma, passato un pò di tempo, capisce che anche questa esperienza scolastica non è appagante, e così decide di concludere anticipatamente il suo corso di studio.

«Ho piantato lì perché un professore mi ha messo davanti la foto di un barbone e mi ha detto che se non studiavo di più il mio destino era quello. Che villano! Era puro e semplice terrorismo. Gliel’ho detto e me ne sono andato sbattendo la porta. Non è che non lo abbia rischiato, ma alla fine un barbone non sono diventato.[2]»
 
Stallone nel 1978

Finita quella esperienza, nel 1969 torna nella sua New York. Il suo più grande obiettivo è quello di, un giorno, lavorare nel mondo del cinema, e come inizio decide di partecipare a piccole produzioni off-Broadway, ma contemporaneamente, per guadagnarsi da vivere, non può rinunciare a svolgere variate mansioni, anche al di fuori del mondo in cui vorrebbe entrare.

Senza perdere tempo, con lo scopo di farsi conoscere e di sviluppare rapporti proficui, scrive anche dei copioni e riesce a collaborare alla stesura di testi e dialoghi di alcuni progetti cinematografici; seppur con una certa difficoltà, Stallone riesce quindi a dimostrare di avere delle buone doti come scrittore di sceneggiature.

Gli inizi

Finalmente, nel 1970, riesce ad ottenere la sua prima apparizione cinematografica con l'ormai discusso film porno-soft The party at Kitty and Stud's, in seguito rieditato dopo il successo di Rocky come The italian stallion, anche se vengono tolte le scene porno: tuttavia in Italia il film è stato commercializzato con il nome Porno proibito - Italian stallion.

Nel 1971 recita nella pellicola Una squillo per l'ispettore Klute, di Alan J. Pakula, e nel 1972 partecipa ad un provino per recitare nel film di Francis Ford Coppola, Il Padrino, ma poi non viene assunto. Nello stesso anno viene diretto, anche se in una piccola parte, da Woody Allen nel film Il dittatore dello stato libero di Bananas.

Nascono dalla sua penna i dialoghi di una pellicola che ha un discreto successo commerciale; Happy Days – La banda dei fiori di pesco del 1974, di Martin Davidson e Stephen Verona; ottenuta anche una parte recitativa, interpreta uno dei componenti della banda assieme a Henry Winkler (il protagonista di "Happy Days", Fonzie).

Nel 1975 ottiene altre piccole partecipazioni cinematografiche, come comparsa in Prigioniero della seconda strada, dove interpreta un borseggiatore, e Quella sporca ultima notte, dove interpreta la guardia del corpo del gangster Al Capone. Richard Fleischer lo inserisce nel cast di Mandingo, ma poi la piccola scena dove appare Stallone viene eliminata durante la fase di post-produzione.

Prende parte anche a un piccolo cult di fantascienza: Anno 2000: La corsa della morte. In un futuro prossimo lo sport preferito sarebbe una corsa automobilistica, dove vince chi investe più passanti. Il film ha ispirato in seguito parecchi videogiochi, primo tra tutti Carmageddon.

Poi, nel 1976, con l'uscita di Rocky, si spalancano a Stallone le porte di Hollywood, diventando nel giro di pochi mesi uno degli attori più famosi al mondo, creando un personaggio cinematografico tra i più amati dal pubblico.

 
Il pugile Muhammad Ali ha ispirato Sylvester per la creazione, nella sua trasposizione cinematografica, del pugile di colore Apollo Creed, interpretato da Carl Weathers
 
Il Museum of Art di Philadelphia, scenografia storica di Rocky
 
I 72 gradini del Museum of Art utilizzati da Rocky nei suoi allenamenti

Stallone, oltre alla recitazione, continua a cimentarsi in scritture per copioni. Non è un periodo prospero per la futura star, le comparse a cui prende parte non riescono a farlo crescere come artista, e anche a livello economico non potevano dargli molte soddisfazioni.

«Dopo Happy Days decisi di andare a vivere in California. Cosi mi trasferii nella San Fernando Valley, ma le cose non andavano benissimo. In realtà dovetti cercare di vendere il mio cane...perché altrimenti non avrebbe avuto molto da mangiare.»

Il 24 marzo del 1975, il manager Don King organizza un incontro di boxe tra il campione del mondo in carica, Muhammad Ali, e un pugile semisconosciuto, Chuck Wepner. L'incontro, sebbene alla fine vinto dal campione, è rimasto famoso nella storia pugilistica per aver visto Ali più volte in seria difficoltà, adirittura al tappeto durante la nona ripresa. Tra gli spettatori di quell'incontro c'era anche Stallone, il quale una volta tornato a casa ha un'ispirazione e in soli tre giorni scrive una stesura, poi cambiata più volte prima di realizzare quella definitiva, dedicata proprio a quel pugile sconosciuto che tanto l'aveva colpito. Una sceneggiatura che gli cambierà per sempre la vita. E così dalla sua penna nasce Rocky, un ragazzo italo-americano cresciuto nella dura realtà della periferia di Philadelphia, che riesce a farsi strada nella vita grazie al pugilato.

