Simonov SKS
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La Simonov SKS è una carabina semi-automatica russa calibro 7,62 × 39 mm, progettata nel 1945 da Sergei Gavrilovich Simonov.[1] «SKS» è un acronimo per Samozaryadniy Karabin sistemi Simonova (russo: Самозарядный карабин системы Симонова), 1945 (Carabina semiautomatica, sistema Simonov, 1945), o SKS 45. La SKS fu ben presto soppiantata come "arma di prima schiera" dall'AK-47, ma rimase comunque per decenni quale dotazione di reparti meno operativi. È tuttora un'arma da parata. Fu ampiamente esportata e prodotta nei paesi del blocco orientale, e segnatamente in Cina (denominata "Tipo 56"), in Germania Est ("Karabiner S") e nella Corea del Nord ("Tipo 63"). Ha attualmente un certo seguito fra gli appassionati collezionisti di armi di "ex-ordinanza". La SKS fu la prima arma camerata per la cartuccia "7,62x39mm M43", che successivamente avrebbe caratterizzato l'AK-47 e la mitragliatrice leggera RPK.
Caratteristiche tecniche
La SKS ha un aspetto canonico da carabina, con una cassa in legno sprovvista di impugnatura a pistola. La maggior parte delle versioni è fornita di baionetta interamente ripiegabile, unita al vivo di volata mercé un attacco "a compasso". Alcune versioni - come la variante M59/66 di fabbricazione jugoslava - sono dotate di tromboncino lanciagranate. Come nel caso della statunitense M1 Carbine, la carabina è più corta e meno potente del fucile semiautomatico da cui deriva (rispettivamente, lo SVT-40 sovietico per la SKS e l'M1 Garand americano per l'arma popolarmente soprannominata Baby Garand). [2] Contrariamente a quanto spesso si crede, non si tratta di un moderno fucile d'assalto. Infatti, l'SKS non soddisfa tutti i requisiti essenziali di tale categoria di armi, ancorché talune varianti vi si approssimino significativamente. Non ha la predisposizione per il fuoco selettivo, ed il progetto originale non prevede un caricatore asportabile. In Cina vennero prodotte alcune varianti a fuoco selettivo, tuttavia il progetto originale dell'SKS ne fa un'arma "naturalmente" semiautomatica. Il caricatore da dieci colpi è normalmente alimentato da una stripper clip, e i proiettili possono essere estratti mediante una levetta (che apre il "pavimento" del serbatoio) posta davanti al castello del grilletto.
Progetto
La SKS ordinaria è semiautomatica e munita di caricatore[3] fisso/infulcrato da dieci pallottole, che viene riempito dalla sommità del fucile, sia con inserimento manuale delle munizioni, sia avvalendosi di un "pacchetto" (la stripper clip già nominata) preconfezionato.[4]
Nell'impiego tattico tipico, la stripper clip viene abbandonata (per ovvie ragioni di priorità operativa e di sopravvivenza... ) ma nell'addestramento e/o nell'uso amatoriale, la stripper clip può essere recuperata e "riciclata" pressoché all'infinito. Il funzionamento semiautomatico è reso possibile anche dall'adozione di una "seconda canna" per il recupero del gas di sparo, che determina l'arretramento/semirotazione dell'otturatore, l'espulsione del bossolo esausto, e la successiva ricarica mediante "unghia estrattrice" di una cartuccia "fresca" prelevata dal serbatoio. Alcune varianti sono state modificate per consentire l'uso del caricatore separabile dell'AK-47, ma non fu, generalmente, un'idea tanto brillante: come spesso avviene in casi analoghi nei fucili militari, l'adattamento di un serbatoio staccabile ad un'arma concepita per il serbatoio fisso determinava frequenti inceppamenti. Ad un certo punto, tuttavia, la (cinese) Norinco [5] aveva elaborato i modelli SKS-M, SKS-D, e MC-5D, che erano stati ri-progettati in fabbrica per accettare senza problemi i serbatoi dell'AKM (anche se si doveva rimuovere la cassa in legno per accettare i serbatoi a tamburo).
Per inciso, la lunghezza della canna nell'SKS è leggermente più lunga di quella della "famiglia Kalashnikov", e pertanto la velocità alla volata è lievemente maggiore nell'SKS.
