Augusto Del Noce
Augusto Del Noce (Pistoia, 11 agosto 1910 – Roma, 30 dicembre 1989) è stato un politologo, filosofo e politico italiano di ispirazione cattolica.
È stato titolare della cattedra di "Storia delle dottrine politiche" all'Università La Sapienza di Roma.
Studioso del razionalismo cartesiano e del pensiero moderno (Hegel, Marx), analizzò le radici filosofiche e teologiche della crisi della modernità, ricostruendo con cura le contraddizioni interne dell'immanentismo.
Dimostrò l'incompatibilità con il cristianesimo dell'umanesimo, del marxismo e di tutti i sistemi di pensiero che sostengono su basi "razionali" la possibilità della liberazione secolare dell'uomo ("solo il Redentore può emancipare"). Avversò tenacemente, per tali motivi, le correnti cattoliche italiane a lui contemporanee che auspicavano un dialogo tra credenti e marxisti. Tenace antifascista e studioso del fascismo, dimostrò come il fascismo fosse in continuità con il comunismo e fosse anch'esso un momento della secolarizzazione della modernità. Mostrò inoltre i molti punti di contatto tra il fascismo e il pensiero dei sessantottini.
Filosofo della politica preconizzò, quasi profeticamente, mentre esso viveva la sua massima espansione sul piano internazionale, la crisi del socialismo reale, che, applicando coerentemente la filosofia di Marx, allo stesso tempo negava le premesse del sistema marxiano: ciò in quanto, mostra Del Noce, lo stesso sistema di Marx si basava su una contraddizione. Ribadiva infine la necessità dei valori di verità e di moralità.
Diresse la collana "Documenti di cultura moderna", dell'editore torinese Borla (poi passata alla Rusconi) proponendo al pubblico italiano autori come Marcel de Corte, Titus Burkhardt, Manuel García Pelayo, Hans Sedlmayr ed Eric Voegelin.
Nel 1984 fu eletto senatore nelle file della Democrazia Cristiana.
Il pensiero
Il problema dell'ateismo
Nella sua più celebre opera Il problema dell'ateismo (del 1964) Del Noce inizia l'analisi della storia della filosofia moderna invertendo il paradigma storicistico e positivistico che nel progressismo aveva la sua cifra comune. Il filosofo afferma infatti che tale paradigma di illuministica origine ha come prima condizione d'esistenza la postulazione dell'ateismo come necessità del progredire dei sistemi filosofici e delle scienze a prescindere dalla teologia cristiana, cioè a prescindere dalla Scolastica, anzi in più o meno esplicita opposizione alla Scolastica. La tesi che Del Noce intende dimostrare in questa sua opera è -come evidenzia appunto il titolo- la considerazione dell'ateismo non più come «necessità» bensì come «problema» della modernità, il cui ultimo, coerente e necessario sbocco è appunto il nichilismo post-nietzscheano distaccato ormai da qualsiasi riflessione filosofica e sfociato in una pura forma di vita, in puro way of life di distruzione e auto-distruzione dell'uomo. Del Noce pone quindi innanzitutto una distinzione fra tre diverse forme di ateismo, ovvero fra l'ateismo positivo o politico («diurno»), i cui esempi perfetti sono stati l'illuminismo di un Diderot o l'umanesimo di un Feuerbach, l'ateismo negativo o nichilistico («notturno»), esemplificato invece dalla filosofia di Schopenhauer, e infine l'ateismo tragico, detto anche «follia filosofica», cioè la forma più rara e particolare di ateismo che Del Noce trova solo in due casi in tutta la storia della filosofia, ovvero in Nietzsche e in Jules Lequier. Posta questa propedeutica distinzione, Del Noce inizia l'anamnesi del pensiero filosofico moderno per rintracciare la genesi di ogni forma di ateismo, impossibile da pensarsi per la filosofia antica come dimostra il