Tra i vari produttori contattati solo Irwin Winkler e Robert Chartoff decidono di scommettere sulla sua storia. L'attore si riserva la parte del protagonista Rocky Balboa anche se i produttori non erano del tutto entusiasti all’idea di inserire un attore ancora sconosciuto; infatti vengono contattati altri attori già consolidati come, tra gli altri, Ryan O'Neal, Burt Reynolds e James Caan. A Stallone viene offerta una somma di denaro più una percentuale sui proventi pur di cedere lo script. Ma Sylvester non cede, è sicuro che interpretando il protagonista la sua vita cambierà in meglio e che una occasione del genere non gli ricapiterà più. Riesce quindi a convincere i produttori che Rocky lo può interpretare solo lui.

«È il primo soggetto che sono riuscito a fare accettare. Però non volevano me come protagonista. Assolutamente. Me lo pagavano a peso d’oro, ma niente Sylvester Stallone. Chi ti conosce? Un ex bullo di periferia. Beccati il grano, molla il tuo soggetto e vattene. Ma io non ho mollato niente. Alla fine l’ho spuntata.[3]»

Il film viene girato a basso costo, anche se vengono chiamati attori di primaria grandezza come Burgess Meredith, Talia Shire e Burt Young. Nel giro di pochissimi mesi si rivela un successo straordinario di pubblico e critica, con tre Oscar vinti (miglior film, miglior regia e miglior montaggio) e ben sei nomination, tra cui quelle per Stallone come miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura, diventando la terza persona al mondo, dopo Chaplin e Orson Welles, ad avere queste due candidature nello stesso anno; inoltre vince il David di Donatello come miglior attore straniero.


Questi risultati appaiono ancora più sorprendenti se si pensa che quello stesso anno, il 1977, erano in concorso film del calibro di Taxi Driver con Robert De Niro e diretto dal regista Martin Scorsese, Quinto Potere e Tutti gli uomini del Presidente con la coppia Dustin Hoffman e Robert Redford.

Periodo post-Rocky

Nel 1978 rifiuta una parte da protagonista nel film Tornando a casa, interpretato poi da Jon Voight, e per il quale verrà premiato con l'Oscar. Accetta, invece, di interpretare la parte di un giovane attivista del sindacato dei camionisti, che si trova successivamente costretto ad allearsi con la mafia; F.I.S.T., in coppia con Rod Steiger e sotto la regia di Norman Jewison.

 
Stallone nel 1983

Nello stesso anno, l'attore, decide di proporsi al pubblico non solo più come attore e sceneggiatore, ma anche come regista. Debutta infatti dietro la macchina da presa con Taverna Paradiso, dove interpreta anche una parte; la pellicola tratta la storia di tre fratelli che vivono tra la povertà di una New York degli anni '40. Per tentare di uscire dalla miseria uno di loro, convinto dai fratelli, decide di darsi alla lotta libera.

Nel 1979 decide di dirigere anche il primo seguito dedicato al pugile italo-americano Rocky Balboa, che tre anni prima lo rese un divo di Hollywood.

Esce quindi nelle sale di tutto il mondo Rocky II; Apollo Creed, interpretato da Carl Weathers, sa di aver vinto ai punti il suo incontro con quel pugile sconosciuto di origine italiana. Ma i media di tutto il mondo criticano al campione la sua incapacità di averlo battuto prima della fine dell'incontro. Apollo non lo può accettare, e per Rocky ci sarà un'altra occasione di dimostrare a sé stesso di essere un vero pugile. Fatta eccezione per la regia, nel cast ci sono tutti gli stessi interpreti del primo Rocky.

Ormai Stallone sa di dover puntare molto su questo personaggio, che successivamente interpreterà anche negli anni a seguire, fino al 2006. Un personaggio destinato a diventare il pugile più famoso della storia del cinema, e capace di fare appassionare milioni di persone di diverse etnie e diverse generazioni.

Anni ottanta

Nel 1981 interpreta il duro detective Da Silva nel thriller metropolitano diretto da Bruce Malmuth, I Falchi della Notte: il protagonista è impegnato a braccare uno spietato terrorista interpretato da Rutger Hauer.

Successivamente viene diretto da John Huston nel film Fuga per la vittoria, del 1981, con Michael Caine oltre che la partecipazione di Pelè e altre stelle del calcio internazionale degli anni '70. Proprio la partecipazione di giocatori noti, come per esempio Bobby Moore e lo stesso Pelè, ha dato alla pellicola una notevole popolarità che è perdurata nel tempo.

L'anno successivo, siamo nel 1982, torna prima sul ring con Rocky III, dove ancora una volta cura sia la regia che la sceneggiatura; in seguito con una nuova interpretazione che da all'attore la possibilità di staccarsi momentaneamente dalla figura di Rocky Balboa.

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Stallone nei panni di Rambo. A destra della foto il Col. Trautman, interpretato da Richard Crenna

L'attore è protagonista di uno dei più noti film della storia, un film destinato a cambiare il mondo del cinema d'azione, (fu l'inizio di una serie di pellicole dedicate alla così detta "sporca guerra", girate negli anni Ottanta e in parte Novanta) proponendo la figura del giustiziere solitario, malinconico e di poche parole, che si vede costretto a combattere da solo contro le ingiustizie: Rambo (First Blood)

Stallone interpreta il reduce del Vietnam John James Rambo, che dopo aver combattuto per il suo governo, una volta tornato in patria, si ritrova a dover fronteggiare un dispotico ed insignificante sceriffo di uno sperduto paesino di montagna, che si illude di poter imporre la sua legge a chiunque non gli piaccia.