Benché i primi modelli russi avessero percussori a molla pre-compressa, la maggior parte delle varianti di SKS presenta un percussore liberamente flottante nell'otturatore. Per le caratteristiche strutturali, la pulizia dev'essere assai diligente (specie dopo prolungata inattività) per assicurarsi che il percussore non si incolli in posizione arretrata all'interno dell'otturatore. Tale inconveniente può infatti causare lo sparo accidentale di un colpo, o addirittura di più di uno.[6] Il fenomeno (slamfire) è meno probabile con le munizioni di tipo militare per cui è stata progettata la SKS, ma questa considerazione non può esimere l'utente da una scrupolosa manutenzione, come del resto è buona norma con ogni arma. Per i collezionisti, lo slamfire è insidiosamente più facile quando nell'otturatore siano rimasti residui del liquido protettivo anti-corrosione Cosmoline. [7] [8] [9] Il percussore è triangolare nella sezione trasversale, e lo slamfire può essere provocato anche dal montaggio del percussore in posizione capovolta. Il percussore deve essere asciutto, ed avere un leggero gioco orizzontale quando si scuote longitudinalmente l'otturatore. Tutt'al più, si può usare un lubrificante leggero [10] quando si ricompone l'otturatore. Anche il ripetuto azionamento "a vuoto" del meccanismo di sparo può favorire il fuoco accidentale nella SKS. È possibile modificare con una molla il percussore della maggior parte delle SKS, se il proprietario desidera ricreare una situazione simile ai primi modelli sovietici; allo scopo, molti produttori di accessori per armi mettono a disposizione specifici "kit di conversione".
Nella maggior parte delle varianti (i modelli jugoslavi sono l'eccezione più importante), l'interno della canna è stato sottoposto a cromatura per aumentarne la resistenza al calore ed alla corrosione. Sebbene questo trattamento effettivamente riduca la precisione di tiro, ciò non rappresenta un vero limite nel contesto tattico d'impiego per cui sono concepite le armi di questa classe.
Tutte le SKS militari hanno una baionetta attaccata sotto alla canna, che si può estrarre e ripiegare con un innesto a molla (talvolta la baionetta è rimovibile, altre volte è fissa). Come ci si può aspettare, la SKS permette effettivamente un agevole smontaggio/rimontaggio "campale", senza dover ricorrere ad utensili. Nel calcio è alloggiato un kit di pulizia analogo a quello dell'AK-47. In vero stile sovietico, la SKS è nel complesso un'arma rustica, economica, affidabile e razionale.
Per alcuni tiratori, la tacca di mira posteriore della SKS è troppo piccola per collimare efficacemente, anche con visibilità favorevole. Il pezzo può essere facilmente sostituito con un economico e valido accessorio specifico, ed è pure diffusa la prassi di colorare con lucido brillante da unghie entrambe le tacche (compresa quella al vivo di volata). Molti appassionati modificano in vario modo il calcio, trovandolo troppo corto per la loro corporatura. Alcuni modificano la parte superiore dell'arma per accogliere un'ottica per il tiro di precisione, con risultati non entusiasmanti, poiché tale adattatore va rimosso ogni volta che si esegue la pulizia dell'arma, a scapito dell'accuratezza che si dovrebbe ottenere da un montaggio esatto (e definitivo...).
Storia
Nel corso della Seconda guerra mondiale, molti paesi constatarono che i fucili del tempo, quale ad esempio il Mosin-Nagant – troppo lunghi e pesanti – sparavano cartucce di esagerata potenza, generando un eccessivo rinculo. Dette munizioni (ad esempio: 7.92x57mm Mauser, .303 British, .30-06 Springfield e 7.62 x 54R) erano efficaci fino a 2000 metri di distanza; nondimeno, si era osservato che la maggior parte dei conflitti a fuoco si svolgevano in un intervallo massimo compreso tra 100 e 300 m. Russi e tedeschi compresero la lezione, e progettarono armi di nuova generazione, che avrebbero lavorato con cartucce più piccole, di potenza intermedia. L'approccio tedesco fu la produzione, tra le due guerre mondiali, di una serie di fucili e cartucce intermedi, fino allo sviluppo del Maschinenkarabiner (mitragliatrice-carabina), culminato nell'MP44, il leggendario Sturmgewehr, considerato il capostipite (perfino nel nome) del moderno fucile d'assalto. L'MP44, prodotto durante la guerra, camerava il calibro intermedio 7.92x33mm Kurz.
Nello stesso periodo i sovietici produssero un'intera famiglia di armi progettate intorno alla nuova cartuccia 7.62x39mm M43. Tra queste si annoveravano:
- una carabina a ripetizione ordinaria, mai entrata effettivamente in produzione;
- un fucile d'assalto a fuoco selettivo, destinato a diventare l'AK-47;
- una mitragliatrice leggera (arma di squadra), destinata a divenire la Degtyarov RPD;
- una carabina semiautomatica, che incarnerà la SKS di questa voce.