fatto che anche la filosofia epicurea -considerata comunemente come ateistica- ammetteva in realtà l'esistenza degli dèi. Per Del Noce appare evidente che la crisi della Scolastica medievale non ha costituito un processo necessario per il semplice fatto che proprio colui che aveva intenzione di riformarla -cioè Cartesio- fu invece colui che in realtà la tradì e se ne allontanò: è nelle celeberrime Meditazioni metafisiche che il filosofo francese -allievo dei Gesuiti- tentò di riproporre una nuova prova dell'esistenza di Dio da opporre al naturalismo libertinista del Seicento, che predicava relativismo etico e che sostituiva il Dio-Logos con la Natura impersonale e senza ordine. In realtà però Descartes, nel suo sforzo apologetico, compì il definitivo tradimento della filosofia cristiana riattingendo all'agostinismo senza alcuna radice di platonismo e considerando così le idee dei semplici «contenuti della mente». In altre parole se l'idea di Dio, quantunque logicamente necessaria, non è il riflesso intellettivo di una realtà ontologica esterna al soggetto ma è una semplice struttura logica, allora vale realmente la critica kantiana della prova ontologica di Sant'Anselmo secondo la quale non è lecito aggiungere il predicato dell'esistenza alla perfezione dell'idea se non per un paralogismo. Del Noce in sintesi ha mostrato come il tradimento e la perdita della Scolastica, attuata innanzitutto da Cartesio, ha come punto centrale l'idea di Idea, che è passata ad essere surrettiziamente da struttura del reale a struttura del razionale, passando quindi dal dominio dell'ontologia a quello della psicologia. Per questo non vi è alcuna spiegazione se non il rifiuto pregiudiziale di riconoscere uno statuto ontologico all'idea, cosicchè non vi sarebbe appunto alcuna necessità di trapasso della Scolastica nè tantomeno alcuna necessità di genesi del razionalismo; in tal senso la famosa critica di Kant varrebbe quindi solo contro Cartesio e non contro Sant'Anselmo, il cui platonismo gli permetteva ancora di inferire necessariamente la «perfezione» dell'esistenza dall'idea dell'Essere con ogni perfezione, cioè dall'idea di Dio. Del Noce prosegue la sua analisi mostrando quindi come in Cartesio, che pur nelle sue intenzioni voleva essere defensor Fidei, già sussisteva in nuce ogni forma di illuminismo che avrebbe poi dominato nel Settecento, per questo egli parla di un pre-illuminismo cartesiano e aggiunge inoltre che proprio Cartesio, fiero avversario del libertinismo alla Gassendi, fu colui che tradusse l'ateismo libertinistico e irrazionalistico nella sua forma razionalizzata, cioè nell'illuminismo, che sarebbe stato appunto un libertinismo razionalistico.
Bibliografia
- Il suicidio della rivoluzione (Rusconi, Milano 1978).
- Il cattolico comunista (Rusconi, Milano 1981).
- Il problema dell'ateismo (Il Mulino, Bologna 1990).
- I cattolici e il progressismo (Leonardo Editore, Milano 1994).
- Pensiero della Chiesa e filosofia contemporanea - Leone XIII / Paolo VI / Giovanni Paolo II (Edizioni Studium, Roma 2005)
- Verità e ragione nella storia - Antologia di scritti (Bur, Milano 2007 ).
Scritti su Del Noce
- Pietro Ratto Ipotesi sul fondamento dell'essenza dissolutiva del marxismo e del fascismo. Un tributo ad Augusto Del Noce(www.boscoceduo.it, 14 maggio 2005)
- Natascia Villani Marxismo ateismo secolarizzazione. Dialogo aperto con Augusto del Noce
Editoriale Scientifica, Napoli 2003, pp. 164
- Augsto Del Noce. Verità e ragione nella storia. Antologia di scritti a cura di Alberto Mina. Rizzoli BUR, Milano 2007.
- Augusto Del Noce. Modernità. Interpretazione transpolitica della storia contemporanea. Morcelliana, 2007.