La pellicola vuole essere una condanna all'emarginazione subita dai reduci dal fronte, e una profonda introspezione che riguarda il personaggio del reduce disadattato. Un uomo, Rambo, trasformato in una macchina da guerra letale, ma che nasconde nel suo animo tutte le sofferenze subite da lui stesso, ma anche dai suoi compagni di plotone, durante la guerra.

Nasce così un nuovo eroe interpretato da Sylvester Stallone: un'icona della lotta per la libertà, simbolo di un individualismo e di un'autonomia in cui il pubblico si è sempre ben identificato, nonostante le critiche negative degli addetti ai lavori.

Periodo post-Rambo

Dirige, nel 1983, il seguito del più fortunato La febbre del sabato sera, Staying' Alive con John Travolta nei panni di Tony Manero, un ragazzo italo-americano di Brooklyn che diventa un grande ballerino negli show di Broadway. Della pellicola, oltre alla regia, ne segue anche la sceneggiatura, i testi, e per la prima volta investe anche nella produzione.

Nel 1984 debutta nella commedia con il film Nick lo scatenato, accanto alla cantante e attrice Dolly Parton, per la regia di Bob Clark. In questo film Sylvester interpreta Nick, uno scatenato tassista che vuole diventare un cantante country di successo.

 
La struttura cinematografica Cinecittà in sede a Roma, ha ospitato per due volte le produzioni in cui ha lavorato Stallone. La prima, nel 1993, per la realizzazione di parte delle scene di Cliffhanger. La struttura lo riospita, insieme alla sua truppe, nel 1996 per la realizzazione di Daylight

Rocky IV

 
L'attore statunitense Dolph Lundgren

Il 1985 sarà per Stallone un anno memorabile diventando, con l'uscita di Rocky IV, uno dei divi di Hollywood più importanti e pagati di quel periodo. Girato durante gli anni della guerra fredda, ha come soggetto la rivalità tra Rocky, il pugile italo-americano che rappresenta gli USA, e Ivan Drago (Dolph Lundgren), il pugile russo che rappresenta l'Unione Sovietica. Fondamentale per lo svolgersi della storia anche l'uscita di scena di Apollo Creed, perito sotto i colpi del russo.

«Chiesi a Dolph di ignorare la coreografia concordata precedentemente per la scena sul ring. Insomma gli dissi di colpirmi sul serio, come avrebbe fatto in un combattimento vero. Lui eseguì alla lettera quanto gli avevo chiesto. Mi colpì sul serio e quando aprii gli occhi ero in ospedale, nel reparto cura intensiva. Avevo una flebo attaccata al braccio e un tubo infilato nel naso e un sacco di infermiere mi correvano intorno preoccupate e affaccendate...Non scorderò mai quel momento.»


Rambo II: la vendetta

Nello stesso anno esce il primo sequel dedicato al reduce John Rambo; Rambo II: la vendetta di George Pan Cosmatos. Rambo viene rimandato in Vietnam per constatare se nei campi di prigionia ancora esistenti ci sono dei possibili prigionieri di guerra. Non deve solo affrontare i Vietcong, ma anche i loro alleati Sovietici e il suo stesso governo che cerca di insabbiare le prove.

Con quel film, ma anche con il quarto Rocky, il fenomeno cinematografico tocca l’apice con incassi miliardari. Siamo in pieno periodo reaganiano dove l'industria del cinema americano si imbatte in dibattiti socio-psico-politici, accuse di fascismo e interpretazioni storiche, secondo cui, come scrive Jean-Michel Valantin nel suo libro Hollywood, il pentagono e Washington, « il personaggio di Stallone può servire per rilanciare la sinergia tra l’apparato di sicurezza nazionale e Hollywood, riconciliati nell’offensiva contro la minaccia comune dell'impero del male sovietico

Pellicole osannate dal pubblico, ma non dalla critica. Negli Stati Uniti esistono dei premi cinematografici onirici, chiamati Razzie Awards, considerati quindi come gli Oscar dei peggiori. In questa cerimonia vengono premiati attori, sceneggiatori, registi, film e canzoni che si sono particolarmente distinti in negativo: Rambo II ha ricevuto tre Razzie, mentre Rocky IV ne ha ricevuti quattro. Due di questi "premi" sono andati a Stallone, come peggior regista in Rocky IV, e peggior attore nel secondo Rambo.

Altri film del periodo

Successivamente rifiuta diverse interpretazioni importanti, tra le quali il ruolo di Axel Foley, il detective di Beverly Hills Cop interpretato poi da Eddie Murphy, e quello di John McClane in Die Hard, interpretato invece dall’amico, e poi socio, Bruce Willis. Questi due personaggi cinematografici sono stati un trampolino di lancio per entrambi gli attori, prima semisconosciuti, in seguito diventati attori di prima categoria.

Il 1986 è l'anno di Cobra, dove interpreta il cupo agente di polizia Marion Cobretti, che ha l'incarico di proteggere una modella, interpretata da Brigitte Nielsen, da una banda di criminali che l'hanno vista testimone di un loro delitto. Il film è diretto dal regista greco Pan Cosmatos.

