Giuseppe Saragat

politico e diplomatico italiano (1898-1988), 5º Presidente della Repubblica Italiana (1964-1971)

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Giuseppe Saragat
Bandiera italiana

V Presidente della Repubblica Italiana

Stemma Italia

Mandato Presidenziale: dal 28 dicembre 1964 al 24 dicembre 1971
Elezione: al ventunesimo scrutinio con 646 voti su 963
Predecessore: Cesare Merzagora ad interim
Successore: Giovanni Leone
Data di Nascita: 19 settembre 1898
Luogo di Nascita: Torino
Data di Morte: 11 giugno 1988
Luogo di Morte: Roma
Moglie: Giuseppina Bollani
Professione: Politico
Partito politico: Partito Socialista Democratico Italiano

Giuseppe Saragat (Torino, 19 settembre 1898 - Roma, 11 giugno 1988) è stato un importante uomo politico italiano.

Figlio di immigrati sardi (il padre era nativo di Sassari), faceva parte di una famiglia appartenente alla media borghesia italiana. Nel 1922 aderì al socialismo non tanto per vocazione ideologica quanto per solidarietà nei confronti della gente povera, ovvero quel proletariato che andava organizzandosi. Esponente della parte riformista del Partito Socialista Italiano, durante il ventennio fascista emigrò in Svizzera, stringendo un'allenza politica con Pietro Nenni.

Tornò in patria al termine della Seconda guerra mondiale e nel 1946 venne eletto deputato all'Assemblea Costituente, di cui fu presidente sino al 1947, anno in cui Alcide De Gasperi ruppe l'accordo con socialisti e comunisti. Contrario all'alleanza tra i socialisti ed il Partito Comunista Italiano, nel gennaio del 1947 provocò la cosiddetta "scissione di palazzo Barberini", in cui vide la nascita il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, che nel 1951 divenne Partito Socialista Democratico Italiano in seguito alla fusione con il Partito Socialista Unitario.

Nelle elezioni politiche del 1948 si scagliò contro il Fronte Democratico Popolare, l'alleanza social-comunista in cui militava anche il "caro nemico" Nenni: durante la campagna elettorale il Fronte gli rimproverò l'alleanza con la Democrazia Cristiana, coniando contro Saragat alcune espressioni politicamente denigratorie (socialfascista, socialtraditore, rinnegato). In quelle consultazioni il suo cartello politico, denominato per l'occasione Unità Socialista, ottenne poco più del 7% dei voti alla Camera dei Deputati e circa il 4,1% al Senato della Repubblica, ottenendo nel Parlamento italiano 43 seggi in totale.

Più volte vicepresidente del Consiglio nei governi De Gasperi, fu anche ministro degli Esteri dal 1962 al 1964 e si schierò a favore della formula politica del centrosinistra. Il 28 dicembre del 1964 fu eletto presidente della repubblica al 21° scrutinio, grazie anche ai voti decisivi dei socialisti e dei comunisti. Terminato il suo mandato nel 1971, Saragat divenne di diritto senatore a vita, ma ebbe anche l'occasione di ritornare al suo partito, di cui divenne presidente nel 1976.

Socialista libertario, Saragat viene oggi considerato il padre della dottrina socialdemocratica italiana. Riformista e dal forte senso atlantista (fu favorevole al Piano Marshall e all'ingresso dell'Italia nella NATO), egli era convinto che la socialdemocrazia potesse essere politicamente un valore aggiunto e che avrebbe potuto avere una posizione elettoralmente egemonica, come del resto avveniva nei paesi nel nord Europa.

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Collegamenti Esterni

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