Suessula
Suessula antica città della Campania, distrutta, non più ricostruita, di origine osca ed etrusca. Nell'era cristiana fu anche sede vescovile fino all'alto medioevo.
Il luogo dove è ubicata l'antica città scomparsa, rientra attualmente nel comune della città di Acerra.
Storia
Trovandosi in posizione strategica (era attraversata dalla via Popilia, la strada più importante dell'antichità nel meridione d'Italia). Fu dominata dall'antico popolo Italico gli Osci, in seguito anche dagli Etruschi che ne fecero una dodecapoli etrusca con altri antichi centri della Campania. Fu teatro di diverse battaglie tra Sanniti e Romani. Roma vi teneva stanziato gran parte del suo esercito per difendersi dai Sanniti.
Memorabile fu la battaglia di Suessula fra Romani e Sanniti sotto le mura di questa città nell'anno 341 a.C.: in essa i Romani comandati dal console Marco Valerio Corvo sconfissero i Sanniti. Nel 339 a.C. divenne dominio romano e divenne una "Civitas sine suffragio". Sotto la Repubblica fu municipio e in seguito prefettura dopo la rovina di Capua, poi colonia militare per decreto di Silla.
Fu sede di gastaldato longobardo, nell' anno 880 D.C. fu distrutta dai Saraceni.La città medioevale era ricca di monumenti e chiese, i resti dell' antica cattedrale sono rimasti visibili fino alla fine del '700. Inesorabile il lento declino, gli abitanti progressivamente l'abbandonarono, non fu più ricostruita se ne perse quasi la memoria; anche se, a quasi centocinquanta anni dalla distruzione risultava ancora abitata, come risulta da un atto notarile del 1028 D.C. (rinvenuto dallo storico Caporale). Divenuta la zona un vastissimo bosco detto "Calabricito" Ferdinando I re di Napoli ne fece una riserva di caccia fino al 1830; vi fece costruire un edificio detto "Casina Spinelli" (oggi in rovina) nel 1778, sui resti dell'antica città. La particolarità della casina sta nel fatto che l'edificio ingloba una torre di epoca longobarda.
Casina Spinelli ed il suo museo
I primi saggi di scavo per riportare alla luce Suessula furono intrapresi nel 1872 fino al 1886 dai conti Spinelli di Scalea, possessori della zona e della villa con annessa torre longobarda. Furono rinvenuti numerosi reperti di eccezionale fattura. Essi furono ubicati nell'antica dimora che divenne uno dei più ricchi musei privati del periodo. Molti studiosi Italiani e stranieri (basti ricordare il Maiuri e von Duhn) non mancavano di andarlo a visitare quando erano di passaggio a Napoli. Questo avvenne fino alla vigilia del secondo conflitto mondiale. Purtroppo nel 1943 il comando tedesco occupò parte della villa che fu rispettata compreso il suo museo fino nell'ottobre dello stesso anno: in quel mese, prima di abbandonare la villa, degli ufficiali tedeschi saccheggiarono tutti gli oggetti preziosi della collezione Spinelli, consistenti in monili d'oro e monete antiche. Gli oggetti depredati, a tutt'oggi non più recuperati, erano importantissimi, soprattutto i gioielli in oro, che oltre al loro valore materiale ne avevano uno inestimabile trattandosi di rarissimi gioielli di epoca arcaica, esempi unici ed insostituibili dell'arte orafa antica. Nel 1945, anno in cui finì la guerra, la casina Spinelli risultò danneggiata dall'occupazione tedesca, e da quella successiva americana. Poichè gravi danni aveva subìto anche la collezione di vasi antichi - buona parte di essi rinvenuti in frantumi a terra - al fine di evitare ulteriori danni, in accordo con la famiglia Spinelli, fu deciso di trasferire la maggior parte della collezione al Museo Archeologico Nazionale di Napoli con la denominazione "Collezione Spinelli", dove tuttora è esposta in apposite vetrine nella Sezione Preistorica.
L'edifico della villa è attualmente tutelato come bene di interesse storico-archeologico sia dalla legge 01/06/39 n.1089 che dal D.P.R. del 1977, n. 616 e successive modifiche. Presto ci saranno i primi lavori di consolidamento e restauro.