Nel 1987 interpreta la parte del camionista Lincoln Hawks in Over the top, sotto la regia di Menahem Golan: la pellicola è dedicata ai sentimenti tra padre e figlio e al mondo del braccio di ferro.

 
Segni indelebili di Sly

Nell'anno successivo esce Rambo III. In questo terzo capitolo dedicato al reduce John Rambo, l'attenzione si sposta in Afghanistan, dove il personaggio interpretato da Sylvester deve liberare il suo unico amico, il colonnello Trautman, catturato durante una operazione USA a difesa dei mujahidin contro l'invasore Sovietico. A differenza del secondo Rambo, il terzo è stato accolto con minor entusiasmo; "colpevole" fu la fine della guerra fredda, ormai le storie dedicate a questi argomenti non solo non interessavano più, ma il film stesso fu duramente criticato.

«Era una pellicola eccezionale, raccontava la storia di un ex colonnello catturato dai sovietici in Afghanistan che Rambo riuscì a liberare. Due o tre settimane prima che arrivasse al cinema accadde però che Michail Gorbaciov e Ronald Reagan ponessero fine alla guerra fredda, che il Presidente russo baciasse la first lady americana, Nancy, e che io finissi per diventare il cattivo. In Australia, durante la conferenza stampa di presentazione del film, i giornalisti mi criticarono duramente. Alle loro accuse risposi che meno di un mese prima tutti odiavano sia Gorbaciov che Reagan per il clima di tensione che si respirava nel mondo e che era ingiusto, dopo l'accordo tra i due, trasformare me nel malvagio. Da allora ho imparato a essere prudente.[4]»

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Nel 1989 Stallone ci prova con il genere poliziesco, recitando nella pellicola Tango & Cash, dove fa coppia con Kurt Russell: proprio l'accoppiata tra i due attori, entrambi celebri (Kurt Russell è famoso al grande pubblico per l'interpretazione di Jena Plissken, personaggio principale della pellicola di John Carpenter, 1997: fuga da New York), ha permesso al film di avere un ottimo risultato commerciale.

Sulla scia del successo di Tango & Cash, nella stessa stagione cinematografica esce nei cinema Sorvegliato speciale: il personaggio principale interpretato dall'attore, Frank Leone, condannato per lesioni gravi a scontare la pena in carcere, viene trasferito poco prima della sua scarcerazione in un penitenziario di massima sicurezza. Arrivato a destinazione incontra una sua vecchia conoscenza, il direttore dello stabile, interpretato da un cinico Donald Sutherland.

Anni novanta

Nel 1990 esce Rocky V, con il ritorno alla regia di John G. Avildsen, dopo le tre successive pellicole dirette da Stallone. Per la prima volta dall'inizio della serie, il protagonista non sale sul ring, ma decide di allenare un giovane di belle speranze. In questa pellicola si nota un cambiamento del personaggio, ritornato alle origini dopo le critiche mosse su Rocky IV, diventato troppo muscoloso e poco sentimentale, senza però raggiungere gli effetti sperati.

«Sono rimasto deluso da Rocky V, a quel film tenevo molto e invece fu una vera delusione
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L'attrice italiana Ornella Muti ha girato con Sylvester la commedia Oscar

Stufo dei ruoli eccessivamente action, legati troppo ai suoi storici personaggi, chiude alla possibilità di fare in futuro altri seguiti, e decide di darsi alla commedia. Nel 1991 si fa dirigere dal brillante regista John Landis, in Oscar – Un fidanzato per due figlie, assieme a Ornella Muti. Poi è la volta, l'anno seguente, della pellicola Fermati, o mamma spara, di Roger Spottiswoode. Ma entrambe le pellicole si rivelano due flop commerciali.

Nel 1992, nonostante la sua carriera subisca più bassi che alti, l'Académie des arts et techniques du cinéma gli rende omaggio assegnandogli il Premio César onorario.

Accortosi di non avere lo stesso successo del Sylvester Stallone "action man", decide di tornare immediatamente al suo genere. Nel 1993 esce nelle sale Cliffhanger, film avventuroso e drammatico ambientato sulle Montagne Rocciose. In questa pellicola Sylvester interpreta un operatore di soccorso, costretto suo malgrado a fare da guida ad alcuni criminali di fama internazionale, comandati da un John Lithgow in gran forma. Il film, diretto da Renny Harlin e cosceneggiato da Stallone, ha ricevuto 3 nomination agli Oscar, e soprattutto ha avuto un buon successo commerciale.

 
L'attrice Sharon Stone e Sylvester Stallone hanno avuto una breve relazione sentimentale durante le riprese de Lo specialista

Reduce dal successo planetario di Cliffhanger, nella stessa stagione recita nel futuristico Demolition Man, con Wesley Snipes e Sandra Bullock: la pellicola viene diretta dal regista italiano Marco Brambilla, qui alla sua prima regia in un film di produzione hollywoodiana.

L'anno successivo esce nelle sale Lo specialista, con Sharon Stone, Rod Steiger e James Woods. In questa pellicola, oltre al suo genere ormai consolidato, per la prima volta nella sua carriera, escludendo il film porno The italian stallion girato quando era ancora sconosciuto, Stallone regala al suo pubblico un pò di sano erotismo in alcune scene "hot" con l'attrice Sharon Stone.