Un piccolo numero di SKS fu collaudato in prima linea contro i tedeschi nel 1945, durante l'ultimo conflitto mondiale.[11]
Progettualmente, la SKS si rifà all'AVS-36 (concepito dal medesimo progettista), al punto che taluni la considerano semplicemente un AVS-36 accorciato, privato della funzione di fuoco selettivo, e ricamerato in 7.62x39mm.[12] Deve anche molto, in questo senso, ai già nominati SVT-40 e M-44 Mosin-Nagant, i fucili che rimpiazzò, incorporando il meccanismo semiautomatico del primo (anche se trasposto in un calibro più disinvolto), e la baionetta – piccola, maneggevole ed integrata – del secondo.
Nel 1949 fu ufficialmente adottata dall'Armata Rossa, venendo prodotta nella fabbrica d'armi Tula[13] dal 1949 al 1955, e nella fabbrica Izhevsk[14] nel 1953 e l'anno successivo. Sebbene fosse piuttosto alta la qualità produttiva dei due citati arsenali di stato, il progetto della SKS era già obsoleto a confronto del Kalashnikov: dotato di fuoco selettivo, più leggero, capacità serbatoio tripla, potenzialmente meno oneroso per la sua fabbricazione. Gradualmente nel giro di pochi anni, la produzione di AK-47 aumentò finché le rimanenti carabine SKS furono relegate soprattutto a truppe diverse dalla fanteria, e di seconda linea. Furono mantenute in tale servizio ridotto fino agli anni '80, o forse agli albori del decennio successivo. Oggi, la carabina SKS è impugnata da alcune guardie d'onore russe, con funzioni puramente cerimoniali. È molto meno onnipresente dell'AK-47, ma l'SKS (originale russa, o replicata da qualche altro paese dell'ex Cortina di Ferro) può ancora apparire fra le mani di qualche appassionato civile, come pure essere la dotazione di milizie del terzo mondo, o di gruppi insurrezionali.
Da un punto di vista di storia industriale, e di strategia logistica, è corretto affermare che la SKS è stata un'arma che colmava un vuoto, prodotta sulla scorta del collaudato impianto costruttivo del fucile anticarro PTRS-41,[15] e di altrettanto sperimentate tecnologie metallurgiche. Con ciò si voleva anche mantenere una sorta di via d'uscita, nel caso che l'allora rivoluzionario AK-47 si fosse rivelato un insuccesso. Ed in effetti, l'originaria struttura "a forgiatura stampata" dell'AK-47 dovette essere precipitosamente riprogettata con ricorso ad una diversa tecnica di fusione/stampaggio, il che determinò un ritardo nella produzione, prolungando corrispondentemente la vita operativa della SKS quale "arma di prima scelta".
Servizio
Benché — come abbiamo ripetuto — la SKS sia stata un'arma sovietica di primo piano ufficialmente solo per pochi anni, essa svolse nondimeno un ruolo documentato nei due principali conflitti dell'era della Guerra fredda, ossia la Guerra di Corea e la Guerra del Vietnam,[16] per non parlare di diverse altre "guerre sporche". La SKS fu ritirata dal servizio tra gli anni '60 e gli anni '70, fatta eccezione per polizia e forze armate cinesi, che continuavano ad usarla negli anni '80, mentre non occorrerà che facciamo nuovamente cenno alla funzione di arma da parata tuttora mantenuta dalla carabina in questione. C'é tuttora qualche unità di riservisti o della milizia cinese armata di SKS, affiancata al fucile d'assalto Tipo 56.[17] Anche nel Vietnam ci sono reparti di polizia militare equipaggiati con la SKS. Negli anni '90 furono dismesse molte SKS come ex-ordinanza, e secondo diverse testimonianze ed immagini le SKS sono state ampiamente utilizzate da guerriglieri in Bosnia, Somalia, Africa in genere e Sudest asiatico durante gli anni '90 e durante gli anni 2000.[18] In Africa, Asia e Medio Oriente la SKS è ancora arma d'ordinanza per alcuni eserciti.
Durante la Guerra fredda, la Russia condivideva con i suoi alleati i dettagli di progettazione e di fabbricazione. È il motivo per cui esistono molte varianti della SKS. Alcune usano un caricatore da 30 colpi simile a quello dell'AK-47 (le cinesi "Tipo 68" e "68/72", conosciute pure come modelli "D" e "M"), controlli del recupero del gas, congegni di mira per il tiro notturno, e vistosi lancia-granate da applicarsi al vivo di volata (la iugoslava M59/66, eventualmente la nordcoreana "Tipo 63"). Complessivamente, le carabine di cui ci occupiamo qui furono prodotte in Russia, Cina, Iugoslavia, Albania, Corea del Nord, Vietnam e Germania Est (Kar. S), con limitate produzioni di prototipi (Modello 56) in Romania e Polonia (Wz49). Materialmente sono assai simili, benché il lanciagranate da 22 mm secondo le specifiche NATO della versione iugoslava e la cassa più avvolgente della versione albanese rendano riconoscibili a colpo d'occhio tali varianti. Le prime versioni di SKS russe e alcune più tarde cinesi "Tipo 56" utilizzavano antiquate baionette "a spiedo", laddove la maggioranza degli esemplari esistenti sia invece dotata di più moderna baionetta "a lama".