La critica americana non ha comunque risparmiato l'interpretazione della coppia Stallone-Stone, aggiudicando il Razzie Award alla peggior coppia del 1994 agli attori protagonisti della pellicola diretta da Luis Llosa.

Nel 1995 viene diretto da Richard Donner nel thriller Assassins, con Antonio Banderas e Julianne Moore. Sylvester sembra, in questo periodo, voler uscire dallo stereotipo di eroe duro e solitario, recitando in parti sicuramente diverse da quelle a cui aveva abituato il suo pubblico precedentemente. In Assassins il suo personaggio è un famoso killer professionista, Robert Rath, ormai maturo e forse pentito o comunque stanco del suo mestiere: Rath si trova a sua volta inseguito dal personaggio di Banderas, Miguel Bain, killer giovane e scalpitante, convinto che, una volta ucciso il suo antagonista, sarà lui il numero uno.

Nella stessa stagione interpreta il Giudice Dredd nel fumettistico Dredd - la legge sono io, di Danny Cannon: anche in questa pellicola la critica non ha risparmiato l'attore, inserendolo nella lista dei Razzie come peggior attore dell'anno 1995, senza però riceverlo.

Stessa sorte l'anno successivo, nomination ma non assegnazione, dopo l'interpretazione di Sylvester nel claustrofobico e catastrofico Daylight - trappola nel tunnel, diretto da Rob Cohen. Questa pellicola ha lasciato comunque il segno, visto le numerose e reali scene di azione, e le peripezie che l'attore ha proposto al proprio pubblico. Per altro il film, per gli elevati costi di produzione, non è stato girato nelle ___location americane, ma negli studi di Cinecittà.

Cop Land

Sentendosi ancora una volta troppo legato ai suoi personaggi tutto muscoli, che negli ultimi tempi non riescono più a dargli quelle soddisfazioni artistiche che l'attore cerca, decide di tornare alle origini, ai tempi di F.I.S.T.: nel 1997 accetta di recitare affianco ad altri attori noti come Robert De Niro, Ray Liotta e Harvey Keitel, nel poliziesco Cop Land, pellicola diretta dal regista James Mangold.

In questa pellicola Stallone, aumentato di 18 kilogrammi di massa grassa per esigenze di copione, interpreta la parte di Freddy Herlin, sceriffo di un distretto di New York. Il suo è un personaggio debole, con handicap e quindi deriso e bistrattato da tutti, convinto di vivere tra la legalità essendo un quartiere abitato per la maggioranza da poliziotti. Ma poi, accortosi del contrario, decide di intervenire per sedare i loschi traffici tra il capo della polizia e un boss locale.

«Ho semplicemente sentito che per me era arrivato il momento per lavorare in un film come questo. Il ruolo che ho avuto è qualcosa che desideravo fare già dieci anni fa e l'occasione finalmente è arrivata. Il mio è stato un passaggio importante, una scelta che mi ha consentito di uscire dalla "intossicazione" di un certo genere di cinema degli anni passati.»

Anni 2000

 
Buon amministratore dei molti miliardi raccolti con i suoi successi commerciali, Sylvester Stallone investe nella catena di ristoranti «Planet Hollywood», costruiti in seguito in numerosi paesi occidentali, come socio di Bruce Willis, Arnold Schwarzenegger e Demi Moore

Dopo la buona esperienza avuta con Cop Land, accettato positivamente dalla critica, non certo leggera verso l'attore durante la sua ormai lunga carriera, il nuovo millennio segna il ritorno di Stallone ai cosiddetti blockbuster.

Nel 2000 recita al fianco di Michael Caine e Mickey Rourke in La vendetta di Carter, remake del Get Carter realizzato nel 1972, dove l'attore inglese, Caine, interpretava la parte del protagonista, Jack Carter, che ucciso misteriosamente il fratello, torna dalla sua famiglia che ha lasciato, insieme a tanti problemi, diversi anni prima, per cercare e uccidere gli assassini, e contemporaneamente riconquistare i propri famigliari. Pellicola dedicata alla vendetta, con uno Stallone cupo e deciso, diretto da un regista che ama i videoclip: non ben vista all’epoca della sua uscita, dove Sylvester ha ricevuto ancora una volta una nomination ai Razzie, negli anni molti l’hanno comunque rivalutata e apprezzata.

L'anno seguente, nel 2001, dopo l'esperienza positiva negli anni novanta di Cliffhanger, torna a farsi dirigere da Renny Harlin in Driven, pellicola dedicata alla champ Car e sceneggiata da lui stesso, senza però ottenere lo stesso successo commerciale, considerando che il film ha avuto dei costi molto elevati.

Nello stesso anno recita in un genere completamente nuovo per lui, il thriller, nel film D-Tox, di Jim Gillespie: l’attore interpreta un agente dell’FBI, Jack Malloy, sconvolto dalla morte della sua fidanzata e di un suo collega uccisi da un poliziotto maniaco. Mandato in uno sperduto centro di disintossicazione per agenti di polizia, visto che trova nel bere l’unico metodo di rifugio psicologico, si ritrova a dover fronteggiare un assassino che si nasconde tra i pazienti della clinica.

Nel 2002 è tra i protagonisti della commedia Avenging Angelo- Vendicando Angelo, film diretto da Martin Burke, dove recita accanto a Madeleine Stowe, Anthony Quinn (qui alla sua ultima apparizione prima della sua scomparsa) e l’attore italiano Raoul Bova.

Tutte pellicole di poco valore artistico e abbastanza deludenti per gli incassi, al confronto dei film degli anni ottanta e prima metà degli anni novanta, che seppure bistrattati dalla critica, venivano accolti in modo diverso da parte del suo pubblico.


Crisi artistica

All'inizio del 2000 a Stallone viene conferito il premio di Razzie Award come peggior attore del '900, essendo stato negli anni l'attore maschile (divide questi "meriti" con Madonna per quello che riguarda le attrici) ad averne ricevuti di più.

Stallone è stato sempre accusato, da una parte di critica e da un certo tipo di pubblico, di essere un attore privo di espressione, incapace di recitare, e in grado solo di mostrare i muscoli. Eppure, per molte persone, è considerato un personaggio positivo, un attore che nei suoi film ha sempre interpretato parti dell'eroe solitario e di poche parole, ma con un grande cuore. Sicuramente, nel bene o nel male, è stato un attore che è sempre riuscito a far parlare di sé.

Dopo qualche anno di silenzio cinematografico, tranne qualche piccola partecipazione come un cameo in Taxxi 3, una piccola parte in Spy Kids del regista Robert Rodriguez e in Shade - Carta vincente, Sly decide di investire nella televisione acquistando i diritti del reality The Contender, in onda nel 2004 su NBC.

Non è comunque un buon periodo artistico per Stallone: le chiamate da produttori importanti, con grandi e proficui ruoli da contrattare sono ormai finite. La stella che tanto brillava è piano piano sempre più debole. I tempi sono cambiati, e Stallone si rende conto che per lui ormai sembra non esserci più posto.

«Il successo è come la droga...crea dipendenza a meno che non hai una famiglia alle spalle che ti aiuta. Purtroppo io non l’ho avuta. Quando come me si viene dal nulla e ti viene dato tutto quello che vuoi è pazzesco. La notorietà diventa una malattia perché guardi il mondo e ci vedi un negozio di dolci...dove puoi abbuffarti senza pagare. Però sappiamo che succede quando si mangiano troppi dolci...il tuo lavoro non è più come prima e tutto ciò che hai fatto di speciale sino a quel momento non c'è più.»

Il ritorno di Rocky Balboa e John Rambo

 
Sylvester nei panni di Rocky

Poi, non senza difficoltà, legate proprio dal fatto che le case di produzione non credono più nelle sue capacità, né che quei personaggi possano ancora interessare al pubblico ormai di un'altra generazione, decide di rimettersi in gioco, riutilizzando proprio quelle icone che tanto l'hanno reso famoso: Rocky e Rambo.

Nel 2006 scrive, coproduce, dirige, e naturalmente interpreta Rocky Balboa, la sesta e definitiva pellicola della celebre saga dedicata al pugile di Philadelphia.

Nel 1990, dopo aver interpretato per la quinta volta la parte di Rocky, Stallone aveva chiuso alla possibilità di fare, negli anni a venire, un ulteriore sequel. Quella pellicola era stata scritta e girata come episodio finale della saga, ma poi con il passare degli anni si è reso conto che Rocky V, non solo l'aveva estremamente deluso, ma il finale stesso (tra l'atro lo script originale prevedeva la morte del protagonista) non poteva essere quello definitivo: un personaggio come lo Stallone italiano doveva avere un finale degno del suo nome.[5]

«All'inizio non volevano fare questo film. In seguito fui io ad avere paura del fallimento, ma mi son detto: sono contento d'aver paura, perché la paura ti spinge a lavorare meglio.»

Durante la presentazione del film, l'attore ha dichiarato che Rocky Balboa non è solo un'autobiografia per quello che riguarda il personaggio principale, ma lo è anche per quello che riguarda sé stesso. Nel cast, per la prima volta dopo le precedenti cinque pellicole, non c'è Talia Shire, l'attrice che ha interpretato Adrian, la storica compagna del protagonista. Ciò ha fatto in modo a Stallone di dare una nuova caratura al protagonista, e di renderlo quindi più fragile di fronte alle sue nuove sfide.

«Mi piacerebbe che si pensasse a me come un moderno John Wayne: i tempi sono cambiati, ma il mondo continua ad avere bisogno di nuovi eroi. E volevo che il mio Rocky fosse appunto un eroe semplice, come tanti di quelli di oggi. Una persona normale, che non vola, non compie miracoli, ma nel suo piccolo riesce in imprese straordinarie.»

Il 22 febbraio 2008 è uscito nelle sale italiane il quarto capitolo della saga dell'ex Berretto verde, John Rambo, da lui scritto diretto e interpretato. Nel quarto capitolo della fortunata serie, ambientato in Birmania, sono evidenziati i soprusi svolti dal regime militare Birmano nei confronti di un gruppo etnico locale, i Cariani.