Molti particolari minori, e soprattutto le tacche di mira e gli appigli di manovra degli otturatori, erano unici in quanto di produzione nazionale. Alcune SKS costruite nel periodo 1955-56 erano prodotte in Cina con parti russe, presumibilmente nel quadro di un accordo di condivisione tecnologica. Molte armi iugoslave della serie M59/66 furono esportate in Uruguay e Mozambico[senza fonte], e le carabine di quest'ultimo stato erano montate su casse del legno locale, il teak. La quasi totalità delle M59 e M59/66 iugoslave aveva invece la cassa in olmo, noce e faggio. Si sono viste delle SKS anche nei recenti conflitti in Africa, Afghanistan, e Iraq.
Alcune nazioni hanno utilizzato la SKS senza avere i diritti industriali di produrla: Afghanistan, Congo, Indonesia, Iraq, Laos, Libano, Mongolia, Marocco, Repubblica Araba Unita (Egitto) e Repubblica Democratica Popolare dello Yemen. La SKS ha svolto un ruolo importante nel mondo in occasione di svariati disordini.[senza fonte]
Note
- ^ Cenni biografici, da Ex-ordinanza.it
- ^ Ad evitare fraintendimenti, occorre però osservare che — mentre la M1 Carbine era caratterizzata sfavorevolmente da un tipo di munizione troppo scadente quanto a "potere d'arresto":
— non si poteva certo dire lo stesso della carabina che qui commentiamo, poiché utilizzava la stessa energica cartuccia dell'AK-47, tuttora notoriamente utilizzato con micidiale efficacia anche contro i furgoni portavalori in occasione di rapine, tanto per fare un esempio.«It must be noted that during the war in Korea M1 carbines received some bad fame due to reliability problems in extremely low temperatures and also due to underpowered cartridge, which was sometimes unable to effectively penetrate the thick winter uniforms of North Korean and Chinese soldiers at extended ranges.» (Traduzione: Si deve notare che durante la guerra di Corea le carabine M1 si son fatte una cattiva reputazione a causa di problemi di affidabilità alle temperature molto basse ed anche per la cartuccia sottopotenziata, che a volte non riusciva a penetrare efficacemente le spesse uniformi invernali dei soldati nordcoreani e cinesi sulle lunghe distanze.)
(Modern Firearms, citato nella sezione "Collegamenti esterni") - ^ Useremo indifferentemente il termine "caricatore" o "serbatoio" per indicare la parte dell'arma che contiene le cartucce da sparare.
- ^ Chi abbia svolto il servizio militare in Italia qualche anno fa, sicuramente ricorderà il cosiddetto "pacchetto Garand", utilizzato per alimentare l'omonimo fucile, in modo del tutto analogo a quanto si pratica con la SKS.
- ^ Sito ufficiale
- ^ Slam Fire: a Parable... by Walt Kuleck
- ^ Pagina sul prodotto
- ^ Educational Zone #23 - Cosmoline Removal - Page 1
- ^ MIL-C-11796C - Detail Specifications
- ^ Ad esempio Eezox, BreakFree CLP, o Remington's Rem-Oil.
- ^ Fonte: Modern Firearms, citato in "Collegamenti esterni".
- ^ OP-SKS Article
- ^ Tula Armory Plant
- ^ EAA-Baikal (Izhevsk)-Izhmash
- ^ Antitank.co.uk
- ^ WWW.SIMONOV.NET- BATTLE HISTORY
- ^ Una replica dell'AK-47 realizzata dalla cinese Norinco.
- ^ Refugees 'forced to become guerillas' By Jill Jolliffe in Dili January 25, 2003
Collegamenti esterni
(EN)
- Simple photographic reference for SKS dissassembly
- An excellent reference to regional SKS markings and parts yooperj.com
- Compliant Parts for SKS Rifles and What it Actually Means
- Modern Firearms
- Simonov.net, an unofficial fanpage
- Ohio Gun Collectors Association
- Surplusrifle.com SKS section
- An article on Yugoslav SKSs, the Model 59 series
- SKS rifle history and pictures
- Carbines for Collectors
- SKS Discussion Board
- Zastava LKP 66 Page
- SKS Safety Repair/Knowledge