«Nel mondo ci sono tante guerre: Darfur, Iraq, Somalia. Ma ce ne sono anche altre silenziose, vedi la Birmania: lì si combatte una devastante guerra civile da ben 60 anni senza che nessuno ne parli con decisione. Ho pensato che Rambo non sarebbe potuto tornare a combattere in una guerra famosa e così la Birmania è stata funzionale alla storia in due modi: uno nell’educare ed informare i più giovani di una guerra fratricida che si consuma quotidianamente, l’altro nel permettere a Rambo di poter tornare a confrontarsi col proprio inferno personale e con la propria natura omicida.[6]»

Stallone ha inoltre annunciato che realizzerà un quinto capitolo della saga di Rambo, con uscita prevista per il 2009. Il film verrà girato in Bulgaria.

Vita privata

 
Angie Everhart è stata fidanzata con Stallone nel 1995

Nel 1974 si sposa con l'attrice Sasha Czack, una sua collega ai tempi in cui faceva l'usciere al Baronet. Da questo matrimonio Stallone ha due figli, Seargeoh "Seth", nato con una forma di autismo, e il secondogenito Sage Stallone. Sage ha lavorato con il padre in due pellicole, Rocky V e Daylight - trappola nel tunnel. Dopo undici anni la coppia divorzia.

Nel 1985 conosce sul set di Rocky IV la modella e attrice danese Brigitte Nielsen. I due convoleranno a nozze, ma l'unione tra loro dura poco più di un anno.

«Con Sly non mi sono mai illusa: avevo capito perfettamente che con lui non avrei mai potuto fare progetti per il mio futuro. Non eravamo così sicuri l'uno dell'altra. Lui mi aveva stordita, offrendomi uno stile di vita assolutamente straordinario. Per un po' mi lasciai trascinare dal vortice di quella vita, ma alla fine ne uscii con le ossa a pezzi.»

La separazione fu clamorosa: Jacqueline, la madre di Stallone, accusa la Nielsen di avere una relazione con la sua segretaria, la Nielsen accusa Sylvester di essere omosessuale. Cifre da capogiro vorticano attorno al divorzio con la stessa velocità delle voci scatenate dai media verso la coppia.

Dopo alcuni flirt con le modelle Angie Everhart, Janice Dickinson, Susan Anton, Naomi Campbell e Andrea Wieser, sposa nel 1997 Jennifer Flavin, conosciuta anni prima sul set di Rocky V, dove lei appare in una scena di pochi secondi. Sylvester e Jennifer hanno poi avuto tre figlie: Sistine Rose, Sophie Rose e Scarlet Rose Stallone.

Non solo cinema

 
Stallone si dedica anche all'arte, collezionando Magritte, Degas, Bacon e Rodin. Inoltre si dedica con un certo successo alla pittura surrealista. È anche un appassionato lettore di classici britannici e statunitensi, oltre che di Dante, ed è un grande ammiratore dell'artista e scienziato Leonardo Da Vinci

Nel 2004 investe nell'alimentazione, lanciando un'azienda di integratori per sportivi.

«Sono circa 7-8 anni che ci penso, anche perché negli anni, per modificare il mio aspetto fisico in funzione di esigenze di copione, ho sperimentato molte soluzioni diverse sia sotto il profilo dell’allenamento che dell’alimentazione. Per Cliffhanger, ad esempio, ho dovuto potenziare gambe e spalle; per Rocky 3, ho ridotto il grasso corporeo al 2,8%; per Cop Land, invece, ho messo su 18 kg e perso ogni definizione muscolare.[7]»

Investe successivamente nell'editoria, dirigendo una rivista chiamata col suo soprannome più famoso: Sly.

È conosciuto, nel mondo di Hollywood, anche per il suo carattere altruista, che lo porta spesso al centro di importanti iniziative benefiche.

Sylvester è anche un appassionato di calcio, soprattutto quello europeo. È infatti un tifoso dell'Everton F.C., squadra calcistica di Liverpool, che milita nella English Premier League, la massima serie inglese.[8]


Statua di Rocky

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La statua di Rocky

Nel 1982, durante la fase di pre-produzione della terza pellicola dedicata al pugile italo-americano Rocky Balboa, Stallone ha fatto creare apposta, dallo scultore Thomas Schomberg, una statua di bronzo raffigurante il campione con le braccia alzate al cielo. L'opera, alta 2 metri e 60 centimetri, era stata collocata in cima ai famosi scalini del Museum of Art di Philadelphia, uno dei musei più grandi e famosi degli Stati Uniti, e coreografia storica dei precedenti Rocky. Una volta terminate le riprese, Stallone decise di donare l'opera alla città, il quale in fondo aveva adottato il suo personaggio.

Il sindaco della città decise di lasciarla davanti all'ingresso del museo ma poi, dopo le proteste dei critici d'arte, che ritengono la statua non un'opera ma un semplice elemento scenografico, si è optato per trasferirla davanti allo Spectrum, Arena del basket di Philadelphia.

Nel 1990 fu ricollocata in cima ai 72 scalini del Museum of Art per le riprese di Rocky V, per poi essere trasferita ancora una volta allo Spectrum.

Finita in seguito in un magazzino, nel 2006, al trentesimo anniversario del primo Rocky, e dopo che la Commissione Artistica della città ha votato per decidere, la statua è stata collocata per via definitiva ai piedi delle famose scalinate del Museum.

Nel 2007 anche la Serbia ha deciso di avere una sua statua di Rocky, facendone costruire un clone. La statua è stata collocata nella cittadina serba di Zitiste, nella provincia di Vojvodina.

 
Stallone è anche un grande estimatore dello scrittore e poeta statunitense Edgar Allan Poe, inventore del racconto poliziesco e del giallo psicologico. Uno dei progetti dell'attore è dirigere una biografia sullo scrittore

The Contender

Durante lo show, dove Stallone conduce il reality assieme a l'ex pugile Ray Sugar Leonard, si seguono sedici promettenti pesi medi statunitensi. Dal momento in cui arrivano al Contender Gymnasium, palestra costruita per lo show a Los Angeles, devono vivere e allenarsi per quattro mesi.

«Non cerchiamo dilettanti ma professionisti cresciuti nel mito della boxe dei tempi d'oro»

Questi atleti dovranno poi superare una serie di prove disposte dagli allenatori. Due le squadre che si affrontano ogni settimana, alla fine di ciascun episodio quella vincente sceglie chi combatte. Chi perde se ne va, gli altri entrano nella rosa dei finalisti. Alla fine ne devono rimanere solo due per l'incontro finale nel tempio della boxe, il Caesar Palace di Las Vegas.

Scandalo Doping

Il 16 febbraio 2007, Stallone, in Australia per promuovere Rocky Balboa, è stato fermato dai funzionari doganali all'aeroporto di Sydney. L'attore è stato trovato in possesso di alcune fiale (48) di Somatotropina, noto anche col nome GH (Growth Hormone), cioè Ormone della crescita.[9]

I rappresentanti della legge australiana non hanno esitato ad indagare l'attore statunitense. In seguito Stallone ha riconosciuto la sua colpevolezza per uso di sostanze dopanti,[10] sostenendo che sono composti da lui utilizzati durante la sua oltre trentennale carriera di attore.

Anche Janice Dickinson, una sua ex compagna, accusa Stallone dell'uso di steroidi, anche verso lei stessa.

«Mi svegliai e mi trovai il braccio come quello di Popeye. Lui usava steroidi, testosterone e qualsiasi altra cosa potesse assumere.»

In poco tempo, dopo le accuse ricadute su di lui, è arrivata la smentita della star americana, controaccusando la stessa Dickinson di dire falsità, anche per quello che riguarda il loro burrascoso legame.[11]

A poco più di un anno di distanza dal ritrovamento delle fiale, Sylvester Stallone, impegnato a promuovere il suo ultimo Rambo, esce allo scoperto difendendo l'uso da parte sua di queste sostanze.

«L'ormone delle crescita non è niente. Chiunque lo chiami steroide è assolutamente male informato. Chiunque abbia superato i quarant'anni, se è saggio, dovrebbe informarsi sul suo uso perché è realmente in grado di migliorare la qualità della vita. Ascoltate le mie parole: tra dieci anni l'ormone della crescita sarà un medicinale da banco.[12]»

Tendenza politica

 
Ronald Reagan

Intervistato durante la campagna promozionale di John Rambo, Stallone ha più volte dichiarato che il suo schieramento politico alle prossime elezioni presidenziali statunitensi del 2008 è per il Repubblicano John McCain, senatore per lo stato dell'Arizona.

«Innanzitutto devo dire che io non darei retta a ciò che dicono gli attori sulla politica: non ci capiscono nulla! Io mi sono schierato per McCain non perché è un reduce del Vietnam come Rambo, ma perché mi ispira fiducia: sono del parere che in questo momento il Paese, dopo anni disastrosi, si debba affidare ad un uomo d’esperienza e non ad un novellino. Un domani Hillary e Obama saranno certamente due star della politica, ma oggi non sono ancora pronti.[13]»

In passato, uno dei più famosi esponenti del partito Repubblicano, l’ex Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, ha considerato il personaggio interpretato da Stallone, John Rambo, un vero e proprio simbolo, un eterno eroe americano, un esempio da seguire durante il suo mandato presidenziale.

«Sì, una volta, negli anni 80, il presidente Ronald Reagan, che io comunque ammiravo, se ne uscì con la battuta: Rambo è sicuramente repubblicano. E siccome erano gli anni della sfida con il libico Gheddafi, quell’uscita ha identificato Rambo con l’aggressività militare americana. Ma nulla è più lontano dalla verità: Rambo è una creatura solitaria, non fa parte della macchina militare.[14]»

Curiosità

  • Durante una recente intervista, Stallone ha dichiarato di avere un piccolo rimpianto in ambito professionale: non aver girato un film sul manga ed anime giapponese Hokuto no Ken (in Italia Ken il guerriero). "Purtroppo ho conosciuto troppo tardi questo personaggio" ha detto, sembrando davvero dispiaciuto "la sua storia forte e drammatica e la sua onestà ed integrità mi hanno subito colpito, così come la sua determinazione ed il suo coraggio. Penso di avere molto in comune con lui" e conclude "se avessi trent'anni di meno mi sentirei onorato di impersonarlo in un film, oltretutto gli somiglio anche fisicamente''.
  • Molti dei suoi personaggi più famosi hanno nomi di 5 lettere; dopo il successo di Rocky, Stallone mantenne questa "regola" per scaramanzia. (Rocky, Rambo, Cobra, Tango, Hawks, Leone ....)

Filmografia

Attore

Regista

Sceneggiatore

Produttore

Doppiatori italiani

Premi e nomination

Note

Altri progetti

Collegamenti esterni


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